In questi giorni sto leggendo Don Chisciotte della Mancia, di Miguel de Cervantes, e mi sono accorto che sono narrati alcuni episodi che mi sembra strano non siano stati additati al pubblico ludibrio dai fanatici deliranti della cosiddetta Cancel Culture.
Uno è una sorta di apologia, o comunque accondiscendenza, di Sancio Panza nei confronti della schiavitù praticata dagli spagnoli nei confronti degli africani (cap. XXIX della parte prima); il secondo è l'episodio dove Don Chisciotte deplora con fervore l'ipotesi che le ragazze siano libere di scegliersi il marito che vogliono (cap. XIX della parte seconda).
Strano, dicevo, che ai fanatici del politicamente corretto nella letteratura classica queste cose siano sfuggite, dal momento che si sono scagliati con fervore degno di miglior causa su capolavori come Via col vento, ad esempio. Ma magari è sfuggito a me.
No, è sfuggito a loro. D'altro canto, a differenza di Via col Vento, nessuno dei film tratti da Don Chisciotte è mai diventato così famoso (e leggere costa fatica!)
RispondiEliminaÈ quello che ho pensato anch'io :-)
EliminaÈ una lettura a tratti impegnativa (è come navigare in mare aperto), ma merita.
RispondiEliminaPrego.
ha ha... così non vale... glielo hai praticamente servito su un piatto d'argento
RispondiEliminaIn che senso?
RispondiEliminaSecondo me non se ne sono accorti, ho letto che se la sono presa persino con Pippi Calzelunghe...
RispondiEliminaSì, e anche con molti vecchi film Disney.
EliminaA mio parere, le parole più belle su questa specie di delirio collettibo le ha dette Barbero.
Ipotesi: non hanno letto Don Chisciotte... Io stesso ho creduto per anni di averlo letto, per poi scoprire che la "favola" donatami da un'associazione alle elementari, come premio per aver partecipato a un loro sondaggio, era una riduzione illustrata del romanzo. 🙄
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