sabato 16 luglio 2022

A votare?

Non penso che in ottobre, o quando sarà, andrò a votare. Non è disfattismo, credo, ma sto entrando in quella fase in cui veramente non mi frega più niente di quel patetico e grottesco teatrino chiamato politica. Politica che una volta seguivo (centinaia di pagine di questo blog sono lì a testimoniarlo) e anche con un certo interesse. Adesso quell'interesse non c'è quasi più, le mie attenzioni le dirotto verso altro.

Qualche tempo fa Piergiorgio Odifreddi aveva scritto un libro in cui si parla di democrazia. Vi si diceva che, quando si va a votare, la differenza di voti tra chi vince e chi perde (la questione è più complessa ma semplifico) non è mai uguale a uno. Cioè, se anche vincitori e perdenti fossero divisi da poche migliaia o centinaia di voti, il mio (un voto) non avrebbe influito in alcun modo sull'esito finale, per cui tanto vale stare a casa.

Si tratta di una provocazione, naturalmente, ma una provocazione interessante e a suo modo logicamente valida, che io assumo come giustificazione per starmene appunto a casa. Salvo ripensamenti dell'ultima ora.

27 commenti:

  1. Io non voterò e spero di convincere più persone possibili. L'unico modo per estirpare questa barbarie governante è delegittimarla sul campo. Salterebbe il banco..capisco che trattasi di utopia da fantascienza..ma i nervi stanno saltando a tutti...

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    1. Io non voterò ma non convincerò nessuno a non farlo. Ognuno si regoli come crede, la mia è una posizione personale.

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  2. Non concordo: anche se noi non votiamo lo faranno comunque loro, i candidati e, in mancanza di un quorum, otterranno comunque il risultato atteso. Bisogna votare. Chi, non so...

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    1. Ovvio che un dieci per cento di addetto ai lavori voterà..ci mangiano! Ma se un popolo intero non vota nemmeno il più bieco di questi attuali personaggi avrebbe la faccia di presentarsi..votare sarebbe sacrosanto solo con una prospettiva. Dove la scorgi? Questi neanche un Presidente della Repubblica riescono ad eleggere..

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    2. Sì, lo so che bisogna votare, ma mi sono stancato di voto utile, voto al meno peggio e simili. Come hai detto giustamente tu, Flo ("chi, non so..."), neppure io ho attualmente qualcuno che mi rappresenta, quindi me ne tiro fuori e si arrangino.

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    3. Non si arrangiano loro, ci arrangiamo noi. E, Franco, con che faccia si presentano? Non farmelo dire, lascia che conservi il io decoro!

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  3. No bisogna andare a votare, a maggior ragione in un momento come questo, non bisogna rinunciare a un diritto, non si può venir meno innanzi a un dovere.
    Se non vai alla festa non ti si nota!

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    1. Sono misantropo da sempre; se non mi si nota sono più contento.

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  4. Votare chi? Nessuno mi rappresenta, e poi se esprimessi la mia preferenza, poi intrallazzerebbero tra loro come fatto l'ultima volta pur di andare al potere...

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  5. L'ipotesi più probabile è che si finisca governati dalla Meloni (insieme a Salvini e Berlusconi), e che tu lo voglia o no vi avrai contribuito.
    A quel punto penso che dal giorno successivo alle elezioni dovrai coerentemente astenerti dal proferire anche una sola sillaba su checchessia riguardante l'andamento del Paese.
    A scanso di equivoci, il "mondo della politica" lo considero una cloaca che ormai niente ha più a che fare con la politica, talmente è rivoltante come suol dirsi a 360 gradi. Ma che ci sia ancora un peggio nel peggio mi pare altrettanto evidente, per cui trovo incosciente e suicida contribuire a consegnarsi impunemente proprio nelle sue mani, prospettiva che nel caso delle prossime elezioni, quando che siano, a me personalmente mette i brividi alla schiena.

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    1. >A quel punto penso che dal giorno successivo alle elezioni dovrai coerentemente astenerti dal proferire anche una sola sillaba su checchessia riguardante l'andamento del Paese

      Lo farò. Politica a parte, ci sono tante cose di cui scrivere e parlare.

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    2. Se c'è questo rischio è perché abbiamo permesso a questa gente di arrivare dov'è ora e restarci. E soprattutto l'ha permesso chi non ha difeso la Costituzione avendone il dovere!

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  6. Molto basso, anche perché siamo più in una democrazia formale che sostanziale.

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  7. Il discorso di Odifreddi non regge. Nemmeno matematicamente.
    Io andrò a votare. Non per il meno peggio, ma sempre contro il fascismo e contro il leghismo.

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    1. La destra vincerà le prossime elezioni sia che io e te andiamo a votare sia che non ci andiamo. E in un certo senso è giusto che vinca, dal momento che le urne parleranno chiaro (non è questa la democrazia?). Io questa volta salto.

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  8. Ormai non ci prendono più – Storia di Sandro Pertini
    https://riccardogazzaniga.com/storia-di-sandro-pertini

    Amiamola e rispettiamola questa nostra democrazia. Anche se a volte ci delude. Anche se a volte dà il potere a "chi sta dall'altra parte".
    Churchill diceva qualcosa del genere: "La democrazia è la peggior forma di governo, escludendo tutte le altre".

    Ma non dimentichiamoci che siamo fortunati ad essere in Italia.
    Pensate a chi è in Russia, o in Cina o in qualche dittatura militare in Africa (o anche senza dittatura).

    Io andrò sempre a votare. Anche quando sono indeciso, qualcuno che merita il mio voto più di altri lo troverò sempre.

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    1. Il discorso di Odifreddi sull'utilità di un singolo voto nella determinazione dell'esito finale è ovviamente un paradosso, ma accanto a questo ce ne sono altri più reali che sono a mio parere convincenti (si possono ascoltare qui).
      Poi, certo, si può andare a votare perché qualcuno che merita il voto più di altri si trova sempre, oppure perché votando magari non convintamente un partito si evita che vinca quell'altro. Motivazioni tutte legittime ma, a mio parerem ormai poco convincenti.

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  9. Estremamente deluso dai fatti di questo governo e della maggior parte delle due camere parlamentari. Le elezioni? Ci faranno votare? Vedrò il proseguimento del teatrino .

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    1. Comunque vadano le cose, il prossimo anno questa legislatura avrà la sua fine naturale, quindi prima o dopo a votare si andrà.

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  10. Beato te, che hai idee chiare.

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  11. Io voto perchè è l'unico strumento per fermare questa democrazia malata, anche se poi fanno come gli pare dopo. Il problema che il non far votare e i governi sono il fallimento della democrazia quando diventano un metodo e non una eccezione. Elisa

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  12. Io invece voterò eccome, anche se forse sarà inutile. Lo faccio soprattutto per me stessa, perchè ho bisogno di sapere che non sarò stata complice del disastro che seguirà le prossime elezioni. Un piccolo gesto inutile per avere la consapevolezza di avere fatto quel poco che è in mio potere.

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    1. Una motivazione... psicologica, diciamo così :-)

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  13. Un buon motivo per andare a votare lo propongo io, tecnico e non ideologico:
    se dovesse succedere che il centro-destra avrà i 2/3 dei parlamentari (cosa non inverosimile, da quel che sembra, data anche la riduzione del numero), avranno il potere di cambiare la costituzione dall'articolo 13 in poi come pare e piace a loro.

    Non so se la cosa è inevitabile; ma di sicuro faccio di tutto per evitarla.

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    1. In effetti è una motivazione piuttosto convincente. Devo ammetterlo.

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