sabato 5 febbraio 2022

PIL (per chi?)

Narrano le cronache che nel 2021 appena concluso il PIL italiano è cresciuto del 6,5%, un balzo incredibile e inatteso rispetto a un disastroso 2020, tanto che, col solito trionfalismo d'accatto, l'Italia è già stata denominata la locomotiva d'Europa in virtù del fatto che nessun altro paese dell'eurozona è cresciuto allo stesso ritmo. Il PIL, in soldoni, è la ricchezza prodotta da un paese.

C'è però un problema che si evita quasi sempre di menzionare: l'aumento delle diseguaglianze. Conta poco che aumenti la ricchezza prodotta se poi quella ricchezza va per la maggior parte ad accumulare il capitale di pochi. Contestualmente ai dati del PIL, infatti, con molto meno clamore e molto meno trionfalismo è stato pubblicato l'annuale rapporto Oxfam dove si leggono dati impietosi. Lasciando stare l'aumento delle diseguaglianze globali (tipo ad esempio che Jeff Bezos ha incamerato nell'anno appena trascorso l'equivalente dell'intera spesa mondiale per i vaccini anti-covid), in Italia non siamo messi meglio.

Cito dal rapporto Oxfam che ho linkato: "Nel primo anno di convivenza con il coronavirus in Italia è cresciuta la concentrazione della ricchezza. La quota, in lieve crescita su base annua, di ricchezza detenuta dal top-1% supera oggi di oltre 50 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali. Il 5% più ricco degli italiani deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero. Nei 21 mesi intercorsi tra marzo 2020 e novembre 2021 il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità e il valore aggregato dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro alla fine dello scorso novembre. I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte)." 

In pratica, come scrivevo sopra, la collettività non trae alcun beneficio dall'aumento della ricchezza se la suddetta ricchezza non viene poi redistribuita. Se in Italia avessimo una sinistra degna di questo nome, la battaglia delle battaglie da fare sarebbe questa: la redistribuzione della ricchezza prodotta. Non c'è bisogno di leggere Marx per capire che un paese progredisce e sta meglio non se produce tanta ricchezza per pochi (Reagan e Bush su questa cosa qui ci hanno sbattuto il muso a più riprese), ma se produce un livello equo di ricchezza che viene poi redistribuita.

Ma in Italia non solo nessuno legge più Marx, ma non c'è più neppure una sinistra. E poi questa settimana c'è pure Sanremo, per cui...

17 commenti:

  1. Se vogliamo cambiare la politica dobbiamo prima iniziare a cambiare noi come cittadini. Purtroppo la percezione della realtà e di ciò che è giusto è molto, molto deformata ultimamente. Non stupisce che in molti votino dei personaggi grotteschi che poi, al governo, non fanno altro che cercare di rimanerci il più possibile...

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  2. Concordo, ma sono pessimista in merito. Non vedo segnali, neppure timidi, che autorizzino una qualche forma di ottimismo relativamente a un cambiamento della situazione.
    Poi magari sbaglio, eh, e sarei anche contento di sbagliarmi.

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  3. + 6.5% 2021 rispetto al 2020, ma -8.9% 2020 rispetto al 2019 (dato agi)... Ma ci credono scemi?
    Il punto è che, a mio parere, la locuzione "redistribuzione del reddito" fa pensare all'immagine fastidiosa di qualcuno che prende i soldi che tizio ha guadagnato e li dà a caio che invece è andato al mare. Invece l'idea che deve passare è che nessuno può dirsi davvero ricco se la ricchezza non è condivisa. Di quale ricchezza potrà mai godere il tizio di qui sopra se vive in città sporche e buie, se non ha a disposizione scuole eccellenti per i suoi figli, ospedali puliti e ben attrezzati, se la miseria dei suoi concittadini obbliga la sua famiglia a vivere sotto scorta o in una gabbia d'oro? Non è Marx, non è sinistra o destra... dovrebbe essere ormai banale buon senso e umanità.
    E comunque, a ben pensarci, neppure la condivisione della ricchezza basterebbe: vivo in uno dei più ricchi Paesi del primo mondo, e nelle scuole vedo bambini con le scarpe sfondate e i capelli sporchi: qui ridistribuiscono ricchezza ma non la cultura necessaria a venir fuori da uno stato miserevole. È disumano.

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    1. Come con le Borse che sbragano, poi risalgono di mezzo punto e tutti a festeggiare. Funziona così purtroppo. Male.

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  4. >Non è Marx, non è sinistra o destra

    Concordo con te, ma ho citato Marx solo perché tutto ciò che sta succedendo oggi (le diseguaglianze planetarie sono figlie delle contraddizioni e delle storture di un sistema capitalistico selvaggio totalmente privo di etica) lui l'aveva profetizzato già 150 anni fa.
    Riguardo al "disumano", che il sistema economico di stampo esclusivamente mercantile e votato al profitto che abbiamo creato sia incompatibile con la vita, è palese, e anche questa incompatibilità era già stata denunciata con almeno un secolo di anticipo da pensatori ed economisti.
    Probabilmente hai ragione, forse neppure la condivisione della ricchezza, a questo punto, basterebbe a riequilibrare le cose.

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    1. Uh,che coincidenza!!
      https://www.corriere.it/economia/finanza/22_febbraio_06/pochi-super-ricchi-tanti-poveri-contro-diseguaglianze-investiamo-piu-formazione-80548f7e-85db-11ec-a4ee-1323196b6916.shtml

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    2. C'è il paywall, non posso leggerlo, da dal titolo ho intuito il senso.

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  5. Il PIL non è un misuratore del benessere delle famiglie, tutto qui.

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  6. In Italia (ma anche altrove...) si redistribuisce solo il debito pubblico che qualcuno in futuro pagherà. Solo che se vengono fatti debiti per misure sociali tipo il reddito di cittadinanza si urla allo scandalo mentre se il debito ingrassa le imprese e gli azionisti allora va bene. Prima o poi il castello di carta ci crollerà in testa (sono anch'io un inguaribile ottimista 😂).

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    1. Niente di nuovo. Uno dei mantra del nostro sistema economico è da sempre la privatizzazione dei profitti e la socializzazione delle perdite, no?
      E comunque credo anch'io che prima o poi il castello crollerà. Sfido qualsiasi teorico dei sistemi a dire che un sistema così squilibrato e sballato possa durare ancora a lungo.

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  7. E guai a parlare di patrimoniale!

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    1. Parliamone invece.
      Una persona che lavora e guadagna paga le tasse sul suo reddito.
      Con i soldi che rimangono compra una immobile e, sull'acquisto, paga un'altra tassa, che si chiami IVA o registro poco cambia. Poi, sempre sulla casa, paga l'Imu e rifiuti (e il passo carraio e chissà cos'altro).
      I soldi che ha guadagnato sono tassati quando li guadagna, quando li spende e annualmente per il fatto di averli spesi. Credo che sia sufficiente.
      Questo per quanto riguarda i patrimoni immobiliari. Per azioni et similia, invece, il discorso è effettivamente diverso.

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    2. In questo momento sto passeggiando in collina, replicò volentieri appena torno :-)

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    3. Ecco, sono rientrato. Dunque, in genere a parlare di patrimoniale bisogna sempre fare attenzione perché è notoriamente un argomento spinoso, e anche complesso e ricco di sfaccettature.

      È vero, Flo, che ogni spesa che facciamo è già tassata alla fonte (ammettendo naturalmente che tutte le spese che si fanno lo siano, compreso il meccanico o il carrozziere che se gli chiedi la fattura ti guardano storto, ma qui il discorso sarebbe lungo) e viene quindi naturale dire "Credo che sia sufficiente". Il discorso, però, a mio avviso va impostato diversamente e visto nell'ottica del mutuo aiuto reciproco. Io, personalmente, sono favorevole alla patrimoniale. Più precisamente, diciamo che sono favorevole allo "spirito" che ne sta alla base.
      In fondo cos'è, 'sta benedetta patrimoniale? È prendere una percentuale una tantum da chi ha redditi molto elevati in modo che il gettito che ne deriva vada ad aiutare chi si trova in maggiori difficoltà. Non ci vedo nulla di male in questo.
      Io, ad esempio, se invece dei 25/26.000 euro che dichiaro ogni anno col mio stipendio di dipendente ne guadagnassi 200.000, oppure 300.000, o magari 1.000.000, non mi darebbe alcun fastidio che, per una volta, sul mio reddito venisse prelevata una percentuale maggiore per alleggerire le tasse di chi è più svantaggiato per i più svariati motivi. In fondo, pur con tutte le incognite e le variabili possibili, è anche questa una forma di redistribuzione del reddito che, seppure in piccolissina parte, va a diminuire le famose disuguaglianze di cui tutti (giustamente) ci lamentiamo.

      Si, lo so, conosco le obiezioni: invece di fare la patrimoniale si potrebbe combattere l'evasione fiscale dilagante, si potrebbero eliminare gli sprechi, si potrebbero tagliare le spese inutili, si potrebbe combattere la corruzione ecc. Certo, si potrebbero fare tutte queste, ma purtroppo, per molteplici motivi non si fanno. Quindi si ricorre ad altri mezzi. La patrimoniale - che comunque possiamo stare tranquilli: in Italia non si farà mai, quindi al limite si potrebbe anche evitare di discuterne - è uno di questi.

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    4. Hai detto benissimo: sul tuo "reddito", che non è il tuo patrimonio.

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    5. Vero. Ma non mi sembra una differenza così fondamentale. Chi ha grandi patrimoni ha, tranne eccezioni che non sono in grado di quantificare, generalmente anche grandi redditi.

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