Ci saranno torti e ragioni, non discuto, è materia per analisti, ma alla fine la guerra è sempre questa schifezza qua, e, come diceva Gino Strada, chi ci rimette è sempre la povera gente e quelli che non c'entrano niente.
sabato 26 febbraio 2022
Chi ci rimette
Sono al tavolino del bar. Entra una ragazza ucraina che lavora qui in Italia. Sua sorella è rimasta là con due bambini piccoli e il marito di lei è in Germania per lavoro. Né lei né il marito della sorella possono mandare soldi perché i canali per farli arrivare sono interrotti. È chiusa in casa coi suoi bambini; non arriva acqua e pure luce e riscaldamento vanno e vengono. I militari sono per le strade e si sentono continuamente esplosioni.
La ragazza si appoggia al banco e piange, sfogandosi con la barista.
Io vorrei dirle qualcosa, fare qualcosa, ma non so cosa.
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Ci hanno sempre rimesso i poveracci. Da sempre. Sogno che i poveracci che imbracciano fucili gettino tutte le armi. Non rimane che sognare.. visto che chi può davvero, non fa.
RispondiEliminaI più poveri, i più deboli. Al di là delle cause di conflitto, che di fatto non conosco, non c'è un alcun motivo ragionevole per portare tanto dolore.
RispondiEliminaD'accordo con ls chiusa di Gino Strada.
RispondiEliminaUna testimonianza che purtroppo non è certamente isolata. 😢
RispondiEliminaLa guerra può smettere di farla chi imbraccia un'arma, in questo momento... Un intero esercito che diserta non lo puoi fucilare. 🙏
Volevo chiederti cosa ne pensavi sulla polemica che ha travolto Lucia Annunziata e Antonio Di Bella per le parole che hanno detto fuori onda al TG3. Dal mio punto di vista, se l'allusione di Di Bella è ingiustificabile, la Annunziata non ha detto niente di trascendentale: mi sembra abbastanza ovvio che la stragrande maggioranza degli immigrati in Italia dall'Europa dell'Est non faccia certo il dirigente d'azienda, ma svolga i tipici lavori che pochi italiani ormai se la sentono di fare, come quelli di accudimento. E rimarcarlo non vuol dire necessariamente schernirli (c'è chi ha attribuito alla Annunziata un "tono di scherno" che onestamente non ho ravvisato). Mia mamma aveva una badante rumena bravissima, tanto che non le andava di chiamarla "la mia badante" perché facendolo le sembrava di sminuire la preziosissima assistenza che lei le dava.
RispondiEliminaAbito in una zona in cui ci sono tantissimi anziani, molti dei quali accuditi da badanti ucraine. Bravissime e premurosissime, tra l'altro. E qui in Italia (ne parlava un paio di giorni fa il Sole24Ore qui) abbiamo la comunità di persone ucraine più grande d'Europa. Certo, la stragrande maggioranza di queste non fa il dirigente d'azienda, come dici giustamente tu, ma è comunque vero che una quota cospicua di queste persone, anche se dedita a lavori "umili", diciamo così, è comunque in possesso di titoli di studio piuttosto elevati. La giovane badante che assiste il mio ottuagenario vicino di casa, ad esempio, è infermiera professionale, qualifica che in Ucraina, come del resto da noi, prevede il possesso di una laurea.
EliminaDetto questo, sono d'accordo che il commento di Di Bella sia inqualificabile, al livello di un Salvini qualsiasi per intenderci, ma non sono molto indulgente neppure verso la Annunziata. Io ho avuto un'impressione diversa dalla tua. Magari il tono di scherno non c'era, ma ci ho comunque ravvisato un tono di dileggio che mi ha infastidito molto. Poi magari è solo un'impressione, però l'ho avuta.
In generale, sia Di Bella che la Annunziata hanno corroborato in me una idea di una certa sinistra che ho da tempo e che, in termini molto crudi, ho espresso in questo commento sul blog di Andrea.
Forse ho esagerato, può darsi, ma la mia impressione è questa.
Anche la badante di mamma è laureata, ma non riuscendo a trovare lavoro in Romania è stata costretta a venire a cercarlo in Italia lasciando in patria i suoi familiari (nonostante abbia cinquant'anni o poco più è già nonna, il che per le sue coetanee italiane è tutt'altro che frequente) ai quali inviava regolarmente del denaro.
EliminaQuanto alla Annunziata, in effetti lei ha sempre quel tono snob che non la rende affatto simpatica, ma ho evitato di lasciarmi condizionare da questo nel valutare le sue parole che, ripeto, di per sé non mi sembrano fuori dalla realtà. Di certo, a differenza di ciò che sostiene qualcuno, non incitano a "non solidarizzare con gli ucraini perché tanto sono tutti dei poveracci", bensì al contrario fanno notare quanto il loro dramma ci sia vicino perché molti di loro fanno ormai parte delle nostre vite. Per quanto mi riguarda, comunque, il fatto di non conoscere direttamente persone originarie dell'Ucraina non mi impedisce di provare empatia per il dramma che sta vivendo quel popolo.
Sicuramente, vale anche per me.
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