Per quanto riguarda tutto il discorso relativo a una (inesistente) dittatura sanitaria che sarebbe stata instaurata con l'avvento del Green pass, penso due cose. La prima è che probabilmente chi fa ricorso a slogan del genere, di per sé abbastanza stupidi se ci si pensa bene, non sa cosa sia una dittatura. Consiglio a costoro, a questo proposito, di chiudere per un giorno i social e aprire qualche libro di storia. Per i refrattari alle letture impegnative può andare bene anche un bignamino, di quelli che ho usato anche io, a scuola, quando ad esempio cercavo di cavare le zampe dai Promessi sposi. Anche solo per avere un'infarinatura di cosa sia veramente una dittatura (e nel Novecento gli esempi non mancano, purtroppo) e comprendere, così, l'idiozia di certi accostamenti.
L'altro mio pensiero è che io, quando sento parlare di dittatura sanitaria, non penso al Green pass o all'obbligo sacrosanto di vaccinarsi, ma vado immediatamente con la mente alla marea di persone che per avere una visita o un consulto in una struttura pubblica devono mettersi in coda e aspettare a volte mesi o anni, e sono perciò costrette, ovviamente chi ha le possibilità economiche, a rivolgersi a strutture private a pagamento, dove c'è posto il giorno dopo. Situazione, questa, che era già inaccettabile prima dell'arrivo della pandemia e che è ulteriormente peggiorata da quando il già precario sistema sanitario pubblico ha dovuto sobbarcarsi l'esercito di quelli che si sono ammalati di covid.
A volte penso che, invece di una inesistente dittatura sanitaria, vorrei sì l'avvento di un dittatore, magari cattivo ma intelligente, che instaurasse una dittatura del pensiero e della capacità di ragionare, e che imponesse queste due cose, pensare e ragionare prima di aprire bocca, come requisiti obbligatori per fare parte della società. È una provocazione, naturalmente, il ragionamento e lo spirito critico non si acquisiscono per imposizione forzata, occorre ben altro, ma sarebbe magari un punto di inizio.
Una vera e propria mazzata sui denti che, nonostante il periodo, mi ha fatto saltare di gioia.
RispondiEliminaTra l'altro Salvini si è vaccinato subito dopo il cazziatone di Draghi. Coincidenza? Chissà...
EliminaSono pienamente d’accordo con tutto quello che hai scritto dalla prima all’ultima riga.
RispondiEliminaCiao
Ciao Max.
EliminaDurante questa pandemia ho visto e sentito davvero di tutto, e mi è servito. Ora conosco molto meglio le persone che mi circondano e non è stata sempre una bella scoperta. :-(
RispondiEliminaVale anche per me, se la cosa ti può consolare.
EliminaA me invece l'uscita di Draghi non è piaciuta granché. Se ci si potesse limitare a vederla come una bastonata a Salvini ok, bene bravo bis; ma se lo vogliamo considerare (anche) un tentativo di convincere i no-vax, secondo me ha ottenuto l'effetto contrario, perché quelli quando non si sentono compresi nelle loro "ragioni", se così le vogliamo chiamare, tendono a fossilizzarsi ancora di più sulle loro posizioni. Da uno abituato a pesare le parole come Draghi mi sarei aspettata qualcosa di meglio rispetto a quello che somiglia tanto a uno slogan.
RispondiEliminaSul fatto che uscite di questo genere possano avere l'effetto di "radicalizzare" i no-vax, piuttosto che indurli alla ragione, mi trovi d'accordo. Tuttavia, almeno in questo caso, qualche effetto positivo le parole di Draghi l'hanno ottenuto. Tutto grasso che cola, di questi tempi.
EliminaA mio parere non sono state tanto le parole "L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire" a far presa sulla popolazione, quanto l'annuncio che ci vorrà il Green Pass per fare tutta una serie di cose piacevoli. Qualcosa di molto simile era già successo in Francia: di fronte allo spauracchio di non potersi godere la bella stagione come faremo noi vaccinati (io non tanto, visto che mi sono ripromessa di mantenere un profilo abbastanza basso), almeno gli indecisi hanno ceduto.
EliminaUn dittatore che imponga di pensare e ragionare prima di parlare ma anche di agire è una provocazione necessaria.
RispondiEliminaPeccato sia illusoria. Vabbe'...
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