Vedere il delinquente al banchetto dei radicali per firmare i referendum non è un bello spettacolo, diciamo la verità. Temo che Pannella, di cui in passato ho condiviso molte posizioni e battaglie, stia invecchiando molto male (per non parlare ovviamente di quell'altro). Nonostante questo, però, credo che alcuni dei quesiti che i radicali vogliono sottoporre a referendum, che probabilmente molti non hanno letto, siano estremamente interessanti. Vediamo un po'.
Innanzitutto, le domande sono 12: 6 vertono sui diritti civili, 6 sulla giustizia. A mio parere, i primi 6 sono tutti condivisibilissimi. Uno per tutti: l'abrogazione del maccanismo truffaldino che ripartisce le scelte inespresse nell'attribuzione dell'8 x 1000. Il giorno in cui questa porcata sparirà, ci sarà davvero da festeggiare.
Al contrario, i rimanenti 6 sulla giustizia sono a mio avviso da cestinare in toto, nel senso che quasi nessuno di questi contribuisce a risolvere il vero problema che affligge la giustizia italiana: la sua lentezza. Tra questi - notate - c'è un vecchio sogno sempre accarezzato da B. e i suoi, che hanno già tentato in passato di fare diventare legge: la separazione tra magistratura inquirente e giudicante, la famosa separazione delle carriere. L'argomento è piuttosto tecnico, quindi noioso - in passato ho scritto vari post sull'argomento sul mio blog. Vi basterà sapere, in estrema sintesi, che è un vecchio trucchetto per tentare di mettere la magistratura sotto controllo da parte della politica.
Come B. ha già fatto, spudoratamente, in passato, molti tenteranno di aggrapparsi al fatto che tale progetto fu avallato anche da Giovanni Falcone. Ovviamente sono balle. È vero che Falcone in alcuni scritti sembrò assumere posizioni favorevoli in tal senso, ma tali scritti vanno contestualizzati all'epoca politica in cui scriveva lui, che è molto differente da quella odierna.
domenica 1 settembre 2013
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