E l'escamotage è alla fine venuto fuori. Eliminata l'ipotesi balorda, ma accarezzata dal premier e dai suoi avvocati, della prescrizione breve, il provvedimento che avrebbe eliminato di colpo il processo Mills e diritti Mediaset tagliando di un quarto la prescrizione e mandando così al macero un numero imprecisato di processi dello stesso tipo in svolgimento nel nostro paese, si è alla fine trovato una via di mezzo: un disegno di legge parlamentare per garantire tempi brevi per i processi (massimo 6 anni) unicamente per gli incensurati.
Cosa significa? In pratica, a giorni, in Parlamento ci troveremo, ovviamente in corsia preferenziale (sapete com'è...), un disegno di legge che dovrebbe essere imperniato su quattro punti. Uno è questo:
Il primo (che potrebbe tramutarsi in un disegno di legge di iniziativa parlamentare) riguarda la prescrizione processuale: in caso di processi per reati con pene non superiori a dieci anni (ad eccezione dei reati di mafia, terrorismo o grave allarme sociale come rapina o omicidio), ciascuna fase del processo non potrebbe durare più di due anni (sei in totale), altrimenti scatterà la prescrizione. La nuova legge entrerebbe in vigore anche per i processi in corso di primo grado. (fonte)
In genere, se non ricordo male, ogni nuova legge promulgata, specialmente in tema di giustizia, si applica ai nuovi procedimenti di cui è oggetto, non a quelli già in corso, ma il problema come potete ben capire è contingente - altrimenti cosa la facevano a fare? In pratica, questo nuovo disegno di legge, sempre che non venga modificato prima di approdare in Parlamento, calza a pennello - guarda un po' - al processo Mills e diritti Mediaset. Si applica infatti anche ai processi in corso, l'imputato deve essere incensurato (non avere cioè sul groppone nessuna condanna definitiva), si applica a processi che non destano grave allarme sociale (omicidio e rapina) e a quelli di mafia e terrorismo.
Insomma, Berlusconi pare averla fatta franca ancora una volta, anche se è ancora presto per dirlo in maniera definitiva - bisognerà vedere cosa dirà Napolitano, che per ora non pare faccia i salti di gioia. Si tratta, è inutile girarci intorno, dell'ennesima legge ad personam che continuano a spacciare, con una faccia tosta degna di miglior causa, come soluzione per permettere all'esecutivo di governare in tranquillità. L'ennesimo vestitino cucito su misura, senza un orlo o una piega fuori posto. Un vestitino che presenta tra l'altro più di una incognita e più di un effetto imprevisto, come ha osservato giustamente Antonio Di Pietro.
"E' un atto criminale che solo questo Parlamento può pensare di emanare.
[...]
Fino a quando non si risolvono i problemi strutturali che oggi impediscono ai giudici di portare a termine i processi in tempi brevi - aggiunge il leader dell'Idv - di fatto, con questa proposta, tutti rimarranno incensurati, giacché nessun processo si potrà concludere nei tempi previsti. Le norme proposte trasformeranno in incensurati anche coloro che non meritano di essere considerati tali. E tutto questo per favorire un individuo formalmente incensurato, ma sostanzialmente corruttore, qual è Silvio Berlusconi". "Spiace - prosegue Di Pietro - che a questo gioco criminale si sia prestato, da ultimo, anche il presidente della Camera Gianfranco Fini che, a parole, fino a ieri, ha detto di non voler svendere il ruolo del Parlamento e che oggi per trenta denari politici, lo mette all'asta. Il risultato di quanto si propone è chiaro a tutti: i processi che interessano la criminalità organizzata più pericolosa non dureranno mai meno di sei anni. E, quindi, alla fine, tutti quanti rimarranno incensurati perché a tutti si applicherà questa norma. Insomma, come un cane che si morde la coda.
[...]
Tra l'altro - osserva ancora il presidente dell'Italia dei Valori - ritengo che la disposizione ipotizzata sia incostituzionale giacché si può essere incensurati o non incensurati ma gli stessi diritti di difesa devono essere garantiti a tutti. E non si capisce la ragione per cui ad uno viene garantito, che dopo un certo numero di anni, il suo processo si deve concludere, mentre un altro vedrà il suo processo durare in eterno". (fonte)
Ovviamente, non solo di questo hanno parlato i due nel loro mini-vertice. Un accenno lo si è fatto anche all'ormai sempre più insistente "problema" dell'immunità parlamentare. E anche qui Fini non pare essersi buttato via.
«Abbiamo in Italia un assetto di tipo legislativo originale. Mentre infatti i parlamentari nazionali non godono di alcuna immunità, quelli europei sì. Già questa considerazione dimostra che discutere dell'opportunità dell’immunità parlamentare non è un’ipotesi che deve destare scandalo». (fonte)
Eh, certo che non desta scandalo. E come potrebbe? D'altra parte viviamo solo in un paese in cui chi governa ha la facoltà di farsi leggi su misura in quantità industriale senza che nessuno, maggioranza ma soprattutto opposizione, si azzardi a fiatare e un paese in cui il direttore del principale tiggì della tv di stato si permette di attaccare quello che è probabilmente, attualmente, uno dei magistrati più impegnati nella lotta alla mafia.
Forse è meglio riascoltarle le parole di Ingroia, quelle "interpretate" liberamente da Minzolini, perché non mi pare che stia sbagliando di molto.
poi questi "cosi" definiti politici si indignano se uno gli manda gli accidenti per iscritto.
RispondiEliminaper giorni ci hanno rotto le scatole per le minacce di morte ricevute su facebook da questo infimo individuo che di governa.
e quando uso il termine "infimo" sono molto molto educando nei suoi confronti.
non voglio dirti cosa penso di berlusconi e cosa vorrei fargli se lo avessi tra le mani né lo voglio scrivere ma è chiaramente espresso nelle immagini più truculente del film hostel.
e ho detto tutto.
non voglio dirti cosa penso di berlusconi
RispondiEliminaNo, per carità. Questo è un blog per famiglie. :-)