Il contatore degli accessi del blog mi dice che oggi molti di voi se ne sono andati probabilmente al mare, o in montagna, o comunque via da casa e lontano dal pc. E come darvi torto, del resto? E' molto probabile, quindi, e magari molti lo apprenderanno da questo mio post, che non siate al corrente delle ultime sparate del cavaliere, esternate oggi a Santa Margherita Ligure al convegno dei giovani industriali.
Per farla breve, il nostro pimpante premier ha detto senza mezze parole di essere vittima di un progetto eversivo che ha come scopo il suo rovesciamento politico in favore di un altro soggetto non legittimato dalla volontà popolare. E, per mettere in atto questo progetto, parte della stampa (anzi, principalmente una testata sola, e cioè Repubblica) avrebbe utilizzato quattro specifici argomenti: la sentenza Mills, la questione Noemi, le veline e i famosi voli di stato, utilizzati - pare - per scarrozzare avanti e indietro tra Roma e Olbia personaggi che di istituzionale hanno ben poco.
Ora, intendiamoci, in linea teorica non è possibile escludere niente, neppure che da parte di Repubblica, magari in combutta con certi ambiente eversivi (?) del centrosinistra e con molte pericolose testate estere di stampo comunista (?), ci sia effettivamente un progetto di questo tipo. E, d'altra parte, non è neppure azzardato pensare che non devono essere pochi quelli, specialmente tra le file dei berluscones, che credono verosimile, o comunque più che possibile, questa ipotesi.
Se però non ci si ferma, come purtroppo fa la maggioranza degli italiani, all'apparenza, alla propaganda dei giornali asserviti, ai servizi-zerbino dei media, ma si allarga lo sguardo, si cercano di capire le vicende nel loro insieme, ecco che la teoria del famoso complotto, o progetto eversivo che dir si voglia, si scioglie come un cubetto di ghiaccio al sole. Per Berlusconi, infatti, e l'ha dimostrato più di una volta, è eversivo il semplice fare domande, il cercare di capire e il pretendere spiegazioni. Se un giornale, uno dei pochi che ancora non si è piegato al servilismo nauseabondo di molti altri, fa domande, allora è eversivo. Fare il proprio dovere è sinonimo di complotto. Quello che in tutti i paesi del mondo veramente democratici è la regola - e cioè la stampa che rompe le palle al potere e fa domande - da noi è eversione.
E quello che rattrista, è che questo assurdo concetto è condiviso da moltissime persone (ho avuto personalmente esperienza di ciò in questo blog). La maggior parte di queste persone, infatti, non vede come eversivo, piuttosto, il fatto che da un anno a questa parte, e cioè da quando c'è questo governo, la messe dei provvedimenti legislativi attuati, o solo pensati, è andata quasi unicamente nella direzione di un blindamento del potere politico a scapito dei poteri inquirenti della magistratura e della libera informazione ed espressione di pensiero. Non si vede come eversivo il fatto che un capo di governo se le canti e se le suoni dalle sue televisioni e dai giornali al seguito, che partecipi a trasmissioni di cartapesta, appositamente confezionate, in cui la domanda più pericolosa che gli viene rivolte è "prego, dica...". Non si vede come eversivo un premier che cerca a pié spinto di esautorare le funzioni di controllo del Parlamento in favore di un accentramento sulla (sua) persona di ogni potere. Però se un giornale osa farlo notare, osa fare domande non protocollate, non preventivamente concordate in modo da non dar fastidio, ecco il complotto, l'eversione.
Non so quanto ci sia da stare tranquilli davanti a questo scenario. E, d'altra parte, non penso sia necessario far notare cosa accadrebbe nel momento in cui le poche voci fuori dal coro rimaste fossero spente o, peggio, andassero ad ingrossare le fila di quelle già incasellate nel triste gioco dell'oca del dilagante e sterile conformismo informativo. Non credo alla boutade del tentativo eversivo golpista denunciato da Berlusconi, spero semmai, e lo spero ardentemente, che questa farsa finisca il più presto possibile.
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speriamo, ma sarebbe troppo bello... :-(
RispondiEliminaBeh, noi intanto speriamo...
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