mercoledì 10 giugno 2009

Intercettazioni: al cittadino non far sapere...

Nel momento in cui inizio a scrivere questo articolo, buttato là un po' alla rinfusa e senza una linea di stesura precisa, apprendo dall'Ansa che l'opposizione ha fatto per una volta fronte comune contro il ddl intercettazioni in questo momento in discussione alla Camera, e lo ha fatto tramite un appello congiunto, rivolto a Napolitano, nel quale si denuncia l'anomalia del ricorso al voto di fiducia di fronte a un provvedimento di tale portata (e pericolosità).

Come sapete, la coddetta "fiducia" è quella particolare procedura parlamentare, che dovrebbe essere usata con una certa moderazione, che di fatto ha lo scopo di compattare la maggioranza che sostiene il governo ed evitare eventuali ostruzionismi dell'opposizione. Vi riporto qui sotto una parte dell'appello, fatto dall'opposizione a Napolitano, estratto dall'articolo dell'Ansa che ho linkato sopra.

Ma secondo l'opposizione tutto e' molto grave: metodo e contenuto del testo. Per quanto riguarda il metodo, ''non e' possibile'', spiega Soro, ricorrere continuamente alla fiducia anche su questioni cosi' delicate e importanti che meriterebbero un confronto ed un approfondimento. C'e' da parte del governo, incalza Donadi, una ''appropriazione'' del processo di formazione delle leggi. ''Processo di formazione delle leggi - ribatte Soro - che si sta trasformando di fatto in un mercato delle vacche: io ti do il sostegno al ballottaggio e tu in cambio non appoggi il referendum. Io ti do le intercettazioni e tu dai qualcos'altro a me...''. Ma anche sul contenuto, Pd, Idv e Udc hanno molte cose da ridire: ''Si tratta di un testo profondamente eversivo - afferma il capogruppo dell'Idv - perche' mette la mordacchia alla stampa, viola ogni diritto del cittadino ad essere informato ed e' di fatto la dimostrazione di come lo Stato intenda arrendersi alla criminalita' rinunciando a fare le indagini''. ''E questo - aggiunge - solo per compiacere il presidente del Consiglio. La democrazia e' realmente in pericolo ed e' per questo che chiediamo l'intervento di Napolitano''. ''Non e' un caso - assicura - che la fiducia su questo ddl sia stata chiesta all'indomani delle elezioni. Di farlo prima non hanno avuto la faccia. Soprattutto la Lega che sulla sicurezza aveva fatto la sua campagna elettorale''. ''Ma ci sono cose davvero gravissime in questo testo - prosegue Vietti - come quella di consentire le intercettazioni solo in presenza di 'evidenti indizi di colpevolezza'. La definizione 'evidenti', infatti, e' molto piu' stringente del termine 'gravi' pertanto diventera' praticamente impossibile intercettare. Servirebbero infatti indizi ancora piu' consistenti di quelli necessari'' a far scattare le manette. E questo e' ''pazzesco'', cosi' come lo e' ''cambiare la legge sui servizi segreti a suon di fiducia'' insiste Soro. ''Prima mettono tra le proprie priorita', anzi ossessioni, la sicurezza e poi, una volta incassato il voto, sono pronti a vanificare un importante strumento di indagine come quello delle intercettazioni'', sottolinea Vietti. Con l'adesione a questa forma di protesta, fa notare il deputato centrista, ''l'Udc intende mandare un chiaro segnale anche al ministro Alfano perche' noi siamo stati tra i piu' dialoganti, nell'opposizione, proprio per cercare di trovare delle convergenze. Ma se il metodo e' questo, e cioe' ricorrere continuamente alla fiducia, e' chiaro che non potremmo essere piu' cosi' tolleranti''. Soro sottolinea quindi l'incongruenza di chiedere il voto di fiducia su un testo che, ricorda, ''e' stato fermo oltre quattro mesi in Commissione''.

Senza scendere troppo nei particolari - chi ha voglia di leggersi l'intero testo lo può fare qui - quello che salta subito all'occhio è la pericolosità della filosofia che accompagna tutto il provvedimento. Una filosofia definita da Donadi, IdV, "eversiva", e che si snoda su due piani: privare la magistratura della possibilità di avvalersi delle intercettazioni telefoniche e impedire al cittadino di essere informato di quello che sta succedendo.

E l'esempio principe, uno fra i tanti, di questa eversività, sta nel comma che prevede che le intercettazioni possano essere disposte dal magistrato solo in presenza di evidenti indizi di colpevolezza. A parte la palese astrusità giuridica, questo assunto cozza addirittura contro il buon senso e la ragionevolezza. Andate su un qualsiasi dizionario online (qui il De Mauro ad esempio) e guardate il significato preciso del termine evidente. In pratica, l'intercettazione potrà essere richiesta per dimostrare qualcosa che è già evidente, che è già dimostrato. Sembra incredibile ma è così.

Ovviamente non posso elencare tutte le "perle" contenute in questa porcata, mi limito solo a segnalare qualcuna di quelle elencate nell'articolo dell'Ansa. Tra queste merita di essere messa in evidenza quella relativa alla durata di queste benedette intercettazioni. A meno che infatti non si tratti di reati gravi di mafia e terrorismo, si potrò intercettare per un massimo di 60 giorni dopodiché, cascasse il mondo, gli apparecchi vanno staccati. Non so se è chiaro il senso di questa cosa: in pratica lo stato si dà un tempo massimo passato il quale toglie le tende e se ne va. Pensate quando questa cosa diventerà legge, quando i mascalzoni sapranno che passati due mesi potranno poi parlare liberamente nell'assoluta certezza di non essere intercettati. Si può fare tranquillamente un esempio.

Mettete il caso che una banda di pedofili rapisca un bambino. Questo reato non rientra né in quelli riferibili alla mafia, né in quelli riferibili al terrorismo. Bene, questi signori sanno che quando si parlano al telefono devono star zitti per 60 giorni, passati i quali possono poi parlare liberamente. E se, metti caso, il 60° giorno uno dice a quell'altro che domani gli svelerà dove tengono prigioniero il bambino? Pazienza, tempo scaduto, si deve staccare. Badate che questo esempio non me lo sono inventato io, ma l'ha fatto qualche tempo fa Giuseppe Cascini, segretario nazionale dell'ANM. Leggetevelo, se avete tempo, è molto istruttivo.

Altrettanto interessante la norma che prevede che potranno essere intercettati solo i reati che prevedono una pena superiore ai 5 anni, anche perché nessuno ha ancora spiegato come faranno i giudici a decidere il capo d'accusa prima di avere le prove. Siamo al grottesco.

Ciliegina sulla torta, ma questo si sapeva già, il carcere per i giornalisti e il divieto di pubblicare degli atti delle inchieste anche quando non sono più coperti dal segreto, come avveniva finora. I cittadini non potranno più sapere niente perché la stampa sarà di fatto imbavagliata.

Io non so come andrà a finire questa storia, se questa porcata alla fine diventerà legge oppure no. Quello che so è che si tratta del frutto di quello che è stato definito da qualcuno "il mercato delle vacche": io do una cosa a te e tu una cosa a me. E buona parte della responsabilità in questo turpe e ignobile mercato è della Lega, la quale, dopo la cena a casa del premier dell'altra sera, si impegna a sostenere i candidati del centrodestra ai prossimi ballottaggi e non fare storie su questa porcata in cambio dell'impegno del Pdl a non sostenere il referendum elettorale.

Questo mercanteggiamento è fatto sulla pelle di milioni di italiani, compresi i leghisti, i quali avranno un brusco risveglio quando si accorgeranno che hanno contribuito a far passare una legge grazie alla quale molti delinquenti stanno già preparando le bottiglie da stappare.

2 commenti:

  1. sarebbe da sperare che aumentino i reati a danno dei leghisti, ma nn lo spero solo perché altrimenti mi sentirei troppo come la Carlucci, che augura ai figli delle persone con cui discute di essere adescati dai pedofili...

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  2. >sarebbe da sperare che aumentino i reati a danno dei leghisti

    Il guaio è, invece, che i mascalzoni e i delinquenti in circolazione saranno sempre di più, e purtroppo non ne faranno le spese solo i leghisti, ma tutti.

    L'unica mia (magra) consolazione è che quando questo scempio sarà compiuto, io (e assieme a me molti altri) potrò dire che l'hanno fatto senza di me.

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