Alla fine il premier ha sciolto le riserve: parteciperà alle celebrazioni del 25 aprile, anche se, almeno al momento in cui scrivo, non ha ancora deciso dove. Ma questo non è importante, o almeno è di una importanza relativa, quello che conta è che la domanda che nella mattinata di ieri ha angustiato i direttori di quasi tutti i quotidiani ha avuto risposta.
Eh già, perché più o meno velatamente, tutti, ieri, si sono chiesti cosa avrebbe fatto Berlusconi il 25 aprile. Una domanda, capite bene anche voi, che certamente angustiava anche non pochi appartenenti al popolo italiano. Le ipotesi erano le più diverse: c'era chi prevedeva che avrebbe ignorato la ricorrenza, chi ventilava l'ipotesi di una sua partecipazione alla manifestazione organizzata dall'associazione partigiani a Milano, chi ipotizzava una celebrazione del 25 aprile a Onna, il paesino abruzzese maggiormente colpito e devastato dal sisma. Vedremo; anche se, a me come penso a molti altri, della cosa frega ben poco.
Tra l'altro, a margine, è interessante notare come l'approssimarsi del 25 aprile dia origine ogni santo anno al patetico strascico di polemiche sulla resistenza, i partigiani, l'anticomunismo, l'antifascismo, ecc... Giusto ieri mattina, ad esempio, mi sono ascoltato per intero, mentre ero in giro per lavoro, una trasmissione su Radio24 interamente dedicata al tema del 25 aprile. Moderatore Giuliano Ferrara. Lo so, probabilmente sono votato alla sofferenza.
Ora, è possibile ogni anno fare polemiche sul 25 aprile? Non sarebbe meglio a questo punto abolirlo e buona notte?
Un'altra cosa, poi, che a me personalmente ha fatto molto ridere, è stata tutta la polemica dello scorso weekend sorta intorno alla questione delle nomine Rai fatte a casa di Berlusconi. Tutti scandalizzati, specialmente i giornali di sinistra, per il fatto che il premier abbia convocato a palazzo Grazioli un incontro in cui, pare, si sarebbe discusso anche di questo. E dispiace, purtroppo, vedere come anche molti giornali che appunto si richiamano a sinistra si siano prestati al gioco del dito e della luna. Ma veramente hanno voluto far credere che lo scandalo sia stato un incontro di questo genere a casa del premier? Perché, se l'avesse fatto a palazzo Chigi sarebbe cambiato qualcosa?
Lo scandalo, sempre che di scandalo ormai si possa ancora parlare, è che la politica controlli la Rai e ne nomini i vertici. E questo da sempre e in maniera assolutamente bipartisan. Chiunque governi, infatti, sia destra che sinistra, piazza regolarmente i propri uomini nei posti che contano. Questo sarebbe il concetto a cui i giornali avrebbero dovuto dare spazio, non il posto in cui lo si fa. Scusate, ma la Rai non è servizio pubblico? Bene, come tale dovrebbe essere pubblica, dei cittadini, a servizio dei cittadini, non della politica, cosa che presupporrebbe che sia anche organo di vigilanza verso la politica stessa. Dovrebbero essere la televisione e i giornali a controllare la politica, come del resto avviene in tutti i paesi democratici (nel vero senso della parola) del mondo.
Ve l'immaginate, per esempio, negli Stati Uniti i vertici della politica che nominano il direttore della CNN? Assurdo. Perché là sono la tv e i giornali che la controllano, e non viceversa. Da noi è il contrario e non ci sono grossi segnali che cambierà qualcosa nel prossimo futuro. Non so quanti di voi ricordino, giusto per tornare un po' indietro nel tempo, le dichiarazioni di Romano Prodi che nel 1997 (era presidente del consiglio) auspicava la privatizzazione della Rai. Quanti anni sono passati da allora? E' successo qualcosa? No, e non succederà mai, perché la Rai serve alla politica, di qualunque colore essa sia. Ecco perché non c'è speranza che venga privatizzata e tolta, almeno in parte, dal controllo dello stato e quindi dei partiti.
Ed ecco perché non ha senso, caro Franceschini e compagnia bella, scandalizzarsi perché le nomine vengono fatte a casa del premier.
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"... le nomine vengono fatte a casa del premier ..." (la conferma)
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“Le soubrette a scuola di politica”
Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi,
vorrebbe presentare come candidate alle prossime elezioni
europee modelle, attrici ed ex concorrenti di programmi
televisivi, come il Grande fratello, per rinnovare
l’immagine del suo partito. E così le ha mandate a
studiare. Alcuni volti noti della televisione italiana
hanno partecipato a un seminario formativo nella sede
romana del Popolo della libertà per ricevere informazioni
sulla linea politica del governo.
http://www.pagina12.com.ar/diario/elmundo/4-123747-2009-04-23.html