La mai sopita questione, che si trascina da anni, dei sistemi operativi Windows preinstallati sui pc, si è arricchita di un nuovo e per certi versi inaspettato capitolo: una probabile class action.
A darne notizia è tra gli altri PI, che in questo articolo segnala l'iniziativa presa dall'associazione dei consumatori Aduc.
Come è noto, quando si va ad acquistare un pc ci si trova nella stragrande maggioranza dei casi già preinstallato Windows. Si tratta dei famosi sistemi OEM (Original Equipment Manifacturer), tramite i quali Microsoft cede ai produttori di pc i diritti di preinstallazione.
Il motivo principale della class action, come si legge nella pagina del sito dell'Aduc che si riferisce all'iniziativa, va ricercato nella conclamata impossibilità - se non a prezzo di assurde e sfiancanti acrobazie burocratiche - di ottenere il legittimo rimborso per ciò che non si utilizza e non si vuole.
E' vero che oggi sono sempre in maggior numero le catene e i negozi che vendono pc privi di sistema operativo o con preinstallato Linux (ad esempio computerdiscount.it), ma, come documentato a suo tempo da Paolo Attivissimo, chi si vuole imbarcare in una impresa del genere deve armarsi di una titanica dose di testardaggine e pazienza. E tutto questo pure in presenza di sentenze che stabiliscono la legittimità della richiesta di rimborso.
A margine di tutto ciò, quello che lascia un po' di amaro e che rattrista è che si debba ricorrere a una class action per vedere riconosciuto un diritto legale, in questo caso espressamente previsto dal contratto di licenza Microsoft.
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