mercoledì 5 settembre 2007

Piccole e impercettibili prese per il culo






Repubblica (sempre sulla notizia) ci comunica, citando un studio di Nomisma, che la sorpresa al ritorno dalle vacanze sarà data dall'aumento delle bollette di luce e gas.

A parte il fatto che non si capisce dove sia la sorpresa (non ce ne accorgiamo tutti i santi anni che a settembre aumenta tutto?), è comunque una di quelle notizie che certamente rende felici chi come me con uno stipendio tiene sul groppone moglie e figli, ma vabbè...

E pensare che giusto due o tre giorni fa il governo aveva dato ampie rassicurazioni in merito agli allarmismi diffusi sul già prospettato aumento di prezzi e servizi. "Allarmismo ingiustificato", si sono infatti prodigati a ripetere, cercando di darcela a bere, Prodi e il buon Padoa-Schioppa (mentre nel frattempo l'Istat ci comunicava che i salari dei lavoratori sono fermi praticamente da 4 anni).

Ma ci sono alcuni altri aspetti interessanti (le impercettibili prese per il culo) evidenziati nell'articolo di Repubblica:
Unica consolazione il prezzo della benzina: invertendo il naturale movimento dei prezzi [sempre al rialzo, ovviamente], dall'inizio di agosto la verde è diminuita di 5 centesimi e fare il pieno di un'auto di media cilindrata costa circa un euro e mezzo in meno. In leggero calo anche i prezzi del gasolio che viaggia attorno a 1,19 euro, con lievi differenze tra marchio e marchio.
Certo, è una consolazione. E' consolante infatti sapere che adesso che le vacanze sono finite, così come lo spostamento in auto di milioni di persone, fare il pieno costa meno. Non costava mica meno quando c'era il boom del traffico su strade e autostrade, quando viceversa le compagnie-cartello alzavano al massimo il prezzo alla pompa (oltretutto - ennesima e ulteriore presa per i fondelli - dicendo che la benzina costava troppo per colpa nostra, che non giravamo abbastanza per cercare il distributore più conveniente).

Bello no? Oltre il danno la beffa, si potrebbe dire.

Felice di questa cosa, Repubblica ci dà però due brutte notizie (il chè è abbastanza normale, mica può darne solo di belle): aumentano il vino e i libri scolastici. Della prima non è che mi freghi sinceramente granché, visto che io sono totalmente astemio e anche in famiglia non piace a nessuno. Sui libri scolastici, invece, mi frega, eccome, visto che ho un paio di figlie che vanno a scuola.

Scuola i cui libri di testo rappresentano forse il capitolo più vergognoso nella storia dei cartelli attuati dalle aziende (in questo caso editrici) per spillare indebitamente soldi alle famiglie (qualcuno si è chiesto ad esempio come si possa giustificare l'edizione aggiornata annuale di un libro di storia o di matematica se non per motivi riconducibili all'aumento di prezzo), e che richiede per poter far fronte alla spesa il ricorso all'usato, come abbiamo dovuto fare noi, o a internet.

Questi non sono che pochi esempi, ma l'elenco delle prese per i fondelli a cui noi ormai dovremmo essere abituati - e del quale ogni tanto mi piace parlare - è lungo, lunghissimo.

Chilometrico.

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