sabato 26 luglio 2025

L'amore mio non muore


Mi sento di dire solo un paio di cose relativamente a questo bellissimo romanzo di Saviano, che ho appena terminato. Solo due perché penso che dire di più sia superfluo. 

La prima è che, probabilmente, se i genitori di Rossella fossero ancora vivi ringrazierebbero l'autore per avere "riportato in vita" la loro figlia perduta. Dopo la loro morte, infatti, nulla sembrava rimanere di lei.

La seconda riguarda il fatto che si tratta fondamentalmente di un romanzo sulla disillusione, il disincanto. In particolare qui viene ridotta a brandelli la romantica e un po' ingenua convinzione, ampiamente diffusa, che l'amore può tutto, che l'amore vince su tutto. No, non è così. O almeno non sempre è così. A volte l'amore soccombe, così come a volte soccombe chi se ne fa latore contro tutto e tutti.

La storia raccontata in questo libro in forma romanzata è una storia vera, realmente accaduta e rimasta sepolta per decenni in un faldone di un tribunale, una storia drammatica e ingiusta. Veri sono perfino i nomi dei personaggi che ne fanno parte. Vera, fino alla fine, è stata sicuramente Rossella.

6 commenti:


  1. Ci sono vite che non chiedono di essere raccontate, solo ricordate nel buio buono di chi c’era. Ma la memoria oggi ha bisogno di un medium, di una copertina, di un logo editoriale. Rossella, se è vero che era vera, forse non voleva diventare struttura narrativa.
    Ma si sa: il dolore, quando entra nei libri giusti, può diventare anche trend. E noi, vecchi cocker spaniel, restiamo qui ad annusare la mediocrità che si profuma di compassione.
    Ps. Del resto, non è un obbligo cogliere. Basta restare in silenzio quando non si capisce.

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    1. Noi non sappiamo se quelle vite non chiedono di essere raccontate. E credo ci siano storie e vite che meritano di essere resuscitate dell'oblio.

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    2. Si, alcune vite meritano di essere strappate all’oblio. Ma ciò che mi chiedo è come avviene questa resurrezione.
      Perché tra la memoria e la narrazione c’è di mezzo la scrittura, e la scrittura, anche quella più onesta, è sempre una forma di potere. Si salva chi viene raccontato bene. Chi non entra nei codici giusti resta morto due volte. E allora sì, salviamo i nomi, ma restiamo vigili: anche la compassione ha il suo stile editoriale.

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    3. Nel caso in questione, il modo in cui avviene questa resurrezione è spiegato in maniera esemplare dall'autore stesso e dai familiari ancora in vita della ragazza nella postfazione del libro, familiari che si sono dati da fare affinché il coraggio e l'eroismo della protagonista dimenticata venissero riportati alla luce per essere fatti conoscere. Ti invito a leggere questo bellissimo romanzo per poterti rendere conto di persona di questo.

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  2. Non conosco il libro e credo che non lo leggerò. Non mi è molto gradito l'autore.

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    1. Io penso che i libri andrebbero giudicati esclusivamente in base al loro contenuto, non in base alla simpatia o antipatia che si nutre per l'autore. Ma ammetto che è molto facile farsi influenzare da questo fattore.

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