Diceva ieri Macron che per difenderci dalla futura minaccia russa una volta raggiunto un cessate il fuoco l'Ue dovrà investire nell'imminente futuro 250 miliardi di euro l'anno per i prossimi 5-10 anni e organizzarsi per dispiegare 300mila soldati in più. Tutto questo per garantirsi l'autosufficienza difensiva dopo la fine del supporto americano annunciata da Trump. La storia della terribile minaccia russa che incomberebbe alle nostre porte ci viene somministrata con una certa regolarità fin dall'inizio della guerra, quando qualcuno evidentemente in preda ai fumi dell'alcol ipotizzava che le mire espansionistiche di Putin sarebbero potute arrivare fino a Lisbona.
Tutto questo nonostante lo stesso presidente russo abbia più volte ammesso di non avere il potenziale militare per poter fare una cosa simile e nonostante lo stesso ex segretario generale della Nato Stoltenberg abbia più volte dichiarato di non vedere "alcun pericolo di un attacco imminente contro qualsiasi alleato Nato [...] Questa idea che ci sia una sorta di conto alla rovescia verso la prossima guerra è sbagliata."
Si può ipotizzare che la bufala della minaccia russa sia effettivamente una bufala anche da alcuni dati oggettivi: in tre anni di guerra la temibile Russia che dovrebbe nel prossimo futuro arrivare a Lisbona non è riuscita neppure a prendersi l'intero Donbass, mentre il territorio ucraino conquistato non arriva al 20% del totale. In più, la Russia è un paese che ha un Pil equivalente a quello della Corea del sud, che investe in armamenti un decimo di quanto investe la Nato e che ha una popolazione totale che è poco più del doppio di quella italiana e meno di un quarto della popolazione europea, mentre l'intero Paese versa attualmente in una crisi demografica spaventosa. Tutto ciò su un territorio che è per estensione il più grande del pianeta e che possiede infinite quantità di materie prime.
Ecco, secondo Macron (e altri) un Paese del genere avrebbe qualche interesse nel prossimo futuro a occupare l'Europa, quando invece mi sembra molto più plausibile che quella della Russia sia una guerra esistenziale combattuta in chiave di difesa dall'espansionismo della Nato.
Quindi, ricapitolando, nei prossimi anni l'Europa (Italia compresa) dovrà investire un fiume di miliardi di euro nella difesa da una minaccia che definire irrealistica è già stare larghi. Soldi che, ovviamente, verranno tolti al sociale (sanità, istruzione, lavoro ecc.), come documentava già il Rapporto Arming Europe di un anno fa, in cui si legge:
L’aumento della spesa militare da parte dei Paesi europei non è in alcun modo “coperto” dalla crescita economica, ma, avvertono gli autori, è in netto contrasto con l’economia europea caratterizzata da stagnazione e spinte inflattive. In poche parole, il rapporto Arming Europe evidenzia che la corsa agli armamenti dell’Europa non è giustificata sulla base di esigenze di sicurezza, ma potrebbe destabilizzare ulteriormente l’ordine internazionale. L’aumento della spesa militare è avvenuto, infatti, tagliando voci di spesa pubblica necessarie non solo allo sviluppo della società e del benessere, ma fondamentali anche per la sicurezza. Più precisamente nell’ultimo decennio nei Paesi europei che aderiscono alla NATO la spesa pubblica è aumentata del 20%, a fronte di un aumento della spesa militare del 46%: più del doppio. E questo a scapito dell’istruzione, i cui fondi sono aumentati solo del 12%; della protezione ambientale, il cui aumento si arresta al 10%, e della sanità, per la quale in dieci anni ci si aspetterebbe un aumento maggiore del 34%.
A questo punto, forse è un po' più chiaro da dove potrebbe arrivare la vera minaccia per l'Europa.
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