Se avete cinque minuti liberi, e naturalmente se questi argomenti vi interessano, ascoltate ciò che dice Telmo Pievani a partire dal min. 13 circa di questa conferenza. È il suo commento a ciò che disse papa Wojtyla il 22 ottobre 1996 in occasione di un suo messaggio alla Pontificia accademia delle scienze. La frase incriminata, che verrà poi ripresa da papa Ratzinger nel discorso del suo insediamento al soglio di Pietro, è questa: "...le teorie dell’evoluzione che, in funzione delle filosofie che le ispirano, considerano lo spirito come emergente dalle forze della materia viva o come un semplice epifenomeno di questa materia, sono incompatibili con la verità dell’uomo. Esse sono inoltre incapaci di fondare la dignità della persona".
Il sotteso di questo discorso, che poi non è neppure tanto sotteso, è che noi non possiamo essere figli del caso e della mera evoluzione per contingenze, come ci insegna Darwin e come oggi la scienza ha definitivamente accertato, e chi crede questo non solo si pone al di fuori degli insegnamenti della chiesa, che uno potrebbe anche dire: chi se ne frega?, ma secondo Wojtyla e Ratzinger ragionare in termini di evoluzione casuale, cioè escludere che la nostra presenza qui sia frutto di un "disegno" che era già tracciato, preclude la possibilità di poter avere una morale, un'etica e perfino una dignità.
Non so se è chiara la gravità di questa affermazione e se si riesce a comprenderne appieno le implicazioni. Poi mi raccomando, tutti a indignarsi e a mettersi sulle barricate se per caso a volte capita di dire qualcosa di offensivo nei confronti delle religioni.
Ma l'obiezione più bella e ineccepibile a questa delirante affermazione, Pievani la dà verso la fine del suo intervento, dal min. 25:30, cioè quando dice che è solo grazie alla contingenza e alla casualità che noi possiamo apprezzare la nostra presenza qua, perché se ci fossimo evoluti solo in virtù di un disegno che già ci prevedeva saremmo niente di più che pedine di altri giochi, mentre invece è proprio la casualità, il fatto che la storia sia andata in questo modo quando sarebbe potuta andare in milioni di altri modi a renderci preziosi e unici.
E comunque in fin dei conti siamo Sapiens, con tutti i nostri limiti e i nostri difetti, ma con la capacità unica su questo pianeta di poter organizzare ed elaborare i pensieri ricorrendo alla razionalità, e credo che il modo più consono di appartenervi sia quello di farne uso.
Un cattolico potrebbe ribattere che nel disegno creazionale l'uomo non sarà mai una mera pedina perché è stato dotato di libero arbitrio. Ma la verità è che sul tema fede e scienze parlano linguaggi diversi. Attualmente trovo più convincente quello della scienza.
RispondiEliminaDal loro punto di vista non hanno torto. Vogliamo rompergli le uova (d'oro) nel paniere? Tutto sommato nessuno è ancora tornato per contraddirli..
RispondiEliminaIo sono credente ma nella Chiesa e nei Papi non credo.
RispondiEliminaCredo in un Dio che c'è, che potrebbe fare (spesso) di meglio per il genere umano e non solo.
Però certe cose non si possono sentire, soprattutto se le spara Vatican City!
Buona domenica