martedì 17 ottobre 2023

Ciò che ha voluto dire Zaki


Il polverone suscitato dalle parole di Zaki si sarebbe potuto evitare in due modi. La prima: evitare di fermarsi ai titoloni. La seconda: essere in possesso di una minima capacità di comprensione di un testo scritto.

Se infatti si legge integralmente ciò che ha detto l'attivista egiziano alla presentazione del suo libro, si scopre facilmente che il verbo "capire" l'ha usato nella sua accezione di studiare, documentarsi, non giustificare. E dalle sue parole lo si evince in una maniera chiarissima: "Perché questo gruppo (Hamas, ndr) è arrivato al punto di perpetrare queste azioni? Credo che sia necessario fare un lavoro di ricerca sulle ragioni sottostanti."

Se poi si prosegue nella lettura (lo so, non è facile), si scopre che Zaki condanna ferocemente ogni forma di terrorismo e di violenza senza concedere alcuna forma di indulgenza. Basta leggere. Anzi no, non basta. Oltre a leggere occorre anche riuscire a capire ciò che si legge.

Che poi, voglio dire, è vero che i titoli degli articoli sono sempre confezionati in modo ambiguo col preciso scopo di attirare visualizzazioni e stimolare reazioni esclusivamente emotive; ed è altresì vero che chi li scrive sa che la stragrande maggioranza di chi li legge si fermerà lì senza andare oltre; però, voglio dire, esiste anche la logica, no? Non è difficile arrivarci. 

Forse.

4 commenti:

  1. "Non è difficile...".
    A volte mi sembri eccessivamente ottimista sulle possibilità medie del genere umano... 😁

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  2. Eh, mi rendo conto. Tutto ció è sconfortante.

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  3. La classica moda di estrapolare una frase da un constesto e strumentalizzarla per innescare polemiche. Il giornalismo standard contemporaneo.

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