Credo che questo saggio storico si candiderà ad essere il libro più bello che avrò letto quest'anno. Chiara Colombini è una storica e ricercatrice presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza, e ha scritto questo libro per smontare, alla luce della documentazione e delle evidenze storiche, tutti i giudizi, le falsità, i luoghi comuni che nel corso dei decenni sono stati strumentalmente gettati addosso agli uomini che fecero la Resistenza.
Le accuse che da certi ambienti vengono ancora oggi mosse ai partigiani sono le più varie: irresponsabilità (con le loro azioni avrebbero scatenato le rappresaglie naziste e fasciste che si abbatterono sulla popolazione inerme); esaltazione (i partigiani avrebbero combattuto per imporre una dittatura comunista in Italia); irrilevanza militare e strategica in quanto gli Alleati avrebbero comunque liberato il nostro paese. Fino ad arrivare a quella più grave di essere stati spietati assassini che avrebbero infierito sui vinti, giudizio, questo, entrato nel senso comune anche sulla spinta di una certa letteratura che ha come capostipite libri come Il sangue dei vinti di Pansa e altri.
Chiara Colombini, alla luce della più completa documentazione storica oggi disponibile (numeri, cifre, testimonianze, documenti ufficiali) smonta e ricostruisce, contestualizzando, le accuse mosse ai partigiani, non nascondendo le contraddizioni, gli errori commessi, gli attriti presenti all'interno di un movimento che univa uomini appartenenti alle più diverse ideologie politiche, ma accomunati dal desiderio e dalla volontà suprema di spazzare via una volta per tutte vent'anni di dittatura sanguinaria che ha distrutto il nostro paese.
Mentre lo leggevo mi è venuto in mente un intervento di Alessandro Barbero che, allo stesso modo in cui fa Chiara Colombini in un capitolo del libro, risponde sinteticamente ma efficacemente alla domanda sull'inutilità della Resistenza. Dieci minuti interessantissimi.
Anche qui dove abito io (la linea Gotica passava da queste zone) ci sono parecchi anziani che ricordano e ancora ne parlano.
RispondiEliminaCredo di averlo detto tante volte: la Storia è negli archivi. Lo dico da addetta ai lavori, le obiezioni in merito sono note, puerili e tipiche di chi la Storia se la vuole riscrivere. È disonesto riscrivere il passato alla luce del presente e pure l'approccio contrario.
RispondiEliminaEsatto, è così.
EliminaI sette fratelli Govoni,
RispondiEliminaSchio, il fratello di Pasolini.
E molto altro ancora.
Le carinerie applicate dalla feccia delle brigate garibaldi a povera gente non sono mancate.
Poi arriva la lavatrice del più rosso non si può e stupri, torture, sevizie e massacri spariscono.
Fatti sparire, in Cecoslovacchia e altri paesi allora comunisti a condanne definitive.
La narrazione vedo trova ancora degli adeguanti che la perpetuano.