Primo libro che leggo di Natalia Ginzburg. Avevo buone aspettative ma l'ho trovato di una noia mortale: trama praticamente inesistente, prosa frammentata da una punteggiatura alquanto stravagante, caratterizzata da un uso ipertrofico delle virgole che uccide quel minimo di stile colloquiale che ogni romanzo dovrebbe avere, e da un ricorso agli accapo che raggiunge vette di parossismo di cui non ho memoria nelle centinaia di libri letti finora.
I pochi personaggi presenti nel romanzo, tra cui Elsa, la protagonista, che si limita a riportare voci e pettegolezzi del quartiere, sono totalmente privi di una loro caratterizzazione specifica e si muovono in un guazzabuglio indistinto di situazioni banali. L'ho terminato con fatica nella speranza di un miglioramento, magari nella parte finale. Niente da fare. Peccato.
A me è piaciuto molto Lessico famigliare, dopo la tua stroncatura questo non lo leggerò!
RispondiEliminaLe stroncature sono sempre frutto di impressioni personali. Ciò che non piace a me può piacere a qualcun altro. Io proverei.
EliminaForse dovresti riprovare con Lessico famigliare. Un capolavoro.
RispondiEliminaAnche Sara ne ha parlato bene. Lo leggerò.
EliminaSe non ci fossero i libri brutti non ci sarebbero quelli belli! :)
RispondiEliminaAnch'io ho letto e apprezzato Lessico famigliare. Comunque sì, capita - e neanche tanto di rado - che certi libri, in virtù di determinate caratteristiche, proprio non ci catturino, però io raramente li mollo e, come te in questo caso, arrivo alla fine con la speranza che accada la situazione migliori :)
RispondiEliminaBuona domenica!
Nella mia lunga carriera di lettore si contano sulla punta delle dita i libri che ho mollato. In genere tendo a finire anche quelli che non mi prendono perché spero sempre che prima della fine esca fuori il "guizzo" che cattura.
EliminaTra i pochi abbandonati ricordo I versetti satanici di Salman Rushdie. Magari chissà, se lo rileggessi oggi potrebbe anche piacermi.
Buona domenica a te.
Io della Ginzburg ho letto solo La famiglia Manzoni, non per scelta ma perché mi venne "imposto" ai tempi del liceo. Me lo ricordo come un libro abbastanza pesante, da cui emergeva un'immagine tutt'altro che positiva dell'autore dei Promessi sposi, romanzo che invece ho rivalutato in età adulta rileggendone alcuni brani.
RispondiEliminaIn genere i libri imposti dalle scuole risultano sempre abbastanza pesanti. Anni fa uscì una classifica dei libri considerati più "indigesti" e al primo posto figurava i Promessi sposi, guarda caso il libro più "imposto" nelle scuole. Anche io, ai tempi delle superiori, non lo sopportavo.
EliminaL'ho poi riletto integralmente a cinquant'anni, per libera scelta, e l'ho trovato bellissimo.
Non mi stupisce, a dire il vero. Il suo capolavoro, Lessico famigliare, mi ha annoiata terribilmente, ragione per cui non ho più letto un suo libro.
RispondiEliminaSu Lessico famigliare mi pare che i giudizi siamo contrastanti e la cosa mi incuriosisce. Quasi quasi provo a leggerlo.
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