Non sono particolarmente appassionato di polizieschi. Cioè, se capita li leggo, ma se posso scegliere tra questi e altri generi, di solito vado verso gli altri generi. Faccio un'eccezione per Alessandro Robecchi e la sua collaudata coppia di sovrintendenti Ghezzi e Carella, e soprattutto per il pacioccone, ironico e un po' scanzonato investigatore privato Carlo Monterossi. Di noir di Robecchi ne ho letto più di uno e sempre con una certa soddisfazione; mi piace il suo stile diretto, colloquiale, molto spesso ironico (mi è capitato spessissimo di ritrovarmi a ridere tra le pagine), e mi piace anche la sua capacità di descrivere il carattere dei personaggi attraverso i loro dialoghi e la descrizione minuziosa del loro modo di fare.
I tempi nuovi, uscito un paio d'anni fa, è l'archetipo del romanzo noir/poliziesco targato Robecchi. La storia è imbastita sul filo di una doppia indagine, riguardante un omicidio e una sparizione, due fatti che inizialmente sembrano scollegati tra loro ma che, si scopre poi, sono in realtà due figli di un'unica situazione. La trama è abbastanza avvincente, anche se qua e là mostra qualche segno di stanchezza. Ma è interessante anche per la presenza di vicende collaterali alla storia, come ad esempio un episodio di cyber-bullismo ai danni di una ragazzina di 14 anni. Sono menzionati, nel libro, tantissimi luoghi (vie, piazze, quartieri) della città di Milano, e immagino che un milanese che legga il libro avrà sicuramente l'impressione di stare girando per la sua città.
Nel complesso, insomma, un Robecchi che non delude. Almeno, a me non mi ha deluso.
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