lunedì 17 febbraio 2020

Scrivo ma non penso

Il meccanismo è sempre il medesimo: scrivono una scempiaggine su facebook e pensano che la cosa sia finita lì. Quando si accorgono che invece la cosa non finisce lì ma ha un seguito che travalica la bolla dei propri contatti e diventa di dominio pubblico, con un certo imbarazzo ritrattano, a volte si scusano, a volte l'una e l'altra cosa assieme. L'unica giustificazione che immancabilmente ricorre, e il caso della maestra di Gubbio è solo l'ultimo esempio degli infiniti che si potrebbero portare, consiste nell'affermare di avere scritto cose che in realtà non si pensano. Il problema è che ammettere di scrivere cose che in realtà non si pensano equivale a mettere la proverbiale pezza peggiore del buco.

Io non ho mai scritto su questo blog cose che non penso. I quasi ottomila post che dal 2006 riempiono queste pagine riflettono esclusivamente il mio pensiero. Poi, certo, posso avere scritto stupidaggini, inesattezze, corbellerie, anzi sicuramente ne ho scritte, ma nel momento in cui scrivevo ogni post le singole parole riflettevano esclusivamente il mio pensiero. E in quattordici anni di blog non mi è mai successo di ammettere di aver scritto cose che non penso.

Anche perché, come si intuisce facilmente, ammettere di scrivere cose che non si pensano autorizza l'eventuale lettore a porsi qualche interrogativo circa la sanità mentale di chi esterna tale ammissione. La maestra di Gubbio che ha vergato quel post, invece di giustificarsi pateticamente arrampicandosi sugli specchi del ridicolo, avrebbe fatto ben più onesta figura a non replicare, oppure ad ammettere che ciò che ha scritto lo pensa con l'unico errore di averlo reso pubblico. Ne sarebbe uscita forse un pelino più dignitosamente, ammesso che abbia un senso tirare in ballo la dignità di fronte a certe affermazioni.

7 commenti:

  1. Concordo su tutto quello che scrivo e aggiungo che purtroppo non si ha più il coraggio di avallare i propri pensieri, soprattutto quando si scopre che sono impopolari. Stiamo ancora a farci battaglia su destra e sinistra, su razzismo e accoglienza, quando invece dovremmo essere tutti uniti e compatti di fronte ad un Governo che non ci ascolta e non si occupa dei nostri problemi reali

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  2. Certo che pensare che la tipa è una maestra..

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  3. Dunque, abbiamo maestre che si permettono queste esternazioni; ma abbiamo anche maestre che umiliano e maltrattano i bambini, specie se disabili. Ne leggo ogni singolo giorno che passa di casi del genere sui siti d'informazione. C'è qualcosa che non va, ma di brutto, nel modo in cui insegnanti destinate a istruire bambini vengono scelte; dovrebbero essere tutti quanti sottoposti a un approfondito esame psicologico PRIMA di venir assunti (ma non lo si farà mai...).

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    1. Sì, sarebbe una buona idea. E forse si potrebbero adottare altre soluzioni. Ad esempio: qual è l'età media delle maestre che si rendono responsabili di questi misfatti? Se è elevata si potrebbe prendere in considerazione l'idea di collocarle a riposo anticipatamente rispetto a quanto succede con altre professioni. Una maestra sta, che ne so, quarant'anni in mezzo ai bambini. Non è ipotizzabile il fatto che, con passare di tutto questo tempo, possano innescarsi meccanismi mentali o psicologici capaci di innescare certi comportamenti? È solo una domanda, la mia, dal momento che in materia non sono assolutamente competente.

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  4. Non sarebbe meglio non leggere più le cose che scrivono certe persone sui social, senza collegare la tastiera al cervello!!?? Naturalmente io non ho letto quello che ha scritto la maestra di Gubbio e non mi interessa saperlo. Se lo facessi - dopo aver saputo da altri che ha scritto scemenze - darei solo visibilità ad una persona che non merita, peggiorando la situazione.

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    1. Concordo. Il problema è che ciò che scrivono quelle persone non lo si legge sulle rispettive pagine social - e io per primo, dal momento che al di fuori di questo blog non scrivo da nessuna parte. Lo si legge nei titoli dei siti d'informazione mainstream, e qui ci sarebbe un bel discorso da fare sul ruolo dell'informazione in questo paese, o almeno sulla piega che ha preso da un certo numero di anni in qua.

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  5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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