Uno dei commenti più divertenti, pescato nel fiume esondante dei deliri post-assoluzione, è quello secondo cui "il processo Ruby non doveva mai cominciare", come scrive oggi, tra gli altri, tale Annalisa Chirico sul Foglio di Ferrara. Ecco, una cazzata di queste dimensione neppure Il Giornale di Sallusti si è sentito di metterla nero su bianco, ma si sa, quelli del Foglio sono sempre un pelino oltre, intendo oltre l'ultimo gradino di ridicolo, ovviamente.
Ora, non sarebbe neppure necessario mettersi a spiegare perché quell'uscita è una castroneria; le persone dotate di intelligenza diciamo attorno alla media ci arrivano infatti alla stessa velocità di uno schioccare di dita, ma magari questo post, per vie traverse, arriva a qualche lettore del Foglio o del Giornale, e io sono affezionato anche ai lettori affetti da povertà di spirito e di intelletto. Allora, vediamo di metterla giù più semplice che si può.
Facciamo finta per un attimo che la Chirico sia una persona normale e che il suo enunciato abbia un minimo di fondamento logico, anche se ovviamente non ce l'ha. Se è come dice lei, si deduce che tutti i processi celebrati in Italia che si sono conclusi con una assoluzione non si dovevano celebrare, giusto? Ma se non fossero stati celebrati, come si sarebbe arrivati a definire le assoluzioni? Giocando al lotto? Interpellando il mago Otelma? Brosio che interpreta la divinazione di una veggente di Medjugorje? Ora, qui ovviamente la si butta sull'ironico, ma la Chirico quella cosa l'ha scritta per davvero, e come si fa a non tentare di spiegare che è una corbelleria astronomica ai poveri lettori del Foglio? Sarebbe un senso di colpa troppo grande.
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