domenica 16 giugno 2013

Mestieri alternativi (alla politica)

In questo scorcio di domenica, gran parte della quale passata a coltivare i vizi del cazzeggio improduttivo e dei libri, mi sono imbattuto in questo divertente articolo di Feltri. Gran parte - non tutte - delle cose che scrive mi pare siano sostanzialmente condivisibili. Ma a un certo punto leggo:
"Ma una volta chiamati a fare qualcosa che giustifichi la loro presenza in Parlamento, i miracolati da Grillo si sono rivelati ciò che sono: degli sprovveduti. Tant'è che su ogni questione si azzuffano, ciascuno alla ricerca disperata di sopravvivere. Il loro motto è: durare per riscuotere. L'ipotesi che il gioco finisca presto e che essi siano costretti a tornare a casa dove li attende la disoccupazione, o un mestiere mal retribuito, li manda in tilt."
È probabile, caro Vittorio, che tu abbia anche ragione, a questo proposito. Ma, in caso, vorrei farti notare che è grosso modo la stessa identica cosa che ha sempre fatto gran parte dei cosiddetti politici di professione, quelli navigati: conservare il più a lungo la poltrona perché (a) non hanno altro da fare, o (b) non sanno fare nient'altro (spesso neppure i politici, ma questo è un altro discorso).

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