Bersani, stamattina, in una intervista a La Stampa, dice sostanzialmente che sì, sarebbe favorevole a una riduzione dei soldi pubblici ai partiti ma non alla loro eliminazione tout court. La giustificazione addotta è quella che tira fuori ogni politico che viene interpellato su questo tema: la democrazia ne risentirebbe perché senza finanziamenti pubblici solo chi ha i soldi potrebbe fare politica.
A parte il fatto che questa cosa è tutta da dimostrare. Bersani, però, dimentica che la famosa democrazia di cui parla è già andata a farsi benedire nel '93, quando in un celeberrimo referendum la stragrande maggioranza degli italiani si espresse chiaramente per l'abolizione dei soldi pubblici ai partiti e questi ultimi, furbescamente, aggirarono l'ostacolo semplicemente cambiando il nome da "finanziamento pubblico a "rimborso elettorale", continuando come se niente fosse a incamerare per tutti questi anni una marea di soldi che gli italiani non hanno mai voluto dare loro.
Insomma, Bersani e soci: lasciate stare la democrazia, e se proprio non potete farne a meno, trovate almeno argomenti più validi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Se tutto è antisemitismo
Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...
-
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
-
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nel...
-
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalp...
Nessun commento:
Posta un commento