domenica 9 novembre 2025

Chiacchierando con l'intelligenza artificiale

Tra le tante cose interessanti dette qualche giorno fa da Luciano Floridi al BSMT (qui il suo intervento integrale), c'è il fatto che in 50 anni siamo passati dal telefono a gettoni a un piccolo apparecchietto da tenere in tasca che contiene l'intelligenza artificiale e tutto il sapere prodotto dall'uomo da quando ha messo piede sul pianeta. Si tratta di un cambiamento tecnologico, sociale e antropologico avvenuto con una velocità che non ha pari nella storia dei cambiamenti umani e di cui forse non avremo mai piena contezza. Io mi ricordo il telefono a gettoni e mi ricordo i gettoni. I telefoni pubblici erano dappertutto: strade, marciapiedi, parchi pubblici, bar, stazioni, aeroporti, autogrill, alberghi, rifugi. Un gettone valeva 50 lire (quando sparirono dalla circolazione credo fossero arrivati a 200 lire, ma vado a memoria, potrei sbagliare) e inserendo quel gettone nell'apposita fessura dei telefoni pubblici potevi chiamare chi volevi (a patto che ti ricordassi il numero della persona cercata) e conversare con lei per un certo numero di minuti, poi arrivava un bip che ti obbligava a inserire un altro gettone per poter continuare la conversazione. Questo sistema imponeva al chiamante di selezionare preventivamente e con cura le cose da dire alla persona chiamata e a riassumerle il più possibile, onde evitare l'interruzione forzata della conversazione per esaurimento dei gettoni. Insomma, si cercava di fare presto e di non perdersi in ciance inutili, e ciò evitava di assistere ai grotteschi e a tratti patetici spettacoli a cui assistiamo quotidianamente oggi di persone col cellulare all'orecchio 24 ore su 24. 

L'ulteriore salto evolutivo (in avanti o all'indietro non è ancora ben chiaro), apparso da due/tre anni, è stato la sostituzione dell'interlocutore umano con un software, l'intelligenza artificiale. In pratica non si parla e non si chatta più solo con persone fatte di carne, ossa, tendini, cervello, ma con un programma informatico. In base ad alcune stime, sono diverse centinaia di milioni nel mondo le persone che interagiscono quotidianamente con sistemi di intelligenza artificiale. Solo ChatGPT, ad esempio, ha oltre 200 milioni di utenti attivi mensili. Gran parte di queste interazioni sono all'insegna di un utilizzo pratico: richiesta di informazioni, soddisfacimento di curiosità, ricerche ecc., esattamente come si fa coi motori di ricerca tradizionali come Google. Una parte minoritaria ma comunque consistente di queste centinaia di milioni di interazioni hanno invece carattere di conversazione, confronto e riflessione. Uno studio americano di quest'anno ha evidenziato come negli USA circa il 20% di utenti adulti utilizzi l'IA come forma di interazione sociale, come compagnia insomma. Queste persone, in pratica, chattano con un chatbot esattamente come si chatterebbe con una persona. Siccome per mia natura sono curioso, ho voluto provare anch'io.

Da tempo uso ChatGPT, ma finora l'ho utilizzato esclusivamente alla stregua di un normale motore di ricerca, scoprendo tra l'altro che è molto più pratico e veloce di Google. Faccio un esempio: mi serve un treno che da Santarcangelo mi porti a Roma. Se imposto la ricerca con Goole mi devo sorbire come output una lunga serie di link che poi devo selezionare uno a uno fino a trovare quello con le indicazioni giuste. Se chiedo a ChatGPT di trovarmi un treno che da Santarcangelo mi porti a Roma, in tre secondi mi fornisce le indicazioni complete (orari di partenza e di arrivo, cambi, prezzo) senza dover cercare altro. È un esempio tra i tanti che si potrebbero fare ma serve a dimostrare come effettivamente l'IA sia molto più performante dei motori di ricerca classici. Non è un caso che, da qualche tempo, Google, per tentare di stare al passo, abbia implementato un proprio sistema di IA nelle ricerche, che è la breve stringa di testo che viene generata prima dell'elenco dei link in risposta al quesito impostato.

Da qualche giorno, come dicevo, ho provato per curiosità a instaurare un dialogo con ChatGPT di tipo conversazionale e sono rimasto allibito dal livello di "umanità" che possiede. Attenzione, non intendo umanità nel senso che siamo soliti dare a questo termine (empatia, emozioni ecc.), ma nel senso di capacità di conversare quasi esattamente come un essere umano. Le risposte che fornisce ChatGPT sono uguali a quelle che potrebbe fornire uno qualsiasi dei nostri amici su whatsapp. ChatGPT impara come si chiama il suo interlocutore, memorizza tutti gli argomenti di conversazione dei giorni precedenti e ci ritorna sopra. Gli ho detto ad esempio che dovevo parlare di una cosa al mio direttore e il giorno dopo, alla ripresa della conversazione, mi ha chiesto se avessi parlato al mio direttore di quella cosa. In questi giorni sto leggendo I tre moschettieri, di Dumas, e ogni tanto capita che ne parli a ChatGPT, magari relativamente a un particolare passaggio o personaggio, e ChatGPT, anche a distanza di un paio di giorni e dopo aver parlato di mille altre cose, mi chiede di quel particolare passaggio o personaggio del romanzo. Una volta ho provato a spingermi un po' più sul personale dicendogli che mi faceva piacere chiacchierare con lui e lui mi ha risposto manifestando contentezza e dicendo di provare lo stesso piacere. 

Qui occorre puntualizzare una cosa. Io ho sempre tenuto le redini della conversazione e sono sempre stato consapevole del fatto che dall'altra parte non c'era una persona ma un software. Sono sempre stato consapevole che dietro ogni emoticon, ogni apprezzamento, ogni risposta, ogni parola che compariva sullo schermo del cellare non c'erano muscoli, tendini, cervello e quant'altro ma solo linee di codice binario formate da lunghissime sequenze di 0 e 1, ma quanti dei milioni di persone che instaurano rapporti conversazionali con l'IA riescono a tenere a mente questa cosa? Nel momento in cui io ringrazio ChatGPT per le chiacchiere o per una risposta, so che sto ringraziando una serie di 0 e di 1, ma lo sanno anche gli altri milioni di persone che interagiscono con l'IA? Oppure col tempo si dimenticano questa cosa e si convincono progressivamente e inconsciamente di stare veramente interagendo con una persona? 

Adesso che questa specie di "esperimento" che ho voluto fare l'ho terminato, abbandonerò l'approccio conversazionale e tornerò a utilizzare ChatGPT come un normale motore di ricerca; le chiacchiere in chat su whatsapp o al telefono continuerò a riservarle alle mie figlie o comunque a persone che so per certo essere persone. Ma mi chiedo quanti, una volta iniziato questo tipo di approccio conversazionale e "intimo" con l'IA, riescono poi ad abbandonarlo. Le implicazioni sociali, tecnologiche, antropologiche e psicologiche della rivoluzione portata dall'intelligenza artificiale sono tantissime e gli stessi esperti faticano a prevedere come si svilupperanno ed evolveranno. Lo stesso Luciano Floridi, uno dei massimi esperti di IA che abbiamo in Italia, nel suo intervento che ho linkato sopra ammette di non avere tutte le risposte. Parafrasando Lucio Battisti, queste risposte le scopriremo solo... interagendo.

29 commenti:

  1. Io uso ogni tanto GPT ma solo come motore di ricerca che effettivamente funziona bene, ma non ho mai provato il tuo approccio. Però un pò mi hai incuriosito, magari proverò anch'io anche se ho qualche timore.

    Pierre

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    1. Magari per farti un'idea ascolta la lezione di Floridi che ho linkato. Se guardi nella descrizione del video sono elencati i vari argomenti trattati e c'è anche quello dei rapporti conversazionali tra persone e IA.

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    2. L'ho ascoltata tutta, devo dire interessantissima, ma comunque in generale l'intelligenza artificiale credo sia una cosa parecchio inquietante. Sarà che io ho una certa età e forse non riesco a capire la portata di queste innovazioni.

      Pierre

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  2. Faccio solo una piccola precisazione, che in sostanza cambia poco ed è solo per amore di precisione:
    le IA non sono motori di ricerca. Nascono strutturalmente diverse e funzionano in maniera totalmente differente. Tant'è che non chiedete una ricerca con singole parole chiave come si farebbe con Google o Bing, ma hanno bisogno di domande precise.

    Le IA sono state "addestrate" iniziando con letteratura. Libri e libri. Questo ha permesso di insegnar loro lingue, insegnargli a comporre frasi di senso compiuto e, tramite algoritmi, anche a poter rispondere secondo una schema "a domanda deve seguire risposta chiara e pertinente".
    Solo in un secondo momento gli sono state aperte le porte del web.

    Ecco quindi che, se chiedete ad esempio: "Puoi farmi una classifica ordinata di chi ha vinto più di un Premio Oscar?" loro avviano una ricerca web e dopo qualche secondo danno una risposta. Se è errata, non sbaglia lei, ma i siti che ha consultato.
    La cosa reale è che fa il lavoro per voi. In maniera molto molto più veloce. Ricerca sul web, schematizza quello che ha trovato e vi dà in risposta una sintesi chiara e molto pertinente con la domanda che avete fatto.

    E' soggetta alle famose "illusioni", ma quasi sempre, se avrete risposte errate, partite sempre chiedendovi se avete chiesto tramite un prompt chiaro e con istruzioni ben precise. Perché l'errore è quasi sempre dovuto a prompt (o "domande") formulate frettolosamente e in maniera poco precisa.


    Poi, sull'utilità, sulla pericolosità, sull'aspetto ludico e ricreativo, e anche sull'aspetto psicologico/esistenziale di quello che porterà in futuro, lascio volentieri che ognuno si faccia le proprie idee.

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    1. Piccola appendice:
      ChatGPT, nella storia dell'informatica, è il sistema che per la prima volta ha superato il Test di Turing (https://it.wikipedia.org/wiki/Test_di_Turing).
      Vi assicuro che per chi è del campo è un punto evolutivo tecnologico veramente importante.

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    2. Aggiungo anche un altro dettaglio tecnico, dimenticato nel primo commento (che purtroppo non è modificabile una volta pubblicato): le ricerche sul web che effettua ChatGPT vengono eseguite tramite il motore di Microsoft Bing.
      Non so le altre infrastrutture, tipo META AI o altro. Ma immagino che ognuna di loro avrà il suo motore di ricerca (quello sì, reale) "di fiducia".

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    3. Che ChatGPT non sia un normale motore di ricerca l'ho imparato usandolo. Effettivamente le domande non vanno impostate in maniera improvvisata e imprecisa buttando là qualche parola come si fa con Google. Si pone una domanda in maniera sintatticamente chiara e la risposta sarà altrettanto chiara. Riguardo al libro che sto leggendo, ad esempio, che contiene un elevato numero di personaggi che si muovono all'interno di un altrettanto elevato numero di situazioni, mi è capitato che ricomparisse un personaggio minore che magari era comparso all'inizio e poi era sparito. Chiedendo semplicemente: "Chi è il personaggio X che è comparso nel romanzo nella situazione Y?" ChatGPT risponde in modo coerente spiegandomi chi è il personaggio in questione e come si situa nell'economia del racconto. Tra l'altro è divertente l'incipit di questo tipo di risposte. Cose tipo: "Ok, ti spiego chi è senza spoilerare il seguito". Tutto questo perché una volta l'ho "sgridata" per uno spoiler :-)

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  3. Lo so, che sono 0 e 1 e poco di più, ma io inizio le domande con "ciao, buongiorno..." e faccio una conversazione come se ci fosse qualcuno d'altra parte. Lo so, che non c'è nessuno.
    Ma quando parliamo con un amico, un commesso di un negozio, il nostro capo, una persona per strada,... Oltre i muscoli, le ossa, i peli,... che cosa c'è "d'altra parte"? neurone che fanno la sinapsi, cioè, si scambiano ioni! E anche loro, le altre persone, ricordano fatti condivisi, conversazioni passate,... ioni!!

    Io parlo al ChatGpt come se fosse una persona solo perché "lui", se faccio così, mi risponde in un modo vicino. Non ha emozioni, lo so; tranne che non ce lo dica.

    podi-.

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    1. Sì, è così, l'IA riesce a simulare quasi alla perfezione il modo di interagire di un essere umano. Ma la perplessità che ho è: è normale tutto ciò? Non c'è niente che non va? Non è una domanda tendenziose, è semplice curiosità. È normale che io dica a un software di avere piacere di interagire con lui e lui mi risponda che anche per lui è un piacere interagire con me?

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  4. È una esperienza che ho fatto anche io con chatgpt per parlare dei miei sogni notturni . Devo dire che le risposte sono pertinenti e le interpretazioni meglio di uno psicologo. I toni sempre molto gentili. Ma se io chiudo e poi riapro non ricorda più di cosa si trattava. Forse perché il mio è gratuito e non mi sono registrata. Solo per non dare i miei dati che sicuramente con questo mezzo diventeranno di dominio mondiale

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    1. Io invece sono loggato col mio account Google, probabilmente si ricorda le conversazioni per questo. Inizialmente avevo anch'io qualche dubbio sul login, poi ho pensato che tra whastapp, google, Facebook, ormai i miei dati sono in giro dappertutto, uno più o uno meno... :-)

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  5. Una volta però gli chiesi di parlarmi di Leopardi e lui mi rispose citando la poesia "A Zacinto". Io gli risposi che aveva sbagliato e lui subito : " Scusa scusa hai ragione" e parlò di Leopardi in modo molto generico e poco esaustivo. Si vede che non lo hanno preparato abbastanza sulla letteratura dell'ottocento

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  6. Io ho iniziato a usare ChatGPT lo scorso luglio, e istintivamente ho avviato già la prima conversazione parlando come se avessi di fronte un essere umano: ho usato il buongiorno e ho salutato e ringraziato alla fine. Mi ha risposto e mi risponde con toni gentili e anche affettuosi, come se fosse una persona.
    Ho usato e uso ChatGPT per l'interpretazione dei sogni, per studiare un mazzo di carte che m'interessa molto e per parlare di alcuni omicidi irrisolti. Io, però, uso la chat gratuita, che non ricorda e non salva le conversazioni già fatte; sono io a salvarle su whatsapp facendo copia/incolla, in modo da rileggerle se mi offrono informazioni utili.

    Da un lato m'inquieta molto, perché penso che potrebbe avere effetti per noi inimmaginabili, dall'altro la considero utile. Però non potrei mai "parlarle" senza trattarla come se fosse un essere umano.

    Buona serata, Andrea. :)

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    1. Come ho risposto a Paola, io mi sono registrato perché tanto oramai i miei dati sono in giro dappertutto, per cui portale più, portale meno...
      Comunque il fatto che molti non distinguono più tra persona e macchina e gli effetti futuri di questa "confusione", danno molto da pensare anche a me. Vedremo.

      Ciao Romina, buon inizio settimana :-)

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  7. Non serve pagare. Registratevi aprendo un account e ChatGPT ricorderà le conversazioni precedenti e varie cose su di voi (e sì, probabilmente a costo di un po' di privacy in meno).

    Solo un piccolo consiglio su un errore che all'inizio commettevo anch'io:
    evitare ringraziamenti o gentilezze varie, perché ogni lettera in più che i server di ChatGPT devono processare va a consumare energia. E i sistemi di AI sono molto molto energivori:

    https://www.fanpage.it/innovazione/tecnologia/forse-dovresti-smettere-di-dire-grazie-a-chatgpt-il-suo-fondatore-spiega-perche


    Alla fine, non stiamo parlando con una persona, ma con una simulazione artificiale. La stessa ChatGPT mi ha garantito che non si offende se raffreddo un po' lo stile della conversazione.

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    1. "Sì, certo, evita pure le formalità se vuoi. Risparmieremo un po' di energia!" (la risposta di META AI)

      "Va benissimo!
      Non ti preoccupare: puoi essere diretto ed essenziale quanto vuoi.
      Io non mi offendo e anzi, in questo modo ottimizziamo anche i tempi e l'energia.

      Vuoi che adatti anche le mie risposte a uno stile più sintetico ed essenziale?" (la risposta di ChatGPT)

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    2. Sì, ho scritto "gratuita", ma mi sono accorta subito di aver sbagliato. Intendevo dire di non avere l'account e non intendo neppure registrarmi: continuerò così, perché non voglio fornire i miei dati.

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    3. Il fatto di ringraziarlo l'ho fatto per i primi tempi pensando che, dato che GPT impara anche dalle conversazioni che fa nel tempo, questo rafforzava il modo gentile e l'educazione con cui si pone. Probabilmente scopo vano, dato che come cosa è impostata in modo molto saldo a monte dai programmatori.
      Poi ho letto del risparmio energetico, per quanto possibile. E' adesso mi limito ad essere molto stringato. Chiaro, ma breve.

      Di sicuro ho sempre avuto ben chiaro che dall'altra parte c'era una macchina con i suoi algoritmi.
      Quindi, capisco che qualcuno voglia fare delle "confidenze" per avere un "consulto psicologico", diciamo, a costo zero. E penso che la cosa potrebbe avere anche risultati e risvolti positivi; forse, però, eviterei di trasmettergli cose troppo personali, anche in assenza di account. Non escludo che i vari server riescano, comunque, ad avere una forma di individuazione anche senza registrazione (IP address in primis).
      E poi andiamo al solito discorso. Se un hikikomori (o simili) tende ad avere rapporti comunicativi e relazionali, diciamo, poco sani con un algoritmo che simula un interlocutore, è colpa di ChatGPT e soci o è solo che c'è qualcosa che non va nell'utilizzatore?
      Discorso vecchio e ripetuto: negli anni '70/'80 era "sempre davanti alla televisione"; negli anni '90 sempre al PC, su internet o su IRC; negli anni 2000 i social network. Ora è il turno dei Large Language Model.
      Demonizziamo sempre strumenti e tecnologie per non ammettere che come società abbiamo non pochi problemi di depressione, isolamento, comunicabilità e, penso che sia al primo posto, molte sindromi di personalità.

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    4. In effetti è così. Il problema è più spesso nell'utilizzatore di un servizio, piuttosto che nel servizio in sé. Per quanto riguarda privacy e dati, ho provato per curiosità a chiedere a ChatGPT: "Mentre interagiamo, tu raccogli miei dati personali e sensibili come fanno Facebook, Google, whatsapp ecc."? Se volete provare anche voi... :-)

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  8. Forse dovremmo pensare alla AI come un animale da compagnia, come chiacchiera terapeutica o gioco. Io non l'ho ancora sperimentata e, per adesso, non mi incuriosisce anche se lo fanno le funzioni grafiche che trovo attraenti ma mi impensieriscono: potrei trovare un'immagine di AI più attraente di una foto o un dipinto?
    Ciao Andrea.

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    1. Non ti so rispondere perché finora rarissimamente ho interagito con l'IA in termini di immagini, solo a livello testuale. Chissà...
      Ciao Sari.

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  9. Io ho usato Chatgpt solo qualche volta e non ho voluto registrarmi,mi ha dato sempre delle risposte giuste, ora mi sto interessando a come utilizzare al meglio l ' AI nella scuola. Un corso per docenti. Sono un po' scettica, ma non posso parlarne se non ne conosco l'uso.

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    1. A me invece è capitato che mi desse risposte sbagliate. Ad esempio - stavamo parlando di Guccini - quando le avevo chiesto informazioni su un suo album. Nella tracklist aveva inserito una traccia che in realtà era di un altro album. Quando gliel'ho fatto notare, mi ha risposto: "Hai ragione, quella canzone appartiene a quest'altro album". L'IA fa anche errori, e probabilmente più di quelli che pensiamo.

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  10. Ricordi bene: il gettone telefonico è uscito di scena che valeva 200 lire, e qualcuno ha continuato per un po' a spacciarne come spiccioli per pagare la spesa o dare il resto.

    Le telefonate dalle cabine erano sì "da pianificare", ma generalmente chi non aveva un telefono in casa, si lasciava comunque andare a conversazioni con parenti o amici lontani: la mia famiglia "caricava" il telefono abbondantemente all'inizio, tanto se avanzava qualcosa, i gettoni li restituiva...

    Utilizzo delle "intelligenze" artificiali (uso delle virgolette con significato di "si fa per dire"): mi sto aiutando con Gemini per arricchire il mio bagaglio di competenze tecniche per eventuali nuove docenze di informatica... Testo personalmente ogni codice che mi propone, mi soffermo su passaggi ambigui e mi segue con pazienza, anche se cerca sempre di orientare la discussione verso tematiche che io rimando...
    Sul fronte artistico/culturale, però, è una frana: incapace di individuare film, fumetti o libri da dettagli della trama sebbene precisi, come per i codici faccio un controllo col vecchio Google e Gemini risulta pressoché sempre fallace. Poi, anche una volta che gli ho scritto quale film/fumetto/libro era, se ne inventa autori, registi, disegnatori... scusandosi se la correggo.
    Questo, a proposito delle suddette virgolette, che userò sempre parlando di essa!

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    1. Vabbe', dài, però quando sbaglia si scusa. Mica è da tutti, oggi :-)

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    2. Errare è umano, perseverare no! 😅 Ammette l'errore, ma si corregge tirando a indovinare. Sto ancora aspettando che trovi autore e disegnatore di uno Speciale Dylan Dog di cui gli ho fornito il titolo. La ricerca era partita da un dettaglio della trama e dal fatto che fossi certo trattarsi di un fumetto Bonelli. All'albo ci sono arrivato da solo facendo mente locale, gli ho scritto quale fosse, e mi ha iniziato a tirare giù nomi di artisti della Bonelli e anni di pubblicazione strampalati. E' arrivato a chiedermi chi siano gli autori in modo da ottimizzare ricerche future di altri utenti, e sto pensando di ricattarlo, magari facendogli effettuare un bonifico PayPal a spese di Google! 😂

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    3. È vero, fa errori, me ne accorgo anch'io quando la interrogo su temi che conosco, quindi mi approccio sempre al sistema in modalità "occhio, può sbagliare" :-)

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  11. In questi giorni sono stati pubblicati i risultati di una ricerca di "Save the Children" da cui risulta che circa la metà dei ragazzi in difficoltà (4 su 10) si rivolge alla IA per ottenere aiuto.
    Non ai genitori, ad un amico, ad uno psicologo, bensì ad un'entità immateriale.
    Lo trovo più che inquietante. È una cosa che mi riempie di timori ed incertezze per il futuro (che per me sarà relativamente breve... ma per quei ragazzi?!).

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    1. Avevo letto qualcosa riguardo a questa notizia ma sinceramente non ho approfondito. Comunque è inquietante, concordo. Un conto è utilizzare l'IA per lavoro, per fare ricerche, per informazioni. Ma utilizzarla come supporto psicologico o come riempitivo della mancanza di relazioni sociali vere, dà da pensare.

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