Non perché lo dico io, ma perché lo dimostra la storia, i dati empirici. Non esiste un solo luogo al mondo dove la repressione sia servita o serva a qualcosa. Nei paesi in cui ancora esiste la pena di morte non si verificano meno reati rispetto agli altri. L'introduzione qui da noi del reato di omicidio stradale non ha diminuito il numero di morti sulle strade né il numero di incidenti. Annunciare a reti unificate inasprimenti di sanzioni, minacciare punizioni esemplari, introdurre pene pecuniarie per i genitori di figli che delinquono serve solo a fare scena.
Mandare polizia e carabinieri a mettere sottosopra il luogo degradato e abbandonato dove si è verificato uno stupro non serve a niente, così come fa ridere sentire annunciare che adesso qui lo stato c'è. E prima dov'era? Se non si creano oratori, scuole, biblioteche, parchi, impianti sportivi, luoghi dove educazione e aggregazione vanno a braccetto; se non si esce dal meccanismo folle e schizofrenico, tipico di ogni società capitalista, che obbliga entrambi i genitori a dover lavorare per riuscire a mantenere la famiglia, abbandonando i figli a se stessi dove capita, hai voglia dopo a chiamare la polizia.
La propaganda, fatta di parole altisonanti e iniziative di impatto scenico, è infinitamente più facile di un'educazione radicale e pervasiva. Anche se davvero sarebbe solo quest'ultima a metterci sulla strada giusta per risolvere i problemi. Ma onestamente, l'attuale governo non mi pare il più adatto ad imboccare tale strada.
RispondiEliminaRimettere la leva obbligatoria??... con le regole si cresce con una certa impostazione.
RispondiEliminaFossero almeno certe quelle pene inasprite...
RispondiEliminaOccorre prevenzione, partendo dalle scuole, facendola con le famiglie e non soltanto con gli studenti: è l'unico modo per fare emergere delle criticità ed eventualmente intervenire con figure sociali competenti.
Poi, se dopo tutto questo lavoro (documentato), la violenza avviene lo stesso, allora pene adeguate e senza sconti.