giovedì 9 marzo 2023

Ragionevolezza (di Pillon)

 

 

Quello che Pillon chiama logico e ragionevole è in realtà intuitivo, nel senso che il nostro cervello è per sua natura strutturato in modo da pensare in termini di cause ed effetti (consiglio al senatore un saggio stupendo su questi temi: L'orologiaio cieco, di Richard Dawkins), mentre la casualità degli eventi è controintuitiva. Se volessimo posizionarci al livello argomentativo da quinta elementare di Pillon basterebbe ribattere che il darwinismo, che lui irride con la sua puerile vignetta, è un fatto, e nessuno scienziato, oggi, oserebbe dubitare del pensiero di Charles Darwin, la cui validità è confermata da infiniti dati sperimentali. Viceversa, non esiste un solo dato sperimentale che suffraghi la teoria del creatore.

Questo, come dicevo, se vogliamo restare al livello di Pillon. Per fare un piccolo salto di qualità si potrebbe dire che sulla questione scienza vs fede si sono espressi nel corso del tempo tantissimi pensatori, cristiani e non. Il punto è che se io voglio parlare di questo con un amico, lo invito a cena a casa mia e ci mettiamo con calma a discuterne, andando avanti anche tutta la notte, se necessario. Liquidare una questione così complessa e stimolante con una vignetta di tale banalità, è il migliore assist che si possa fare a un non credente.

Non c'è niente da fare, spesso il peggior servizio al cristianesimo lo fanno i cristiani.

14 commenti:

  1. Non è che puoi accusare tale Pillon di avere certe credenze quando tu hai le tue e ti ostini a rimuovere la realtà che non si conforma ad esse.

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    1. Senti, facciamo così: io ti passo i commenti, ma tu, prima, cerca di capire cosa ho scritto nel post, ok?

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  2. A dire il vero qualche scienziato che dubita della Teoria dell'Evoluzione c'è. Quasi sempre personaggi vicini al Vaticano.
    Giusto per citarne uno: Antonino Zichichi.

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    1. Ah sì, Zichichi. Se non ricordo male, tra le sue stravaganze c'è anche la messa in dubbio del climate change (o in subordine la sua accettazione ma senza responsabilità da parte delle attività umane) :-)

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    2. Piergiorgio Odifreddi ne ha raccolte diverse nel suo libro "Zichicche".
      Molte sono nel campo della fisica e della matematica, che sarebbero le sue competenze principali professionali.

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    3. Interessante. Me lo segno per una prossima lettura.

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  3. Accendo il forno. Ciao Valeria :-)

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  4. Ma la questione della fede risiede proprio qui: che chi crede, crede nonostante le prove contrarie, non grazie alle prove a favore. Altrimenti sarebbe conoscenza, non fede.
    Troppo facile credere che sia mezzogiorno solo dopo aver guardato l'orologio!

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    1. Chi crede, crede perché non sa, non nonostante le prove contrarie. Io non credo che due più due faccia quattro perché lo so. Viceversa, io non so se Gesù Cristo è risorto, quindi ci credo. Se lo sapessi, la mia non sarebbe fede ma semplice presa d'atto.

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  5. Forse un ulteriore spunto di riflessione:
    https://www.nazioneindiana.com/2023/03/10/teoria-del-complotto-e-teoria-del-candore/
    Ciao Andrea,
    siu

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    1. In altre parole, la teoria del candore offre una resistenza proporzionale alla forza. Andare contro una teoria diffusissima richiede una forza argomentativa grandissima, e anche un’altrettanto grande tenuta psicologica da parte dell’argomentatore. Chi non regge o non può reggere la tensione, rischia di esserne travolto. Sentimenti come rabbia, frustrazione e senso di ingiustizia producono distorsioni in chi argomenta: slittamenti logici, fallacie e procedimenti dialettici completamente sballati, cortocircuiti della ragione che portano nel territorio dell’insensato, dell’incoerente o, peggio, della paranoia. Non sto sostenendo ovviamente che la diffusione di una teoria del candore produca paranoia in chi sente di doverla contraddire. Sostengo semplicemente che colpisca, magari per la sfacciataggine con cui è enunciata o per l’ingiustizia che sottende, i nervi scoperti di un soggetto debole. L’effetto è appunto la rottura di un argine: l’uscita dal pensiero razionale verso credenze magiche o in ogni caso facilmente confutabili. E poi?

      Interessantissimo questo passaggio. Grazie Siu.

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  6. - Liquidare una questione così complessa e stimolante con una vignetta di tale banalità, è il migliore assist che si possa fare a un non credente.

    Ho sorriso , perché in fondo con quella che appare una banale vignetta su di te ci ha preso al punto da argomentarla qui:)

    Poi mi ha fatto riflettere il passaggio che riporti dal link di siu, può essere una diagnostica applicabile a tutti noi esseri umani , quando condanniamo il dogma e lo esercitiamo sotto altre vesti...e povero il Zichichi che nonostante fosse scienziato capacissimo di saper argomentare senza banalizzare con una vignetta ,se dubita della teoria dell'evoluzione .

    Ora mi chiedo se già tra scienziati esiste una linea contraddittoria,figuriamoci quante fratture esistono tra i sostenitori delle due fazioni!

    A me in tutto questo interesserebbe la " Pratica dell'Evoluzione" più che teoria ,partendo da ognuno di noi nel saper/voler dare liberamente il proprio arricchente contributo umano, a capo di tutti e di tutto ,senza peso di pre-giudizio di chi condanna una verità non dimostrabile e contemporaneamente la detiene senza esserne nemmeno consapevole.

    Grazie per le belle riflessioni che questo post ha re-suscitato.

    Buona serata Andrea,sono L.



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  7. >Ora mi chiedo se già tra scienziati esiste una linea contraddittoria

    In merito al darwinismo, tra scienziati non esiste una linea contraddittoria, se con questo immaginiamo la presenza di due fazioni in qualche misura equivalenti. La quasi totalità del mondo scientifico ritiene valido il pensiero di Charles Darwin, anche alla luce dei tantissimi dati sperimentali che lo confermano. Detto questo, è quasi fisiologico che all'interno di questa totalità ci sia qualche voce dissonante o fuori dal coro come Zichichi o altri. Non succede solo nel campo dell'evoluzione ma in ogni altro ambito scientifico. Come dimenticare, giusto per stare al periodo recente, le tante stupidaggini su covid e vaccini dette dal premio Nobel per la medicina Luc Montagnier? Eppure... Ma le uscite infelici di un singolo non hanno potere di mettere in dubbio ciò che è sperimentalmente verificato, e questo vale anche per Zichichi.

    Tornando alla vignetta di Pillon, non c'è granché da aggiungere: dal punto di vista scientifico non sta in piedi, è una castroneria, e non perché lo dico io.

    Poi c'è il lato della fede, delle credenze, e qui il confronto non ha più senso perché il terreno di gioco è diverso. La scienza e le evidenze empiriche hanno un loro statuto, la fede ha un altro statuto, e questi due statuti non possono essere messi a confronto. Ma il primo a farlo è stato lo stesso Pillon.

    Buona serata.

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