Stamattina un mio collega che segue il calcio mi diceva che Ronaldo, appena ingaggiato dall'Arabia Saudita, guadagnerà 200 milioni di euro a stagione, più di 500.000 euro al giorno e chiedeva a me (domanda retorica, ovviamente) se tutto ciò è giusto. Gli ho risposto che sì, è giusto, suscitando la sua perplessità. Ho poi precisato che non è giusto dal punto di vista etico e morale, ma è giusto dal punto di vista delle regole che si è data la nostra società fondata sul capitalismo. Da questo punto di vista è giusto che Ronaldo guadagni quello che guadagna, che Bonolis guadagni quello che guadagna, che a Benigni vengano elargiti centinaia di migliaia di euro per una comparsata a Sanremo e via di questo passo.
Non abbiamo scelto noi una società di questo genere, ci siamo nati dentro, e in fin dei conti siamo già stati fortunati a nascere in questa parte di mondo, poteva andare molto peggio. Poi, col tempo, e secondo me non manca neppure tanto, tutti i nodi verranno al pettine e allora saranno dolori. Bukowski diceva: "Il capitalismo ha sconfitto il comunismo. Bene, adesso il capitalismo divora se stesso."
Sono d'accordo con la tua riflessione. Nel mondo dello sport, gli stipendi dovrebbero essere elargiti a risultato raggiunto, viceversa soltanto un "premio di consolazione" come nei vecchi quiz di Mike Bongiorno per i non campioni. Fesse le società disposte a mantenere attivo questo circolo vizioso, rivalendosi poi su tifosi e semplici appassionati.
RispondiEliminaBeh, le società di calcio non sono enti di beneficenza e quindi guardano il tornaconto, i bilanci.
EliminaEffettivamente... il capitalismo lascia indietro i poveri che sono semplicemente le persone che hanno un lavoro e guadagnano meno di 1.000 euro al mese.
RispondiEliminaSì. In fondo il capitalismo è competizione (monetaria), e che resta escluso, fatti suoi.
EliminaProbabilissimo.
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