sabato 27 marzo 2021

"Non c'è obbligo di dire verità"?

Non so se tra i miei 32 lettori ci sia qualche avvocato. Se sì, mi piacerebbe avere un suo parere sulla pronuncia di un giudice di Milano che, qualche giorno fa, ha prosciolto un uomo che, fermato per un controllo in pieno lockdown, aveva mentito sull'autocertificazione circa i motivi dei suoi spostamenti ed era stato mandato a processo per falso. Nella sentenza, il giudice scrive: "...è evidente come non sussista alcun obbligo giuridico, per il privato che si trovi sottoposto a controllo nelle circostanze indicate, di dire la verità."

Ora, a me risulta che il codice penale, all'art. 483, sanzioni in maniera inequivocabile chiunque renda false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, quindi non mi spiego la decisione di quel giudice. Da ciò che riporta l'articolo in questione, l'obbligo di dire la verità esiste eccome.

Sia come sia, mi sembra che questa sentenza costituisca, tra le altre cose, un pericoloso incentivo a mentire e autorizzi una spavalderia nei comportamenti di cui, specie in questo periodo, non c'era affatto necessità.

24 commenti:

  1. Non sono un avvocato, perciò da un punto di vista legale non ti so dire. Invece posso dirti che questa sentenza mi ha lasciata completamente basita.

    RispondiElimina
  2. la leggevo poco fa e, come te, son rimasta perplessa e stupita. Se è così easy e non c'è bisogno di dire il vero perché tanto dire il falso non è perseguibile penalmente, posso almeno risparmiarmi carta e inchiostro per l'autocertificazione perché tanto mi si crede sulla parola?

    battutina a parte, a me sa tanto di presa in giro.
    Bah

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti non riesco a capire quali appigli giuridici ci siano per giustificare tale sentenza.

      Elimina
  3. Davvero ridicolo.. se poi si va a leggere tutta la sentenza, come giustamente evidenzi nel link, ti viene voglia di cambiare paese.. :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'unica soluzione è aspettare che il giudice depositi le motivazioni e leggerle, ma quando ciò avverrà la faccenda sarà già caduta nel dimenticatoio.

      Elimina
  4. Mi chiedo chi abbia dato la patente a certi giudici

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come scrivevo sopra, è possibile che la sentenza abbia appigli giuridici che a noi sfuggono, ma non riesco a capire quali.

      Elimina
  5. Penso di aver capito che, il fatto di aver dichiarato il falso, non si configura come reato penale; ma rimane la sanzione amministrativa per aver violato le limitazioni da emergenza COVID.

    È, comunque, una sentenza preoccupante. Personalmente vedo in pericolo tutta l'utilità ed i vantaggi delle autocertificazioni. Strumento che abbiamo per snellire la burocrazia italiana.

    Mi piacerebbe anche a me sentire l'opinione professionale di qualcuno del campo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti il punto è quello: il giudice ha ritenuto che dichiarare il falso non costituisce reato, mentre per il c.p.p. costituisce reato. Qui sta il corto circuito.

      Elimina
  6. Ma infatti è proprio il "precedente" creato che mi preoccupa. Delle volte fatico davvero a capire certe dinamiche della Giustizia, e te lo dice uno che ci lavora a contatto da quasi dieci anni.

    Comunque ho visto che la lettura in corso è "L'Ultimo Cavaliere". Stai quindi iniziando il cammino verso la Torre, o è soltanto una prova? (il percorso è impegnativo, ma meraviglioso!) :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, ho iniziato il percorso verso La Torre Nera. L'intera saga consta di otto romanzi e per ora ho letto il primo.
      Per non fare "indigestione" ho però deciso di intercalare tra l'uno e l'altro altre cose. Infatti, prima di passare al secondo, ho iniziato Dieci piccoli indiani, di Agatha Christie, uno dei tanti classici che ho perso e che voglio recuperare.
      Ciao, Guido. ;-)

      Elimina
    2. Tra l'altro il primo è quello più ostico. Molti tra i lettori di King abbandonano la Torre proprio durante la lettura del primo. Povere anime... non commettere lo stesso errore :D
      Buon viaggio ;)

      Elimina
    3. Tranquillo, sono già oltre la metà del secondo. :)

      Elimina
  7. La "Giustizia" dei nostri giudici non mi sorprende più.
    Felice domenica, fulvio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti dirò che invece, a me, ogni tanto sorprende ancora. Come in questo caso.
      Buona domenica anche a te, Fulvio.

      Elimina
  8. Ricordo che i Romani dicevano "Summum ius summa iniuria" (il massimo del diritto è il massimo dell'ingiustizia). Ho un'amica che fa l'avvocato che mi dice che cerca sempre di far risolvere le liti ai suoi clienti fuori dalle aule del tribunale, accordandosi tra loro, perchè una volta che si rimette la decisione al giudice possono venire fuori delle assurdità inconcepibili.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non conoscevo quel detto degli antichi romani. Loro sono stati comunque degli "apripista" anche in questo campo. Lessi tempo fa in un libro che l'istituzione della figura di un soggetto terzo (il giudice) col compito di dirimere le controversie nasce col diritto romano. Prima, la cosa se la vedevano tra loro i due contendenti. I romani si resero conto che chi riteneva di aver subito un torto o un sopruso molto difficilmente avrebbe potuto fare valere le proprie ragioni in maniera equilibrata, perché emotivamente carico. Da qui l'istituzione di una figura terza, che non fosse emotivamente coinvolta nella controversia e quindi potesse giudicare in maniera equilibrata. Figura che esiste ancora oggi e che ogni tanto sentenzia in modo che suscita più di una perplessità, come nel presente caso.

      Elimina
  9. Van der Coso29/03/21, 10:05

    "Soldi e amicizia ingannano la giustizia" era un detto che conoscevano - nella loro forma, ovviamente - anche ai tempi dell'Impero Romano, ma perfino prima: quando i sumeri inventarono - tra le altre cose - pure i tribunali, diedero origine ai processi che ti mazzottano se sei un poveraccio e invece ti assolvono se sei pieno di soldi e hai pure amicizie altolocate. Quindi all'accusa toccherà trascinare questo tizio in appello e verificare se le sue amicizie sono DAVVERO così altolocate...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, non so, non credo che la procura ricorrerà in appello in un caso come questo. Però non si sa mai...

      Elimina
  10. mia autorizzazione: "sono uscito per cause di necessità, devo prendermi cura di mio cugino Andrea Sacchini solo e gravemente malato"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Suppongo che, in caso mi contattassero per verificare la fondatezza della giustificazione, dovrei stare al gioco. :-)

      Elimina
    2. no, pare che puoi anche dire tranquillamente che è una bugia 😂

      Elimina

Se tutto è antisemitismo

  Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...