Novembre è quel mese in cui camminando si vedono, il sabato pomeriggio ma anche gli altri giorni, gli uomini fuori dei bar che stanno in piedi, coi giacconi, dondolandosi un po' sulle gambe, le mani in tasca. Fumano e chiacchierano, come sempre, ma non stanno più sbracati ai tavolini a giocare a carte, come negli afosi pomeriggi estivi, in preda a quella indolenza e lentezza di movimenti provocata dalla calura.
Novembre è quel mese in cui devo sbrigarmi a tornare a casa dal lavoro, perché alle quattro e mezza è gia buio e se non mi affretto non riesco a fare la mia passeggiata quotidiana con un po' di luce. E poi questi sono giorni di foschia, che come niente si trasforma in nebbia che va a circondare le sommità degli alberi che costeggiano il sentiero a fianco del Marecchia, e il tutto a volte è un po' inquietante.
Novembre è quel mese che ti dà gli ultimi avvisi, gli ultimatum finali, che ti ricorda che l'inverno è alle porte e domani sarà freddo.
E io mica sono pronto.
sabato 4 novembre 2017
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