mercoledì 19 agosto 2015

Martina Levato e le perizie

Prima di giudicare frettolosamente, con la pancia, e additare come "nazisti" o "mostri" i giudici, come mi è capitato di leggere in giro sui social, è meglio approfondire. Sempre. E da quello che ho letto, a me la decisione (pur difficilissima) del giudice è sembrata la più giusta.
Quello che a me irrita di più, infatti, in questa come in altre vicende analoghe, è la superficialità con cui si esprimono giudizi. Mi è capitato di leggere cose come "non è possibile che un bimbo venga tolto alla madre", "quel giudice è un mostro" e cose simili, e tutto senza avere la minima cognizione di causa ma basandosi solo sulla lettura frettolosa di un titolo. Ora, pure io quando ho letto la notizia sono rimasto sorpreso, inizialmente, ma non mi sono gettato a spron battuto in giudizi sommari dettati dalla sorpresa del momento, perché ho immaginato che se un giudice ha preso una decisione simile l'ha fatto aggrappandosi a valide motivazioni. E adesso quelle motivazioni sono pubbliche e per certi versi fanno rabbrividire. Il giudice, prima di decidere, ha valutato le perizie psichiatriche, ha letto tutti gli atti del processo e ha tirato le sue conclusioni, e non certo a cuor leggero. Non è che s'è svegliato la mattina dicendo: "cosa faccio di bello oggi? Via, vado a togliere un bimbo a sua madre."
Non è così. Poi, certo, ognuno è legittimo che la pensi come crede, ci mancherebbe, non è questo che mi dà fastidio, mi dà fastidio la superficialità con cui si danno giudizi.

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