Non penso che ci sia qualcuno che possa affermare, parlando seriamente, che la fiducia ottenuta ieri dal governo sia una vittoria politica. Per il semplice fatto, come ormai ci è stato ripetutamente spiegato, che alla Camera Berlusconi sarà sempre in balìa degli umori dei finiani e dell'opposizione. Dovrà mercanteggiare, anche qui, ed elemosinare i voti su qualsiasi provvedimento - un po' come è stato finora, per intenderci.
Quindi, nonostante i proclami dei soliti tiggì, quella di Berlusconi è stata una vittoria esclusivamente mediatica. Una vittoria di Pirro che avrà come unica conseguenza (e Bossi, che è tornato a chiedere elezioni, l'ha già capito benissimo) quella di allungare ancora un po' l'agonia del governo. Poi si può discutere di tutto, ma i fatti sono questi.
L'unico risultato degno di nota ottenuto dal governo - questo sì, mediaticamente importante - è stata la spaccatura, sia alla Camera che al Senato, di Futuro e Libertà, spaccatura che ha contribuito al raggiungimento del risultato. Naturalmente dalle responsabilità, come al solito, non possono sottrarsi né il Pd né l'IdV, visto che quattro dei transfughi che hanno aiutato Berlusconi (Razzi, Scilipoti, Calearo e Cesario) provengono da questi partiti.
Da segnalare, per chiudere, l'apertura della Lega nei confronti di una eventuale maggioranza allargata a Casini e ai suoi. "Sull’Udc non c’è nessun veto da parte nostra", ha dichiarato Bossi poco dopo il voto. Quello stesso Bossi che fino a pochi giorni fa a Casini dava dello stronzo.
La politica è anche questo. Purtroppo.
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