Tecnicamente è molto semplice, in quanto si basa sulla continua ripetizione di un giro armonico di Mi maggiore, e ricordo che, proprio per la sua semplicità, fu uno dei pezzi che maggiormente suonavo da giovincello quando muovevo i primi passi con la chitarra.
Non sono necessarie grandi spiegazioni sul testo. Basta leggerlo:
Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già
Lungo le notti che dal vino son bagnate
Dentro le stanze da pastiglie trasformate
Lungo le nuvole di fumo, nel mondo fatto di città,
Essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà
E un Dio che è morto
Ai bordi delle strade Dio è morto
Nelle auto prese a rate Dio è morto
Nei miti dell'estate Dio è morto.
Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell'eroe
Perché è venuto il momento di negare tutto ciò che è falsità
Le fedi fatte di abitudini e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un Dio che è morto
Nei campi di sterminio Dio è morto
Coi miti della razza Dio è morto
Con gli odi di partito Dio è morto.
Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi
Perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni
E poi risorge
In ciò che noi crediamo Dio è risorto
In ciò che noi vogliamo Dio è risorto
Nel mondo che faremo
Dio è risorto.
Uno degli aneddoti più curiosi che si riferiscono a questa canzone, è che inizialmente fu ferocemente (e inspiegabilmente) censurata dalla Rai di allora in quanto il testo fu ritenuto blasfemo, mentre, allo stesso tempo, veniva tranquillamente trasmessa da Radio Vaticana che viceversa non ravvisava in esso niente di particolarmente censurabile. Si narra addirittura che il pezzo fosse particolarmente apprezzato dallo stesso Paolo VI.
In effetti basta leggerlo non superficialmente, senza fermarsi alle prime tre o quattro righe, per capire che di blasfemo non c'è assolutamente niente. L'unica cosa da censurare veramente, sarebbe semmai stato lo stesso comitato censore della Rai. E vabbé, questa comunque è la storia.
Vi lascio al pezzo, nella sua versione più recente interpretata dagli stessi Nomadi. Buona domenica.
commento di spam rilevato :-)
RispondiEliminatempo fa un brasiliano è venuto da me con un commento simile
sempre che sia veramente brasiliano, fosse stata una brasiliana avrei potuto anche perdonarla :-)
> commento di spam rilevato :-)
RispondiEliminaGià, ed è rimasto online anche troppo. Adesso lo cavo.
:-)