giovedì 18 gennaio 2007

Base sì o base no?

Boh, non lo so. E' una di quelle poche volte in cui non ho un'idea ben precisa. Mi riferisco alla nota vicenda dell'allargamento della base militare americana a Vicenza, una gatta da pelare che sta creando non pochi grattacapi all'attuale maggioranza di governo.

Orientativamente sarei anch'io dell'idea che Prodi abbia toppato a concedere l'autorizzazione all'ampliamento della base militare (già da troppi anni siamo la portaerei degli USA), ma dall'altra mi pare di vedere in tutto ciò un sottile velo di ipocrisia: ci si indigna per una presunta ipotetica colonizzazione americana, quando questa è già in atto da anni (vedi McDonald, Rocky, Rambo, ecc...).

Mah... cosa dite voi?

8 commenti:

  1. Cosa devo dire?

    Che, a parte tutto, non mi va di fare il lecca***** a della gente che tratta gli altri come dei poveri fessi. Molti parlano di LEALTA' (parola dal significato profondo) da mostrare nei confronti degli USA. Ma come si fa ad essere leali con un paese che pensa solo a fare i c****i suoi? Alcuni esempi che ci riguardano da vicino?

    -Il povero Nicola Calipari. Chi l'ha ammazzato e' tuttora in liberta' (i soldati di quel paese rispondono solo a quel paese anche se sono in territorio straniero).

    -La strage del Cermis. Solo quattro mesi ad un piLOTA dell'equipaggio. E anche qui buio totale

    -Rapimento di Abu Omar: qui siamo alla vera e propria violazione della sovranita' italiana (anche se alcuni fessi nostrani li hanno aiutati)

    -Strage di Ustica (?): Dio solo sa la verita'. Spero che un giorno la dica anche a me.

    Ad ogni modo per me prima si levano dalle p***e e meglio e'.

    Ciao

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  2. Beh, caro Gaetano, mi pare che sul tuo ragionamento ci sia poco da eccepire.

    Ho letto una vignetta qualche giorno fa (anche se non ricordo più dove) che diceva: "Ma sì, più vengono da noi e meno vanno in giro per il mondo a far danni." ;-)

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  3. Anche io non ho un'idea precisa, tranne quella che penso che spesso succede che quando c'è di mezzo l'America si toccano molti tasti ideologici che fanno scattare sull'attenti chi da una parte, chi dall'altra, senza ragionare singolarmente sul problema.

    Io condivido alcune analisi di Gaetano su una certa sudditanza di fatto nostra e di tanti europei (e se siamo parzialmente sudditi in Europa, figuriamoci altri paesi meno influenti). D'altro canto ogni situazione presente e passata va affrontata per quel che è ed è stato, e tentare di correggere gli errori e i soprusi, ma gridare al lupo al lupo per l'allargamento di una base in sé e per sé non sono sicuro che serva. A me interessa cosa ci devono fare con quella base, ed è chiaro che nessuna base americana in Italia può (in linea di principio) essere utilizzata dagli americani per operazioni militari non consentite e non approvate. Allora forse il problema non diventa consentire o meno l'allargamento, ma avere garanzie sulla nostra sovranità (nel caso dell'Iraq, vi ricordo che non partivano dall'Italia missioni di un certo tipo se non venivano approvate dal governo).

    Poi siamo anche tutti contenti a volte di sapere che se ci vogliono attaccare da qualche parte abbiamo la nostra Nato e gli americani dietro casa, visto che da soli siamo sia più limitati militarmente che a due passi da zone sensibili. La stabilità nei paesi europei negli utlimi decenni è stata dovuta sia al dilagare delle democrazie post belliche, sia alla forza militare difensiva, per cui tanti dittatori in Africa e anche in Medio Oriente non è che si sono messi a fare i colonizzatori come noi europei nei secoli scorsi, come hanno se non altro tentato di fare con i popoli loro confinanti.

    Che si sia d'accordo o no con questo stato di cose è un conto, che non sia anche questo un fatto su cui riflettere un altro. Io sarei utopisticamente per il disarmiamoci tutti, ma tutti, "buoni" e "cattivi" (che poi in Italia quali siano gli uni e gli altri non si capisce perché cambia a seconda se si sia di sinistra o destra).

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  4. eh si è proprio vero, siamo colonizzato in tutto...neanche a farlo apposta ho finito di vedre "indipendence day" (naturalmente qui in Irlanda in lingua originale,ed è questo il motivo per cui guardo la tv, per "farmi l'orecchio") e anche qui i salvatori del mondo sono come sempre loro...ma quando faranno un film sui loro disastri???e se c'è già qualcuno mi dice il titolo???

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  5. Bel Blog. Spero parlerai presto della critical mass come hai detto sul blog di Grillo.

    Il Blog di Alessio
    http://alessios4.blogspot.com/

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  6. Qualche film sui disastri ogni tanto lo fanno. A parte questo, intanto hanno fatto Mars Attacks che dovrebbe fare da contraltare a Independence day, come presa in giro. Come loro si prendono in giro spesso (più di noi italiani), vedi i Simpson, South Park, Team America. Ma tornando al serio, segnalerei Fahrenheit 9/11, Platoon, Full Metal Jacket, the Road to Guantanamo (forse è inglese). Se la gente va a vedere solo film alla I-Day e non gli altri certo che poi sembra che dei disastri nessuno di loro si preoccupi.

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  7. schrodcat: "Poi siamo anche tutti contenti a volte di sapere che se ci vogliono attaccare da qualche parte abbiamo la nostra Nato e gli americani dietro casa"

    Forse il rischio di essere attaccati è direttamente proporzionale al tipo di "partnership" che abbiamo. Non se infatti se ricordate le parole di Bin Laden di qualche tempo fa, quando avvisava noi italiani che saremmo stati i prossimi obiettivi della loro strategia del terrore. Tutto questo perché il nostro governo (precedente) ha scelto di appoggiare la politica estera americana, altrimenti penso proprio che come nazione noi avremmo ben poco da temere.

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  8. Io in effetti parlavo di scenari quasi paradossali, ma era anche per richiamare l'attenzione sul perché siamo nel Patto Atlantico, almeno idealmente, che non è una questione banale. L'Italia deve avere un ruolo politico nell'indirizzare i partner sulla via giusta e tornare al ruolo originario e fondante del Patto, il quale ruolo politico non si misura in metri quadrati di basi militari. Non possiamo soppiantare le nostre insicurezze politiche con dei veti o dei lascia passare su una base americana: diventa un modo di agire simbolico, che da un lato non risolve proprio nulla nei fatti ma al tempo stesso indispettisce gli alleati. Mi sembra un andare alla caccia ideologica di un simbolo più che una scelta politica.

    Per quel che riguarda l'essere attaccati da qualcuno, ovviamente parlavo di scenari estremi, quasi totalmente irrealistici. Al tempo stesso non so se condividere la lettura in chiave di "partnership": in questi scenari estremi non conta se sei neutrale o schierato, conta se sei strategicamente utile. Sennò non si capirebbe perché sono state invase la Polonia e il Kuwait, che di certo belligeranti non erano, né schierati come nemici degli invasori.

    Poi, riguardo le minacce binladiane, non credo che dobbiamo agire nella paura di riceverle: aver appoggiato la guerra in Iraq lo considero un errore, intervenire in Libano no, eppure per entrambe le questioni siamo stati minacciati da Al Qaeda.

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