Confesso di avere avuto più volte la tentazione di abbandonarlo per strada, questo libro, fondamentalmente per due motivi. Il primo è, e chi conosce Eco lo sa, l'ampio uso di una terminologia ricercata, arcaica, ostica, che se non si ha nel cassetto una laurea in lettere o comunque una grande confidenza con la lingua italiana, obbliga a leggerlo tenendo accanto un dizionario. Poi, certo, il significato di molti termini si desume dal contesto sintattico in cui sono inseriti, ma è comunque indubbio che il lettore medio, quale è lo scrivente, trovi qualche difficoltà. Il secondo motivo alla base della tentazione di abbandonarlo è la trama deboluccia e con ben poco mordente.
A fare da contraltare a tutto ciò, pagine e pagine in cui il professor Eco, dall'alto del suo monumentale bagaglio culturale, si inoltra in vicende storiche e geografiche interessantissime relative a ciò che accadeva nel 1600, secolo in cui è ambientato il romanzo. A queste si aggiungono lunghe elucubrazioni metafisiche, teologiche, psicologiche, spazio-temporali, ma anche pagine di pura poesia. Quando l'ho iniziato sapevo a cosa andavo incontro, perché di Eco ho letto in passato altri libri, e quindi l'ho affrontato con quello spirito "battagliero", diciamo così, con cui ho affrontato tutti gli altri. È un libro che consiglio? Dipende. Se si è lettori "agguerriti" e nei romanzi oltre alle delizie rilassanti offerte da un racconto si cerca anche un aspetto pedagogico-istruttivo, allora sì. Se si è esclusivamente lettori di Fabio Volo o della Rowling, forse è meglio restare su questi generi e lasciare stare Eco.
(A scanso di fraintendimenti, preciso che non ho nulla contro Volo o la Rowling, dal momento che l'anno scorso ho divorato tutti i libri della saga di Harry Potter e mi sono pure piaciuti. Ho usato questi riferimenti solo per rendere l'idea.)
Il libro che citi era fra quelli dei miei figli, lo cominciai ma lo abbandonai presto. Non faceva per me, a quel tempo, oggi chissà. Credo che certi libri vadano letti un poco alla volta, lasciati sul comodino e affrontati con pazienza.
RispondiEliminaCiao.
È una questione soggettiva. Eco è impegnativo, è fuor di dubbio, ed è probabile che se pure io l'avessi affrontato in gioventù l'avrei abbandonato subito. Oggi non mi dispiace.
EliminaCiao Sari :)
Umberto Eco fa parte di letture che uno deve fare come percorso personale.
RispondiEliminaSì, anche, è una delle possibili chiavi di approccio.
Elimina