Ogni tanto cerco di entrare nella testa e nel cuore di uno di quei bambini palestinesi che anche oggi sono stati uccisi dai raid israeliani. Chissà se ci entrassi dentro cosa troverei? Probabilmente il sentimento preminente sarebbe la paura. Non credo infatti che il nascere e crescere in certe zone del mondo consenta a un bambino di provare molto altro oltre alla paura. E questo vale naturalmente
per tutti i bambini del mondo - e sono tanti, purtroppo - che si trovano nella stessa situazione.
La cosa tragica è che i grandi, i grandi stupidi verrebbe da dire, non si rendono conto che il crimine più grosso che commettono non è quello di uccidere un proprio simile, ma quello di consentire che generazioni di bambini nascano e crescano nella paura e nell'odio verso l'altro.
domenica 18 novembre 2012
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