venerdì 2 maggio 2025

Referendum

A parte il passaparola sui social, mi pare che i referendum dei prossimi 8 e 9 giugno stiano generalmente passando sotto silenzio, o se non proprio sotto silenzio, comunque sottotono. Invece sono importanti perché riguardano due temi che toccano tutti: tutele lavorative e cittadinanza. Sarebbe cosa buona che ci scrollassimo di dosso la nostra leggendaria ignavia e andassimo in massa alle urne. Ma figurarsi. Giugno significa mare, sole, gite. Tutto il resto può attendere.

3 commenti:

  1. Secondo me andrebbe invece abolita la percentuale minima di votanti. Col sistema attuale al partito che è politicamente contrario all'abrogazione conviene invitare i propri elettori a non andare a votare e in questa maniera il fallimento del referendum è praticamente automatico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il quorum per i referendum abrogativi è previsto dall'art. 75 della Costituzione, temo non sia possibile abolirlo. Anche se in linea di principio forse potrebbe anche essere giusto. In fondo nelle elezioni politiche non è previsto quorum e generalmente i partiti che si coalizzano per governare governano con una minoranza di voti.

      Elimina
  2. Oltre all'ignavia ci sono tante persone che hanno proprio paura di "osare" difendere i propri diritti, non sia mai che i padroni poi si incazzino. Ho letto da diverse parti di gente preoccupata che la difesa dei diritti dei lavoratori si possa tradurre in un contrattacco da parte dei "prenditori", abbassando ulteriormente la condizione lavorativa e riducendo la possibilità di essere assunti o di avere stipendi migliori. Insomma, non ci smentiamo mai.

    RispondiElimina

Ancora su Più libri Più liberi

Comunque, tornando alla vicenda Più libri Più liberi, se ci si pensa la partecipazione di una casa editrice filonazista è anche un po' u...