Ci sono cose che ritornano, idee e progetti che si credevano ormai depositati in qualche antro del passato, sotto uno spesso strato di polvere, che rifanno tristemente capolino. D'altra parte, il noto ritornello della storia che si ripete avrà pure un qualche fondamento, no?
L'Ungheria, ad esempio, vuole costruire un muro sul confine con la Serbia per fermare il flusso dei migranti in entrata, mentre il muro di Berlino è caduto ormai molti anni fa, e nessuno si sognerebbe di ricostruirlo. Certo, gli scopi che hanno fatto da input alla costruzione del primo e al progetto di costruzione del secondo sono diversi, in questo caso addirittura antitetici, ma sempre di muri si tratta, e sempre innalzati o agognati con lo scopo di isolare, di dividere. Chi innalza muri, e mi riferisco anche a quelli ideologici, credo abbia sempre paura di qualcosa.
Ancora. Il neosindaco di Venezia pubblica un elenco di libri da vietare nelle scuole d'infanzia presenti sul "suo" territorio comunale. La memoria va inevitabilmente, pur con tutte le differenze del caso, all'Indice dei libri proibiti emanato dalla chiesa cattolica qualche secolo fa. Oggi, ripensandoci, quella roba là fa ridere, eppure il divieto imposto dalla giunta comunale di Venezia è fatto della stessa sostanza, e sono passati più di quattro secoli da quel 1558.
La storia si ripete, sempre, magari con forme e modi diversi ma sempre con la stessa sostanza, e chi non la conosce non percepisce né la tristezza né la pericolosità, di questo ripetersi.
sabato 27 giugno 2015
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