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domenica 31 dicembre 2017

Il libro oscuro



L'ultimo post di quest'anno non poteva che essere dedicato a un libro, e precisamente a Il libro oscuro, di Gordon Dalhquist, che ho terminato giusto poco fa. Si tratta di un romanzo ambientato agli inizi del secolo scorso contraddistinto da una vena di inquietudine, mistero e atmosfere oscure, dove non mancano omicidi, case misteriose e palazzi a ridosso di scogliere che dànno sul mare dell'Europa del nord. A condire il tutto, una cabalistica congiura perpetrata da tetri personaggi e basata sull'utilizzo di un misterioso libro oscuro.

Non male, nel complesso, unico neo una certa intrinseca lentezza a cui forse si poteva ovviare riducendo il numero di pagine, magari dilungandosi un po' meno in certe prolisse descrizioni di luoghi e personaggi. Ma va bene così.

È stato il 53° libro letto quest'anno, un numero più o meno in linea col numero di libri letti gli anni precedenti. E niente, il miglior augurio di buon anno a chi passerà di qui, è che il 2018 sia per tutti un anno all'insegna delle buone letture. Auguri!

sabato 30 dicembre 2017

22.11.63

Tanto bello, avvincente, appassionante il libro, tanto brutta, sciatta, pallosa la relativa mini serie televisiva, che ho terminato solo grazie a notevoli dosi di pazienza e vincendo la reiterata tentazione di mollarla lì e mettermi a rileggere il libro, per rifarmi un po' la bocca. Peccato.

venerdì 29 dicembre 2017

Siamo tutti più poveri? Colpa della Bonino

Camillo Langone è da sempre turbato dal problema della denatalità. Non un vero e proprio turbamento, a dire il vero, ma una ossessione. Lui non può capacitarsi del fatto che qua da noi non si facciano più figli, e qualcuno a cui dare la colpa di questa gravissima tragedia bisogna trovarlo. Due anni fa ci era riuscito: la laurea.

Come sapete, da un certo numero di anni le ragazze non vogliono più saperne di restare ignoranti e addirittura rifuggono come la peste l'idea di accasarsi in giovanissima età e di cominciare a figliare come conigli, quindi si iscrivono all'università, 'ste disgraziate, buttando nel cesso dell'istruzione anni preziosi, che invece potrebbero essere impiegati in maniera molto più proficua dietro a tegami, pentole e pannolini. Poi si sa come vanno 'ste cose: il tempo passa, dopo la laurea magari si comincia a trovare qualcosa da fare, e il tempo e la voglia di fare figli perde vigore. Insomma, la laurea come causa prima della denatalità dilagante, secondo Langone.

Sono passati due anni e finalmente il prode scrivano del Foglio ha trovato un altro colpevole da affiancare alla laurea: Emma Bonino. Perché? Ma perché la signora Bonino è da sempre pro aborto e pro divorzio, e l'aborto, dice il Langone, è "corresponsabile del crollo demografico che ha moltiplicato la spesa pensionistica e sanitaria e dunque le tasse".

Affermare che la legalizzazione dell'aborto è una delle cause della denatalità è una stronzata talmente plateale che per smontarla non c'è neppure bisogno di scomodare l'Istat, che comunque spiega qui quali sono le vere cause, basta semplicemente ragionare un po', ma è noto che i lettori del Foglio appartengono grosso modo allo stesso target di lettori che frequentano testate simili, tipo Giornale, Libero ecc. Insomma, ci siamo capiti, tutta gente a cui puoi si può raccontare ciò che si vuole.

Aborto a parte, c'è da notare come il cruccio maggiore del Langone sia che la denatalità non porta ricchezza. Scrive infatti il nostro: "Tutti avremmo voluto uno zio d’America, colui che finalmente ci avrebbe arricchito. E invece ci tocca la zia di Bra [Emma Bonino, ndr], che ci ha impoverito." Chiaro, no? Meno figli, meno ricchezza economica per tutti. Qui ci sarebbe da far notare al tipo che se il valore che si dà alla natalità viene misurato in base alla ricchezza che può portare, forse ci si sta pericolosamente avvicinando al materialismo più bieco. Ed è quanto meno curioso che sia proprio un cattolico fervente come Langone a fare questa valutazione. Non sono infatti i cattolici a parlare sempre di spirito, anima e simili?

Ma probabilmente mi sono perso qualcosa.

giovedì 28 dicembre 2017

(...)



(da Il libro oscuro, G. Dalhquist)

Il medico e WhatsApp

Ieri, mentre via WhatsApp mandavo in azienda il numero di protocollo del certificato di malattia telematico, a mia volta ricevuto dal mio medico sempre tramite la nota app di messaggistica, pensavo a come era diversa questa trafila di comunicazione di dati quando iniziai a lavorare io, ormai trent'anni fa. Prima dell'avvento di WhatApp e del certificato telematico, infatti, era tutto molto più "cartaceo" e molto meno comodo.

Uno si alzava la mattina con l'influenza, poniamo. Come prima cosa telefonava subito in azienda per comunicare la sua assenza. In linea strettamente formale questo passaggio non sarebbe stato neppure necessaria, ma si faceva per una questione di, come dire?, galateo lavorativo.

Espletata questa formalità l'ammalato si recava quindi dal proprio medico per farsi visitare, pratica rimasta a tutt'oggi invariata nonostante il progresso delle tecnologie di comunicazione - quando si arriverà alla possibilità che il medico visiti il paziente via internet, anche questo passaggio diventerà inutile.

Terminata la visita, il medico faceva la diagnosi, indicava la terapia e produceva i due certificati di malattia per il paziente, uno da consegnare in azienda, l'altro all'INPS, e qui iniziava la penosa trafila burocratica di cui ancora ho memoria. Tra l'altro, la copia per l'INPS andava debitamente compilata, naturalmente a cura del lavoratore, con tutta una lunga sequela di dati relativi al lavoratore stesso e all'azienda di cui era alle dipendenze.

Una volta terminata la compilazione, facendo la massima attenzione a che le lettere non uscissero dalle caselle predisposte pena l'invalidazione del certificato, il documento poteva finalmente essere spedito. Inviare i due certificati ai rispettivi destinatari rendeva necessario recarsi all'ufficio postale e fare due raccomandate diverse, ovviamente con la mitica ricevuta di ritorno. Certo, uno poteva anche recarsi di persona a consegnare i certificati in questione, ma, specie per chi era residente lontano dal luogo di lavoro e dall'ufficio INPS più vicino, era generalmente più agevole recarsi alle Poste e fare le raccomandate, ovviamente a spese proprie.

L'aspetto leggermente paradossale dell'inviare la raccomandata all'INPS, consisteva nel fatto che tra la spedizione e il ricevimento potevano passare anche un paio di giorni, a volte di più, e se la durata della prognosi era breve, ad esempio tre giorni, era probabile che l'INPS ricevesse il certificato a malattia terminata, o comunque quando era ormai all'ultimo giorno, con conseguente impossibilità di organizzare eventuali controlli da parte del medico fiscale.

Oggi il certificato di malattia (telematico) viene spedito dal medico all'INPS praticamente in tempo reale via internet, non appena compilato, rendendo teoricamente concreta la possibilità di ritrovarsi la visita del medico fiscale non appena rientrati a casa dall'ambulatorio del proprio medico.

Voi direte: ma a noi cosa frega di 'sta cosa qua? Probabilmente niente, avete ragione, ma siccome sono qui a casa (ancora sotto malattia: che due palle!) che cerco di ingannare il tempo, ve l'ho raccontata. D'altra parte, la procedura con WhatsApp fa risparmiare un sacco di tempo, e in qualche modo, poi, tocca impiegarlo, eh.

mercoledì 27 dicembre 2017

Cosa si legge

L'Istat certifica che ogni anno in Italia diminuisce il numero di quelli che aprono almeno un libro all'anno. Fin qui niente di nuovo. Credo però che basarsi solo sul numero di lettori per trarre qualche conclusione sia fuorviante, senza tenere conto almeno un po' anche della qualità di ciò che si legge.

Uno può leggere anche cinquanta libri all'anno, ad esempio, ma se la metà di questi sono libri di Socci o di Vespa... Non per dire che leggere Socci o Vespa equivalga a non leggere niente, o che al limite sia più istruttivo andare a raccogliere funghi, ci mancherebbe, ma solo per rimarcare come per avere un quadro generale più esaustivo occorra anche vedere cosa si legge.

Cinque ore prima

L'ultima e poi non ci torno più sopra, ché tanto ormai è andata e non ci si fa più niente. Solo per far notare al piemontese senatore Esposito che giustificare l'assenza dal Senato perché comunque il numero legale non si sarebbe raggiunto è una cosa abbastanza patetica. E anche dire "ho preferito tornare dai miei figli cinque ore prima" non ha alcun senso.

Mica te l'ha ordinato il dottore di sacrificarti per fare il senatore, e il tuo mestiere di senatore è essere in aula alla bisogna. I contribuenti ti pagano (lautamente, tra l'altro) per quello. Se il 23 dicembre il Senato è aperto, tu in Senato ci devi stare. Anche io il 23 ho lavorato, e anche a me sarebbe piaciuto andarmene cinque ore prima, ma non l'ho potuto fare perché qua tra noi umani l'abbandono del posto di lavoro è causa più che sufficiente per essere licenziati.

Quindi va bene, avete disertato, avevate fretta perché Natale era alle porte, va tutto bene, ma almeno state zitti.

martedì 26 dicembre 2017

Gliel'ha scritta Soros

Il giornalame di destra è in fibrillazione, dopo l'omelia pro-migranti fatta ieri da Bergoglio. Il più scatenato è Libero ma anche il Giornale non scherza. Dalle parti di Feltri, ad esempio, si dà oggi ampio risalto a un delirio di Diego Fusaro secondo il quale dietro la predica di Natale di Bergoglio ci sarebbe L'Open Society di Soros.

Vi immaginate la scena? George che telefona a papa Ciccio e gli chiede: "Senti, Francesco, ti posso suggerire alcune cose da dire nella messa di Natale, eh? Sai com'è, ci tengo molto e ho pensato che non ci sia niente di male. Ovviamente mi sdebiterò, sta' tranquillo." E che dire del grande sondaggio odierno? "È peggio la Boldrini o Papa Francesco?"

E niente, i grandi cultori e difensori del presepe e della tradizione cristiana non riescono a concepire che il papa spieghi loro cosa significa essere cristiani. Perché il loro concetto di cristianesimo è abbastanza personalizzato e forgiato in modo che non cozzi contro il loro razzismo e la loro intolleranza. Un cristianesimo su misura, via.

La giustificazione di Scalfarotto

Credo che Scalfarotto avrebbe fatto più bella figura a restare in un dignitoso silenzio. Dire infatti che se anche tutti i senatori del PD fossero stati presenti il numero legale per avviare la discussione sullo Ius soli non si sarebbe raggiunto, è una giustificazione abbastanza puerile.

Vera, intendiamoci, ma oltre alla matematica c'è anche altro, non si può ridurre tutto ai numeri, specie su questioni così delicate e importanti che riguardano diritti uguali per tutti.

Se tutti i senatori del PD fossero stati presenti in aula il numero legale non si sarebbe raggiunto comunque, è vero, ma avrebbero dimostrato che a quella legge ci tenevano, la consideravano importante, e sarebbero usciti senza nulla da rimproverarsi. La defezione di un terzo di essi, invece, dimostra che una parte del PD si è appiattita sulle posizioni della Lega, dei centristi e della destra - da notare che la totale defezione dei Cinque stelle si giustifica solo col timore di perdere consensi a destra, subordinando una importantissima questione di diritti a meri calcoli elettorali.

Ecco perché non è una giustificazione quella dei numeri, caro Scalfarotto, ma una toppa peggiore del buco.

domenica 24 dicembre 2017

Buon Natale

Non mi sottraggo all'usuale rito di rivolgere gli auguri di buone feste ai miei 32 lettori. In fondo nella vita abbiamo bisogno anche di ritualità, di certezze, e lo scambio degli auguri nel giorno di Natale rientra in entrambe queste categorie.

I miei auguri arrivano mentre già da un paio di giorni faccio la spola tra il letto e il divano con febbre e tosse, ché qua se non ci si ammala sotto le feste che gusto c'è? Un Natale quindi in compagnia di VivinC, Tachipirina e compagnia bella. Ma non mi lamento assolutamente, dal momento che in giro per lo stivale c'è chi è alle prese con problemi ben più gravi.

Buone feste, di cuore!

"Morto e sepolto"

Le espressioni di giubilo di Calderoli, seguite all'affossamento definitivo, almeno per questa legislatura, dello Ius soli, dànno la misura dello spessore intellettuale e umano del signore in questione, che comunque conoscevamo già da anni, spessore analogo a quello dell'esercito di chi in queste ore gongola alla stessa maniera.

Gioire, dall'alto di una posizione di forza e privilegio, del fatto che a persone di fatto svantaggiate venga negata per legge la possibilità di colmare questo svantaggio e di equipararsi a tutti gli altri dà appunto la misura di questa pochezza.

Forti coi deboli, quindi, e cioè con quegli 800000 ragazzi di fatto italiani ma che la legge continua a inquadrare come stranieri, pur essendo nati qui come i vari Calderoli, Gasparri, Minniti ecc., con tutti gli svantaggi per loro che questo comporta.

Dovete avere una vita ben grama e misera, signori, per ricavare motivi di gioia e soddisfazione dall'infierire su chi è più debole.

sabato 23 dicembre 2017

L'armata perduta di Cambise



La godibilità di questo corposo thriller storico non deriva solo dalla trama avvincente e dai molteplici colpi di scena, compresi quelli numerosi del finale, ma dal fatto che l'autore, Paul Sussman, oltre ad avere la passione per la scrittura, ha anche quella per l'archeologia e la storia, ed ha quindi infarcito la narrazione di numerose e interessanti escursioni storiche riguardanti gli antichi Egizi e gli antichi Persiani.

L'armata perduta di Cambise citata nel titolo, non è frutto di fantasia, ma si riferisce a un tragico avvenimento storico realmente accaduto attorno al 500 a.C. e arrivato fino a noi grazie agli scritti di Erodoto.

Era l'epoca in cui l'impero persiano muoveva alla conquista dell'Egitto. Durante una spedizione militare, l'armata in questione, composta da circa 50000 soldati persiani agli ordini del re achemenide Cambise II, fu sorpresa da una immensa tempesta di sabbia nel deserto occidentale egiziano. L'intera armata fu spazzata via e sepolta e non ci furono superstiti. Sussman ha imbastito le vicende narrate nel libro attorno a questa tragedia e l'ha fatto, a mio modesto parere, in maniera eccellente. Uno dei libri più belli che mi è capitato di leggere quest'anno.

(...)



(Dal libro L'armata perduta di Cambise - P. Sussman)

Il tracollo dei Bitcoin

Mai investito in borsa in vita mia. In primo luogo perché non ho mai capito un accidente riguardo ai meccanismi di funzionamento di tutta la giostra - né, per la verità, mi è mai interessato conoscerli. In secondo luogo perché data la modestissima entità del giro economico familiare, da sempre all'insegna del tanti presi e tanti spesi, anche se la faccenda mi fosse in qualche modo interessata, avrei dovuto soprassedere per mancanza di materia prima.

Leggo del tracollo in borsa dei Bitcoin, la famosa moneta virtuale, com'è stata definita, e penso che già questo aggettivo avrebbe dovuto fare pensare. Virtuale dà l'idea di qualcosa di fittizio, irreale, aleatorio, evanescente. Gli investitori hanno preso quindi parte dei loro risparmi veri e li hanno messi in 'sta cosa virtuale, evanescente, e alla fine, guarda un po', a diventare evanescenti, anzi a svanire proprio, sono stati i loro soldi veri investiti lì.

giovedì 21 dicembre 2017

Fedeli agli errori

Un errore può capitare, per la fretta, la distrazione o quello che volete voi. Due scivoloni grammaticali consecutivi nell'arco di tre giorni cominciano invece a dare un po' da pensare.

Si dirà che in fondo non è così grave avere una ministra che ogni tanto inciampa nella grammatica, e sotto un certo punto di vista potrebbe anche essere vero - la nostra storia recente ha visto sedersi su quello scranno ministre come la Gelmini, per dire.

Però, insomma, un ministro, specie se dell'Istruzione, l'italiano lo deve sapere. Eddai, su, è il minimo sindacale.

mercoledì 20 dicembre 2017

Adesso, per Salvini, terroni, moneta unica e 80 euro vanno bene

Della sua giravolta sul meridione siamo bene o male tutti al corrente. Fino a qualche tempo fa il sud era la causa di tutti i mali del paese, i terroni gentaccia e i napoletani erano colerosi che puzzavano talmente che scappavano anche i cani (su Youtube ci sono ampi e dettagliati contributi in merito). Poi si è accorto che anche al sud votano e che, tutto sommato, quei voti lì saranno pure un po' colerosi ma alla fine mica fanno schifo, e quindi la secessione della Padania è andata in soffitta e sono cominciati i comizi elettorali al sud.

Passiamo all'euro. Ha rotto le appendici pendule per anni in tv, sui social, nei comizi con la storia dell'euro, perché l'euro ci ha rovinato, perché dobbiamo riprenderci la nostra sovranità monetaria e blablabla. "Siamo consapevoli che l’euro è un esperimento fallito. Quindi [...] dobbiamo prepararci per per il dopo" (22.1.2017). Oggi dice che il referendum per uscire dall'euro è una sciocchezza (e questo si sapeva già e glielo si rinfacciava da tempo) e che "c'è la possibilità di avere altre soluzioni per pagare il debito mantenendo l'euro".

Fino a ieri gli 80 euro di Renzi erano elemosina elettorale. "Noi non regaliamo 80 euro a chi vota Lega", strillava nei comizi non più tardi di qualche mese fa. Oggi, improvvisamente, gli 80 euro vanno bene e se andasse al governo li manterrebbe senza problemi

Di questo passo, mi aspetto da un giorno all'altro una dichiarazione dove dica che in fondo l'immigrazione è un problema largamente sopravvalutato, sono ben altre le questioni di cui occuparsi, e penso che ci siano dei limiti nell'avere la faccia come il culo che neppure Berlusconi riuscì a superare.

Il sindaco di Como

I signori in ghingheri e le signore impellicciate e ingioiellate possono da un paio di giorni girare per il centro di Como tranquillamente, senza correre più il rischio di incappare in qualche sgraditissimo mendicante accovacciato lungo i muri con la mano tesa, ché è roba brutta da vedere. E poi, via, il centro è il centro, ci sono gli addobbi, le lucine lungo le vie, i salami in vetrina, e che c'entrano gli straccioni con tutto ciò? Ecco quindi una bella ordinanza del sindaco che autorizza i solerti vigili ad appioppare multe a chi osi tendere la mano, ché il decoro è il decoro, eccheccavolo.

E poi Natale è alle porte, il tempo stringe, e il 25 la gente (presumo anche il sindaco) potrà così uscire dalla chiesa, dopo la santa messa, senza rischiare di incontrare il mendicante di turno. Perché la messa di Natale è importante. Lì si va per rendere omaggio al bambinello appena nato, con grande deferenza e massicce dosi di spirito votivo; quel bambinello che, narra la leggenda, Dio ha voluto nascesse in una stalla, ultimo tra gli ultimi, derelitto tra i derelitti.

Ovviamente, il derelitto dello storytelling evangelico gode di molta più considerazione dei derelitti veri, quelli che fino a un paio di giorni fa si potevano incontrare passeggiando per il centro di Como. Perché anche tra gli ultimi ci sono quelli di serie A e serie B. E al sindaco di Como questo concetto mica sfugge, scherziamo?

lunedì 18 dicembre 2017

(...)



(L'armata perduta di Cambise - P. Sussman)

Ammissioni

Non liquiderei con leggerezza l'ammissione della sua perdita di consensi. Non è cosa da poco per uno con un ego delle dimensioni del suo. Certo, non è arrivato ad ammettere di stare sulle scatole praticamente a tutto lo stivale, come effettivamente è, questo non lo ammetterà mai, ma apprezziamo lo sforzo.

Non era incitamento all'odio religioso

Maurizio Belpietro è stato assolto dall'accusa di offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone. Il fatto non sussiste. Il fatto sarebbe quel "Bastardi islamici" con cui Libero titolò la prima pagina il giorno dopo la strage del Bataclan.

Quindi, per colpa di un manipolo di criminali si apostrofano come bastardi tutti gli islamici del pianeta, indistintamente, e per il giudice in tutto ciò non c'è niente di offensivo.

Eccezion fatta per l'intelligenza e il buon senso, forse.

domenica 17 dicembre 2017

Il congiuntivo della ministra e la vittima sacrificale

Ancora più interessante del famigerato congiuntivo sbagliato dalla ministra Fedeli, è la lettera con cui il suo portavoce, attraverso una articolata spiegazione in perfetto stile cercare di vendere aria fritta, prova a salvare la ministra dalla figuraccia addossandosi ogni responsabilità.

La rivoluzione del presepe (e dell'ipocrisia)

Non so se sia vero che nessuno fa più il presepe, né so quanto ci sia di vero nel fatto che in molte scuole non si faccia più per non offendere altre culture. Certo, qualche caso ogni tanto fa capolino da qualche cronaca locale, ma da qui ad assumere che ciò sia la regola, come vuole capziosamente fare intendere la Meloni, ce ne passa.

Per quel che può valere la mia testimonianza, ho alcuni colleghi di lavoro musulmani con figli che vanno regolarmente a scuola, e a costoro non dà alcun fastidio che in queste scuole si allestisca il presepe, anzi, tutt'altro.

La Meloni, nel suo rivoluzionario video, appena un pelino velato di ipocrisia ma appena appena, si chiede: "Come fa a offenderti una famiglia che scappa per difendere quel bambino?" Gliel'ha spiegato come meglio non si potrebbe fare il buon Zoro.

sabato 16 dicembre 2017

Famiglia Cristiana in crisi

Mi spiace che Famiglia Cristiana se la passi male, anche se linea editoriale e contenuti sono da tempo quanto ci sia di più lontano da me. Mi spiace perché con quel settimanale lì ci sono cresciuto, e quindi se dovesse chiudere sarebbe un po' come se un pezzo della mia giovinezza se ne andasse con lei.

Dovete sapere - non sono sicuro che di questa cosa ai miei trentadue lettori freghi qualcosa, ma pazienza - che da bambino, essendo cresciuto in una famiglia gravemente cattolica, per lo meno da parte di madre e madre di madre, la domenica si andava a messa, e in fondo alla chiesa, accanto alla cassetta per le offerte, c'era un tavolino su cui erano impilate le copie di Famiglia Cristiana, che chi voleva poteva tranquillamente prendere e portare a casa.

Naturalmente mia madre ne prendeva sempre una copia. Siccome in casa era considerato una sorta di settimanale sacro, una volta letto non è che poi si buttasse via, scherziamo?, sarebbe stato un gesto sacrilego, e quindi le suddette copie venivano accuratamente conservate impilate sul tavolino della sala, perlomeno finché la pila raggiungeva altezze che pregiudicavano la stabilità della stessa.

Io all'epoca avevo già il mio bel da fare con Topolino, Tex Willer, Zagor, Alan Ford, Skorpio, Diabolik e compagnia bella, ma spesso, preso dalla curiosità, mi mettevo a sfogliare anche qualche copia di Famiglia Cristiana. Certo, accostare il settimanale ufficiale della Chiesa Cattolica a Diabolik potrebbe - questo sì - sembrare sacrilego, ma a quell'età il concetto di sacrilegio era ancora di là da conoscere e comprendere.

E insomma, leggevo spesso 'sta benedetta Famiglia Cristiana, e quando la prendevo in mano sapevo subito dove andare; ad esempio nella penultima pagina, dove c'era l'angolo delle vignette e del buon umore. Nella seconda pagina, invece, c'era l'angolo del direttore che risponde, che se non ricordo male all'epoca si chiamava don Zega o qualcosa del genere. Me lo ricordo perché quel nome lo accostavo per assonanza a Don Zaucker, uno dei cattivi del cartone animato Goldrake.

Praticamente, il direttore del settimanale don Zega sceglieva ogni settimana una lettera tra tutte quelle che gli inviavano i lettori e la pubblicava corredata della sua replica. Gli argomenti, da quel poco che mi ricordo, riguardavano problemi di povertà nel mondo, fame, dubbi dei lettori in materia di fede ecc. Diciamo, insomma, che tutto sommato era un giornale che sfogliavo volentieri.

Ecco perché un po' mi spiacerebbe se dovesse abbassare la saracinesca. Sarebbe un po' come se smettessero le pubblicazioni di Diabolik e tutti gli altri. Tutti pezzettini di un periodo della mia vita in cui la preoccupazione più grossa che avevo poteva essere un compito in classe il lunedì mattina. E vabbe', alla fine tutto passa e tutto se ne va.

Travaglio vs Boschi

Non entro nel merito della questione sul tavolo, e cioè le presunte illecite ingerenze della signora Boschi nella vicenda Banca Etruria, ma la suddetta signora è uscita malissimo dalla discussione con Travaglio di ieri sera dalla Gruber. In particolare quando ha accusato il giornalista di riservarle un tale trattamento (che poi sarebbe fare domande, quello che fa ogni giornalista che non sia Fazio) perché donna, ché se fosse stata uomo sarebbe stato diverso, facendo finta di dimenticare che Travaglio ha massacrato Berlusconi (e altri) per vent'anni. Buttarla sul sessismo (inesistente) è tipico di quando non si hanno argomenti.

giovedì 14 dicembre 2017

Il biotestamento è legge

Ci sono voluti anni, lustri addirittura, perché è noto che nel nostro paese le leggi di civiltà e libertà incontrano da sempre più ostacoli che altrove, ma alla fine abbiamo portato a casa la legge sul biotestamento, grazie alla quale, finalmente, ognuno potrà decidere come gestire l'ultima parte della propria vita. Una legge avversata da chi storicamente si è sempre opposto all'affermazione dei diritti e delle libertà, e cioè la destra e la Chiesa.

Fa paura, la libertà, l'ha sempre fatta, e se non fosse chiaro, tutte le rimostranze di chi in questi anni si è speso pateticamente contro l'affermazione di questo sacrosanto diritto, rimostranze che hanno sempre avuto come pretestuosa motivazione la difesa della vita e/o della persona, erano in realtà volte a impedire l'affermazione di una libertà, perché appunto la libertà ha sempre incusso timore.

Da oggi possiamo dire di essere tutti un pochino più liberi, alla faccia di chi ci vuole lì, sempre con le catene ai piedi. E ai letti d'ospedale.

martedì 12 dicembre 2017

L'intelligenza di Satana



Non è che ci voglia poi molto, eh.

(Invito eventuali lettori cattolici che dovessero passare di qui a non prendersela e considerare la frase qui sopra per quello che è: una battuta. D'altra parte, di fronte a certi assist, come resistere?)

Colpa di Grasso

Pietro Grasso dovrà armarsi di tanta pazienza da qui alle prossime elezioni politiche, perché per quelli del PD lui e il suo movimento sono diventati una specie di nemico pubblico numero uno e i bastoni che cercheranno di mettergli tra le ruote non saranno pochi.

Il bello è che, nella foga di ostacolarlo, i piddini si produrranno inevitabilmente in tragicomiche pantomime tipo quella di oggi sui vitalizi, della cui abolizione si parla da un certo numero di lustri senza che ovviamente si sia mai cavato un ragno dal buco. I motivi sono notoriamente abbastanza intuibili: pubblicamente tutti li vogliono abolire, privatamente tutti se li vogliono tenere.

Oggi, di fronte all'ennesimo affossamento del provvedimento, quelli del PD cosa hanno pensato di fare per cercare di salvare un po' la faccia, ammesso che ci sia ancora qualcosa da salvare? Dare la colpa a Grasso. Un governo che è in carica praticamente da cinque anni e che è ormai arrivato al compimento di una legislatura completa non ha voluto eliminarli e cosa fa? Dà la colpa al Presidente del Senato.

Se il PD manterrà questa foga tafazzista fino a marzo, è probabile che riuscirà a regalare a Liberi e uguali il numero di voti necessari al sorpasso.

lunedì 11 dicembre 2017

Gelicidio

Nella mia immensa ignoranza, pensavo che il termine gelicidio fosse un neologismo, una sorta di petaloso in ambito meteorologico. E invece è un termine che esiste da sempre - oddio, da sempre non so ma comunque già noto - nella lingua italiana. E niente, siamo su questa terra anche per imparare, no?

Grasso (a pelle)

Così, a pelle, e sempre ammesso che alle urne ci vada, il che non è affatto scontato, non mi dispiacerebbe al prossimo giro di giostra elettorale dare il voto a Liberi e uguali. Lo so, in quel mucchio lì c'è anche D'Alema, uno che mi sta sulle balle da quando ho cominciato un po' a interessarmi di politica, ma che alternative ci sono, dal momento che il panorama generale è desolante?
Però, cari Grasso e soci, almeno l'ABC: uno straccio di sito internet con uno straccio di programma metteteli online, giusto per capire bene chi siete e cosa volete fare, eh.

domenica 10 dicembre 2017

Parlando

Negli ultimi giorni mi è capitato di parlare con persone diverse. Alcune sostenevano queste tesi:

- La cura del cancro è stata scoperta già da tempo, la tengono nascosta perché se no la gente vivrebbe troppo e porterebbe il sistema previdenziale e sanitario al collasso.

- Con Trump è finalmente arrivata un'amministrazione che riporterà gli USA agli antichi fasti.

- Nella bolletta della luce c'è una voce più o meno occulta tramite cui lo Stato finanzia lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici.

Una volta mi sarei messo con pazienza a discutere e argomentare, ora lascio correre, non me ne frega più niente, credo dipenda dal fatto che invecchio e non ne ho più voglia.

(Per quanto riguarda i pannelli fotovoltaici, non è totalmente infondata la storia che sostiene il tipo, è solo imprecisa, nel senso che esiste effettivamente una specie di sottovoce, chiamata A3, attraverso la quale viene prelevata una quota destinata a finanziare le agevolazioni di chi acquista e installa pannelli fotovoltaici, ma (a) non è occulta e (b) finanzia tutto il processo, dall'installazione alla dismissione e smaltimento, non solo quest'ultimo.)

sabato 9 dicembre 2017

Como

Ciò che preoccupa di più, almeno a chi scrive, è che nel 2017 ci sia ancora bisogno di manifestazioni di condanna dei numerosissimi rigurgiti neofascisti di cui ogni giorno veniamo a conoscenza.

Sono passati più di settant'anni da quei fatti; un paese normale avrebbe già da tempo metabolizzato, fatto i conti con quell'antica vergogna.

Noi non solo non li abbiamo fatti, ma vivendo prigionieri in un paese in cui la memoria storica si ferma a cosa si è mangiato la sera prima, un paese che considera i libri alla stregua di soprammobili e in cui leader neofascisti vengono addirittura invitati in prima serata nel talk-show, ecco, finché vivremo in un paese così quei conti non li faremo mai.

Stamattina

Stamattina, poco dopo le otto, ho pensato: Che faccio? Vado a fare la mia passeggiata giornaliera o rinuncio? La mia titubanza era dettata dal fatto che dalla finestra vedevo certi nuvoloni avanzare che non promettevano niente di buono. E anche l'app meteo sul cellulare mi consigliava di stare a casa al calduccio.

Prendere su un ombrello? Scomodissimo. Quando si cammina, l'ombrello chiuso da portare appresso è uno degli impicci più fastidiosi che si possano immaginare, senza contare che durante la marcia si impiglia regolarmente nei fili degli auricolari.

Comunque, alla fine, ho rischiato. Auricolari nelle orecchie, giacchetto pesante e via: o la va o la spacca. È andata. Quarantacinque minuti di camminata completamente all'asciutto, con le prime gocce che hanno cominciato a cadere non appena ho messo piede sotto il portico di casa.

Adesso piove a dirotto e sembra pioverà fino a stasera, ma ormai io sono al sicuro, faccia quello che vuole.

Tre giorni

A casa, finalmente, dopo una giornata lavorativa di quelle che mi fanno pensare che in una vita precedente devo averla fatta grossa. E adesso tre giorni di relax e cazzeggio libero. Tre giorni per leggere, scrivere, andare a camminare. Anzi, a camminare mi sa di no, ché le previsioni per i prossimi giorni non sono belle. Vorrà dire che mi butterò sui libri. Qua ci si accontenta con poco.

mercoledì 6 dicembre 2017

Un uomo sulla soglia



A Samson Green, 36 anni, stimato professore di letteratura del Novecento alla Columbia University, viene diagnosticato un cancro benigno al cervello che necessita di essere immediatamente rimosso. L'operazione riesce, ma assieme al cancro se ne va parte del bagaglio di memorie che l'uomo ha accumulato nella sua vita, e precisamente il "buco" abbraccia l'arco di tempo che va dai dodici anni alla data dell'operazione.

Al risveglio, Samson si ritrova con una moglie diventata da un giorno all'altro una sconosciuta e una casa e degli amici che non sa più riconoscere. Pure il suo mestiere, che amava tanto, diventa un perfetto sconosciuto. Anna, sua moglie, prova in tutti i modi di sollecitare la sua memoria ma invano. Alla fine lei si arrende e lui se ne va di casa, non sapendo come gestire la convivenza con una donna che non conosce.

È un romanzo toccante e amaro che racchiude, e suggerisce al lettore, più di una riflessione: sulla vita, sulla memoria, sul tempo che passa, sulle relazioni umane. Se volete, segnatevelo, a mio parere merita.

I blog che seguo

I blog di cui Blogger mi invia le notifiche ogni volta che vengono aggiornati, alcuni di questi li vedete nel blogroll qui a destra se visualizzate questo post da pc, sono poco più di quaranta. Quarantadue, mi pare, non ricordo bene. Dovrei andare a controllare ma non ho voglia, e poi in questo momento sto scrivendo col cellulare e accedere alla bacheca di Blogger con Chrome da device mobile non è agevole.

Alcuni di questi blog li seguo da quando ho aperto il mio, undici anni fa circa, altri li ho aggiunti man mano che li ho scoperti. Gli argomenti che trattano i blog che seguo sono i più diversi: informatica, tecnologia, economia, giornalismo, media, attualità, politica, libri, riflessioni personali ecc. Anche la frequenza con cui vengono aggiornati è diversissima. Si va da quelli che vengono aggiornati con cadenza giornaliera a quelli aggiornati con cadenza grosso modo settimanale o anche maggiore.

Alcuni blog sono lì fermi da mesi, altri da anni, come soprammobili pieni di polvere in case disabitate - è la prima similitudine che mi è venuta in mente. Forse i tenutari dei blog pieni di polvere si sono lasciati sedurre dall'avvento dei social, più cool, più immediati, meno impegnativi, e li hanno abbandonati così al loro destino. O forse si sono semplicemente stancati.

I blog che seguo e che ogni giorno, quando rientro dal lavoro, vado a leggere, è un po' come se fossero una specie di famiglia dove ci si conosce tutti. Ad alcuni ci sono anche affezionato. Mi piace andare a vedere cosa hanno scritto di nuovo i tenutari, quali riflessioni o pensieri hanno convertito in bit, quale vicenda ha attirato la loro attenzione spingendoli a scriverci su.

Restando al paragone con la famiglia, è un po' come quando si torna a casa la sera e ci si racconta com'è andata la giornata, quali novità ci sono state e cose così.

Bello.

martedì 5 dicembre 2017

lunedì 4 dicembre 2017

Il Salvini minacciato

Il post che ha scritto quell'idiota è da stigmatizzare e da condannare senza appello, naturalmente. Una volta chiarito questo, Salvini non è che può strillare più di tanto, né tanto meno vestire i panni della vittima, per il semplicissimo motivo che se si passa una vita a seminare odio, poi è quello, l'odio, che si raccoglie. Talmente banale che forse ci può arrivare anche lui.

4 dicembre, e siamo ancora tutti vivi

È passato un anno da quando il terrorismo mediatico di stampo renziano aveva pronosticato, in caso di vittoria del No, ogni sciagura possibile e immaginabile, ma le tanto temute cavallette non sono arrivate, gli investitori esteri bene o male osano ancora avventurarsi al di qua delle Alpi, lo spread è buono lì nei suoi parametri di sempre, mentre il PIL - qui Confindustria aveva preconizzato cadute tipo i gravi che Galileo si narra lanciò dalla Torre di Pisa - pare sia addirittura in risalita.

Erano tutte balle, insomma, tipo quella che lui e il suo entourage si sarebbero tolti di torno in caso di sconfitta. Sono ancora tutti lì, come se niente fosse successo, una disgrazia, questa sì, che assomma in sé tutte quelle che non si sono verificate.

domenica 3 dicembre 2017

Bibliomania patologica?

Tranquilli, la bibliomania non è ancora stata inserita nel novero dei comportamenti che creano dipendenza. Cioè, rettifico, leggere può creare dipendenza, e chi scrive ne sa qualcosa, ma l'esperto dice che la lettura "non è imputabile di nessun crimine", almeno finché non sarà dimostrato il contrario. E qua si tira un sospiro di sollievo.

sabato 2 dicembre 2017

La riforma fiscale (già vista) di Trump

La riforma fiscale voluta da Trump che sta per entrare in vigore, che riassumendo brutalmente prevede sostanziosi tagli di tasse ad aziende e persone ricche, è un film già visto durante le amministrazioni Reagan e Bush e ripropone una vecchia ricetta da sempre cara alla destra americana: tagliare le tasse ai ceti più abbienti nella speranza che ciò porti a una crescita dell'economia i cui benefici vadano poi anche a vantaggio dei meno abbienti.

È andata così le volte precedenti? No, questa ricetta ha sempre portato a un vertiginoso aumento delle sperequazioni e della forbice che divide le fasce ricche da quelle povere (la classe media nel frattempo è evaporata). I ricchi diventano numericamente e progressivamente sempre meno ma sempre più ricchi; i poveri diventano sempre di più e sempre più poveri. È sufficiente leggere qualche libro, tipo ad esempio La grande frattura di Joseph Stiglitz, dove queste cose sono spiegate in dettaglio, per rendersene conto.

Trump evidentemente non l'ha letto.

Non è un paese per vecchi



Si potrebbe definire un romanzo sulla decadenza della società, morale, di valori, di ideali, di punti di riferimento, una decadenza generale raccontata partendo dalle vicende criminali e di violenza che vedono contrapposti gruppi di narcotrafficanti a cavallo del confine tra Texas e Messico.

Molto belle le riflessioni dello sceriffo Ed Tom Bell che anticipano ogni capitolo, e molto gradevole anche il tipo di prosa utilizzato da McCarthy: asciutto, immediato, privo di fronzoli e costellato di frasi lapidarie ma ricche di significato e interpretabili in più sensi. Un libro all'apparenza semplice ma che, una volta terminato, lascia parecchi spunti di riflessione su cui indugiare.

Lasciatelo nell'oblio

So che è difficile, ma almeno provateci. So che dare a risalto a ogni sua stronzata, mostrando oltretutto una finta indignazione, porta clic, ma provate una volta per tutte ad avere un sussulto di serietà. Invece di titolare "Salvini shock" ad ogni suo peto orale, parlate d'altro, e riservategli semmai questo titolo in caso dovesse capitare che dica una cosa intelligente.

giovedì 30 novembre 2017

Thriller e The Wall

Il 30 novembre è una data che per gli appassionati di musica ha un certo significato. In questo giorno, infatti, anche se in anni differenti, videro la luce l'album più venduto della storia del pop e l'album più bello della storia del rock. Il primo dei due è il celeberrimo Thriller di Michael Jackson, che vide la luce esattamente trentacinque anni fa. Il secondo è il leggendario The Wall, dei Pink Floyd, che fu pubblicato il 30 novembre 1979.

Non ho mai amato il genere musicale di cui Michael Jackson è stato alfiere, il pop-rock commerciale, anche se gli stili che caratterizzano Thriller sono differenti e spaziano dal soul all'R&B al rock, ma devo ammettere che in questo disco ci sono dei pezzi veramente belli, tipo ad esempio Billie Jean, Beat it e altri, ed è l'unico suo disco che io abbia in casa e che ogni tanto ascolti.

Quando uscì Thriller io avevo dodici anni e ricordo che spesso, in casa, il sabato pomeriggio si guardava una trasmissione musicale, di cui non mi sovviene il nome, con le classifiche dei dischi più venduti in Italia. Per un lunghissimo periodo, ogni sabato in cima alla classifica c'era sempre 'sto benedetto Thriller, e ricordo che mio padre una volta chiese: "Ma quanti dischi vende 'sto tizio?" In effetti ne vendette poi molti, dal momento che nessuno più lo eguagliò né si intravedono possibilità che ciò possa accadere in futuro.

Di The Wall, invece, ho un ricordo più  sfuocato. Quando uscì avevo nove anni e ancora non sapevo neppure dell'esistenza di un gruppo musicale chiamato Pink Floyd. Mi avvicinai a loro più tardi, grosso modo verso i dodici anni o giù di lì, e li conobbi perché da ragazzino ebbi la fortuna di avere un giro di amici, alcuni anche più grandi di me, che apprezzavano i cantautori e la musica rock seria: Pink Floyd, appunto, ma anche Deep Purple, Led Zeppelin, Who, Clash, Clapton, Dire Straits ecc. (l'elenco è molto più lungo ma taglio).

Ricordo che The Wall me lo fece ascoltare per la prima volta uno di questi miei amici a casa sua, su vinile, ad un volume discretamente alto. A un certo punto fece capolino nella stanza suo padre (mi pare) e chiese: "Ma cosa state ascoltando, la colonna sonora di un film horror?" In effetti, certi intermezzi e certi effetti sonori basati su grida, oggetti che si frantumano e altro, potevano dare questa impressione.

Una volta scoperto, The Wall non l'ho più abbandonato, e ancora oggi è uno degli album dei Pink Floyd, ma non solo, che ascolto e riascolto più volentieri.

mercoledì 29 novembre 2017

Veleno in tribunale

Non so se qualche scrittore dotato di elevate dosi di fantasia abbia mai scritto un libro o un racconto con un epilogo del genere: un imputato che si suicida bevendo veleno durante la lettura della sentenza che ne sancisce la condanna, com'è successo oggi all'Aia.

Difficile dire se col suo gesto estremo Lobodan Prajak abbia voluto semplicemente protestare contro quella che riteneva essere un'ingiustizia - ha continuato fino all'ultimo a dichiararsi innocente - o, più semplicemente, il tutto sia stato frutto di un calcolo.

La condanna che il giudice stava per infliggergli, infatti, prevedeva vent'anni di carcere, e lui ne aveva settantadue. Difficile, quindi, che sarebbe riuscito a uscire vivo dal gabbio e magari ha quindi pensato che tanto valesse darci un taglio subito. Con un notevole coup de théâtre, c'è da dire.

Pioggia

Piove da stamattina e pioverà fino a stasera, almeno qui. Pomeriggio ideale da passare sul divano con un buon libro, e anche per ascoltare qualche canzone. Questa, data la giornata, mi pare particolarmente azzeccata.

martedì 28 novembre 2017

Le fake news secondo zio Tibia

L'argomento che tiene banco in questi giorni, avrete notato, riguarda le cosiddette fake news. Sintetizzando brutalmente, le balle, quelle che più o meno volontariamente e più o meno in buona fede vengono con cadenza pressoché giornaliera propinate alle italiche genti da organi d'informazione, siti, giornalisti, politici ecc.

Tra i tanti che sull'argomento hanno voluto dire la loro c'è anche Sallusti, il quale, in un pregevolissimo editoriale pubblicato ieri dal Giornale, le definisce "notizie false atte a modificare o alterare la realtà per ottenere vantaggi politici o economici, spesso screditando gli avversari." Ma chi sono i maggiori propalatori di fake news? Zio Tibia naturalmente non ha dubbi: i pentastellati e la sinistra. La destra e tutto il giornalame al seguito risultano immacolati. 

Tra le tante fake news pubblicate dall'immacolato Giornale, che a Sallusti deve essere sfuggita, c'è la epica intervista ad Angelino Alfano (avete presente, no?) risalente al 2008, nella quale, a tutta pagina, l'allora ministro della Giustizia, messo lì da Berlusconi, dichiarava a tutta prima pagina che "Tutti gli italiani sono intercettati." Ovviamente era una balla stratosferica, dal momento che gli italiani intercettati, almeno all'epoca, secondo un calcolo del Sole24Ore erano grosso modo 80.000 su oltre 60.000.000 (il calcolo della percentuale lo lascio a voi).

Perché Alfano sparò quella balla stratosferica? E perché Il Giornale le diede risalto? Perché era il periodo in cui il governo presieduto dal tipo delle cene eleganti spingeva per fare passare il famoso/famigerato ddl intercettazioni, col quale il tipo di Arcore voleva mettere un freno al fiume di porcame che veniva fuori dalle intercettazioni che lo riguardavano. 

Ecco, l'intervista ad Alfano pubblicata dal giornale che oggi dirige zio Tibia, era una fake news così come definita da lui: "Notizie false atte a modificare o alterare la realtà per ottenere vantaggi politici." Brutta cosa la memoria corta.

Venti minuti

Capitano quei giorni, tipo oggi ad esempio, in cui ti siedi finalmente per una ventina di minuti per l'agognata pausa pranzo. Ti fermi una ventina di minuti dopo cinque ore tirate in cui non hai avuto tempo manco per andare a pisciare, neanche fossi un lavoratore di Amazon o un operaio a una catena di montaggio.

E allora ti godi quei venti minuti di pausa come se fossero oro, senza pensare che una volta terminati ricomincerai a correre come prima, più di prima, per riuscire a finire ciò che va finito e arrivare a casa a un'ora decente, e senza pensare a quelli, di cui un giorno sì e l'altro pure si legge sui giornali, che possono permettersi il lusso di timbrare e andare poi a fare la spesa, ché tanto chi se ne accorge?

lunedì 27 novembre 2017

Le Leopolde

Ieri ci sono state due Leopolde, leggo, quella ufficiale a Firenze e una specie di contro Leopolda a Milano, organizzata dall'immarcescibile tipo delle cene eleganti.

A Firenze Renzi ha detto che il programma ancora è da definire ma tra le cose sicure ci sarà l'estensione dei famosi/famigerati 80 euro alle famiglie con figli. Ovviamente, sulle coperture neppure una parola - la prima mandata di questo bonus è costata nove miliardi di euro e non ha mosso di un soffio l'economia, dal momento che la stragrande maggioranza di chi l'ha percepito l'ha utilizzato più che altro per pagare qualche bolletta arretrata.

A Milano, invece, c'era quello delle pensioni a mille euro, meno tasse per tutti, impegno di innalzare l'età media a 125 anni (i suoi esperti gli hanno detto che la cosa è fattibile), dentiere gratis e cateteri wireless entro la fine della prossima legislatura. Ovviamente se vince il centrodestra, altrimenti ciccia.

È iniziata la campagna elettorale, Zelig può attendere, la realtà è molto più divertente.

domenica 26 novembre 2017

Meriti e fortune

"Più invecchio e più vedo che i miei meriti reali sono in realtà pochi, e la fortuna tanta. E forse per questo non amo chi è ossessionato dalle metriche del merito, e si sente di aver diritto ad una cosa per le sue abilità sole. Perché queste mi sembrano sempre più marginali rispetto a quel gran tiro di dadi che è la vita di ognuno di noi."

(via Galatea)

I cellulari e la Clark

L'assassino atterra all'aeroporto di Minneapolis. Da lì inizia le ricerche della donna che, come testimone oculare, potrebbe incastrarlo in quanto testimone involontaria di un assassinio commesso da lui. Sa alcune cose di lei, come ad esempio che ha iniziato da poco a frequentare una palestra della città e che, sempre da non molto, lavora alle dipendenze di una società immobiliare. Una volta messo piede nell'aeroporto, le sue ricerche iniziano spulciando un elenco telefonico cartaceo da cui rileva il nome e il telefono di tutte le palestre e le agenzie immobiliari della città, dati che poi l'assassino trascrive pazientemente a penna sulla sua agenda e che gli serviranno per iniziare le ricerche.

I contatti tra le persone avvengono esclusivamente via telefono fisso. Una persona cerca un'altra persona? Avvia una chiamata dal proprio telefono di casa (o da uno pubblico) al telefono di casa della persona desiderata. Se il chiamante ha fortuna, la trova in casa e l'altra risponde, se non ha fortuna riprova più volte finché non ha successo. Nelle situazioni tecnologicamente più progredite, diciamo così, il ricevente ha una segreteria telefonica, naturalmente analogica, sul quale il chiamante può lasciare un messaggio vocale con la preghiera di essere richiamato dopo l'ascolto dello stesso.

Questo scenario, che fa da sfondo a un ottimo giallo di Mary Higgins Clark che sto leggendo in questi giorni, Testimone allo specchio, è lo stesso in cui vivevamo noi non un'eternità fa, ma tre o quattro lustri fa. Oggi l'assassino spulcerebbe l'elenco delle palestre e delle agenzie immobiliari di Minneapolis direttamente dal suo smartphone, magari durante il volo, e arriverebbe a destinazione con l'elenco già memorizzato sul suo device. O, più probabilmente, avrebbe già fatto le sue ricerche da casa, arrivando poi nella città di Prince sapendo esattamente dove andare.

E niente, pensavo - un pensiero banalissimo, in realtà - alla velocità con cui corre la tecnologia e all'impatto che questa frettolosa evoluzione tecnologica ha sulle nostre vite, impatto e implicazioni che a me ancora sorprendono.

sabato 25 novembre 2017

235 bastardi

Ho cercato in rete qualche commento di Salvini al massacro compiuto ieri da terroristi dell'Isis nella moschea egizia di Al Rawdah. Dovesse passare di qui qualche occasionale lettore di Libero o Giornale, gli faccio presente, visto che sicuramente non lo sa, che la moschea è il luogo di culto dei musulmani, così come la sinagoga lo è per gli ebrei e la chiesa per i cristiani, e i 235 poveracci morti nell'attentato erano appunto musulmani che recitavano la preghiera del venerdì.

Sempre per gli eventuali lettori di cui sopra: il venerdì è il giorno sacro per gli islamici, così come il sabato lo è per gli ebrei e la domenica per i cristiani. Quindi è come se i terroristi avessero fatto una strage in una chiesa cristiana la domenica mattina durante la messa. Ma non è stato così, altrimenti i solerti "giornalisti" di cui sopra avrebbero già riempito il loro giornalame con vibranti e indignati editoriali, all'indirizzo magari dei bastardi islamici. Invece a crepare sono stati proprio gli islamici, quindi tutti zitti, se no magari qualche lettore con un quoziente intellettivo appena più alto del livello medio di chi legge quella roba lì avrebbe potuto mangiare la foglia.

A proposito di bastardi islamici, giusto un paio di sere fa ho beccato di passaggio Belpietro che a Piazza pulita, da Formigli, rivendicava la giustezza del titolo che fece Libero all'indomani della strage del Batacalan, e cioè appunto "Bastardi islamici", col povero Formigli che cercava in tutti i modi di spiegargli che quel titolo era fuorviante, tendenzioso e disonesto in quanto avallava capziosamente la falsa equazione Islam = terrorismo.

Intendiamoci, sia Belpietro che i suoi degni compari sanno benissimo che non è così, ma, come si dice, tengono famiglia, hanno un certo numero di lettori molto inclini a dare la precedenza alla pancia piuttosto che all'intelletto, e questi vanno conservati amorevolmente e con cura.

Come il Kursk

La vicenda del sottomarino argentino, disperso da giorni nelle acque dell'Atlantico australe, mi ha fatto tornare in mente un'analoga tragedia accaduta diciassette anni fa, quella del sottomarino nucleare russo Kursk, affondato in seguito a due esplosioni avvenute a bordo.

Il Kursk, danneggiato dalle due deflagrazioni, si adagiò a oltre cento metri di profondità sul fondale del Mare di Barents. Gran parte dei componenti dell'equipaggio perì immediatamente a causa delle due esplosioni, e credo che sia stato meglio così, mentre circa una ventina di marinai si rifugiò in un compartimento stagno a poppa del sommergibile in attesa dei soccorsi, soccorsi che purtroppo furono rallentati dalle condizioni avverse del tempo e dalla colpevole ritrosia della Russia ad accettare aiuto da altre nazioni - si decise quando ormai era troppo tardi.

Uno dei marinai sopravvissuti alle esplosioni, mentre si trovava nel piccolo compartimento assieme agli altri, conscio che la sorte sua e dei compagni era ormai segnata, si mise a scrivere a penna su un foglio di carta una specie di diario delle ultime ore, in cui annotò gli orari, la situazione e gli stati d'animo dei sopravvissuti (stati d'animo che si possono immaginare), sperando che qualcuno avrebbe prima o poi trovato quegli appunti. Le ultime note il marinaio le scrisse al buio, andando a tentoni.

Quella specie di mini diario venne poi trovato e portato alla luce quando una squadra di soccorritori norvegesi riuscì finalmente a raggiungere lo scafo, aprire uno dei portelloni posteriori ed entrare nel comparto, ormai completamente allagato, del Kursk.

Sarebbe bello che la storia del sommergibile argentino avesse un epilogo diverso, ma temo che non sarà così.

giovedì 23 novembre 2017

Mattia Feltri e le spose bambine

Non credo si possa aggiungere qualcosa di nuovo a quanto è già stato scritto in ogni dove sul grosso granchio preso da Mattia Feltri ieri mattina, all'interno della sua consueta rubrica mattutina su La Stampa, e cioè quello di aver preso frettolosamente per buona una notizia che in realtà era una bufala e averci ricamato su il suo pistolotto quotidiano. Succede. Di bufale ne girano tante e a volte ci si può incappare. Sarebbe bastato limitarsi alle scuse, come ha effettivamente fatto, e chiusa lì. Invece no, in cambio delle scuse ha preteso incomprensibilmente di riaffermare la sua tesi, quella del legame tra religione musulmana e fenomeno delle spose bambine, andando pateticamente a cozzare contro la realtà oggettiva dei fatti, e cioè che questo fenomeno è molto più legato alle condizioni sociali che alla religione. Peccato, giornalismo con la G maiuscola 1, Feltri 0.

Muore Silente



Ebbene sì, il sesto e penultimo libro della saga potteriana, che ho terminato poco fa, si chiude con la morte di Silente. Un epilogo che sinceramente non mi aspettavo. Ma perché Harry Potter, qualcuno si chiederà? Come forse i miei lettori più assidui ricorderanno, a inizio anno avevo preso l'impegno con le mie figlie, specialmente con Francesca, quella più fanatica della saga ideata dalla Rowling, di leggere entro il 2017 tutti e sette i libri che la compongono, e così, tra i vari saggi e romanzi che mi hanno tenuto compagnia durante questo anno ormai agli sgoccioli, ho infilato qua e là anche questi. Adesso mi manca appunto solo l'ultimo, il settimo, quello in cui presumibilmente verranno al pettine tutti i nodi, e sono tanti, rimasti irrisolti.

Credo di essere uno dei pochi, o comunque in netta minoranza rispetto alla massa di fanatici sparsi in giro per il globo, ad aver letto quasi tutti i libri senza aver visto neppure un film. A dire il vero, tempo fa, sempre su input di Francesca avevo iniziato a guardare il primo della serie, ma mi ero addormentato sul divano dopo un quarto d'ora. Niente da fare, i libri sono tutta un'altra storia.

The endless river



Ho messo un po' di tempo fa The endless river nel mio smartphone. Lo ascolto spesso quando vado a passeggiare sulle colline dietro casa mia, il pomeriggio dopo il lavoro. È l'ultimo album in studio dei Pink Floyd ed è uscito nel 2014, quando già Richard Wright era passato a miglior vita. È un album caratterizzato da sonorità tipiche floydiane, che magari a un primo impatto può apparire ermetico, difficile, e la cui bellezza piena si assapora dopo un po' di ascolti. D'altra parte si tratta di musica che induce alla riflessione, evocativa, quella appunto tipica di Gilmour e soci, che va assaporata e goduta centellinandola, niente a che vedere con certa robaccia usa e getta che gira oggi.
E niente, è un gran bel disco.

mercoledì 22 novembre 2017

È candidabile?

Non so, magari là a Strasburgo sentenzieranno che è candidabile, tutto può essere, ma nessuna corte di nessun paese al mondo sentenzierà mai che è presentabile.

martedì 21 novembre 2017

lunedì 20 novembre 2017

Novembre in bicicletta



La massima di oggi è 12° e secondo il mio smartphone questo valore si raggiunge a metà pomeriggio, grosso modo quando torno dal lavoro. È vero, la mattina presto è un po' freschino, fra i tre e i cinque gradi, ma è sufficiente coprirsi un po' e il problema è risolto. Tutto questo per dire che, pur trovandoci nella seconda metà di novembre, il coraggioso tenutario di questo blog continua ad andare e tornare dal lavoro in bicicletta.

La scelta

Posto che la distinzione tra destra e sinistra non ha più alcun senso, almeno nell'attuale sistema politico italiano, e dal momento che comunque dove ti giri è tutta destra a perdita d'occhio - e sorvoliamo sui tantissimi segnali sociali di rigurgiti fascisti - che si fa? L'unica distinzione politica rimasta, è forse tra chi prende per i fondelli e chi cerca di essere serio. Altre opzioni non ne vedo.

domenica 19 novembre 2017

Mille euro al mese di pensione per tutti

Dice l'inossidabile tipo delle cene eleganti che se il centrodestra vincerà le elezioni, il primo provvedimento all'esame del governo sarà l'innalzamento delle pensioni per tutti a mille euro, ovviamente per tredici mensilità, perché è noto che una balla più si spara grossa e più risulta credibile. Che Berlusconi prometta questa cosa non è una novità, l'aveva già fatto altre volte in passato, e ogni volta aveva sempre trovato qualche gonzo disposto a crederci - Renzi, ad esempio, altro noto cazzaro, questa cosa non l'ha mai promessa, conscio che non è fattibile. Ma perché non è fattibile e non lo sarà mai? Proviamo a fare due conti.

I pensionati sotto i mille euro al mese sono attualmente, su una platea totale di circa 15,5 milioni di persone, 5,6 milioni, di cui due milioni sotto i cinquecento euro. Ipotizziamo per comodità di calcolo che tutti i 5,6 milioni di pensionati sotto i 1000 euro ne percepiscano 750 al mese e facciamo due conti. 250 x 5.600.000 = 1.400.000.000. Quindi, se si innalzasse la pensione per tutti a mille euro, lo Stato dovrebbe aggiungere la bellezza di un miliardo e quattrocento milioni di euro per pagare un solo mese di adeguamento a mille euro alla platea di aventi diritto. Siccome il cazzaro di Arcore ha promesso tredici mensilità, si fa presto a fare il conto: 1.400.000.000 x 13 = 18.200.000.000, scritto in lettere: diciotto miliardi e duecento milioni euro. Tutto questo, attenzione, non come spesa totale, ma, come scrivevo sopra, solo per compensare la differenza tra i 750 e i 1000 al mese e ovviamente per un solo anno.

Chi ha una qualche dimestichezza coi conti dello Stato (e dell'Inps) si rende conto subito che si tratta di una boutade elettorale, che tra l'altro viene dal tipo che tra le tante cazzate che ha sparato c'era quella della sconfitta del cancro in tre anni, giusto per rendere l'idea. Eppure molti ci crederanno, come hanno creduto a tutto quello che ha promesso questa specie di mummia imbalsamata e non ha mantenuto.

Only in Italy.

sabato 18 novembre 2017

Le particelle elementari



Fino a circa tre quarti delle trecento e passa pagine di questo libro, sono stato indeciso se considerarlo un capolavoro o un obbrobrio. Poi sono arrivato alla fine e il dubbio non si è sciolto, e non si è sciolto perché il tomo in questione è composto da pagine piene di profonde e interessanti riflessioni sulla vita, sulla morte, sull'uomo e sulle sue paturnie e manie, alternate ad altre che sembrano prese pari pari dal Kamasutra. Alla fine, insomma, non si capisce - io almeno non l'ho capito - se si abbia in mano un saggio storico, un'opera di narrativa o cosa.
Molto brevemente, nel libro si narrano le vicende di due fratellastri, Michel e Bruno, accomunati dall'abbandono da parte della madre nell'epoca libertina degli anni '70 e '80. Michel è uno scienziato dedito alla biologia molecolare, che vive una vita totalmente priva di passioni ed emozioni in quanto completamente dedita alla scienza; Bruno è un insegnante, ossessionato dal sesso e costretto, a causa di questa sua patologia, a entrare e uscire continuamente da cliniche psichiatriche. Due vite sostanzialmente parallele che alla fine saranno destinate ad incontrarsi. Mentre ancora sono indeciso se aver letto un capolavoro o un obbrobrio, segnalo come molto interessante tutta la parte in cui Houllebecq descrive il contesto sociale e l'evoluzione storica, a partire dal 1970, che ha portato al massacro dei valori morali di cui oggi vediamo i risultati.

venerdì 17 novembre 2017

Papa Francesco e il fine vita

Ciò che ha detto oggi Bergoglio sull'annosa faccenda del fine vita, cioè che "È moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico definito proporzionalità delle cure", parole che molti, frettolosamente, hanno bollato come apertura verso non si sa bene cosa, non rappresentano in realtà nessuna apertura verso alcunché, né tantomeno possono essere descritte come una strabiliante novità. Sono semplicemente la riproposizione quasi letterale dell'art. 2278 del Catechismo ufficiale della Chiesa cattolica.
I soliti poveri di spirito, che avevano già interpretato il tutto come una possibile apertura verso l'eutanasia, si mettano il cuore in pace. Bergoglio, come del resto i suoi predecessori, su questa non si muove di un millimetro.

Totò Riina e la cattiveria

Leggendo della morte di Riina mi è venuta in mente una cosa riguardo alla cattiveria. Perché Riina era molto cattivo, se mi concedete l'eufemismo, no? Ma cattivi si nasce o si diventa? Non so quanti tra i miei trentadue lettori si siano mai posti questo interrogativo. Io, sinceramente, mai, almeno che ricordi. Comunque sia, cattivi si diventa, e lo spiega in maniera molto chiara Rita Levi-Montalcini in questo libro che ho giusto finito di leggere qualche giorno fa.
Riassumendo brutalmente, la spiegazione sta nel fatto che i figli degli uomini differiscono da quelli di altri mammiferi per la lentezza del loro sviluppo somatico e intellettuale, che li rende di fatto dipendenti per lungo tempo, dalla nascita alla puberta', dai genitori, e la protratta dipendenza dagli adulti lascia un marchio indelebile sulla strutture nervose che presiedono al comportamento dell'individuo una volta adulto.
In sostanza, quindi, non si nasce buoni o cattivi, mansueti o feroci, ma tutto dipende dal tipo di ambiente sociale e familiare in cui si cresce, dal che si deduce che quello in cui è cresciuto Riina non doveva essere granché.

mercoledì 15 novembre 2017

Molestie da sconosciuti

Stavo pensando che tutto il lungo elenco di personaggi del mondo del cinema, venuto fuori dopo che con Weinstein si è aperto il vaso del porcame, è per me, salvo alcune eccezioni, composto di perfetti sconosciuti. Certo, Hoffman lo conosco, è naturale - se non ricordo male è stato tirato in ballo pure lui - e anche la figlia di Dario Argento. Non perché abbia visto qualche suo film, figuriamoci, solo perché anni fa mi pare fece scalpore una sua immagine in cui limonava con un Dobermann (mi pare fosse un Dobermann ma potrei anche sbagliarmi, comunque era un cane di grossa taglia) e quella immagine, e relative polemiche, mi è rimasta in mente.
Per il resto, buio assoluto. Anche 'sto Brizzi, di cui si parla molto in questi giorni, è per me un perfetto sconosciuto. Ma è colpa mia, ammesso che di colpa si tratti. I cinema li frequento rarissimamente e film a casa ne vedo ancora meno. Giusto qualche serie televisiva.

martedì 14 novembre 2017

Il Pil sale (anche se ha vinto il no)

Ricordate il terrorismo mediatico con cui il cazzaro ci ha fracassato le appendici pendule per un anno, quando delirava di crollo del Pil e spread alle stelle se avesse vinto il no al suo referendum costituzionale (mancava giusto che evocasse l'invasione delle cavallette)? Bene. Oggi l'Istat ha certificato che "il prodotto interno lordo, per il terzo trimestre dell'anno è cresciuto dello 0,5% rispetto al precedente. La crescita di beni e servizi prodotti in Italia nel 2017, secondo le previsioni preliminari comunicate oggi dall'Istat, si attesta quindi a +1,8%." Pronto il commento del cazzaro: "I dati del Pil dimostreranno che la situazione economica migliora non solo per il ciclo in corso. Abbiamo recuperato il gap e la situazione economica vede l'Italia correre più di altri Paesi."
Un'ipotetica invasione di cavallette sarebbe sempre un male minore, rispetto a quello di avere nella stanza dei bottoni gente come lui.

Repubblica, un giornale tutto nuovo

Tra otto giorni Repubblica, il quotidiano fondato da Scalfari, uscirà nelle edicole in una veste tutta nuova, dicono. Nuova grafica, nuovi contenuti, nuovo formato, insomma nuovo tutto, compresa l'immagine simbolo che ne accompagnerà il lancio, che ritrae Berlusconi. Nuovo anche lui, evidentemente, almeno secondo loro.

lunedì 13 novembre 2017

Trani, vaccini, autismo (e la inesistente correlazione)

Tre anni di indagini per appurare cosa? Che tra vaccini e autismo non c'è alcuna correlazione. Roba grossa, eh. Tre anni di indagini serrate, febbrili, fior di consulenti all'opera per accertare quello che era già noto da tempo all'universo mondo: i vaccini non provocano l'autismo. Stop. Una panzana a cui ormai non credono quasi più neppure quei... come chiamarli? Novax, antivax o come caspita si chiamano. Quella gente lì, insomma.

Non mi pare che da questa ridicola inchiesta la Procura di Trani esca bene, ma per riacquistare un po' del prestigio perduto può sempre aprire un'inchiesta sulla pericolosità delle scie chimiche.

Adesso è inverno

Qui è usanza considerare che l'inverno non comincia quando lo dice il calendario con la sua ufficialità, ma quando le colline dell'entroterra si imbiancano, e siccome San Leo, Perticara, S. Agata Feltria, Carpegna ecc. oggi sono imbiancate e la temperatura è scesa in picchiata, ecco che è inverno. È sempre stato così, in ossequio a una specie di tradizione non scritta che affonda le sue radici a quando ero bambino io. Bambino che entrava in fibrillazione perché voleva la neve anche qui a casa, non solo sulle colline del Montefeltro, e si posizionava col naso appiccicato al vetro della finestra in paziente attesa.

Ma qui è zona di bassa, le colline sono tutto attorno, ed è quindi molto più difficile che la bianca coltre si faccia vedere. Difficile ma non impossibile, come dimostrano certe nevicate importanti del passato, tipo il leggendario "nevone" del 2012 e altre.

Oggi, col naso attaccato alla finestra ci sono le mie figlie, grandi tutte e due, ma ancora lì ad aspettare e sperare.

Fox book vs pizza



Mettiamo che io sia un edicolante. Arriva un cliente e mi chiede il libro di Paolo Fox con le previsioni astrologiche per il 2018. Credo che sarei fortemente tentato da due opzioni. La prima sarebbe quella di darglielo e intascarmi così il 28% dei dieci euro del prezzo di copertina. La seconda sarebbe quella di dirgli: "Guardi, se non l'ha ancora buttato, si vada a rileggere quello dell'anno scorso, o di quello prima, o di quello prima ancora e con quei dieci euro si vada mangiare due gustosi quadretti di pizza al taglio qui di fianco."

domenica 12 novembre 2017

San Martino







L'11 novembre è quel giorno in cui qua a Santarcangelo c'è la fiera di san Martino, che con giornate come oggi è una specie di apocalisse, ed è quel giorno in cui io, notoriamente allergico alle epocalissi, vado a camminare in collina.

sabato 11 novembre 2017

Elogio dell'imperfezione



Ho appena terminato Elogio dell'imperfezione, un saggio autobiografico scritto anni fa da Rita Levi-Montalcini. Ho tralasciato, per evidenti ragioni di mancanza di competenza (leggi: non ci capivo niente), le parti in cui la famosissima neurobiologa spiega i dettagli scientifici relativi alle sue ricerche sullo sviluppo del sistema nervoso, quelle ricerche grazie alle quali vincerà il Nobel nel 1986.

La parte autobiografica, invece, quella in cui la scienziata ebrea racconta la sua vita, i suoi studi, i suoi pensieri, la sua profonda avversione alla stupidità del fascismo (nel '38 fu obbligata a emigrare in Belgio per poter continuare le sue ricerche), la sua concezione della vita e della morte, è interessantissima. Conoscevo la Levi-Montalcini solo a livello nozionistico, prima di questo libro, e già la consideravo una grande. Dopo questo libro la ammiro ancora di più.

Il problema della nazionale di calcio

Quindi, adesso, dopo la partitaccia con la Svezia abbiamo il grosso problema della nazionale, che forse sarà esclusa dai mondiali di Russia della prossima estate. È un problema che angoscerà sicuramente milioni di italiani, sicuramente tutti i miei colleghi di lavoro, perché gli italiani sono specialisti nell'angosciarsi per cose che sulla loro vita influiscono come una macchina da cucire sul periodo di rivoluzione di Marte attorno al Sole.

Tra quelli che invece non si angosceranno c'è lo scrivente, del quale del calcio non è mai fregato nulla da sempre. Quindi, a scanso di equivoci, il mio menefreghismo in materia non è dettato da sterile snobismo, ma esclusivamente dal fatto che il calcio non lo seguo.

Ah, lo so, c'è tutto il discorso del prestigio, della figura di palta sullo scenario internazionale e via discorrendo, ma tranquilli, difficile che un'esclusione da una pur importante competizione calcistica possa cambiare qualcosa per quanto riguarda le figure di palta, o la nostra considerazione, sullo scenario internazionale.

venerdì 10 novembre 2017

D'accordo con Sallusti

Non è mai capitato che io sia stato d'accordo con zio Tibia su alcunché. Fino a oggi. Ma non sul contenuto del suo editoriale, dove cerca, arrampicandosi un po' sugli specchi con paragoni improponibili, di giustificare il "se l'è cercata" del parroco bolognese, bensì dove dice alle ragazze che si scambiano foto hard su whatsapp, foto che poi vanno inevitabilmente a finire in rete, che "la noia si supera leggendo un libro, con una risata in compagnia o con un po' di sport." Ecco, per una volta, bravo zio Tibia. 
Finita lì, però, eh?

giovedì 9 novembre 2017

Valigie

Ho sempre pensato, anzi sono sempre stato sicuro, che il plurale di valigia fosse valigie, e che valige, senza la i, fosse grammaticalmente scorretto, convinzione corroborata dal fatto che nei libri ho sempre trovato valigie e mai valige. Sto leggendo in questi giorni Elogio dell'imperfezione, via di mezzo tra saggio e autobiografia di Rita Levi-Montalcini, e per due volte consecutive ho trovato scritto valige, senza la i. La prima volta ho pensato a un errore di stampa; con la seconda, invece, si è insinuata una piccola crepa nel muro della mia granitica certezza grammaticale. Il dubbio si è poi risolto dopo la consultazione dello Zanichelli e del Garzanti, i quali ammettono come forma corretta sia valigie che valige.
Prendo atto.

mercoledì 8 novembre 2017

Il tempo di Augias

Seguo da un po', e devo dire con un certo interesse, la videorubrica Racconti, attraverso la quale Corrado Augias quasi giornalmente commenta le uscite dei nuovi libri, e devo ammettere che provo una invidia sfrenata per il tempo che il giornalista ha la possibilità di dedicare ai libri. Lo invidio, sì, perché vorrei avere anch'io quel tempo lì, mentre invece riesco a dedicare alla lettura un'oretta o due, due quando va bene, nel tardo pomeriggio, dopo essere rientrato dal lavoro ed essere passato di qui a vedere cosa succede nel mondo. Poi, certo, mi rifaccio nel weekend, ma, come dire?, mi perseguita quella sensazione di non aver abbastanza tempo per fare tutte le cose che vorrei fare. Che poi non è neppure una sensazione, è la realtà. Vabbe'...

lunedì 6 novembre 2017

Più fedeli armati

Dice Trump, in merito alla strage in una chiesa del Texas compiuta da un ex militare, che le armi non c'entrano niente, e che anzi è stato un bene che qualcuno lì in zona fosse armato, perché ha così potuto neutralizzare il tipo che ha sbroccato impedendo che il bilancio di morti e feriti fosse più grave.

A Trump ha fatto eco il Procuratore generale del Texas. "La strage di fedeli in chiesa dimostra che c'è bisogno di più parrocchiani armati che possano rispondere a tono a minacce simili".

Secondo queste due menti eccelse, quindi, ai disastri e alle tragedie provocati dalla incredibile facilità con cui negli USA circolano armi, si può rimediare imbottendo ancora di più la gente di pistole. Il ragionamento non fa una piega, mi pare.