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domenica 31 dicembre 2023

Il mio anno in libri

Come faccio tradizionalmente alla fine di ogni anno, pubblico qui di seguito l'elenco dei libri che mi hanno tenuto compagnia in questo 2023 che sta per chiudersi. Sono un lettore onnivoro e quindi i titoli sono relativi sia a libri di narrativa che di saggistica. 

Le scoperte più belle di quest'anno sono state gli scrittori Greg Iles e Cormac McCarthy, quest'ultimo scomparso nel giugno scorso. Tra i classici che ho letto menziono assolutamente Guerra e pace, una lacuna che da tempo mi ero imposto di colmare. Ma anche I Buddenbrook, di Thomas Mann, e It, di Stephen King (quest'ultimo è una rilettura). L'accostamento tra It e i Buddenbrook non stupisca: ci sono opere di King, e It è tra queste, che a mio modesto parere possono tranquillamente essere equiparate ai classici come oggi li intendiamo.

Questo è stato anche l'anno di Charles Darwin. Il grande naturalista inglese è da tempo un mio mito e quest'anno, dopo aver letto molto su di lui, mi sono avvicinato a un paio di suoi libri: Lettere sulla religione, curato da Telmo Pievani, e la sua opera forse più universalmente nota: L'origine delle specie, uno dei cardini della scienza e della biologia e l'opera scientifica che forse più di ogni altra ha fatto da spartiacque tra la concezione della vita prima di questo libro e dopo.

Di alcuni libri ho scritto qualche nota qui, ma solo di alcuni. Una volta mi impegnavo a recensire ogni libro che leggevo, adesso non ne ho più voglia e mi limito a scrivere qualcosa solo relativamente a quelli che mi piacciono di più. Sarà l'età.

Approfitto per augurare buon 2024 a chi passerà di qui.


1) Linguaggio - F. Ferretti

2) Il mio lungo viaggio - P. Angela 

3) Ragione e sentimento - J. Austen 

4) Una mutevole verità - G. Carofiglio 

5) La figlia unica - G. Nettel

6) Pulvis et umbra - A. Manzini

7) Grandi dei - A. Norenzayan

8) La neve di primavera - M. R. Milesi 

9) Cemetery road - G. Iles

10) Il sogno di volare - C. Lucarelli

11) Il paziente sbagliato - J. Shemilt 

12) Dolores Claiborne - S. King

13) Parole nomadi - U. Galimberti 

14) La ragazza del treno - P. Hawkins

15) La nausea - Jean-Paul Sartre

16) La ragazza di neve - J. Castillo 

17) Guerra e pace - L. Tolstoj

18) La società liquida - T. Leoncini

19) Gli onori di casa - A. Giménez-Bartlett

20) Cinque blues per la banda Monterossi - A. Robecchi

21) Urla nel silenzio - A. Marsons 

22) La Marie del porto - G. Simenon

23) Avviso ai naviganti - A. Proulx 

24) Morte - D. Stella

25) L'altra Grace - M. Atwood

26) Franco Battiato, le storie dietro le canzoni - C. Spessato

27) Blaze - S. King

28) Senza respiro - D. Quammen

29) Il richiamo del cuculo - R. Galbraith

30) Possiamo salvare il mondo prima di cena - J. S. Foer 

31) Testimone la notte - D. Bresciani 

32) Il maestro e Margherita - M. Bulgakov

33) Coraggio - V. Andreoli

34) Vedova per un anno - J. Irving

35) Il pane perduto - E. Bruck

36) Notte selvaggia - J. Thompson

37) Clean - G. Cooper

38) Elogio della lentezza - L. Maffei

39) Ad occhi chiusi - G. Carofiglio 

40) Le perfezioni provvisorie - G. Carofiglio

41) Un antropologo su Marte - O. Sacks

42) Senza colpa - C. Link

43) Il Titanic delle pensioni - S. Rizzo

44) Ho sposato un comunista - P. Roth

45) La simmetria dei desideri - E. Nevo

46) Lettere sulla religione - C. Darwin

47) Il canto di Penelope - M. Atwood

48) Una persona alla volta - G. Strada

49) Non è un paese per vecchi - C. McCarthy

50) La scienza della felicità - Francesco e Luca Cavalli Sforza 

51) Suttree - C. McCarthy

52) Rancore - G. Carofiglio

53) Non lasciarmi - K. Ishiguro

54) La strada - C. McCarthy

55) La donna che rise di Dio - R. Mercadini

56) Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza - J. Jaynes

57) Angélique - G. Musso

58) Lettera a un adolescente - V. Andreoli

59) I truffatori - J. Thompson

60) I Buddenbrook - T. Mann

61) It - S. King

62) Il libro dell'inquietudine - F. Pessoa

63) La strada di casa - K. Haruf

64) La ragazza di Bube - C. Cassola

65) Domani nella battaglia pensa a me - J. Marías

66) Cosa rispondere a un razzista - A. Rutherford

67) La prevalenza del cretino - Fruttero & Lucentini

68) Holly - S. King

69) Ragionevoli dubbi - E. Carofiglio

70) L'uomo che cadde sulla Terra - W. Tevis

71) Paesaggi dell'anima - U. Galimberti

72) L'oblio che saremo - H. Abad

73) Undici minuti - P. Coelho

74) Il martello dell'eden - K. Follett

75) Sottomissione - M. Houellebecq

76) Il provinciale - G. Bocca

77) L'animale morente - P. Roth

78) Estate di morte - H. Coben

79) Al di là del bene e del male - F. Nietszche

80) Canto della pianura - K. Haruf

81) Breve storia della decrescita - S. Latouche

82) La via del male - R. Galbraith

83) Cinque indagini romane per Rocco Schiavone - A. Manzini

84) Una faccenda privata - G. Iles

85) Cristiani perseguitati e persecutori - F. Cardini

86) Le otto montagne - P. Cognetti

87) La memoria del fiume  - G. Iles

88) Crocevia - M. V. Llosa

89) Meridiano di sangue - C. McCarthy

90) Come funziona la mente - S. Pinker

91) L'origine delle specie - C. Darwin

92) La voce invisibile del vento - C. Sanchez

93) L'estate fredda - E. Carofiglio

94) L'incontro - M. Murgia

95) Il principe delle maree - P. Conroy

96) Geopolitica umana - D. Fabbri

97) Due vite - E. Trevi

sabato 30 dicembre 2023

Né politici né statisti


Il 30 dicembre 2012 se ne andava la grande scienziata Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina per le sue ricerche neuroscientifiche applicate allo studio del cervello umano. 

Oggi, nell'anniversario della sua morte, si scopre che nella legge di bilancio appena licenziata dal governo vengono tagliati tutti i fondi pubblici che ogni anno venivano destinati all'European Brain Research Institute, voluto e fondato dalla stessa scienziata allo scopo di studiare e fare ricerca per sviluppare nuove cure per malattie neurodegenerative e neurologiche di grande rilevanza sociale, malattie ancora oggi incurabili. 

Al di là del provvedimento in sé, credo vada colto il messaggio che tale provvedimento veicola, messaggio a mio avviso chiarissimo: a questo governo della ricerca scientifica non frega nulla. Chi segue un po' le faccende politiche sa che questo atteggiamento è perfettamente in linea con l'impianto ideologico e programmatico di Meloni e soci, che sostanzialmente è quello di guardare all'immediato, non al futuro.

Perché la ricerca scientifica, nel nostro paese, è generalmente non considerata? Perché gli effetti e i risultati si vedono generalmente su tempi lunghi, tempi che vanno ben al di là di legislature che durano un anno o due al massimo. Siccome la politica guarda al consenso immediato e non al futuro, ecco che allora si taglia la ricerca e si fa il decreto anti-rave, che non serve a niente se non a fare scena e titillare gli istinti di pancia del momento di un certo tipo di elettorato. 

È empiricamente dimostrato che le nazioni più progredite e avanzate sono quelle in cui i finanziamenti per la ricerca e l'innovazione sono più cospicui, che sono poi le nazioni e i paesi in cui la politica ha visioni lungimiranti sul lungo periodo, non sull'immediato. Chi ha letto qualcosa di antropologia applicata ai gruppi umani, sa benissimo che le civiltà muoiono principalmente proprio per scarsa lungimiranza. 

Alcide De Gasperi diceva che un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni. Noi non abbiamo né gli uni né gli altri.

venerdì 29 dicembre 2023

Approcci




A me il modo in cui Dario Fabbri racconta la geopolitica piace un sacco, e lo trovo anche originale.
 
(Dario Fabbri - Geopolitica umana - ed.Gribaudo)

Un senso

Pensandoci bene, l'uscita della tipa, secondo cui ogni diciottenne deve avere come "missione" quella di sfornare bambini, un senso ce l'ha: quello biologico/darwiniano, nel senso dell'imperativo della riproduzione come metodo obbligato per diffondere i propri geni.

Escluso questo contesto, temo che in tutti gli altri si collochi tra il patetico e il ridicolo.

martedì 26 dicembre 2023

Navalny e Assange

Lo sconcerto dei media nell'apprendere della reclusione di Alexei Navalny in una colonia penale dell'Artico russo è solo in parte giustificato. D'altra parte chi conosce un po' la Russia di Putin, magari perché ha letto qualcosa di Anna Politkovskaja, sa che fine fanno là giornalisti invisi al regime e oppositori politici. Peccato che lo stesso clamore mediatico non sia dedicato a Julian Assange.

Assange è rinchiuso da cinque anni in un carcere lager del Regno Unito dopo dieci anni di persecuzioni ed esilio, e gli restano otto settimane di tempo per tentare di evitare l'estradizione negli Stati Uniti dove lo attende una sicura condanna a 175 anni di carcere, in virtù di una legge statunitense sullo spionaggio risalente al 1917.

Assange non è un criminale, è un giornalista australiano che da quasi vent'anni è perseguitato per aver fatto il giornalista e aver rivelato gli orrori commessi dagli USA nelle varie guerre per "esportare la democrazia". 

Non c'è nessuna differenza tra Navalny e Assange. Tutti e due sono attivisti politici e giornalisti perseguitati. Uno da un regime dispotico, anti-democratico e autoritario; l'altro da un regime liberale e democratico, almeno finché qualcuno non va a scavare sotto la superficie e l'apparenza.

lunedì 25 dicembre 2023

Dove il tempo si ferma


Questo è Monte Santa Maria Tiberina. Ci sono in Umbria (sono venuto a trascorrere un paio di giorni da queste parti), ma immagino sia così in tutto l'Appennino, piccolissimi borghi praticamente disabitati, piccoli raggruppamenti di abitazioni che sono un po' l'emblema della desolazione. 

Ogni tanto si incontra un gatto che fugge, in lontananza abbaia un cane. 

Camminando per i vicoli battuti dal vento, a volte la tendina di una finestra si scosta e si scorge il viso di una persona anziana che guarda chi sia che osa interrompere quella desolazione in cui quei pochi sopravvissuti si cullano.

Ci sono angoli che sono fuori dal rutilante, scintillante e nevrotico mondo in cui viviamo. Angoli in cui il tempo sembra essersi fermato che hanno un loro fascino e una loro particolare dimensione di cui noi, forse, neppure immaginiamo l'esistenza.

Buone feste a chi passerà di qui.

sabato 23 dicembre 2023

L'ultimo libro

Umberto Galimberti non scriverà più libri e smetterà di fare conferenze, ritirandosi dalla vita pubblica. Mi spiace, ma credo sia coerente con l'etica del limite di cui ha sempre parlato. 

E comunque i suoi libri saranno sempre lì, a portata di mano nella mia libreria.

venerdì 22 dicembre 2023

Sul matrimonio

Comunque, tornando alla faccenda della benedizione delle coppie gay, vale la pena ricordare, come riportava Alessandro Barbero in una conferenza di qualche tempo fa (se riesco a ritrovarla la linko), che per oltre metà della sua storia alla chiesa non è mai fregato nulla del matrimonio. Non considerava proprio la questione, e addirittura consigliava ai preti di non occuparsene e di starne alla larga, ché i matrimoni erano una cosa poco pulita, c'era dentro il sesso, e quindi da lasciare ai pagani.

Ancora ai tempi di Dante, quando due si volevano sposare (o meglio, quando le famiglie ordinavano che due si dovessero sposare) il rito prevedeva che si andasse dal notaio e poi si festeggiasse in corteo per le strade. All'occorrenza, chi lo desiderava chiamava il prete per la benedizione ma tutto finiva lì. La celebrazione in chiesa che conosciamo oggi non esisteva e non era neppure immaginabile.

Poi, a partire circa dal XI-XII secolo, la chiesa decise che la faccenda dei matrimoni era invece importante e andava normata, e da lì cominciò a elaborare norme che regolassero il matrimonio cristiano fino alla sua elevazione a sacramento. 

Tutto questo per dire che cose che a noi oggi sembrano normali, come sposarsi in chiesa (almeno per quei pochi che ancora si sposano in chiesa), danno l'idea che sia sempre stato così e che il matrimonio sacramentale in chiesa esista da sempre. Mentre invece esiste solo da quando la chiesa ha deciso di occuparsene.

giovedì 21 dicembre 2023

Doppi standard


Comunque fa piacere notare che ogni tanto qualche leader occidentale, in un sussulto di dignità, squarcia il silenzio sulla pulizia etnica che nell'indifferenza generale sta perpetrando Netanyahu.

martedì 19 dicembre 2023

Rincorrere il treno

Certo che non dev'essere facile per i componenti del Dicastero per la dottrina della fede cercare di fare quadrare il cerchio. Anzi, dev'essere proprio un'impresa titanica. Da una parte c'è infatti una società che corre, che evolve, che cambia a grandi ritmi; dall'altra c'è una chiesa che cerca di starle dietro come può, che rincorre, che arranca e che si muove a velocità decisamente più ridotta. Ma che comunque si muove. 

Oggi, su spinta innovatrice di Bergoglio, i preti possono benedire due persone omosessuali, laddove, appena qualche anno fa, Ratzinger definiva le nozze gay come le avanguardie dell'anticristo. Ma i passi in avanti sono obbligati, pena perdere definitivamente il treno della storia, dal momento che, come si evidenzia da ogni rilevazione, le chiese sono sempre più vuote e i giovani vanno altrove.

Ma il compito di adeguarsi è ingrato anche per la difficoltà di riuscire a conciliare un popolo cattolico composto da un'anima più progressista e una più ortodossa. E allora si prova a mediare con cose come la benedizione delle coppie gay, guardandosi bene però dall'avallare velleità di ufficialità (esistono punti fermi che non possono essere snaturati oltre una certa misura). 

Diciamo che si possono apprezzare l'impegno e i progressi, ma il treno continua a correre imperterrito.

lunedì 18 dicembre 2023

Ferragni

Non entro nel merito delle responsabilità o meno di Chiara Ferragni nella vicenda del famoso pandoro, anche se trovo quantomeno strano che due società facenti riferimento a lei per quanto riguarda gestione dei marchi e diritti mettano in campo qualsiasi iniziativa senza che lei ne sia al corrente.

Lei afferma essersi trattato di un errore di comunicazione (?). Vabbe', prendiamo atto col beneficio del dubbio, anche se va sicuramente apprezzato il fatto di essersi pubblicamente scusata e di aver preso l'impegno di fare tesoro per il futuro di questo pasticcio. Viene da dire: vabbe', grazie, ti hanno beccato con le mani nella marmellata, il minimo sindacale della decenza è che ti scusi. Vero, ma mica è scontato scusarsi. Facciamo l'elenco di tutti quelli, in qualsiasi campo, che beccati con le mani nella marmellata oltre a non scusarsi hanno fatto spallucce?

Ma il problema secondo me sta a monte, e risiede nel fatto di aver mischiato beneficenza e business, due cose che vanno tenute separate. Vuoi fare beneficenza? Benissimo, ma la fai in silenzio senza dire niente a nessuno e senza mischiarla agli affari, e nel frattempo prosegui nella tua attività di imprenditrice. Il grande Totò andava di nascosto a mettere soldi sotto le porte delle famiglie povere del suo quartiere, e lo faceva in silenzio, senza dire niente a nessuno. Tanto è vero che questa cosa si è saputa solo dopo la sua morte.

La Ferragni, e il discorso vale per tutti, avrebbe dovuto fare la stessa cosa. Vuoi donare somme consistenti in opere di carità e beneficenza? Benissimo, ma fallo in silenzio. E mentre da un lato fai opere meritorie, dall'altro continui a vendere le tue ciabatte griffate a 150 euro al paio.

E non è neppure vero che, come si dice, la Ferragni faccia un sacco di soldi senza sapere fare niente. Ok, magari non sarà capace di piantare un chiodo al muro per appenderci un quadro; non sarà capace di cambiare la gomma alla macchina se fora; non ha inventato e piazzato sul mercato un prodotto innovativo utile all'umanità. Tutto vero. Ma sa fare in maniera magnifica ciò che può renderti ricco sfondato nella società di oggi: vendere la tua immagine. Questo lo sa fare benissimo e nessuno glielo può contestare. 

E non è che gliene si può fare una colpa. Se moltitudini di persone sono disposte a spendere 150 euro per un paio di ciabatte o una borsa o un pandoro solo perché sopra c'è il suo autografo, il problema non è la Ferragni. Non serve un genio per capirlo.

Non vorremmo disturbare

Tre giorni fa i soldati israeliani hanno ucciso tre ostaggi di Hamas che avanzavano verso di loro sventolando un fazzoletto bianco. Due giorni fa i soldati israeliani hanno circondato una chiesa cattolica e aperto il fuoco: due morti e sette feriti. I due morti sono una giovane madre e sua figlia, freddata mentre cercava di soccorrerla dopo essere stata colpita dai cecchini. 

Secondo Save the children, dal 7 ottobre a oggi Israele, in risposta all'attentato terroristico di Hamas, ha ucciso 8000 bambini palestinesi e 3000 donne. Le vittime civili totali sono circa 20.000. 

Noi occidentali, alleati di Israele, ogni tanto ci affacciamo timidamente alla finestra chiedendogli senza troppa convinzione - non vorremmo disturbare - di smetterla di massacrare una popolazione intera.

sabato 16 dicembre 2023

Figliate, è Elon che ve lo chiede

Quindi, l'uomo più ricco del mondo e padre di 11 figli, avuti da diverse donne, va ad Atreju, alla festa della Meloni, a dire che dobbiamo figliare di più altrimenti scompariamo.

Incredibile. Rimango sempre ammirato di fronte a persone dotate di cotanto spirito di intuizione. Al confronto, Charles Darwin che elabora l'evoluzione per selezione naturale è un dilettante. Dopo tale sprone, voglio vedere chi ancora oserà accampare scuse.

Adesso manca solo che il buon Elon, dopo averci fatto la paternale, ci dica come procedere. Prende tutti i giovani precari con contratti a chiamata o a ore e li assume in Tesla o SpaceX con un bel contratto a tempo indeterminato? No, giusto per sapere. Perché a dire che dobbiamo fare figli sono capaci anche la Meloni o la Roccella. 

Che poi, voglio dire, anche questo continuo agitare lo spauracchio della scomparsa delle culture se non si fanno figli ha ormai stancato, diciamo la verità. A un certo punto, chi se ne frega! C'è un bellissimo libro dell'antropologo Jared Diamond uscito qualche anno fa. Si chiama Collasso. Come le civiltà scelgono di vivere o morire (ne avevo scritto qui). Ne consiglio caldamente la lettura a Musk e anche a Meloni e Roccella.

Vi si spiegano i motivi per cui nel corso della storia le civiltà sono scomparse o sopravvissute, e come al posto di quelle scomparse ne sono subentrate altre. Amen. Succede. In questo momento sta succedendo a noi, e alla fine non è neppure detto che sia un male.

venerdì 15 dicembre 2023

L'arroganza al potere

Il giorno successivo alla prima alla Scala la notizia che maggiormente ha tenuto banco ha riguardato la famosa intemerata di Marco Vizzardelli, il quale immediatamente dopo l'inno di Mameli si è alzato in piedi dal suo posto in platea e ha esclamato ad alta voce: "Viva l'Italia antifascista!" 
 
Sempre la stessa sera è però successo un altro fatto che secondo me è passato ingiustamente in sordina e che invece sarebbe stata buona cosa se avesse avuto il medesimo rilievo mediatico. L'episodio riguarda Ignazio La Russa. Al suo arrivo, dopo essere sceso dall'auto blu, si è trovato circondato dalla solita ressa di giornalisti e curiosi. Un funzionario di polizia del servizio d'ordine ha cercato di fargli strada aprendogli un varco in modo da agevolare l'ingresso all'illustre ospite.

Senza alcun motivo, e con una maleducazione e un'arroganza degne di miglior causa, La Russa ha intimato al poliziotto di andarsene con un "Ti devi levare!" (video qui). 

C'è un problema? Sì, c'è un problema. Quel poliziotto stava facendo il suo lavoro e tra l'altro lo stava facendo per agevolare La Russa. Se La Russa riteneva di non avere bisogno della sua opera, educazione vuole che avrebbe dovuto avvicinarlo e chiedergli cortesemente di farsi da parte, magari con un "La ringrazio, ma posso fare da solo." Si è comportato invece da perfetto arrogante e maleducato, atteggiamenti aggravati dal fatto di ricoprire una carica pubblica.
 
La Russa, infatti, è presidente del Senato, seconda carica dello stato dopo Mattarella. Ciò significa che in caso di indisponibilità di Mattarella, La Russa gli subentra per adempiere alle sue funzioni (il cielo non voglia), ma essere la seconda carica dello stato non lo autorizza a essere maleducato e arrogante, anzi a maggior ragione dovrebbe mostrare un surplus di sensibilità e garbo in virtù di queste sue prerogative. Ve l'immaginate Mattarella che fa una cosa simile? 
 
Quel poliziotto è un dipendente dello stato, e soprattutto un cittadino italiano, e se tu sei la seconda carica dello stato lo sei per conto del popolo italiano, verso il quale dovresti nutrire il massimo rispetto, non trattarlo come si trattano i cani in chiesa. La Russa con questo gesto ha dimostrato di non avere alcun rispetto per le persone, alcun rispetto per la carica che ricopre, alcun senso delle istituzioni. In compenso, di arroganza e maleducazione ne ha a vagonate.

giovedì 14 dicembre 2023

Errori di ortografia


Stamattina mi sono passate in mano un po' di copie di questo vinile di De André e mi è venuto in mente un vecchio aneddoto che riguarda proprio questo disco, che tra l'altro è uno dei maggiori capolavori del cantautore genovese.

Come si vede nell'immagine, il "nè" è scritto con l'accento grave. Non è una svista voluta ma un errore di ortografia commesso in fase di stampa della copertina da parte della casa discografica (il "né" negazione vuole l'accento acuto, non grave). Purtroppo ci si accorse dell'errore solo quando il disco era già nei negozi. Non ricordo se a causa di quell'errore il disco fu ritirato e poi ristampato, ma mi sembra di no. In ogni caso, nella successiva ristampa l'errore fu corretto e il titolo posizionato nella parte alta della copertina. 

La Sony, che ha attualmente in catalogo tutta la discografia di De André, distribuisce l'album anche in formato digitale col titolo scritto in questo modo: "Non Al Denaro, Non All'Amore, Ne Al Cielo", cioè con maiuscole e virgole sbagliate. Ciliegina sulla torta: il "ne" (che dovrebbe essere negazione) è scritto direttamente senza accento, come se fosse un pronome.

E niente, si tratta di un capolavoro assoluto, ma sfortunato per quanto riguarda la corretta ortografia del titolo.

mercoledì 13 dicembre 2023

Anna se n'è andata aiutata dal SSN

Il 28 novembre Anna (come di fantasia) ha avuto accesso al suicidio assistito senza bisogno di recarsi in Svizzera e col supporto del Servizio Sanitario Nazionale. L'iter legale che le ha permesso di guadagnare il diritto di smettere di soffrire è stato particolarmente lungo, arzigogolato e penoso, e il tribunale di Trieste ha dato il via libera alla somministrazione del farmaco letale basandosi su un noto pronunciamento della Consulta del 2019.

Il penoso iter fra tribunali si è reso necessario dal fatto ormai stranoto e vergognoso che l'Italia è rimasto uno degli ultimi paesi in Europa (se non l'ultimo) a non avere una legge che regoli la materia, nonostante in parlamento si parli di fine vita da almeno quattro decenni.

Il motivo principale per cui nessun governo ha mai affrontato seriamente e in maniera definitiva la questione credo sia palese: timore di perdere il consenso dell'elettorato cattolico, o almeno di quella parte di cattolici meno progressisti e più conservatori. In un periodo storico come il nostro, dove i governi cambiano più o meno ogni anno e le maggioranze che li sostengono sono regolarmente traballanti, rischiare di perdere il consenso cattolico esporrebbe infatti qualsiasi governo a incognite di notevoli dimensioni. 

Quindi si va avanti così: chi se lo può permettere va a smettere di soffrire in Svizzera, gli altri o si imbarcano in lunari procedure legali o si tengono la loro sofferenza senza fare tante storie, ché la sofferenza è una caparra per l'eternità.

martedì 12 dicembre 2023

Cibo naturale


Quando tu continui a ripetere una balla sapendo che quella balla è già stata smascherata da mesi i casi sono due: o effettivamente non sai che è una balla perché nessuno te l'ha ancora spiegato, oppure lo sai ma pensi: Chi se ne frega? Tanto chi mi vota non guarda 'ste sottigliezze. Siccome la Meloni è tutto tranne che una che viene da Marte, sa benissimo che dire carne sintetica è sbagliato, però la chiama così perché fa effetto e perché nell'immaginario collettivo l'aggettivo sintetico collegato al cibo impatta psicologicamente in modo piuttosto negativo. Il messaggio che vuole fare passare è quindi questo: Vedete? Là fuori c'è un "nemico" che ci vuole fare male obbligandoci a mangiare una cosa potenzialmente dannosa per la salute, ma io vi salvo da quel nemico: l'effetto sui poveri di spirito è garantito.

Ma l'eroica signora senza paura e senza macchia, che ci salva dai nemici, continua: "Più è forte il legame tra territorio, popolo, lavoro e cibo e più è forte la capacità di quel popolo di produrre cibo naturale e di qualità, di far crescere le proprie filiere, di renderle sempre più moderne e sostenibili, riducendo anche gli effetti negativi, come ad esempio l'eccessivo consumo di acqua".

Evocare il legame tra popolo, territorio e cibo fa molto effetto identitario, che ci sta, dal momento che questo è un governo dalla forte impronta identitaria. C'è in più da notare l'accostamento "cibo naturale" e "qualità". Il sotteso della contrapposizione tra sintetico (cattivo) e naturale (buono) è evidente, ma fallace. Fallace perché buona parte della normale carne che oggi arriva sulle nostre tavole non ha niente di naturale, ammesso che questo aggettivo in questo contesto abbia un senso (secondo me no), e pure sulla qualità ci sarebbe parecchio da dire. Sbarrare la strada alla carne coltivata significa infatti continuare a utilizzare carne perlopiù proveniente da allevamenti intensivi. 

Chi ha una vaga idea di cosa sono gli allevamenti intensivi capisce benissimo da sé che in questi lager per animali non c'è niente di naturale. A meno che utilizzare animali solo per la riproduzione e imbottirli di antibiotici perché altrimenti la maggior parte di essi morirebbe a causa delle condizioni infernali in cui sono costretti a vivere abbia qualcosa di naturale. Non c'è niente di sostenibile in un allevamento intensivo, è una presa in giro. Anzi, gli allevamenti intensivi sono tra i maggiori responsabili di consumo di acqua, suolo e di produzione di gas serra che impattano sul clima e sul riscaldamento globale. La realtà sta quindi esattamente agli antipodi di ciò che dice la ciarliera signora. Produrre carne coltivata, semmai, consentirebbe risparmio di acqua, risorse e azzererebbe quasi l'impatto sull'ecosistema del pianeta.

In pratica la signora Meloni ha fatto un discorso in cui ha infilato una serie piuttosto lunga di balle e di mistificazioni e le ha date in pasto con nonchance ai media in modo che venissero propalate urbi et orbi al mondo. Tanto, chi volete che si accorga che sono balle?

lunedì 11 dicembre 2023

Il senso di Gino Cecchettin

Boh, non capisco tutto questo astio nei confronti di Gino Cecchettin. 

Per come la vedo io, si tratta di un uomo che si sta semplicemente adoperando per dare un senso a ciò che non ne ha. E la perdita di una figlia è qualcosa che non ne ha, nonostante la nota narrazione secondo cui anche il dolore più atroce ha un senso (per informazioni citofonare al cristianesimo).

D'altra parte, da quando l'uomo ha messo piede sulla terra si è sempre prodigato con encomiabile impegno per dare un senso sia alla vita sia agli eventi ad essa correlati. Il padre di Giulia, che è umano al pari di tutti gli umani, sta facendo questo. 

Quindi? Qual è il problema?

sabato 9 dicembre 2023

Cosa resta di Mahsa Amini

Circa un anno fa veniva uccisa in Iran Mahsa Amini e quell'omicidio fu l'innesco di una grande ondata di proteste che, nell'immaginario collettivo (nostro), aveva lo scopo di ribellarsi a quel tipo di regime fino ad arrivare a rovesciarlo. Le cose, purtroppo, non sono andate così e oggi gli ayatollah iraniani sono saldamente al loro posto e le proteste si sono spente senza che sostanzialmente nulla sia cambiato.

Dario Fabbri, in questa interessantissima lezione, spiega i motivi per cui l'ondata di proteste non ha sortito effetti. Una lezione attraverso la quale si smontano molti luoghi comuni e modi di pensare (sbagliati) che noi occidentali ci raccontiamo come veri. In primo luogo l'idea che quelle proteste siamo nate perché gli iraniani, che sono i discendenti dell'antico impero persiano (gli iraniani sono persiani), vogliono vivere come noi. Questo nella ridicola convinzione che tutto il mondo aneli alla way of life occidentale, mentre nella realtà all'80% del pianeta di noi occidentali non frega nulla, anzi mediamente ci schifano proprio.

Il secondo luogo comune che Dario Fabbri smonta riguarda l'idea che quelle proteste rappresentassero il volere della totalità degli abitanti dell'Iran. Niente di più falso. I manifestanti scesi nelle piazze rappresentavano infatti una parte dei giovani che vivono nelle città maggiori. Gli abitanti dell'Iran profondo, quelli che si trovano fuori delle città e che sono la stragrande maggioranza della popolazione dell'impero iraniano, non hanno manifestato e non condividono quelle proteste. 

Fabbri spiega tutto questo analizzando la storia dell'Iran dal punto di vista antropologico, psicologico e storico, mettendo in rilievo l'abissale differenza che esiste tra la nostra cultura occidentale e quella iraniana, e soprattutto smontando l'idea a cui non riusciamo a rinunciare di essere il centro del mondo e oggetto del desiderio del resto del pianeta.

Lezione bellissima.

Noi, complici

Definire pretestuose le motivazioni con cui gli americani si sono opposti al cessate il fuoco a Gaza è un eufemismo. 

Non so in quanti se ne rendano conto, ma nel 2023 stiamo assistendo in diretta al massacro di un intero popolo non solo senza muovere un dito, ma addirittura appoggiando chi si sta macchiando di questo crimine in barba a ogni legge di guerra e a ogni convenzione internazionale sulla protezione dei civili. 

Fra cent'anni gli storici si chiederanno come ciò sia stato possibile, esattamente come ancora oggi molti storici si interrogano su come siano stati possibili i grandi massacri e genocidi della storia del Novecento.

A me viene un po' da vomitare quando sento ancora qualcuno blaterare di diritti umani, di valori dell'Occidente e simile stucchevole e falsa retorica.

venerdì 8 dicembre 2023

Come funziona la mente


Finito. Divorato. Uno dei saggi scientifici più belli (e più difficili) letti negli ultimi anni. 

Steven Pinker, uno dei più autorevoli scienziati cognitivi mondiali, ha provato, in questo monumentale libro, a spiegare cos'è la mente, da dove è venuta, in che modo ci permette di vedere, pensare, sentire, interagire con gli altri e col mondo. 

È soprattutto uno sguardo esaustivo sulla complessità della mente, una complessità di cui non ci rendiamo conto (perché la nostra mano afferri un semplice oggetto per spostarlo in un altro posto il cervello deve risolvere in una frazione di secondo operazioni ed equazioni più complicate di quelle che occorrono per pianificare una missione spaziale).

Ma la parte più interessante è quella in cui si spiega perché di fronte ad alcune situazioni ci comportiamo in certi modi invece che in altri, come funzionano i ricordi, oppure perché la mente, un organo che l'evoluzione ha creato per permettere ai nostri antichi antenati di risolvere meri problemi di sopravvivenza, si è evoluta fino a immaginare cose che non esistono come gli spiriti, i folletti, gli dèi, le religioni. 

Libri come questo, oltre che per gli indubitabili meriti divulgativi, sono importanti perché smontano luoghi comuni, mettono in crisi certezze, demoliscono stereotipi incancreniti, e fanno guardare ciò che succede nel mondo e come si comporta l'essere umano, non con gli occhi delle narrazioni e delle sovrastrutture culturali che ci siamo inventati, ma con gli occhi della razionalità empirica della natura e della scienza. 

Un saggio splendido e illuminante.

mercoledì 6 dicembre 2023

Presenze

Venerdì scorso, a Nottingham, ai funerali di Indi Gregory hanno presenziato le ministre Eugenia Roccella e Alessandra Locatelli, mentre la presidente del consiglio Giorgia Meloni si è premurata di inviare un sentito messaggio di cordoglio ai genitori della piccola.

Ieri, alle esequie di Giulia Cecchettin, in rappresentanza del governo c'era il ministro Nordio. Stop. Né la signora Meloni né la signora Roccella né la signora Locatelli né nessun altro esponente femminile di questo governo ha sentito la necessità di presenziare, né fisicamente né tramite altri mezzi.

Se è vero come è vero che oggi la politica è anche forma, gesti esteriori, ritualità mediatiche, direi che i messaggi veicolati da questi atteggiamenti sono chiarissimi. E in fondo non stupiscono.

lunedì 4 dicembre 2023

Ma è ancora Crepet?

Spiace che Paolo Crepet si sia da tempo avviato su una china che a volte mi fa dubitare che sia ancora lui. A me Crepet generalmente è sempre piaciuto, al netto di certi toni paternalistici, un po' egocentrici e al netto anche di alcune, eccessive generalizzazioni. Ho seguito spesso sue conferenze, ho letto alcuni suoi libri. Ma ultimamente mi sta abbastanza scadendo.

Non mi è piaciuta per niente, ad esempio, la sua perculata ai vegani di qualche tempo fa, un'uscita abbastanza patetica ai livelli di un Salvini qualsiasi. Ancora meno mi è piaciuta la sua uscita di ieri secondo cui chi ascolta trap cade poi nel tunnel della droga, ammesso che non ci sia già.

A meno che il noto psichiatra non abbia infatti dati in grado di confortare quanto afferma, questa associazione automatica è una solenne stupidaggine. Chi cade nel tunnel della droga è infatti difficile che lo faccia a causa della musica che ascolta (ammesso che la trap si possa definire musica, ma questo è un altro discorso). Credo siano ben altri, e di ben altro spessore, i motivi che inducono molti giovani a finire nelle spire degli stupefacenti.

Si tratta di generalizzazioni, semplificazioni, quasi delle boutade che a me personalmente meraviglia sentire da intellettuali generalmente considerati seri e autorevoli. Peccato.

Sovranisti


Salvini organizza la manifestazione dei sovranisti a Firenze. I sovranisti. Vogliono fare i sovrani. E quando hai fatto il sovrano? Sovrano di cosa, poi? Di un paese che non batte moneta, che ha il terzo debito pubblico del mondo, il peggiore tasso di scolarizzazione di tutto l'Occidente ed è l'ultimo dei camerieri degli USA?

Vogliono fare i sovranisti, i sovranisti di una barzelletta.

domenica 3 dicembre 2023

Meluzzi


Non provo alcuna empatia per Alessandro Meluzzi, da sempre uno dei maggiori propalatori di notizie false, sessiste, maschiliste, negazioniste, pseudo-scientifiche, anti-vacciniste, notizie pericolose per la salute e l'incolumità pubblica. 

Siccome però, pur con tutti i miei difetti, non sono come i tanti no-vax che auguravano la morte a chi si vaccinava, auguro a Meluzzi di ristabilirsi al più presto, e resisto pure alla tentazione di chiedergli come mai non si sia fatto portare a curare da Red Ronnie.

Noi, filo-putiniani

Condivido questi pensieri di Alessandro Gilioli e penso a quante volte, qui e altrove, mi sono sentito dare del filo-putiniano per aver detto le stesse cose.

venerdì 1 dicembre 2023

C'è ancora domani


Ieri sera sono andato a vedere C'è ancora domani. Narra le vicende di una famiglia romana della seconda metà degli anni Quaranta, famiglia composta da marito, moglie (la Cortellesi) e tre figli. 

Il capofamiglia è il classico padre-padrone emblema della cultura maschilista-patriarcale dell'epoca e di cui si è tornati a parlare molto in questi giorni dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin. È un uomo rude, rozzo, che detta la sua legge in maniera autoritaria e che regolarmente picchia e umilia la moglie. 

Il film è ambientato nel periodo immediatamente precedente al 2 giugno 1946, quando per la prima volta le donne furono ammesse al voto per le elezioni politiche e il contestuale referendum sulla scelta tra monarchia e repubblica, e racconta tutta la serie di vicende e di eventi che portano la protagonista a emanciparsi e a liberarsi dalla condizione servile a cui è costretta dalla cultura imperante dell'epoca.

Mentre lo guardavo pensavo che è un film che dovrebbe essere proiettato nelle scuole per fare capire agli adolescenti il contesto culturale e sociale in cui si viveva qui in Italia fino a pochi decenni fa, in modo da poter fare un raffronto col modo in cui si vive oggi. In genere, quando si nasce in un luogo in cui esistono diritti, emancipazione e democrazia si tende a pensare che quei diritti esistano da sempre, non viene naturale immaginare che sono invece il frutto di lotte, sacrifici, anche estremi, di persone che hanno lottato perché diventassero patrimonio di tutti. 

In fondo studiare la storia è a questo che serve: capire e avere consapevolezza del mondo in cui si vive grazie al raffronto con la storia pregressa. Film come questo adempiono a questo compito in maniera eccellente.

La colpa


Ma è chiaro che non è colpa dell'uomo, no? Non capisco come si possa pensare una cosa simile. Ogni persona dotata di un minimo di raziocinio sa che la causa principale del global warming va ricercata in certe sfigate congiunzioni astrali.

Scommetto che se proviamo a interpellare Paolo Fox, lui può confermare tutto, altroché gli studi pubblicati dall'università di Ginevra.

No, vabbe', scherzi a parte, lo studio in questione analizza il modo in cui la disinformazione scientifica nel campo della climatologia agisce sulla psiche, giungendo alla conclusione che "la disinformazione è molto più persuasiva della corretta informazione scientifica." E questo, secondo quanto riporta lo studio, succede perché le persone "non elaborano i messaggi scientifici come destinatari neutrali, ma li sottopongono a credenze precedenti, desideri per il loro futuro, legami emotivi e contesti socioculturali e ideologici".

La cosa non stupisce né rappresenta una novità; basta guardare ad esempio cosa è successo durante la pandemia, dove ciarlatani di ogni risma hanno goduto, presso larga parte della popolazione, di credito e fiducia pari se non superiore a esponenti della comunità scientifica (va detto che anche molti scienziati ci hanno messo del loro in tutto questo, ma qui il discorso sarebbe lungo).

Comunque sia, complice anche un notevole martellamento mediatico di alcuni organi di stampa, penso ad esempio a certo giornalame di destra, buona parte delle persone pensa che ciò che fa tutti giorni non impatti per niente su quanto sta accadendo climaticamente a livello globale e continua tranquillamente come se niente fosse. Tipo l'orchestrina sul Titanic.

giovedì 30 novembre 2023

Io lascerei Cervinia

La storia del nome Cervinia, al centro del casino mediatico di questi giorni a causa della volontà della regione Valle d'Aosta di cambiarlo in "Le Breuil", è interessante perché tutto nasce da un errore. 

Cervinia è un toponimo che deriva dal francese "Cervin", a sua volta derivato dal latino "mons Silvanus" che significa "monte boscoso", in virtù del fatto che nei secoli addietro il clima era più mite e il Cervino era ricoperto di boschi. 

In seguito alla mutazione della consonante "l" in "r", tipica della lingua francoprovenzale, da "Silvanus" si è arrivati al francese "Servin". L'errore decisivo l'ha poi commesso tale Horace-Bénédict de Saussure, cartografo svizzero, il quale sbagliò la trascrizione scrivendo "Cervin". Da lì Cervino e quindi Cervinia. Da notare che fino all'inizio degli anni Trenta del Novecento, il nome originale della località era Le Breuil. Cervinia le fu dato in epoca fascista all'interno della sua politica di italianizzazione forzata dei nomi stranieri.

Il motivo del nuovo cambiamento del nome nell'originale Le Breuil va quindi inquadrato nell'ottica di voler rimettere le cose a posto e abbandonare le vestigia di un certo passato. Che ci starebbe anche, intendiamoci. Visto però che in Italia e nel mondo la località in questione è universalmente conosciuta come Cervinia, e visto anche che di casino attorno a questo nome ce n'è stato fin troppo, forse varrebbe la pena lasciar stare e tenersi Cervinia.

martedì 28 novembre 2023

Complotti (di nuovo)

Chi non è più un giovin virgulto e in qualche modo ha seguito la politica negli ultimi quattro o cinque lustri, sa perfettamente che la tesi complottista avanzata da Crosetto, che ha innescato un altro conflitto tra politica e magistratura, non ha niente di inedito ma è un film già visto e rivisto durante gli infausti anni del berlusconismo. 

La sempiterna idea è che da parte della magistratura (di sinistra) si ordiscano trame oscure e complotti misteriosi per provocare la caduta di un governo (di destra).

Naturalmente non esiste alcun complotto, almeno fino a prova contraria. Umberto Eco, che sui complotti e la loro psicologia ha scritto pagine ancora ineguagliate, diceva che per capire se un complotto è reale o inventato basta guardare la sua durata: un complotto reale viene generalmente scoperto subito, un complotto immaginario dura per sempre. Il fatto che dei famosi complotti ai danni dell'uomo di Arcore ancora si parli e ci si fantastichi su, è la prova provata che esistevano solo nella mente di B.

Ma il complotto serve anche a identificare un nemico, in questo caso la magistratura, e anche qui ci viene in aiuto, ancora una volta, il sempre grande Umberto Eco, il quale diceva che occorre sempre costruire un nemico per sentirsi giustificati nella propria miseria.

Diciamo che se io fossi stato nei panni di Crosetto, di tutte queste cose avrei tenuto conto, prima di dare fiato alle trombe. Che poi, voglio dire, dare in pasto alla stampa illazioni, insinuazioni, si dice che, mi è arrivata voce che ecc. è un modo di fare ambiguo e anche puerile, che non ha finalità pratiche se non quella di alzare inutili (o utili, dipende) polveroni. Torniamo ancora una volta alle famose armi di distrazione di massa?

Se Crosetto ha notizie certe e conosce fatti circostanziati, vada nelle apposite sedi e faccia regolare e dettagliata denuncia. Ogni comportamento diverso da questo non ha alcunché di serio e non ha il minimo motivo di essere preso in considerazione.

lunedì 27 novembre 2023

La gravità

Alla fine, sembra che il terribile assalto a una sede dei Pro vita a Roma, che ha spinto la signora Meloni a vergare un indignato e vibrante appello rivolto alla sinistra a condannare tali fatti, sia stato niente di più che alcune scritte spray vergate su una saracinesca. Che poi vabbe', come è prassi in questi casi, a seconda delle fonti che si consultano è stato un terribile assalto con morti e feriti o una cosa da niente. 

Premesso che io sono contrario a qualsiasi atto di vandalismo, fossero pure delle semplici scritte spray su una saracinesca, trovo infinitamente più grave che una manifestazione nazionale per sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne, manifestazione che ieri ha visto scendere nelle piazze decine e decine di migliaia di persone (50.000 solo a Roma), sia stata snobbata da un capo di governo. Per di più donna. Questo sì mi sembra grave e totalmente privo di giustificazione, non un assalto a colpi di spray alla sede di un gruppo di Pro vita (qualunque cosa voglia dire Pro vita).

domenica 26 novembre 2023

Vita e mercato

Al bar. Il tg alla televisione racconta della donna morta a Roma perché investita dall'albero caduto per le raffiche di vento. Un tipo al banco commenta: "Eh vabbe', ormai era anziana, sarebbe stato peggio se fosse morto un giovane. Ormai valeva poco."

Siamo talmente impregnati di cultura mercantile e di denaro come "generatore simbolico di ogni valore" (cit.) che ormai misuriamo il valore della vita in base a criteri meramente economici e diciamo queste cose senza neppure pensarci.

giovedì 23 novembre 2023

Lollobrigida e il treno

Boh, non so se Lollobrigida si debba dimettere per la storia del Frecciarossa fatto fermare a Ciampino (fermata non programmata nel tragitto) perché doveva scendere. 

Forse sì, si dovrebbe dimettere, ma non dimentichiamo che siamo in Italia, non in altri paesi europei dove ministri si dimettono perché si scopre che in gioventù avevano copiato alcune pagine della tesi di laurea o perché beccati a pagare la tata in nero o perché sgamati a non pagare il canone tv. Siamo in Italia, il paese in cui gente come Berlusconi è rimasta in parlamento per quasi trent'anni, con tutto quello che ha combinato, e pretendiamo che un Lollobrigida si dimetta per aver fatto fermare un treno per cinque minuti? 

Ma non scherziamo, su.

mercoledì 22 novembre 2023

Il punto di non ritorno dell'ipocrisia

Secondo l'Unicef, dal 7 ottobre al 15 novembre sono stati uccisi a Gaza 4609 bambini, un numero superiore a quello di tutti i bambini morti negli ultimi tre anni di conflitti a livello globale. Quelli feriti sono oltre 6000. Non sono neppure numeri certificati, si tratta di stime, i numeri reali non li conosce nessuno. 

Netanyahu, in una intervista alla CBS di qualche giorno fa, ha detto: "Non riusciamo a ridurre le vittime civili".

C'è o no un corto circuito in questa affermazione? C'è o no qualcosa di incredibile? Eppure l'ha detto davvero. E l'Europa, l'Occidente, nessuno ha niente da dire? 

Dall'inizio della guerra in Ucraina sono stati inflitti, giustamente, alla Russia 12 pacchetti di sanzioni. Ne vogliamo infliggere uno, anche solo simbolico, a Israele? Vogliamo almeno fingere di non essere ipocriti oltre misura? Oppure ce ne freghiamo e di questo mare di ipocrisia in cui siamo immersi ci facciamo motivo di vanto anziché di biasimo?

martedì 21 novembre 2023

Noi e gli alberi


Oggi è la Giornata mondiale degli alberi, una delle tante giornate mondiali di qualcosa che ci siamo inventati non si sa bene perché.

Quando si parla di alberi, a me vengono sempre in mente alcune pagine di "Sapiens, da animali a dèi", di Yual Noah Harari, in cui lo storico israeliano dice che quando vede le immagini degli ambientalisti che abbracciano gli alberi, un po' sorride.

Sorride perché la nostra specie, Homo Sapiens, da quando è apparsa su questo pianeta, circa 200mila anni fa, ha causato l'estinzione dell'83% di tutte le specie di mammiferi selvatici della Terra e del 50% delle piante. Ancora oggi il ritmo con cui si deforesta e si disbosca in tutto il mondo è impressionante, e forse non molti sanno che c'è correlazione tra deforestazione e eventi pandemici come quello del Sars-CoV-2. 

Si deforesta principalmente per tre motivi: 

1) La creazione di nuove aree coltivabili: la necessità di creare nuovi terreni per l'agricoltura e l'allevamento è uno dei principali fattori alla base della deforestazione. Si aggiungono anche i terreni utilizzati per scopi minerari e edilizi, o acquisiti da grandi speculatori per le monocolture.

2) Legname come combustibile: il legno è ancora la principale fonte di combustibile per un terzo della popolazione mondiale che lo utilizza per il riscaldamento domestico.

3) Legno pregiato: la domanda di legno pregiato spinge il taglio degli alberi nelle foreste equatoriali e tropicali.

Molti studi, peraltro convergenti, dicono che per ripristinare l'originale tasso di biodiversità presente sul pianeta prima che arrivassimo noi, occorrerebbero cinque milioni di anni. In altre parole, in soli 200mila anni abbiamo distrutto ciò che la natura aveva creato in milioni di anni di vita senza di noi.

Siamo quelli che Harari definisce "serial killer ecologici", la più invasiva e distruttiva specie mai apparsa sul pianeta. Però ogni tanto abbracciamo gli alberi. Così, come moto di simpatia e affetto per gli ultimi rimasti.

lunedì 20 novembre 2023

Tra giustizia e vendetta

Lo so, sono impopolare, ma io voglio che quel ragazzo venga giudicato e punito da un tribunale e da un collegio giudicante di questo paese in base alle leggi vigenti. Non mi riconosco in chi strilla scompostamente di darlo in mano ai familiari della povera ragazza allo stesso modo in cui, in altre epoche e in altri posti, i criminali venivano dati in pasto alla folla inferocita per essere giustiziati.

In primo luogo perché tale eventuale trattamento non riporterebbe comunque in vita quella sventurata ragazza; in secondo luogo perché dal codice di Hammurabi a oggi sono passate alcune migliaia di anni e qualche passo in avanti in termini di civiltà l'abbiamo fatto, o almeno dovremmo averlo fatto.

Tra l'altro, faccio notare che il padre della vittima, ricevute le condoglianze da parte dei familiari dell'assassino, ha replicato non scagliandosi contro quella famiglia e augurando al ragazzo di fare la stessa fine, ma porgendo ad essi la sua vicinanza per il dramma che anche a loro è capitato.

A volte la linea che separa la sacrosanta giustizia dalla vendetta sembra fin troppo sottile, ma quel padre, nonostante l'immensa tragedia che gli è capitata, è riuscito a mantenere la capacità di vederla. E di ciò gli va reso merito.

sabato 18 novembre 2023

Evoluzione casuale e dignità sono incompatibili (secondo Wojtyla e Ratzinger)

Se avete cinque minuti liberi, e naturalmente se questi argomenti vi interessano, ascoltate ciò che dice Telmo Pievani a partire dal min. 13 circa di questa conferenza. È il suo commento a ciò che disse papa Wojtyla il 22 ottobre 1996 in occasione di un suo messaggio alla Pontificia accademia delle scienze. La frase incriminata, che verrà poi ripresa da papa Ratzinger nel discorso del suo insediamento al soglio di Pietro, è questa: "...le teorie dell’evoluzione che, in funzione delle filosofie che le ispirano, considerano lo spirito come emergente dalle forze della materia viva o come un semplice epifenomeno di questa materia, sono incompatibili con la verità dell’uomo. Esse sono inoltre incapaci di fondare la dignità della persona".

Il sotteso di questo discorso, che poi non è neppure tanto sotteso, è che noi non possiamo essere figli del caso e della mera evoluzione per contingenze, come ci insegna Darwin e come oggi la scienza ha definitivamente accertato, e chi crede questo non solo si pone al di fuori degli insegnamenti della chiesa, che uno potrebbe anche dire: chi se ne frega?, ma secondo Wojtyla e Ratzinger ragionare in termini di evoluzione casuale, cioè escludere che la nostra presenza qui sia frutto di un "disegno" che era già tracciato, preclude la possibilità di poter avere una morale, un'etica e perfino una dignità.

Non so se è chiara la gravità di questa affermazione e se si riesce a comprenderne appieno le implicazioni. Poi mi raccomando, tutti a indignarsi e a mettersi sulle barricate se per caso a volte capita di dire qualcosa di offensivo nei confronti delle religioni. 

Ma l'obiezione più bella e ineccepibile a questa delirante affermazione, Pievani la dà verso la fine del suo intervento, dal min. 25:30, cioè quando dice che è solo grazie alla contingenza e alla casualità che noi possiamo apprezzare la nostra presenza qua, perché se ci fossimo evoluti solo in virtù di un disegno che già ci prevedeva saremmo niente di più che pedine di altri giochi, mentre invece è proprio la casualità, il fatto che la storia sia andata in questo modo quando sarebbe potuta andare in milioni di altri modi a renderci preziosi e unici.

E comunque in fin dei conti siamo Sapiens, con tutti i nostri limiti e i nostri difetti, ma con la capacità unica su questo pianeta di poter organizzare ed elaborare i pensieri ricorrendo alla razionalità, e credo che il modo più consono di appartenervi sia quello di farne uso.

venerdì 17 novembre 2023

Hamburger vegano

Avevo già scritto relativamente alla questione della carne "sintetica", di cui si parla in queste ore dopo che alla Camera è passata la legge che ne proibisce produzione e utilizzo, quindi non ci torno sopra. Mi limito, velocemente, a linkare un paio di video.

Qui Roberto Mercadini spiega la stupidità di proibire di chiamare un hamburger vegano hamburger vegano. Qui Dario Bressanini spiega la stupidità di fare una legge che proibisce ciò che è già proibito. 

Mi chiedo ogni giorno cosa abbiamo fatto di male per meritarci una classe politica di tale livello di incompetenza e cialtronaggine. Forse dobbiamo scontare qualcosa, chissà, magari qualche colpa atavica. Se no non si spiega.

mercoledì 15 novembre 2023

[...]


No ma io il titolista del Manifesto lo adoro. E non da oggi :-)

lunedì 13 novembre 2023

Perché il massacro continua?

Magari sbaglio, ma mi sembra che nessuno abbia interesse vero a fermare il massacro dei palestinesi da parte di Israele. In particolar modo mi sembra che non sia interesse né degli USA né, tantomeno, dell'Europa. Alcuni indizi che mi sembra possano corroborare questa impressione. 

Giovedì scorso un giornalista ha chiesto a Biden se non fosse il caso di fare qualsiasi cosa per ottenere un cessate il fuoco. Risposta di Biden: Non c'è alcuna possibilità che Israele fermi i bombardamenti nonostante le migliaia di vittime civili. 

Cosa significa non c'è alcuna possibilità? Biden è al telefono un giorno sì e uno no con Netanyahu; di cosa parlano in queste chiacchierate, del meteo? Cavolo, sei il presidente degli Stati Uniti? Allora se veramente ci tieni a fermare questo massacro prendi il tuo amico Netanyahu e gli dici di darsi una calmata, magari minacciandolo in caso contrario di cominciare a dare un taglio all'invio di soldi, armi, supporto logistico e quant'altro a Israele. Biden sa benissimo - lo ammette lui stesso - che stanno morendo migliaia di civili, gran parte dei quali bambini, e tutto quello che sa dire è che non c'è la possibilità che il massacro si fermi? Non c'è la possibilità o non c'è la volontà?

Anche qua in Europa mi pare che la musica cambi poco. Ok, nelle piazze di molte città europee si riversano manifestanti per chiedere di fermare il massacro, ma di voci autorevoli in seno alle istituzioni europee non mi sembra di sentirne, se si esclude il segretario generale dell'ONU Antonio Guterres. Oltre a lui è rimasto giusto il papa, che ancora ogni giorno si affaccia alla sua finestra e chiede a gran voce di fermare il massacro, per il resto mi sembra sia tutto un "Israele ha diritto di difendersi" e poco altro.

Qualche giorno fa la vicepresidente del Belgio, Petra De Sutter, ha chiesto di attivare sanzioni economiche nei confronti di Israele perché "la pioggia di bombe è disumana" e quello che Israele sta facendo sono crimini contro l'umanità. Qualche leader europeo ha accennato qualche risposta alla vicepresidente del Belgio? Silenzio totale. 

Israele ha certamente il diritto di difendersi, ma un conto è la difesa, altro conto è la vendetta. Netanyahu continua imperterrito a bombardare ospedali, scuole, campi profughi, città, villaggi senza fare alcuna distinzione tra civili e combattenti. Michel Goya ha calcolato che solo nell'ultima settimana Israele ha lanciato sulla striscia di Gaza, che per rendere l'idea ha un'estensione pari a quella del lago di Garda, lo stesso numero di missili che Putin ha lanciato sulle città Ucraine in 21 mesi di guerra, e attualmente le vittime palestinesi sono 11.000 di cui quasi metà bambini. Per Putin la Corte penale internazionale ha spiccato un mandato di arresto per crimini di guerra in Ucraina, per Netanyahu che ha fatto dieci volte più vittime non si muove nessuno? Forse i bambini ucraini valgono più di quelli palestinesi?

Forse, molto più semplicemente, il massacro dei palestinesi sta bene a tutti.

domenica 12 novembre 2023

Cristiani, perseguitati e persecutori


Franco Cardini, storico che stimo molto e di cui ho alcuni giorni fa assistito a una conferenza qua dalle mie parti, ha scritto qualche anno fa questo ottimo saggio recentemente ripubblicato.

È in sostanza un libro sulla storia del cristianesimo che parte dalla morte di Gesù, grosso modo attorno al 30 d.C., e si snoda fino alla caduta dell'impero romano d'occidente, cioè attorno al quarto secolo circa. Prende le mosse da quando, dopo l'arresto di Gesù, i suoi discepoli si ritrovano e avviano in Gerusalemme una vita comunitaria rivolta a convincere gli ebrei loro correligionari che l'atteso Messia è già arrivato, che si è presentato in modo diverso dal liberatore e conquistatore militare che ci si aspettava e che bisogna adesso proseguire la sua opera.

È un saggio storico, non teologico, e affronta la storia del cristianesimo dal punto di vista delle varie tappe che l'hanno condotto da neonata e piccola costola dell'ebraismo a religione ufficiale dell'impero. E lo fa evidenziando come questa diffusione abbia visto i cristiani sia nelle vesti di perseguitati, specialmente nell'impero pre-costantiniano, sia, soprattutto, di persecutori. 

Non è un libro in cui si danno giudizi, è un libro storico in cui si raccontano fatti storici: i rapporti tra potere e società all'avvento dell'era cristiana, i divieti, le repressioni, le persecuzioni subite dai cristiani ma anche le atrocità, le prevaricazioni, i soprusi commessi da questi ultimi nel corso dei secoli. Non solo nei primi secoli, ma anche e forse soprattutto dopo la caduta dell'impero romano e l'inizio del medioevo. E qui l'elenco delle atrocità è lunghissimo e per gran parte noto: le crociate, l'inquisizione, i massacri dei conquistadores, la Notte di san Bartolomeo, i processi contro Galilei e Giordano Bruno. Senza contare i delitti su cui è scesa la coltre dell'oblio: il massacro dei 4500 sassoni sui campi di Werden voluto da Carlomagno e dai suoi vescovi, i genocidi compiuti dai basileis della dinastia macedone nei Balcani, le esecuzioni di eretici e streghe dal XIII al XVIII secolo, i delitti commessi in seguito alla Riforna e alla Controriforma, le stragi dei nativi americani nel Centro e nel Sud ma anche nel nord del continente americano, la tratta degli schiavi stivati in catene dall'Africa al nuovo mondo a bordo di vascelli i cui capitani conoscevano a memoria interi libri della Bibbia, gli etno-genocidi commessi tra Settecento e Ottocento in Oceania.

Franco Cardini, in coda al libro, espone alcune riflessioni su come sia stato possibile che una religione che nasceva su presupposti di pace e di amore ("ama il prossimo tuo come te stesso") si sia diffusa e affermata per buona parte con la spada piuttosto che con l'evangelizzazione tramite la parola. Ovvio, c'è stata anche questa, ci sono state schiere di buoni e generosi missionari cristiani di ogni confessione, molti dei quali martirizzati insieme con gli oppressi, oppure uccisi da quegli stessi per i quali avevano donato le loro esistenze. Ma il mistero e la contraddizione di come la stessa fede religiosa abbia prodotto Francesco d'Assisi e Francisco Pizzarro, Teresa di Calcutta e Cotton Mather rimane.

sabato 11 novembre 2023

La perfezione (inesistente)

Ieri ho avuto su fb una discussione con una signora sulla perfezione. Lei sosteneva che l'uomo, gli animali, le piante e ogni essere vivente sono perfetti. Io invece tentavo di spiegarle che in natura la perfezione non esiste e che l'essere umano, in particolare, è un crogiolo di imperfezioni. Alla fine non siamo riusciti a metterci d'accordo e ognuno è andato amichevolmente per la propria strada. 

Non siamo riusciti a capirci perché ragionavamo su piani diversi e incompatibili: quello della fede lei (l'uomo è stato creato), quello evolutivo io (l'uomo è una specie tra le miliardi presenti sul pianeta ed è frutto di un processo evolutivo). Però tutto sommato è stato interessante. Poi le ho linkato questo video per tentare di spiegarle a cosa mi riferivo, ma dubito che l'abbia guardato.


Extraballe

Ricordate la tassa sugli extraprofitti delle banche, annunciata sotto il solleone ferragostano in pompa magna da Salvini come "misura di equità" e che, sempre secondo il grande statista soprannominato il "girasagre", avrebbe consentito allo stato di incamerare "alcuni miliardi"? Bene, sapete quanto ha incassato finora lo stato da quella tassa? Zero. Neppure un centesimo. Per il semplice fatto che un emendamento a quel provvedimento, emendamento tra l'altro presentato dalla stessa maggioranza, neanche dall'opposizione, consentiva alle banche di non pagare la suddetta tassa purché destinassero un importo pari a due volte e mezzo il suo valore al rafforzamento del loro patrimonio. E le banche, che sceme non sono, indovinate cosa hanno fatto? Esatto.

Naturalmente nessuno, adesso, andrà dal girasagre a chiedere conto dell'ennesima balla raccontata con l'unico scopo di prendere in giro le italiche genti facendo loro credere che questo è un governo che prende ai ricchi per dare ai poveri (finora ha esattamente fatto il contrario). Così come nessuno andrà dalla donnetta urlante a chiedere conto della oscena e ridicola boutade del trasferimento di migranti in Albania, quando si scoprirà (non ci vuole un genio) che il progetto è infattibile e che è tutta propaganda, fumo negli occhi, arma di distrazione di massa per distogliere l'attenzione dall'epocale fallimento sulle politiche migratorie del governo che sciaguratamente presiede. 

Di sicuro non gliene chiederà conto Bruno Vespa.

giovedì 9 novembre 2023

Aperture

 


Mi sembra che la chiesa, da qualche tempo, si mostri molto più avanti di buona parte della società civile e di buona parte di chi ci governa. Poi vabbe', a essere mentalmente più avanti di governi come questo non è che ci voglia granché, intendiamoci. 

Non va dimenticato, però, che l'arrivo a queste aperture fa seguito a un paio di millenni di sessuofobia e discriminazione di tutti gli orientamenti sessuali che non fossero quello canonico (anche di quello, a dire il vero, a meno che non si utilizzasse per finalità procreative), ma come si dice, alla fine il tempo è galantuomo. 

Resta solo da capire se queste aperture e questo mettersi al passo coi tempi che corrono, che corrono molto più veloci di qualunque dottrina, siano da parte delle gerarchie ecclesiastiche frutto di reale desiderio di venire incontro a tutte quelle categorie di persone finora sempre discriminate o sia più il tentativo di dare della chiesa un'immagine di contemporaneità, di essere al passo coi tempi per timore di estinzione, visto che da un paio di secoli almeno il processo di secolarizzazione in Occidente è andato per la sua strada e la divaricazione tra fede cristiana e società civile ha raggiunto ampiezze ormai incolmabili. 

Quale che sia la risposta, plaudiamo a queste aperture con la speranza che siano di sprone anche a chi governa a imboccare la stessa strada. Ma la vedo dura.

martedì 7 novembre 2023

Intendersi sulla vita

Riguardo allo spinoso caso di Indi Gregory, la bambina inglese di otto mesi affetta da una malattia genetica incurabile, a cui i medici hanno deciso di sospendere l'assistenza medica per non continuare a infliggerle inutili sofferenze, mi sento di condividere le considerazioni della Dott.ssa Alice Rotelli la quale, da medico, spiega in maniera molto chiara cos'è questa rara malattia e gli effetti che provoca in chi ne è affetto. 

Trovo che siano considerazioni condivisibili perché invitano a mettere da parte la "pancia" e chiamano in causa il raziocinio e il cervello, anche se è evidente, e per certi versi comprensibile, che in tragedie come questa la razionalità fatichi a trovare casa. 

Mi aggancio a questo per una breve considerazione su quanto detto da Giorgia Meloni a commento della decisione del governo di accordare la cittadinanza italiana alla bambina per permetterle così di essere assistita in un ospedale italiano, cioè queste: "Dicono che non ci siano molte speranze per la piccola Indi, ma fino alla fine farò quello che posso per difendere la sua vita. E per difendere il diritto dei genitori a fare tutto quello che possono per lei". 

Apparentemente l'impegno a "difendere la sua vita" è ineccepibile. Chi non sarebbe d'accordo a difendere la vita, qualsiasi vita? Tutto sta ad accordarsi su cosa si intende per vita. Se con questo sostantivo si intende il mero insieme di funzionalità e processi biologici, come nel caso di malati terminali affetti da malattie senza scampo, allora non si difende la vita ma si difendono quei processi biologici. Stop. Ma la vita non è solo questo, la vita è biografia, è azione, è svegliarsi al mattino per andare a scuola, al lavoro, a camminare in collina, a fare un viaggio; la vita è relazione, incontri, passioni, anche dolore, frustrazione, vittorie, sconfitte. Questa è la vita nella sua accezione più ampia e completa. Ed è questa, a mio parere, che va difesa. Difendere un mero insieme di processi biologici è a mio avviso il materialismo più bieco, e credo anche una forma di egoismo, non c'entra niente con la valenza spirituale insita nel concetto della difesa della vita, ma c'entra con una visione esclusivamente materialistica della vita. 

I medici inglesi che hanno deciso di interrompere l'assistenza sanitaria non l'hanno fatto perché sono ciniche persone senza cuore, ma l'hanno fatto forse proprio perché un cuore ce l'hanno, e davanti a una malattia genetica incurabile che provoca una progressiva e irreversibile debilitazione di tutto l'organismo tra atroci sofferenze, ritengono che interrompere quelle sofferenze sia ciò che per la legislazione inglese viene definito "massimo interesse del minore".

lunedì 6 novembre 2023

Now and then

A me la "nuova" canzone dei Beatles non dispiace. È permeata da quel non so che di evocativo e leggermente malinconico che ricorda un po' The show must go on dei Queen e altre millemila canzoni simili. 

In particolare trovo splendido quel passaggio Sol Maggiore/Si minore con cui si apre il ritornello (ma ce ne sono anche altri simili molto interessanti). Per il resto che dire? È una canzone beatlesiana che più beatlesiana non si può, quindi chi già amava i quattro di Liverpool ne ha sicuramente ritrovato le tracce, chi non li amava continuerà a non amarli. Credo comunque che, al di là della qualità musicale del pezzo, i giudizi dei fan siano particolarmente influenzati dalla componente emotiva e anche un po' affettiva. È normale che sia così. Ognuno di noi è cresciuto con artisti che sono stati la colonna sonora della propria vita, e scoprire che del tale artista c'era ancora qualcosa di inedito in giro... 

Un po' come se si scoprisse qualcosa di inedito dei Pink Floyd degli anni Settanta. Cioè, io dalla gioia mi metto nudo e vado a ballare in mezzo alla strada, eh!

sabato 4 novembre 2023

Sulla conferenza di Paolo Ercolani

Mi appunto qui alcune cose che mi sono rimaste in mente della bellissima conferenza di Paolo Ercolani tenuta ieri sera a Misano. Il tema era Automi connessi: l'umano nella rete.

Uno dei punti più interessanti riguarda la velocità. Il nostro sistema cognitivo è programmato sulla lentezza. Dalla notte dei tempi il sistema migliore, dopo la trasmissione orale del sapere, che permette a noi esseri umani di imparare e conoscere le cose è la lettura, la lettura lenta. Si studia leggendo libri. E questa lettura per essere proficua deve appunto essere lenta. Chiunque abbia esperienze di studio sa benissimo che i concetti vanno letti, riletti, magari sottolineati per incamerarli meglio, e questo succede perché il nostro cervello è programmato in questo modo.

L'informatica e la televisione hanno cambiato radicalmente tutto ciò, inondandoci ogni giorno con fiumi di notizie e attuando in noi un cambiamento antropologico epocale. Notizie che siamo costretti a leggere velocemente per riuscire a stare loro dietro. Ma non ci può essere conoscenza con la velocità. La conoscenza, diceva sempre Ercolani, è un sommergibile, non un motoscafo. Certo, il motoscafo è più invitante perché viaggia in superficie, va veloce, ci sono le onde, il vento, il sole, ovvio che ci si diverta di più, mentre invece il sommergibile viaggia lentamente e se ne sta in profondità, al buio. Ma così come il motoscafo se ne sta in superficie, anche la conoscenza acquisita con questo sistema è superficiale. La conoscenza vera è invece quella che si apprende andando lentamente e in profondità, esattamente come fa un sommergibile. È molto faticoso, ovvio, ma conoscere non è mai stato semplice, occorre impegno. 

La velocità con cui siamo costretti a interagire sui social, oltre che impedire una conoscenza vera delle cose ha effetti deleteri anche sull'attenzione. Ercolani citava numerosi studi in cui si evidenzia come, mediamente, dopo 5-6 minuti di lettura ci sia bisogno di staccare perché non si riesce più a seguire ciò che si sta leggendo. Si chiama deficit di attenzione. Chiunque può verificare questa cosa sui social: i post lunghi, magari un po' articolati, vengono sistematicamente snobbati, con l'autore che magari si becca una reprimenda da chi legge per l'eccessiva lunghezza del suo scritto. Stessa cosa quando ascoltiamo qualcuno parlare: il tempo medio di attenzione è di pochi minuti, poi ci distraiamo. Sono gli effetti deleteri sul nostro sistema cognitivo provocati dalla velocità e dalla superficialità. E i nativi digitali sono quelli più esposti a queste problematiche.

Non sono problemi da poco. La superficialità impedisce all'essere umano di fare la cosa che per antonomasia lo distingue da tutte le altre specie presenti sul pianeta: ragionare. Il ragionamento si accompagna al pensiero, all'approfondimento, non alla superficialità e alla velocità, ma con l'avvento della velocità dell'informatica l'uomo è chiamato sempre più a funzionare piuttosto che a pensare. E una volta che si eliminano il pensiero e l'approfondimento nascono le semplificazioni, le divisioni manichee tra bianco e nero, le polarizzazioni: io sto con questo e io sto con quello, la ragione sta di qua e i torti stanno di là, novax contro sìvax, pro-Israele contro pro-Palestina. Divisioni nette, manichee, le sfumature vengono cancellate. Tutto questo dimenticando che nelle vicende umane, specie quelle più complesse, non esiste mai che i torti stiano tutti da una parte e le ragioni tutte dall'altra. Mai. Ma noi non siamo più capaci di immergerci nella complessità col nostro sommergibile, preferiamo il motoscafo. Poi arrivano i Salvini che sparano quattro slogan privi di qualunque ragionamento retrostante e noi, ormai incapaci di capire e di pensare, ci lasciamo affascinare.

Altro tema interessante è il rapporto tra internet e intelligenza. La misurazione del famoso Q.I. non è recente ma, pur con diverse modalità, si effettua dagli inizi del Novecento. La progressione di queste rilevazioni ha dimostrato, dice sempre Ercolani, che col passare del tempo l'intelligenza media generale è sempre andata aumentando, a volte più velocemente altre meno, ma ha sempre avuto un trend crescente. Fino all'inizio degli anni Duemila. Da lì ha cominciato lentamente a decrescere. Ma cosa è successo agli inizi degli anni Duemila? Sono arrivati i telefonini, e a partire da questo momento tutte le rilevazioni del Q.I. hanno mostrato una lenta ma costante decrescita. Questo non significa necessariamente che internet ci rende stupidi, ma qualche pensiero lo fa venire.

Altro tema interessantissimo riguarda i suicidi. Non è mai esistito altro periodo storico documentato in cui il suicidio fosse la prima causa di morte tra giovani e giovanissimi. In passato abbiamo avuto la droga, gli incidenti stradali, l'alcol ecc.; oggi la prima causa di morte dei giovani è il suicidio. E guarda caso i più colpiti da questo dramma sono proprio i cosiddetti nativi digitali.

Altro tema interessantissimo toccato da Ercolani è la solitudine. Ci sono milioni di ragazzi e ragazze che hanno caterve di "amici" virtuali sui propri social che però dichiarano di sentirsi soli. Come si fa a soffrire di solitudine avendo come compagnia una platea così grande di "amici" in rete? Semplicemente perché viviamo oggi in un'epoca in cui si confonde la relazione personale con la relazione tra profili virtuali, con tutto ciò che ne consegue. 

A volte ho avuto la sensazione che Paolo Ercolani dipingesse un quadro esageratamente negativo della situazione attuale, ma se ci si pensa bene è così. E d'altra parte i dati sui suicidi giovanili sono lì, nero su bianco. Non si vuole con questo demonizzare tout court la Rete, logico, ma come già diceva Hegel, non esiste, e non esisterà mai, una grande invenzione o innovazione che abbia esclusivamente luci e lati positivi. Accanto alla luce ci sono sempre una o più ombre, più o meno grandi, e la Rete non ne è esente.

giovedì 2 novembre 2023

Se telefonando

Comunque, riguardo alla famosa telefonata, il numero di palazzo Chigi si trova facilmente con 30 secondi di Google. Il problema non è quello ma il fatto che quella telefonata sia stata passata alla Meloni, il che significa che il primo che passa di lì e usa un nome di fantasia viene fatto parlare col presidente del Consiglio. Non mi sembra proprio irrilevante, come fatto.

Poi c'è il contenuto della telefonata, dove si scopre ad esempio che la Meloni sulla questione delle migrazioni ammette il fallimento più totale. Ammissione notevole. Poi c'è la questione ucraina. In privato, col sedicente presidente della lega africana (in realtà i due burloni russi), fa un ribaltamento totale rispetto a quanto detto e ridetto sia in Parlamento che alla stampa che nei simposi internazionali. Qui la parola d'ordine è sempre stata aiuti militari ed economici all'Ucraina senza se e senza ma, fino alla vittoria finale. Nella telefonata si scopre invece una Meloni favorevole a un negoziato, un compromesso che accontenti entrambe le parti, la Russia e l'Ucraina. Se non è una svolta questa. 

C'è da notare, a questo proposito, che la strada del negoziato è quella che fin dall'inizio è stata battuta dai pacifisti, quelli che per questo motivo sono sempre stati dileggiati, irrisi, bollati come filo-putiniani e stupidaggini simili. Adesso si scopre che anche la Meloni è per il negoziato. Parafrasando un vecchio detto: "In telefono veritas".

lunedì 30 ottobre 2023

Condivido Zerocalcare

Per quello che vale, condivido la scelta di Zerocalcare di non partecipare al Lucca Comics perché patrocinato da Israele. Per il semplice fatto che Israele sta massacrando un popolo. Non è una esagerazione, sta letteralmente massacrando un popolo senza fare distinzioni tra popolazione civile e terroristi. Lo sta massacrando direttamente con bombardamenti che uccidono civili (uomini, donne, bambini) e indirettamente con l'interruzione delle forniture di elettricità, acqua, medicinali, generi alimentari a tutta la popolazione di Gaza.

Qui non si sta parlando di caccia mirata ai terroristi di Hamas, che al limite avrebbe una sua giustificazione, si sta parlando di crimini di guerra in base a quelle che sono tutte le convenzioni internazionali. È orribile ciò che ha fatto Hamas il 7 ottobre scorso, orribile e da condannare senza tentennamenti, ma rispondere a un attentato terroristico con l'eliminazione sistematica di un popolo, che è ciò che sta facendo Netanyahu (il bilancio provvisorio aggiornato a ieri parla di 8000 vittime di cui 4000 bambini), non ha alcuna giustificazione.

domenica 29 ottobre 2023

Politicanti finiti

Non mi sorprendo più di tanto delle ridicole e scomposte uscite di Salvini e delle polemiche innescate con Zerocalcare e Amnesty International. In generale non c'è da sorprendersi, perché ha sempre fatto così: ogni volta che è in difficoltà mette in campo le famose armi di distrazione di massa. Un classico. Un sistema collaudato, in genere utilizzato dai personaggi politicamente ormai morti che non hanno più niente da dire, se mai ne hanno avuto, i quali utilizzano la polemica come sistema per restare mediaticamente a galla.

Un modo, la polemica appunto, per sviare l'attenzione dall'enorme carico di promesse strombazzate in campagna elettorale e clamorosamente disattese, mancata abolizione della legge Fornero su tutte, legge che Salvini aveva solennemente promesso di abolire pena il diritto di prenderlo a pernacchie. 

E che Salvini sia politicamente finito e ormai irrilevante e imbarazzante non lo dico io. Andate a fare un giro sui suoi canali social, andate sulla sua pagina Twitter o su Facebook e leggete il tenore dei commenti di quelli che una volta erano i suoi sostenitori. Altroché pernacchie. Cosa gli rimane, quindi? Semplice: buttarla in caciara sperando di sviare l'attenzione dal suo totale fallimento. D'altra parte lo capisce anche un bambino che accusare Amnesty International di razzismo non sta né in cielo né in terra e ha come unica finalità la polemica fine a se stessa. L'ultima freccia che è rimasta al suo arco.

Andare oltre


Mi è piaciuto molto, stamattina, leggere questo pensiero di Yual Noah Harari, scrittore e storico israeliano che amo molto. Il quale poi aggiunge che non è possibile, oggi, chiedere a Israele di non odiare i palestinesi, così come non si può chiedere ai palestinesi di non odiare Israele, perché entrambi sono emotivamente carichi e coinvolti e perché dentro questo odio ci vivono da sempre, ne sono impregnati. Loro non possono scegliere di non odiarsi a vicenda, ma noi possiamo farlo. 

Noi che osserviamo la tragedia da fuori, che non ne siamo direttamente coinvolti, abbiamo la possibilità, dice sempre Harari, di mettere da parte l'emotività e le ideologie e costruire quel recinto in cui rinchiudere per sempre ciò che è stato, e da lì provare a ripartire. Che in concreto significa smettere di continuare quella odiosa e ridicola guerra verbale tra fazioni che stiamo portando avanti qui, smettere con gli "eh ma loro hanno fatto questo", "loro hanno fatto quest'altro" e provare ad andare oltre.

Difficile, certo. Ma le cose giuste non sono mai facili.

sabato 28 ottobre 2023

Prendere posizione?

Comunque quando Elly Schlein, che a me piace, dirà la prima cosa chiara su un argomento sensibile, indicherà una direzione precisa, una visione univoca su qualcosa, qua si sarà contenti. 

Anche perché chi l'ha votata alle primarie, cioè la gente comune, l'ha fatto perché stanca di un PD che le perde tutte e perché stanca di avere un PD di matrice renziana: né carne né pesce, un po' di qua e un po' di là, privo di una identità precisa. Altrimenti tanto vale tornare al renzismo e chiusa lì.