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domenica 12 novembre 2023

Cristiani, perseguitati e persecutori


Franco Cardini, storico che stimo molto e di cui ho alcuni giorni fa assistito a una conferenza qua dalle mie parti, ha scritto qualche anno fa questo ottimo saggio recentemente ripubblicato.

È in sostanza un libro sulla storia del cristianesimo che parte dalla morte di Gesù, grosso modo attorno al 30 d.C., e si snoda fino alla caduta dell'impero romano d'occidente, cioè attorno al quarto secolo circa. Prende le mosse da quando, dopo l'arresto di Gesù, i suoi discepoli si ritrovano e avviano in Gerusalemme una vita comunitaria rivolta a convincere gli ebrei loro correligionari che l'atteso Messia è già arrivato, che si è presentato in modo diverso dal liberatore e conquistatore militare che ci si aspettava e che bisogna adesso proseguire la sua opera.

È un saggio storico, non teologico, e affronta la storia del cristianesimo dal punto di vista delle varie tappe che l'hanno condotto da neonata e piccola costola dell'ebraismo a religione ufficiale dell'impero. E lo fa evidenziando come questa diffusione abbia visto i cristiani sia nelle vesti di perseguitati, specialmente nell'impero pre-costantiniano, sia, soprattutto, di persecutori. 

Non è un libro in cui si danno giudizi, è un libro storico in cui si raccontano fatti storici: i rapporti tra potere e società all'avvento dell'era cristiana, i divieti, le repressioni, le persecuzioni subite dai cristiani ma anche le atrocità, le prevaricazioni, i soprusi commessi da questi ultimi nel corso dei secoli. Non solo nei primi secoli, ma anche e forse soprattutto dopo la caduta dell'impero romano e l'inizio del medioevo. E qui l'elenco delle atrocità è lunghissimo e per gran parte noto: le crociate, l'inquisizione, i massacri dei conquistadores, la Notte di san Bartolomeo, i processi contro Galilei e Giordano Bruno. Senza contare i delitti su cui è scesa la coltre dell'oblio: il massacro dei 4500 sassoni sui campi di Werden voluto da Carlomagno e dai suoi vescovi, i genocidi compiuti dai basileis della dinastia macedone nei Balcani, le esecuzioni di eretici e streghe dal XIII al XVIII secolo, i delitti commessi in seguito alla Riforna e alla Controriforma, le stragi dei nativi americani nel Centro e nel Sud ma anche nel nord del continente americano, la tratta degli schiavi stivati in catene dall'Africa al nuovo mondo a bordo di vascelli i cui capitani conoscevano a memoria interi libri della Bibbia, gli etno-genocidi commessi tra Settecento e Ottocento in Oceania.

Franco Cardini, in coda al libro, espone alcune riflessioni su come sia stato possibile che una religione che nasceva su presupposti di pace e di amore ("ama il prossimo tuo come te stesso") si sia diffusa e affermata per buona parte con la spada piuttosto che con l'evangelizzazione tramite la parola. Ovvio, c'è stata anche questa, ci sono state schiere di buoni e generosi missionari cristiani di ogni confessione, molti dei quali martirizzati insieme con gli oppressi, oppure uccisi da quegli stessi per i quali avevano donato le loro esistenze. Ma il mistero e la contraddizione di come la stessa fede religiosa abbia prodotto Francesco d'Assisi e Francisco Pizzarro, Teresa di Calcutta e Cotton Mather rimane.

12 commenti:

  1. Ci si sta sgozzando proprio ora nel regno delle tre massime religioni. Direi che farsi domande sulle dinamiche è quasi superfluo. Accade punto. Forse accade proprio in virtù di ciò.

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  2. Mah, credo sia più una questione territoriale che religiosa.

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  3. Ama il prossimo tuo come te stesso arriva con San Francesco. Il suo messaggio di amore si scontra con le crociate, armate dal Papa con un messaggio di morte per l'infedele. Quindi diciamo che in una Chiesa in cui il messaggio era un Dio vendicativo e non di amore, solo San Francesco prima e i francescani poi scavano un solco di differenza di pensiero che arriva fino ai nostri giorni. Ci ha messo molto per arrivare ma adesso c'è. Elisa

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  4. Ci piace trascurare l'influenza della religione sui fatti storici o politici, ma credo che sia sbagliato.
    La religione influenza la morale e l'etica anche nelle persone che si professano atee o agnostiche. Intimamente "sentiamo" che certi comportamenti sono sbagliati o giusti, ma questo sentire non è geneticamente determinato, deriva dall'educazione che riceviamo: dai membri della famiglia e della cerchia di amici, dalla scuola e dalla società in senso lato.
    Chi nasce e cresce in un Paese di tradizione cristiana, ad esempio, non potrà fare a meno di considerare quanto meno strano lavorare la domenica o il 25 dicembre...
    La religione tradizionale di un Paese ha influenza sulla vita quotidiana anche di chi non crede, perché ha influenza sulle scelte politiche, sulle reazioni agli eventi, sul calendario scolastico, sulla moda... Cristiani, ebrei e musulmani sono diversi perché sono diversi i codici morali che derivano dalle religioni e che vengono trasmessi in modo inconsapevole e diffusamente dalla società nel suo complesso e non solo (e neppure principalmente) da chi si occupa di insegnamento religioso. Ed è per questo che è difficilissimo scardinare certe convinzioni.
    Cosa ne pensate?

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  5. Elisa, "ama il prossimo tuo come te stesso" arriva con Gesù, Francesco d'Assisi è uno dei tanti che ha dedicato la vita a tentare di metterlo in pratica e uno dei pochi a riuscirci. Il solco di cui tu parli non l'ha scavato lui, l'ha scavato Gesù. Il problema grosso è che la chiesa ha tradito clamorosamente quel messaggio, e la sua storia sta lì a dimostrarlo.

    Flo, che la religione influenzi molti aspetti della vita del singolo e della società è fuor di dubbio, specie se si considera che noi occidentali, come società, abbiamo le radici nel cristianesimo, anche se oggi la secolarizzazione ha preso il sopravvento. Per quanto riguarda il "sentire" la differenza tra ciò che è bene e ciò che è male, Kant diceva che ognuno è in grado di "sentirla" da sé in maniera innata. Ovviamente si sbagliava, perché se nessuno la insegna è impossibile avvertirla.
    Sulla difficoltà di scardinare certe convinzioni mi trovi perfettamente d'accordo.

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  6. Anche Kant è nato cristiano

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  7. Sembra un libro interessante…
    È vero che le persecuzioni dei romani contro i cristiani furono rare e limitate sia geograficamente che temporalmente? Mi sembra di aver letto che in totale le vittime cristiane di tali persecuzioni furono circa 7.000: possibile?

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  8. Le persecuzioni romane contro i cristiani furono sporadiche e a macchia di leopardo. In termini numerici non ti so dire, in termini percentuali Cardini stima che abbiano riguardato più o meno il due percento dei cristiani dell'epoca. Per fare un paragone, sono ad esempio infinitamente di più le vittime delle guerre fratricide tra cattolici e protestanti. Cioè, i cristiani che nei secoli si sono ammazzati tra loro sono molti di più di quelli uccisi dai romani durante le persecuzioni.
    Il libro è interessantissimo e documentatissimo, e in più è anche piuttosto agile, circa 160 pagine, io l'ho letto in un paio di giorni.

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  9. Io ho letto il libro di Corrado Augias su San Paolo in cui dice che è stato lui a creare questa religione e a diffonderla e che senza di lui non ci sarebbe stato l'olocausto e tutto quello che ne consegue. Ma mi pare un'opinione forzata.

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  10. Beh, che San Paolo sia colui che letteralmente ha "inventato" il cristianesimo e gli ha permesso di uscire dal ristretto ambito in cui è nato è fatto storico unanimemente accettato da tutti. Se non ricordo male, Pietro e Paolo vennero quasi alle mani proprio per questo motivo. Pietro voleva che il nascente culto restasse relegato nell'ambito ebraico, Paolo voleva invece allagare il nuovo culto anche ai "gentili", a tutti insomma, ebrei e no. La spuntò Paolo e il cristianesimo conquistò il mondo. Ho riassunto malamente per questioni di spazio, ma la sostanza è questa.

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  11. Nel libro si dice che Pietro era già a Roma e Paolo lo cercò per metterlo a capo di quella comunità in virtù del suo carattere mite e pacificatore cosa per cui Gesù lo aveva chiamato Cefa, cioè Pietra, mentre il suo vero nome era Simone

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  12. Sì, infatti Pietro nei vangeli è spesso chiamato Simon-Pietro.

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