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lunedì 31 maggio 2021
Måneskin
sabato 29 maggio 2021
Curiosità storiche medievali
Vietato dimagrire
Da qualche tempo sono dimagrito. Non che prima fossi eccessivamente in sovrappeso (da giovane lo sono stato, poi mi sono rimesso in riga), ma avevo comunque alcuni chili di troppo che mi davano qualche problema. In genere io sono uno che quando si pone un obiettivo lo persegue con una certa costanza, anche a costo di qualche sacrificio, e chi, come lo scrivente, è amante della buona tavola sa benissimo che i sacrifici culinari sono più sacrifici degli altri.
Insomma, com'è e come non è, da qualche tempo ho raggiunto quello che si usa comunemente definire peso forma, che nel mio caso corrisponde più o meno a 71 chili. Ciò mi ha permesso di smettere di russare (sono sempre stato un buon concertista notturno) e di affrontare meglio i turni lavorativi di otto/nove ore in piedi.
C'è però un problema: mia madre, la quale, ogni volta che mi vede, mi rimprovera di essere troppo magro e mi chiede reiteratamente se stia bene. Per lei il fatto che io sia dimagrito non è semplicemente una preoccupazione tra le tante ma una vera ossessione, e mi chiedo perché.
Una possibile risposta che mi sono dato è che in mia madre sia rimasta radicata, più o meno inconsciamente, l'idea che essere magri equivalga ad avere problemi di salute, retaggio di certe convinzioni passate. Ai tempi della sua giovinezza, infatti, quando c'era poco e a volte risultava difficoltoso anche riuscire a mettere insieme il pranzo e la cena, essere "in carne" veniva vista come una condizione associata a un certo grado di benessere e quindi a una buona salute. Viceversa, essere eccessivamente magri era una condizione che veniva associata a penuria, miseria, quindi a carenze alimentari che generavano problemi di salute.
Ora che sono dimagrito e che sto bene, uno dei prossimi obiettivi che mi sono prefissato è quello di convincere mia madre che sono perfettamente in salute, cosa che temo richiederà molto più impegno ed energie di quelli spesi per dimagrire.
giovedì 27 maggio 2021
Si poteva evitare
mercoledì 26 maggio 2021
Valori
Se, come sembra, sarà confermata l'ipotesi del "forchettone", la tragedia della funivia del Mottarone si inserirà nel solco delle molte tragedie che regolarmente riempiono le cronache nostrane, che è quello del tutti sapevano e nessuno ha fatto niente. I responsabili dell'impianto di risalita sapevano che i freni di emergenza erano stati disabilitati perché creavano problemi; i responsabili della manutenzione del ponte Morandi sapevano perfettamente che i tiranti erano da anni ridotti a grissini; i responsabili dello stabilimento in cui lavorara Luana sapevano benissimo che la protezione all'orditoio era stata tolta per farlo andare più veloce e aumentare la produzione, e si potrebbe continuare.
Cosa accomuna queste e tutte le tragedie che hanno riempito le cronache degli ultimi lustri? Il fatto che il profitto viene prima della vita umana. È stato così per i freni della funivia (davano problemi, quindi bisognava spesso tenere fermo l'impianto per la manutenzione, quindi maggiori costi e minori entrate); è stato così per il ponte Morandi (meno manutenzione significava minori costi e maggiori profitti); è stato così per l'orditoio di Luana (senza protezione l'orditoio produceva di più).
Ogni tanto sarebbe cosa buona che ci si fermasse a riflettere sul modo in cui abbiamo organizzato e impostato la società in cui viviamo, su quali valori l'abbiamo plasmata, sul fatto che la vita è oggi ormai decisamente insignificante rispetto alle strutture economiche che la governano. A me viene sempre da sorridere quando sento cose come gli stranieri vengono qua a distruggere i nostri valori. Quali valori? Così, per sapere.
martedì 25 maggio 2021
Penitenziàgite
lunedì 24 maggio 2021
Vecchiaia e società
sabato 22 maggio 2021
La "patrimoniale" di Letta
giovedì 20 maggio 2021
mercoledì 19 maggio 2021
Il fascismo fa audience
martedì 18 maggio 2021
Franco Battiato
domenica 16 maggio 2021
sabato 15 maggio 2021
Broad sunlit uplands
Credo di averlo già scritto altre volte. Ogni tanto mi frulla nella mente una melodia che non se ne va per nessun motivo; rimane lì, nella testa, ossessivamente, tenacemente. Forse capita anche a voi, ogni tanto, di fischiettare o canticchiate ossessivamente un motivo senza alcuna ragione. Se sì, avete capito a cosa alludo.
Ho scoperto, col tempo, che l'unico modo per neutralizzare l'ossessività del motivo è suonarlo. Una volta suonato, è come se la mente riuscisse ad aprire la porta che lo tiene imprigionato e gli permettesse di andarsene.
Il motivo che mi ossessiona da questa mattina è Broad sunlit uplands, una vecchia composizione di Mike Oldfield, un compositore che amo da quando ero ragazzo. Ne ho accennato qui sopra un breve estratto di un paio di minuti, sufficienti comunque a liberarmi dalla ossessione. E, naturalmente, anche questa volta ha funzionato.
Negozi di dischi d'altri tempi
Cercavo da giorni il nuovo CD dei Nomadi e non riuscivo a trovarlo da nessuna parte, o almeno non lo trovavo nei vari Media World, Euronics e simili, solitamente presenti nei grandi centri commerciali. Così, ieri, ho cercato su Google l'elenco dei negozi di dischi presenti a Rimini e provincia. Il primo risultato trovato è stato Zona Disco. Ho telefonato e chiesto al titolare se avesse il CD in questione. Ce l'aveva. Stamattina sono andato a comprarlo.
Zona Disco è un piccolo negozietto in via Sigismondo, a Rimini, in pieno centro storico, a due passi dalla centralissima piazza Malatesta. Entrare lì dentro e vedere sugli scaffali e sui banchi dischi in vinile accatastati in ogni dove mi ha fatto una certa impressione. Mi ha riportato alla memoria i tempi in cui da ragazzino andavo alla mitica Dimar di corso d'Augusto con gli amici e mi perdevo in quell'immenso labirinto musicale (oggi la Dimar, purtroppo, non esiste più, come raccontai anni fa qui).
Mi sono presentato al titolare dicendogli di essere il tipo che aveva chiamato il giorno prima per chiedergli se avesse il disco in questione. Si ricordava di me. Dal momento che non c'era nessuno abbiamo chiacchierato un po', parlando dei tempi in cui i negozi di dischi erano luoghi vivi e pieni di persone, non, come oggi, luoghi ormai dimenticati, uccisi da internet e dalle grandi catene che possono permettersi di fare prezzi che un piccolo negozietto non potrebbe mai praticare, piccoli rifugi di memorie tenuti ancora miracolosamente in vita da quei pochi, vecchi nostalgici come lo scrivente.
Beh, nel mio caso diciamo solo nostalgici, via.
venerdì 14 maggio 2021
Perché vengono?
Wojtyla e la pallottola deviata
Ieri ricorrevano i quarant'anni dall'attentato a Karol Wojtyla, attentato su cui sono stati scritti libri su libri e sono stati versati fiumi di inchiostro relativamente ai tanti, presunti misteri che avvolgerebbero la vicenda, misteri che lascio a chi è interessato. A me, di tutta la faccenda, da inguaribile razionalista quale sono interessa ciò che ebbe a dichiarare Wojtyla molti anni dopo i fatti, e cioè che la traiettoria della pallottola fu deviata grazie all'intervento di Maria, il che consentì che non colpisse organi vitali e permise al papa di salvare la pelle.
Sì, lo so, conosco l'obiezione principale (e unica) a quanto scrivo: siamo nel campo della fede e gli avvenimenti di fede non si possono analizzare col faro della ragione. Verissimo, ma tantissimi pensatori cristiani hanno tentato di analizzare fatti di fede anche alla luce della ragione (sant'Agostino, giusto per citarne uno, di cui tra l'altro ho appena letto Le confessioni), e se l'hanno fatto loro perché non posso farlo io?
In realtà, la fallacia logica nel ragionamento di Wojtyla si individua con estrema facilità: se Maria è stata colei che ha deviato la pallottola, perché non è intervenuta direttamente a monte, impedendo ad esempio ad Ali Ağca di sparare? Se avesse voluto, avrebbe avuto mille modi per impedirgli di farlo, risparmiando al pontefice un sacco di tribolazioni e un intervento chirurgico complesso e molto rischioso.
Wojtyla a parte, la faccenda si inserisce in quel filone narrativo molto in voga che vede l'intervento diretto di una entità superiore (Dio, Maria, Spirito Santo, angeli, santi ecc.) nelle faccende umane e che, a mio avviso, risulta piuttosto svilente per l'entità stessa. Un esempio banalissimo tra le migliaia che si potrebbero fare riguarda l'usanza molto diffusa di ringraziare l'entità superiore per la guarigione da una gravissima malattia, oppure perché si è avuta salva la pelle dalle conseguenze di un incidente gravissimo. Di gravissime malattie e di incidenti di ogni tipo muoiono ogni giorno tantissime persone, e il primo pensiero, dopo i ringraziamenti, che dovrebbe fare capolino nei pensieri del miracolato dovrebbe essere: Perché io sì e gli altri no? Anche l'attentato al papa si inserisce naturalmente in questo filone, dal momento che tantissime persone cadono continuamente vittime di attentati di cui Maria, evidentemente, non si cura.
Sì, certo, c'è il famoso disegno superiore che a noi non è dato conoscere e a cui dobbiamo adeguarci, e per fortuna che c'è quello, verrebbe da dire, perché l'alternativa sarebbe quella di essere alla presenza di un'entità superiore che quando si tratta di salvare qualcuno va un po' a spanne (quello sì, quello no), magari basandosi su criteri che se fossero noti non sarebbero molto edificanti né onorevoli. Ma qui siamo nel campo delle congetture che resteranno sempre prive di riscontri, che è poi ciò che viene definito fede.
giovedì 13 maggio 2021
Vaccino
Da oggi, gli anzianotti come lo scrivente possono prenotare il vaccino anti-covid. La regione Emilia-Romagna, viste le vibranti proteste dei medici di base, investiti anche di questa incombenza, ha messo a disposizione un'apposita pagina web per poter effettuare la prenotazione. Naturalmente la pagina dà già problemi, probabilmente a causa dell'eccessivo numero di accessi, quindi andrà a finire che, dopo aver fatto ancora qualche tentativo, farò due passi a piedi fino alla farmacia e farò la prenotazione direttamente da lì, come del resto hanno già fatto i miei genitori.
Ieri parlavo della mia intenzione di fare il vaccino con alcuni colleghi e, tranne poche eccezioni, mi sono scontrato con mugugni e perplessità corredati dai soliti ritornelli: "Non sono sicuri", "va' a capire cosa ti iniettano", "si tratta di un gigantesco esperimento di massa fatto alle nostre spalle" (il complottismo latente che è in ognuno di noi ogni tanto fa capolino, specie in quelli che non hanno mai letto nulla di Umberto Eco) e cose di questo genere.
Volevo provare a spiegargli alcune cose, poi ho pensato alla storia del sapone e dell'asino e ho lasciato perdere.
domenica 9 maggio 2021
Le Confessioni
Ho terminato di leggere il celeberrimo Le Confessioni, di Agostino d'Ippona. L'ho terminato anche con una certa sorpresa, nel senso che avevo messo in conto un suo possibile accantonamento prima di arrivare alla fine. Invece non è stato così, e devo ammettere che a tratti mi è pure piaciuto, specie nelle parti in cui non mi sono perso tentando di seguire i contorti ragionamenti e le funamboliche peripezie intellettuali dell'autore.
La prima impressione che ho avuto, già dopo poche pagine, è che sant'Agostino era un invasato di quelli da ricovero (invasato, qui, va inteso come eufemismo). Tuttavia, allo stesso tempo, gli va innegabilmente riconosciuta una grande capacità di pensare e filosofare, e una altrettanto grande curiosità e bisogno di capire, non solo in relazione alle cose di Dio e alla infinità di insanabili contraddizioni insite nei tanti dogmi cristiani (solo le sue riflessioni su come si possa conciliare l'esistenza del male in un mondo creato da Dio si snodano su circa quaranta pagine), ma anche in relazione alle tante questioni che hanno a che fare con la fisica, con le leggi che regolano la vita, l'uomo e la sua natura.
Dissertazioni filosofiche a parte, nell'opera di sant'Agostino sono contenuti in nuce molti dei pensieri e delle "linee guida" che costituiranno poi il perno su cui si svilupperà la dottrina morale della chiesa, come il matrimonio, il sesso (sull'omosessualità Agostino è spietato, mentre alla donna riconosce una qualche forma di intelligenza ma dev'essere "sessualmente sottomessa al marito"), la castità e quant'altro.
A proposito di matrimonio, è interessante notare come ai tempi in cui scriveva sant'Agostino fosse oggetto di una scarsissima considerazione (questa cosa era già nota dai tempi degli scritti di san Paolo), ed era considerato alla stregua di un rimedio a un inconveniente, che era la lussuria. In sostanza, chi non riusciva in alcun modo a osservare il precetto della castità veniva invitato a sposarsi per contenersi. Questa cosa suscita una certa ilarità, pensando all'aura di sacralità e importanza che vengono oggi dati dalla chiesa a questo istituto, ma, si sa, i tempi cambiano.
In conclusione, è un libro che vale la pena di leggere? Se le speculazioni filosofiche e i pensieri espressi da menti acute vi interessano, sì, vale la pena di leggerlo. Se volete evitare di passare in rassegna i concetti che stanno alla base dei dogmi attuali della chiesa e della sua visione morale ed etica relativa al sesso, alla vita, alla donna, potete tranquillamente saltarlo.
venerdì 7 maggio 2021
Approcciarsi alla disabilità
giovedì 6 maggio 2021
L'omosessualità fa paura?
Stamattina ascoltavo cinque o sei persone che parlavano della faccenda Fedez, col discorso che inevitabilmente è poi caduto sul famoso ddl Zan. Ho sentito cose come "non ho niente contro i gay, però...", "per me possono fare quello che vogliono, basta che...", "c'è dietro un complotto della lobby gay per..." Poi battutine stupide e infantili, condite con moine e atteggiamenti all'insegna del dileggio sui gay, sui "froci" ecc.
A quel punto ho pensato una cosa: quelle persone avevano paura, e utilizzavano l'arma del dileggio e della strafottenza proprio per esorcizzare questa paura. Non c'entrava la discriminazione dettata dalla repulsione per orientamenti sessuali differenti da quello canonico, c'entrava proprio la paura. Un po' come le paure naturali che hanno i bambini nella prima età evolutiva e che i genitori cercano, con vari espedienti, di aiutare a gestire.
La differenza sta solo nel fatto che queste persone sono adulte, non bambini, e allora forse entra in gioco l'ignoranza, intesa come non sapere, i pregiudizi incancreniti e mai problematizzati e messi sulla graticola. E, è noto, si tende ad avere paura solo di ciò che non si conosce.
mercoledì 5 maggio 2021
Il feticismo del mercato
Duecentotre anni fa nasceva Marx e mi è venuto in mente che giusto qualche giorno fa ascoltavo un interessante intervento di Umberto Galimberti che tratta di economia, denaro, mercato e società, intervento con dei richiami a molte cose che il filosofo ed economista tedesco aveva previsto e che puntualmente si sono avverate. Se avete una quarantina di minuti liberi, magari dateci un'occhiata, io l'ho trovato molto interessante.
domenica 2 maggio 2021
Fedez e la censura
L'aspetto pregnante della vicenda Fedez di ieri non è tanto l'intervento in sé letto sul palco del concerto del Primo maggio, comunque coraggioso. Sappiamo benissimo tutti, infatti, qual è la visione dell'omosessualità e dei diritti civili da parte del partito di Salvini e, in generale, della parte politica che a quel partito fa riferimento. L'aspetto pregnante, e grave, sta nei palesi tentativi di censura, da parte dei dirigenti Rai, di ciò che Fedez voleva dire, inesorabilmente documentati qui.
Di tutto il corollario (reazioni, distinguo, discussioni sul fatto che queste cose le debba dire Fedez piuttosto che una sinistra ormai morta e sepolta e altro) non mi importa granché, mi importa che sia stato reso pubblico il fatto che in un paese cosiddetto civile e democraticamente avanzato, la libera espressione di un'opinione o di un pensiero debba ancora sottostare al vaglio di una autorità che dica cosa si può dire e cosa no, cosa è meglio edulcorare e cosa no, cosa è meglio cambiare e cosa no, in nome anche di quel politically correct di cui parlavo qui.
Ora, nessuno è nato ieri, ed è facile immaginare che molto di ciò che trasmette la televisione o scrivono i giornali sia preventivamente sottoposto a verifica e relativa approvazione, ma vederselo spiattellare così, apertamente, chiaramente, senza margini di ambivalenza, lascia un senso di sconforto non indifferente.