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martedì 30 dicembre 2014
Soffri, e non rompere
Penoso.
lunedì 29 dicembre 2014
Fannulloni
Ma mi chiedevo: tra i dipendenti pubblici sono annoverati anche i parlamentari? Quelli che lavorano dal martedi' al giovedi' e che si vedono spesso fotografati tutti sbragati, la', sui banchi, intenti a ronfare o a cazzeggiare coi tablet?
domenica 28 dicembre 2014
Topi che bruciano (invece di certi giornalisti)
Domattina :-(
Però, pensavo, se il capitano Shackleton è riuscito a fare 1.600 chilometri su una scialuppa, con due soli compagni, raggiungendo dall'Antartide la Georgia Australe con temperature che viaggiavano a -30/-40 gradi, io posso anche fare quattro chilometri in macchina per arrivare al lavoro, no?
I miei traghetti
La prima occasione, invece, fu quando, assieme a mio fratello e ai miei genitori, andammo una settimana in Sardegna. Credo facessi la prima o la seconda media, non ricordo bene. Però ricordo bene la nave, un gigantesco traghetto della Tirrenia che inghiottì nella sua pancia la nostra macchina come se niente fosse, in compagnia di una moltitudine di altre macchine e camion. Partimmo dal porto di Civitavecchia verso le nove di sera e, se non ricordo male, sbarcammo in quello di Olbia alle prime luci della mattina successiva.
Ricordo in particolare due cose di quella terribile traversata: l'umidità pazzesca e le zanzare, grazie alle quali facemmo la notte in bianco. L'arrivo a Olbia e il conseguente sbarco, furono una specie di liberazione. Dopo questi due episodi, non ho più preso una nave in vita mia.
Salvini ha ragione (stavolta)
Piuttosto, qualcuno chieda a Salvini dove intende reperire i 100 miliardi all'anno di mancato gettito che deriverebbero dalla sua strampalata idea di istituire la cosiddetta flat-tax, ossia l'imposta fiscale universale al 15% che va strombazzando alle feste della Lega tra una salsiccia e un selfie, alla faccia della progressività fiscale prevista dalla nostra Costituzione.
sabato 27 dicembre 2014
Rimettetela nel tunnel
Per chi si fosse dimenticato, la riforma Biagi/Maroni è quella che istituì i famosi co.co.pro e famiglia, le formule contrattuali a progetto con le quali il lavoratore perdeva ogni forma di diritto: ferie, malattia, permessi, maternità e compagnia bella. La disoccupazione era diminuita? Probabilmente sì, ma solo perché, pur di lavorare, moltissime persone avevano accettato di trasformarsi in schiavi-fantoccio, totalmente in balìa di datori di lavoro senza scrupoli e poche remore.
Signora Gelmini, faccia un favore, torni nel tunnel e ci rimanga, ché a voler licenziare tutti abbiamo già Sacconi: basta e avanza.
Neve
Io sono già entrato da qualche tempo nella fase della seccatura, Michela e Francesca ovviamente no. Seccatura perché naturalmente rappresenta un intralcio al movimento: catene da montare (e da togliere), strade scivolose, mezzi pubblici con gli orari sballati e via di seguito. Certo, lo spettacolo che offre è sempre affascinante, incantevole, sprona ad armarsi di macchina fotografica e uscire all'aperto, ma la componente seccatura è comunque prevalente. Quando io e mio fratello eravamo ragazzini, ovviamente non era una seccatura, ma una manna dal cielo, in primo luogo perché quando ne faceva una certa quantità quei tre o quattro giorni a casa da scuola ci scappavano sempre, in secondo luogo perché, assieme agli amici della nostra via, si saliva sulla sommità della collina, attorno al Palazzo Marcosanti, e si faceva il "lisciaculo", ossia la discesa coi sacchi sotto al sedere sulla strada ghiacciata.
La strada c'è ancora, la neve cade ogni anno con una certa regolarità, ma adesso sono passato sul versante della seccatura.
(...)
L'aspetto più divertente della faccenda, è che i concessionari autostradali provano a giustificare gli aumenti adducendo come scusa la ormai famosa crisi economica (un alibi ormai buono per giustificare ogni porcata): meno soldi, meno auto in circolazione, meno profitti. Facendo finta di dimenticare che le tariffe rincaravano allegramente anche quando le autostrade erano piene.
Ecco perché gli italiani sono poveri, le loro risorse vanno agli stranieri
Nel mondo personale di Magdi Allam, un mondo piccolo e gretto, ammantato da una spessa coltre di insensibilità e cinismo, la notizia della nascita di un bambino su un barcone è stata messa lì apposta per dare allegria, per fornire una sorta di amorevole diversivo con lo scopo di distrarre l'opinione pubblica dal problema degli sbarchi dei disperati.
Nel resto del mondo, quello normale, fatto da persone dotate di un minimo di umanità, è semplicemente una notizia bella, specialmente in questo periodo. Ma, è noto, per chi specula su queste vicende e le strumentalizza per il proprio tornaconto politico, ogni periodo è buono per tirare acqua al proprio mulino. Se poi al tutto si aggiunge qualche bufala per soddisfare gli appetiti degli italici intestini, l'opera è completa. Ed eccole qua, servite su un piatto d'argento: "Fino a quando gli italiani dovranno accollarsi degli oneri finanziari a cui non possiamo far fronte?", e ancora: "Fino a quando lo Stato continuerà [...] destinando ai clandestini delle risorse che spetterebbero ai 12 milioni di italiani poveri?"
Se si considera che l'UE ha erogato all'Italia per l'assistenza ai migranti mezzo miliardo di euro nel periodo 2007-2013 e 30.000.000 euro sotto il governo Letta, la domanda esatta è: fino a quando Allam continuerà a fare a gara con Salvini a chi spara la stronzata più grossa?
venerdì 26 dicembre 2014
Di padre in figlio
giovedì 25 dicembre 2014
(...)
- esiste un sistema, fatto di regole interne e direttive, studiato apposta per complicare, anziché agevolare, la vita alle persone che hanno necessità di una prestazione sanitaria.
- la possibilità di essere curati è direttamente proporzionale alle possibilità economiche di chi necessita della suddetta prestazione.
- se si crede in Dio o qualsiasi altra cosa, pregare la suddetta entità di non aver mai bisogno di una prestazione sanitaria.
È tutto.
Natale
domenica 21 dicembre 2014
Associazioni
sabato 20 dicembre 2014
Carri e vincitori
giovedì 18 dicembre 2014
L'evasione fiscale (dei cinesi)
Il flop del 2x1000
Ora, ironia a parte: chi ha concepito questa riforma era davvero convinto che una quota cospicua di contribuenti avrebbe aiutato volontariamente i partiti? Maddai, su. L'unico sistema per far cassa in questo modo sarebbe inventarsi un meccanismo truffaldino come quello che attribuisce l'8x1000 alla chiesa cattolica. Allora, forse...
Imminente
Du' palle, ormai, con 'sta storia. Dicci quand'è e falla poco lunga, tanto il mondo va avanti lo stesso, e il paese pure.
La fa cascare dall'alto, 'sta pera...
mercoledì 17 dicembre 2014
Internet e divani
Meglio di così?
martedì 16 dicembre 2014
Fortemente contrariato
Da mesi c'è un magistrato antimafia, Nino Di Matteo, che è già praticamente un cadavere ambulante (Totò Riina gliel'ha giurata e la finanza è sulle tracce dei 100 chili di tritolo a lui destinati), ma Napolitano su questa faccenda non ha ancora sentito il bisogno di dire una sillaba. Però per i marò questo e altro.
lunedì 15 dicembre 2014
Bre.Be.Mi per nessuno
E noi siamo quelli che vorremmo fare qui in Italia le olimpiadi del 2024.
Potevano anche tenerselo
sabato 13 dicembre 2014
Perché non si fa
Il sempre ottimo Bruno Tinti spiega perché allungare un po' la prescrizione non serve a niente. Andrebbe rivisto alla radice tutto il sistema di giudizio per eliminare definitivamente la corruzione e il malaffare, una riforma che gli addetti ai lavori chiedono da decenni ma che la politica non vuole fare.
E i motivi per cui non vuole si immaginano.
venerdì 12 dicembre 2014
Lake Constance
giovedì 11 dicembre 2014
A Ferrara mancano i morti
In ogni caso, c'è un articolo su repubblica.it, stamattina, nel quale il procuratore Giuseppe Pignatone spiega cos'è, com'è e come agisce e lavora la mafia a Roma. A beneficio dell'elefantino e degli allocchi che lo leggono.
martedì 9 dicembre 2014
Madri che uccidono
In effetti il quesito non è di poco conto. E non lo è perché ai ragazzini viene generalmente presentata e idealizzata la famiglia come il luogo più al sicuro in cui si possa stare. Giustamente, intendiamoci. Ma in realtà le cose non stanno sempre così. I casi di omicidio (tentati o realizzati) della prole da parte di chi l'ha messa al mondo sono diffusissimi, e i dati e i numeri sono lì a dimostrarlo, e le motivazioni sono le più disparate: psicologiche, economiche, ambientali. Si resta sgomenti, quando succede, ma purtroppo succede molto più frequentemente di quanto si creda. E ovviamente si spera sempre che succeda agli altri.
lunedì 8 dicembre 2014
La priorità del presepe
Ieri, nell'indifferenza generale, Luigi Berlinguer ha ritirato fuori dal sarcofago - ciclicamente questa cosa viene fuori - l'idea geniale di ridurre di un anno il ciclo scolastico obbligatorio, o accorpando elementari e medie in un unico ciclo di 7 anni o sopprimendo un anno di liceo. Bello, no? E soprattutto utile. D'altra parte è noto che il livello di preparazione di chi fuoriesce dai nostri istituti è tra i più alti al mondo, quindi un anno di studi si può tagliare senza problemi. Invece di strillare e indignarsi per queste cose qua, per cosa si fa casino? Per il presepe, no? Volete mettere la priorità? Ed ecco quindi il prode cavaliere Salvini precipitarsi per scongiurare il gravissimo pericolo che una scuola resti... senza penne? senza matite? senza fogli A4 per le fotocopiatrici? Ma va'! Bazzecole. Senza presepe, no?
Ci meritiamo una sana estinzione, dài.
Toh!
Ma pensa un po'.
domenica 7 dicembre 2014
Pacha mama
L'ho caricata provvisoriamente su Youtube, e visto che il file sonoro è protetto da copyright mi aspetto che quelli di Google mi disattivino l'audio da un momento all'altro. Vorrà dire che dopo lo caricherò su fb: per queste cose qua è meno noioso.
:)
sabato 6 dicembre 2014
Renzi e i marinai
All'inizio era una riforma al mese nei primi 100 giorni, poi i giorni sono diventati 1000, adesso si naviga a vista, giorno per giorno, e, nel frattempo, lo stato non ha ancora pagato i suoi debiti verso le imprese creditrici della pubblica amministrazione, una delle promesse alle quali Renzi aveva subordinato la sua permanenza in politica, l'Italicum, che avrebbe dovuto essere legge prima dell'estate, è impantanato da qualche parte, non si sa bene dove. E anche tutto il resto (taglio dell'Irap alle imprese, "rivoluzione copernicana" della pubblica amministrazione, piano di ristrutturazione delle scuole, ecc.) è rimandato a non precisata data.
Tanto, chi volete che si ricordi?
6 contro 1
venerdì 5 dicembre 2014
(...)
giovedì 4 dicembre 2014
(...)
Raffaele Cantone creerà un pool ad hoc per gestire lo tsunami dell'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose a Roma. Renzi commissaria tutto il Pd romano, una bella mossa mediatica dagli effetti pratici vicini allo zero. E poi niente, ci si guarda un po' attorno e cosa si vede? Roma che affoga nella mafia, e poi l'inchiesta su appalti e corruzione dell' Expo, e poi il Mose a Venezia, e poi le inchieste su appalti e corruzione per la ricostruzione post terremoto de L'Aquila, e poi... devo continuare? C'è un angolo di questo paese, un lavoro, un'opera pubblica qualsiasi che si sia fatta rispettando la legge? Probabilmente no.
Capite perché questo paese è messo così? Perché si è autodistrutto da solo. E poi, colmo della beffa, arrivano i Salvini a raccontarci che il problema più grosso che abbiamo in Italia sono i rom e gli stranieri. E la gente ci crede, permettendo così a questi sciacalli di costruire la propria fortuna politica su queste scemenze, quando basta un minimo di capacità di ragionare per capire che l'Italia non l'hanno distrutta gli stranieri, ma la gente che votiamo.
mercoledì 3 dicembre 2014
Il Jobsact è legge
Tra una cosa e l'altra, dopo l'ultimo passaggio in Senato, da oggi è legge il famoso/famigerato Jobsact, col suo emendamento 4.1000 del governo, "che tra le altre cose incentiva di fatto il superamento di tre articoli dello Statuto dei lavoratori: l’articolo 18 che disciplina i licenziamenti illegittimi, l’articolo 4 che stabilisce il divieto delle tecniche di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori con telecamere e altre apparecchiature, e l’articolo 13 che tutela il lavoratore contro il demansionamento."
In attesa che il governo riempia di provvedimenti questo contenitore, per gran parte ancora vuoto (si tratta di una legge delega), gioiamo per questa grande riforma del lavoro, che a livello di diritti dei lavoratori ci riporta allegramente a fine '800 del secolo scorso.
lunedì 1 dicembre 2014
(...)
Quindi, fatti gli esami e le analisi, si scopre che il vaccino anti-influenzale non c'entrava un fico secco, nessuna correlazione con la morte di quei poveri cristi. Da ciò si evince che la dinamica è grosso modo la seguente: si fanno mega-titoloni a effetto coi quali si ottiene, con poca fatica, la trasformazione di un lontano sospetto di correlazione in automatica certezza; si inculca con relativa facilità questa certezza nella testa di gran parte delle italiche genti, quelle notoriamente più propense ad assorbire ogni cazzata sensazionalista senza porsi troppe domande, ché farsi domande è faticoso; una volta che il panico è diffuso e i clic sui siti con banner pubblicitari sono decuplicati... ops, scusate, ci siamo sbagliati, fate finta di niente.
Sì, facciamo finta di niente, facciamo finta di vivere in un paese normale invece che nella brutta copia del paese dei balocchi.
domenica 30 novembre 2014
Einstein e topi
Pensavo che è vero, l'uomo ha inventato la bomba atomica, ha inventato le armi di distruzione di massa (militari, chimiche, batteriologiche, ecc.), ha inventato millemila modi per annientare i suoi simili. Allo stesso tempo, però, ha inventato la chirurgia, le medicine, le cure con cui salvare vite che altrimenti sarebbero destinate a spegnersi. Un topo non sarà mai capace di costruire una trappola per topi, è vero, ma non sarà mai capace neppure di anestetizzare un altro topo per asportargli chirurgicamente un tumore, per fare un esempio.
Ovviamente si potrebbe scrivere un'enciclopedia sui motivi per cui parte dell'umanità preferisce costruire trappole per topi piuttosto che bisturi, e io non sono in grado di scrivere neppure una pagina di quella ipotetica enciclopedia.
Corte dei Conti e 8x1000
Una stortura legislativa che permette alla chiesa di appropriarsi anche del gruzzolo derivante dal cosiddetto inoptato, ossia la quota generata da chi non esprime alcuna scelta. Chissà se il rivoluzionario Bergoglio, quello diverso dagli altri, quello che strilla contro la ricchezza, metterà mano finalmente a questa truffa legalizzata che va avanti da decenni? Santità, vuole essere veramente rivoluzionario? Bene, cominci con l'abrogare Concordato e 8x1000. Che ne dice?
sabato 29 novembre 2014
A volte (molte) ritornano
Come quelle mummie che applaudono.
(...)
Comunque, a quelle che direttamente o indirettamente conosco, gli auguri in genere li faccio. A me è sempre fregato poco dei compleanni. I giovani di adesso - vedo ad esempio le mie figlie - danno invece ad essi molta importanza: adunate in pizzeria, feste organizzate in qualche locale, regali di rito... Sarà che io di carattere sono piuttosto "orso", sarà che non ho mai amato particolarmente le ricorrenze, specie quelle con strascichi festanti, o, molto più semplicemente, sarà che sto invecchiando.
Ricordo però che neppure da bambino mi fregava molto, tanto è vero che non ho particolari memorie di essi, e credo fosse perché da piccolo ero timido e introverso. Tranne un compleanno, attorno ai 10 anni o giù di lì, in cui mia madre organizzò una festicciola in casa invitando qualche mio amico che abitava qui attorno a casa. Lo ricordo perché mia madre, oltre alla torta, preparò una specie di crema vanigliata (tipo budino) all'interno della quale mise alcune scorze di buccia di limone, o forse mandarino, chi si ricorda? Quelle scorze non mi piacquero per niente e glielo feci notare. "Servono per dare più sapore" credo mi rispose lei. Non ricordo altro di quella festa, ma quel particolare m'è rimasto impresso.
Buffo, no?
Come lui non c'è nessuno
Ratzinger ringrazia e gongola. Gli uomini di buona volontà, quelli che ancora sono capaci di creare qualche sinapsi e non hanno il contenuto della scatola cranica completamente atrofizzato, ridono (per non piangere).
Fra i tre
Agli italiani sono sempre piaciuti quelli come lui, gli abili affabulatori, perché col loro essere sempre sulla scena danno la (falsa) impressione di saperci fare, anche quando spacciano la moltiplicazione della precarizzazione come riforma del lavoro, anche quando si imbarcano in una riforma del Senato di cui non frega nulla a nessun italiano, anche quando riscrivono la Costituzione con un tizio che in qualunque altro paese del mondo sarebbe in galera.
Gli italiani sono così: date loro uno che faccia scena e sono contenti.
giovedì 27 novembre 2014
mercoledì 26 novembre 2014
(...)
Non ho capito questa cosa: quando il Dibba ha detto che quelli dell'Isis andrebbero elevati al rango di interlocutori, s'è beccato gli strali dell'universo intero (compresi quelli dello scrivente, per inciso).
Adesso che lo stesso concetto l'ha espresso Bergoglio, non fiata una mosca.
Mah.
Sulla torre
Dite la verità: non sono carini Berlusconi e Salvini che tubano?
"Sei un goleador..."
"Grazie, Silvio, degli attestati di stima..."
Datemi una torre, possibilmente senza chiedermi chi vorrei salvare.
lunedì 24 novembre 2014
(...)
sabato 22 novembre 2014
La condanna senza senso
Storace mi sta simpatico come un gatto attaccato ai... ecco, sì, quelli. Ma diciamo la verità: essere condannati per vilipendio al capo dello stato non ha più senso, se mai ne ha avuto.
Neppure se il capo dello stato è Napolitano.
E la scatoletta?
In macchina da solo, da Genova a Bologna, un mini-comizio al circolo Mazzini neppure annunciato, poche decine di simpatizzanti. La triste parabola discendente di un leader che adesso dice "forse dovremmo uscire dal parlamento" (ma non dovevano aprirlo come una scatoletta?).
Se ci siete entrati per prendere in giro gli elettori, sì, credo che possiate anche uscire.
venerdì 21 novembre 2014
(...)
Basta video alla Bin Laden, vi prego, basta scrivania finta, pianta finta, penne finte, fogli bianchi, libreria con libri finti... Pure lui è finto: toglietegli i tiranti, il botox, il cerone, i capelli finti e colorati e avrete davanti a voi un "povero" vecchio che ancora si avventa davanti a una telecamera per guadagnare quattro voti alle prossime elezioni. Renzi, ma che ci stai a fare con uno così?
Vabbe', in fondo sei finto anche tu...
mercoledì 19 novembre 2014
Piena e superstizione
La sceneggiata di don Evandro, il parroco di Brescello che ha tentato di fermare la piena del Po portando in processione il crocefisso, non la commento, se non per dire che una commedia simile poteva trovare la sua ragion d'essere solo in un paese come il nostro, dove la superstizione contagia ancora, in pieno terzo millennio, larghe fasce di popolazione.
È sufficiente dire, solo a titolo di esempio, che c'è ancora chi crede alle stigmate di padre Pio o alla liquefazione miracolosa del sangue di san Gennaro.
È inutile, non ci risolleveremo più.
martedì 18 novembre 2014
(...)
Ehm, non so se ci avete fatto caso, ma il filmato catturato dai Ros in cui sono documentate le fasi di arruolamento e affiliazione alla 'ndrangheta, è stato girato nella spensierata Brianza, non in qualche sperduta borgata del sud Italia, e nella relativa inchiesta, condotta dalla Boccassini, sono state arrestate finora trentotto persone.
No, faccio presente questa cosa perché, da sempre, ogni volta che si accenna di questo fenomeno ai vari Formigoni, Salvini, Maroni e compagnia bella, questi tendono sempre a fare spallucce, a minimizzare, come se la mafia fosse un fenomeno che ancora non ha messo radici lassù da loro.
Salami e mele
Essere a dieta comporta, tra le altre cose, la capacità di autoingannarsi. Cosa vuol dire? direte voi. Adesso ve lo spiego.
Come forse è già noto ai più, bazzicare in cucina è una delle mie attività preferite, specie quando sul fornello sta cuocendo il ragù o quando le ciambelle sono appena uscite dal forno e giacciono lì, nel vassoio, invitanti e incustodite. Ma ci sono tanti altri angoli e scomparti che sono allettanti: il freezer, ad esempio - qualche gelato si trova sempre - oppure lo sportello dove stanno i biscotti, i barattoli di Nutella, le brioches nel sacchetto e compagnia bella.
Prima che iniziassi, circa due settimane fa, a mettermi un po' a dieta, questa era - diciamo così - la mia riserva di "caccia". Adesso non lo è più, perché una cosa o la si fa per bene, oppure non la si fa. Siccome, in genere, sono abbastanza incline a non resistere alle tentazioni, ho provato a risolvere il problema evitando di andare in cucina, eccetto naturalmente che per la cena - dico, non vorrete mica che ceni sotto il portico, no?
Poco fa, però, ho derogato a questa regola: sono andato in cucina. Agonia. L'ho attraversata cercando di simulare indifferenza, specie quando sono passato davanti al frigo e davanti allo sportello con la biscottiera. E ce l'ho fatta: ho stoicamente resistito a tutti i richiami. Tranne che a uno: la frutta.
Il portafrutta era pieno di mele e banane, e io cos'ho fatto? Ho mangiato una mela. L'ho presa, ho steso un tovagliolo sulla tavola, l'ho sbucciata e, uno spicchio alla volta, l'ho mangiata. Era buona? Sì, lo era, era gustosa e saporita, ma... insomma, mentre la trangugiavo, con una certa insistenza buttavo l'occhio allo sportello dei biscotti, allo sportello del frigo, che bastava aprirlo per accedere al freezer, o a qualche salamino o tocchi di forma parcheggiati lì nei paraggi.
Però io ho resistito, ho mangiato la mia mela e non ho toccato nient'altro, e mentre la mangiavo pensavo che era la cosa più buona del mondo. Altroché il salamino, il tocco di formaggio o il gelato, quella mela li superava tutti, e a differenza di questi ultimi, di mele avrei potuto mangiarmene quante avessi voluto, ché quelle mica ingrassano. Non ingrassano e sono pure buone, buonissime.
No, non sono buone, cioè sì, lo sono, ma il salamino è un'altra cosa, dài.
Però ci ho provato ad autoconvincermi, e per un po' ci sono quasi riuscito.
lunedì 17 novembre 2014
Il mestiere di uomo
Credo proprio che comprerò "Il mestiere di uomo", il nuovo libro di Umberto Veronesi.
domenica 16 novembre 2014
"Ho costituito..."
Matteo Renzi, a spasso per Sidney, in merito alle alluvioni in Liguria e in molte zone del nord Italia ha detto: "Quando come primo atto di governo ho costituito una unità di missione contro il dissesto idrogeolgico mi hanno deriso. Ora spero sia chiaro il perché di quell’iniziativa." (La Stampa, 16/11/2014)
Ora, siccome per mia natura sono abbastanza curioso e la domenica pomeriggio in genere ho poco da fare, ho spulciato un po' il sito del governo italiano alla ricerca della pagina in cui si parlerebbe della iniziativa. Nel consiglio dei ministri del 12 marzo 2014 si fa effettivamente menzione di questa cosa, ed esattamente nei termini che leggete nella schermata che ho catturato (link: http://tinyurl.com/mvjogld), questi: "Il presidente del consiglio ha informato il Consiglio dei Ministri di voler istituire eccetera eccetera."
Ho fatto ulteriori ricerche ma non ho trovato niente (se trovate qualcosa voi fatemelo sapere), quindi, per quanto ne so io, tutto è rimasto a livello di annuncio e di intenzione. Ed ecco perché quel "ho costituito" è abbastanza fastidioso. Davanti a tragedie di questa portata, poi, ancora di più.
sabato 15 novembre 2014
(...)
Papa Francesco si rivolge ai medici e incoraggia l'obiezione di coscienza. Incoraggia cioè gli operatori della sanità pubblica a far valere le loro personali convinzioni religiose anche quando queste ledono i diritti di tutti, proseguendo nel solco già tracciato dai Ratzinger, dai Wojtyla e antenati vari.
Ah, che gran rivoluzionario (di 'sta ceppa) che è 'sto papa.
Ciao, Salvini
Ma, in fondo, non mi interessa.
2000 anni fa hanno fallito
Se allarghiamo il discorso al pianeta intero, invece che alla sola nazione italiana, vediamo che, grosso modo, su sei miliardi e rotti di persone gli osservanti della religione cristiana sono tra gli 800 milioni e il miliardo di persone (per comodità raggruppo nella dicitura "religione cristiana" tutti gli adepti delle varie ramificazioni che si rifanno al cristianesimo). Esaurita tutta questa necessaria premessa, la deduzione logica che ne deriva è che gran parte dell'umanità è fuori da qualsiasi speranza di salvezza. Ci si può girare attorno quanto si vuole, ma le scritture in questo senso sono chiarissime, e non solo quelle. Joseph Ratzinger, ad esempio, il 6 settembre del 2000 disse a chiare lettere che la religione cattolica è l'unica vera e solo attraverso di essa si ottiene la salvezza. Se la lingua italiana ha un significato, e ce l'ha, ciò significa che chi non vi appartiene è condannato, non può scappare.
In genere, quando si espone a qualche cattolico questo concetto, la risposta, il più delle volte generica e abbastanza all'acqua di rose, tira in ballo la celeberrima misericordia di Dio, secondo la quale chi in vita sua si è sempre comportato rettamente, non ha mai fatto male a nessuno e via andare, ha comunque parecchie chance di salvarsi anche se non abbraccia la religione cattolica, al che si può tranquillamente ribattere che allora chissenefrega della religione cattolica? Basta comportarsi bene in vita et voilà, la salvezza è assicurata. Che poi, a ben pensarci, dev'essere così per forza, perché in caso contrario, se si considera che ai 5/6 della popolazione mondiale del cristianesimo non frega una ceppa, alla fine sarebbe una strage di anime, e la famosa missione salvifica del tizio che 2000 anni fa si fece mettere in croce un sonoro fallimento.
Ma, si sa, ammettere i fallimenti non è mai facile per nessuno.
venerdì 14 novembre 2014
Rosetta secondo il tg4
Il servizio del tg4 su Rosetta si può definire patetico, credo sia l'aggettivo più appropriato. Poi dopo lamentiamoci che la cultura scientifica in Italia è messa com'è messa.
giovedì 13 novembre 2014
Sono apprensivo
Mano a mano che i figli crescono ci si accorge di molte cose. Io, ad esempio, ho realizzato che, rispetto ai miei genitori nei miei confronti quand'ero giovincello, sono molto più apprensivo e timoroso nei confronti delle nostre figlie. Piccolo esempio dei tanti che potrei fare.
A Michela e Francesca non abbiamo mai comprato uno scooter, un po' (molto) perché abbiamo sempre avuto un certo timore, un po' perché - diciamo che questo è sempre stato il pretesto ufficiale - avendo la fermata dell'autobus subito fuori del cancello non ne hanno mai avuto bisogno. La bicicletta l'hanno sempre utilizzata, ma con lo scooter abbiamo sempre temporeggiato, procrastinato, allungato, e temporeggia oggi, temporeggia domani, alla fine sono quasi arrivate alla macchina - Michela sta prendendo la patente adesso - saltando lo scooter. È grave? No, anche perché fondamentalmente non ne hanno mai avuto bisogno per muoversi, essendo la nostra zona ben servita dai mezzi pubblici.
A me, invece, i miei genitori me lo comprarono subito, non appena compii i fatidici 14 anni. Era un semplice Ciao, niente di che, ma nel 1984 era un buon motorino per un ragazzino. E non è che con quello facessi qualche giretto qui attorno a casa, macché! Ci facevo chilometri e chilometri, ad esempio per fare la spola tutti i giorni tra Poggio Berni, dove abitavamo, e Viserbella, dove i miei d'estate gestivano una piccola attività. Oppure ci andavo in giro per Rimini, sia di giorno che di sera. Per un certo periodo, poi, l'ho usato, attorno ai 16 anni, per andare a Viserba, a scuola di musica, e ci andavo anche d'inverno e di sera, una quindicina di chilometri per andare e altrettanti per tornare. I miei brontolavano, si prodigavano in mille raccomandazioni, si offrivano di accompagnarmi in macchina, ma io, già all'epoca abbastanza testone, volevo andarci col mio Ciao, non sentivo ragioni. Alle mie figlie, oggi, non permetterei mai di stare in giro con lo scooter, d'inverno, fino alle 11 di sera.
Si dice sempre che i genirori di oggi siano troppo permissivi, concedano troppo ai figli e siano refrattari ai dinieghi. Boh, forse noi siamo una specie di eccezione, ma io e Chiara, rapportati ai nostri genitori, sembriamo a volte quasi dei tiranni. Anzi, senza quasi.
Tra libri e vita
Dopo le prime 50 pagine ho pensato, così, un po' per caso, che leggere un libro è grosso modo come vivere una vita. Perché? È presto detto. 800 pagine sono tante, e quando inizi a leggerle te la prendi un po' con calma, vai senza fretta, perché le pagine sono lì, e mica scappano via. Passi le prime 50, poi le prime 100, e vedi che davanti a te ne hai ancora una marea. È un po' come i primi anni della vita, no? Sei bambino, adolescente, poi arriva il pieno della giovinezza, fino ai 20/25 anni, e ti rendi conto che anche se questi passano con una certa velocità hai comunque davanti a te ancora un'esistenza, il grosso lo devi ancora vivere. Ecco perché la similitudine tra gli anni che vivi e le pagine che leggi non è totalmente campata per aria.
Il problema, se problema si può chiamare, è semmai che passata la metà, sia del libro che della vita, arriva il tempo della presa di coscienza, dove effettivamente realizzi che sei un pezzo in là, e qui, forse, si coglie la prima vera differenza tra le due situazioni: nel libro cominci ad accelerare, perché sei curioso di arrivare all'epilogo, nella vita vorresti rallentare, perché... be', mi pare sia chiaro, no? Insomma, del libro puoi rallentare la lettura, della vita non puoi rallentare l'andatura. Certo, puoi utilizzare degli artifici per avere l'illusione di allontanare la vecchiaia (palestra, botox, trapianti di capelli, saune, solarium, dieta salutista, ecc.), puoi ricorrere a degli escamotage "per lenire questa morte sicura" (cit.), ad esempio con la religione, ma per quanto tu ti sbatta, il tempo non lo fermi, è inutile.
Quando si arriva alla mia età, in cui la metà del percorso è stata fatta, ricorre con una certa frequenza quel famoso "e vent'anni sembrani pochi, poi ti volti a guardarli e non li vedi più" (cit.). Infatti io manco mi giro più.
Torno al mio libro, va'.
Gentilezze
Poi dicono che facebook non serve a niente. Mica vero. Io, ad esempio, da fb sono venuto a sapere che oggi è la giornata mondiale della gentilezza. Robe grosse, eh. Il problema è capire a cosa serve questa giornata: a ricordarci che al mondo esiste (anche) la gentilezza? A suggerirci di provare, almeno un giorno all'anno, a essere gentili invece che scorbutici e scontrosi come i restanti 364? Mah, a me pare una mezza fesseria, una di quelle iniziative buttate là come a dire: "che si fa oggi?" "Boh, che ne dite di inventarci la giornata della gentilezza?"
Dài, su, è una boutade. Chi normalmente è di indole gentile non ha bisogno di una giornata apposita, e chi normalmente è di indole scontrosa e scorbutica non è che oggi cambia atteggiamento.
Che poi, guardate, mica è facile essere gentili. Certo, con chi lo è già viene sicuramente naturale, ma provate a essere gentili con uno stronzo, o un villano, o uno che si diverte a prendervi per i fondelli: siete sicuri di saper rispondergli con gentilezza? Mah. Ecco, forse la giornata della gentilezza serve proprio a questo: provare almeno per un giorno di essere gentili anche con gli stronzi. Mmh... la vedo dura. Per sicurezza sarà meglio aspettare la giornata mondiale dell'arroganza, ché lì andiamo sicuramente più sul sicuro.
Sulla cometa
Di Matteo: tritolo o Kalashnikov?
Se le rivelazioni del pentito Antonino Zarcone sono attendibili, il pm antimafia Nino Di Matteo sarebbe nel mirino della mafia già dal 2008 - recentemente anche lo stesso Riina gliel'ha giurata. Le opzioni di esecuzione sono ancora oggetto di contenzioso all'interno dell'organizzazione: "esplosivo a Palermo o bazooka e kalashnikov a Roma" come riporta Repubblica di stamattina.
Ecco, pensavo che sarebbe bello che Napolitano, sempre così prolifico di comunicati, spesso anche per rispondere a gente come Sallusti, emettesse un comunicato di solidarietà nei confronti del pm, e ancor più bello sarebbe che Di Matteo fosse ricevuto al Quirinale e la solidarietà gli venisse concessa a viva voce, magari per dargli almeno la sensazione che le istituzioni sono con lui. Invece niente: al Quirinale ci va l'altro Matteo, e poi ci vanno i Berlusconi, gli Alfano, quelli che la mafia la combattono con le chiacchiere.
Di Matteo stia pure laggiù, a Palermo, e non faccia troppo casino.
mercoledì 12 novembre 2014
(...)
"...siete voi [giornalisti] più responsabili dei politici." Premesso che in un eventuale contenzioso volto a stabilire maggiori o minori responsabilità, tra giornalisti e politici, dello sfascio generale entrambe le categorie ne uscirebbero assai male, alla fine giova ricordare che le leggi le fanno i politici, non i giornalisti.
martedì 11 novembre 2014
Agli estremi della scala sociale
Una cosa mi è sicuramente rimasta impressa: il barbone e la signora elegante, l'uno a pochi metri dall'altra. Era sabato mattina, piazza Ganganelli, nel bel mezzo della fiera di San Martino. I clienti del bar se ne stavano tutti seduti ai tavolini all'aperto: chiacchiere, sigarette, bicchieri, viavai di camerieri, risate, gesti, anelli, braccialetti, capi firmati, e poco più in là, appena fuori dal perimetro dei tavolini, il signore nello scatolone, pochi stracci addosso, barba chilometrica e mano tesa.
Ora, intendiamoci, dalla notte dei tempi il mondo è sempre stato diviso in ricchi e poveri, in persone che sono riuscite a garantirsi un posto al sole e altre che sono rimaste nell'ombra, ai margini, e giusto o sbagliato che sia è comunque un dato di fatto, quindi non scrivo questo post con l'intenzione di ammantarlo del solito velo di populismo, chi se ne frega?
Ed è in base a questa chiave di lettura che non giudico né demonizzo i signori che si sollazzavano al bar, anche perché non conoscendoli non sono autorizzato a giudicarli: magari erano persone normalissime, oneste e lavoratrici, che se ne stavano a rifocillarsi al bar. Anzi, sicuramente era così.
Quello che voglio rimarcare, qui, è solo il fatto che a me, in quel particolare frangente, vedere a pochi metri di distanza l'ultimo e i primi della scala sociale ha fatto un certo effetto. Voi direte: beh, mica hai scoperto l'acqua calda, vai sotto i portici di qualsiasi grande città e vedi che signore impellicciate che passano accanto a miserabili stesi a terra sono la normalità.
La normalità? Sarà...
Whatsapp toglie la spunta?
Si vocifera - per ora solo indiscrezioni, niente di ufficiale dall'azienda - di una possibile retromarcia di Whatsapp riguardo la famigerata doppia spunta blu. Tutto ciò anche a causa delle proteste indignate degli utenti del pianeta.
Due lineette blu. Pensate se lo stesso attivismo e la stessa indignazione fossero rivolte, che ne so?, ai politici corrotti, alla deforestazione indiscriminata dell'Amazzonia, alle ingiustizie sociali in ogni parte del mondo, o quello che volete voi.
Perché non è vero che non sappiamo incazzarci, che siamo ignavi o pigri, il problema è che lo facciamo sempre per i motivi sbagliati.
Chi è stato?
Stavo cercando di immaginare chi potrebbero essere i giovani incappucciati che a Milano hanno assaltato un circolo del Pd. Mmh... fatemi pensare. Che siano di qualche centro sociale? No, direi di no, i centri sociali si richiamano tradizionalmente alla sinistra spinta, e s'è mai visto qualcuno di sinistra assalire una sede di un partito di sinistra? Perché il Pd è un partito di sinistra, no? Come no?
Allora, forse potrebbero essere stati alcuni esagitati di Forza Nuova... No, impossibile, se il Pd non è più un partito di sinistra, vuol dire che è diventato di destra, e s'è mai visto che esponenti di un'area di estrema destra attacchino una sede di un partito che ultimamente si richiama parecchio alla destra?
Ma allora... insomma, cosa cazzo è il Pd, oggi?
Battaglie alla giornata
(Quella contro l'euro è recente, fino a due anni fa lo voleva e gli andava benissimo, ma facciamo finta di niente, ché la memoria storica in questo paese arriva giusto a cosa abbiamo mangiato ieri sera.)
lunedì 10 novembre 2014
Terremoto in Abruzzo e banche
Romina e le scie
Adesso mi aspetto come minimo che Al Bano canti una canzone sui complotti dell'11 settembre.
Tutto calcolato
"Secondo quanto concordato dalle forze dell’ordine il leader del Carroccio sarebbe dovuto arrivare al campo rom accompagnato dalle macchine della polizia in un ingresso secondario. Il suo ingresso sarebbe stato monitorato da 80 agenti, predisposti sul luogo per evitare problemi di ordine pubblico. Come scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera di lunedì 10 novembre 2014, “gli ordini di servizio della polizia ricostruiscono quanto accaduto e smentiscono la versione del leader del Carroccio, che ha dichiarato che gli era stato «impedito di entrare». Dimostrano infatti come l’attacco violento degli appartenenti ai centri sociali poteva essere evitato se Salvini avesse rispettato il programma messo a punto dal questore Vincenzo Stingone proprio per evitare qualsiasi tipo di contatto con gli estremisti."
A beneficio dei due o tre grulli che ancora credono alla casualità di quanto accaduto invece che al lucido calcolo politico di #Salvini e dei suoi scagnozzi.
sabato 8 novembre 2014
Floyd e Browne
In questi giorni esce un nuovo disco dei Pink Floyd e anche di Jackson Browne. Forse, ai più, risultano maggiormente familiari i primi piuttosto che il secondo, perché i Pink Floyd sono universali, e anche a quelli che non conoscono neppure una loro canzone il nome dice comunque qualcosa, mentre invece il secondo è un cantautore americano abbastanza di nicchia, che di sicuro non raggiunge il livello di notorietà di Gilmour e soci.
Entrambi i lavori di questi artisti mi interessano, perché sono alcuni dei cavalli musicali che ho cavalcato durante la mia giovinezza e che continuo a cavalcare anche adesso che la giovinezza è rimasta un pelino fuori dalla porta.
Quando esce un lavoro nuovo di un artista che si apprezza (libro, film o disco non ha importanza) si prova sempre quella sorta di velato timore che fa nascere la fatidica domanda: e se poi non mi piace? Insomma, un disco nuovo dei Pink Floyd non arriva tutti i giorni, e adesso come quando ero ragazzo la leggera trepidazione e il timore di restare delusi sono gli stessi.
Per il resto non è che cambi granché, se non che da ragazzetti si andava il sabato pomeriggio giù a Rimini, alla leggendaria Dimar - a turno si comprava il vinile e gli altri se lo riversavano su musicassetta - mentre adesso si scaricano comodamente da internet in casa propria.
Voglio aspettare ancora qualche giorno prima di ascoltarli, e cullarmi così nell'illusione che entrambi i lavori non mi deluderanno.
Salvini, si raccoglie ciò che si semina
Intendiamoci, io non l'avrei fatto. Anche a me sta sulle balle Salvini, da sempre, ma piuttosto che danneggiare la sua auto o mettere in essere azione violente, gli avrei consentito l'ingresso al campo nomadi e l'avrei magari spernacchiato sonoramente quando avesse iniziato a parlare. Perché ho sempre ritenuto - abbiate pazienza, sono fatto così - che la violenza non porta a niente. Mai.
Detto questo, però, non credo che Salvini abbia il diritto di lamentarsi di ciò che gli è accaduto, né, tantomeno, questo episodio gli dà adesso il diritto di assumere atteggiamenti vittimistici, come peraltro ha già cominciato a fare, perché ciò che gli è successo se l'è cercato.
Salvini è un estremista, chi legge abitualmente ciò che scrive o dice lo capisce subito, e quel "bastardi" apparso sulla sua pagina facebook subito dopo l'episodio sta lì a dimostrarlo. Chi predica abitualmente l'odio per il diverso, il razzismo, il cinismo, l'intolleranza verso qualsiasi categoria sociale che esuli da quelle comprese nella sua visione del mondo, e fa tutto questo utilizzando un linguaggio intriso di violenza, non può poi lamentarsi di ricevere lo stesso trattamento ogni volta che mette il becco fuori di casa. Perché, da che mondo è mondo, si raccoglie ciò che si semina.
venerdì 7 novembre 2014
(...)
Le due cose non sono collegate, ovviamente, ma fa un certo effetto vedere che l'elettorato americano punisce il presidente di un paese in cui la disoccupazione cala costantemente da sei anni.
"Yes we can"? No, we can't
Nei paesi politicamente normali, chi si candida a qualsivoglia carica politica presenta un programma e si fa la sua bella campagna elettorale. Se viene eletto e dopo un po' di anni di governo quelli che gli hanno dato i voti si accorgono che gran parte di quanto ha promesso è stato disatteso, i voti non glieli danno più. Semplice, no?
Poi ci sono i paesi politicamente anormali, quelli dove gran parte dell'elettorato vota il candidato che urla di più, quello che dice che se si vota per lui si è bravi, sennò coglioni, quello che promette milionate di posti di lavoro, rivoluzioni liberali, meno tasse per tutti e balle varie assortite. Poi poco importa che, dopo anni, tutto sia rimasto a livello di annunci. Nessuno si ricorda e nessuno va a vedere, per cui questo si può ripresentare, con la faccia più tosta del mondo, e chiedere che si voti ancora per lui.
E, naturalmente, di voti ne prenderà ancora. Perché noi siamo fatti così.
giovedì 6 novembre 2014
Questo sangue che impasta la terra
I lunghi pomeriggi piovosi, specie quelli autunnali, servono anche a finire libri che si erano iniziati in precedenza e non si era trovato il tempo di finire. Così oggi pomeriggio sono scivolate via le 150 pagine che mi mancavano per terminare Questo sangue che impasta la terra, il romanzo giallo scritto qualche anno fa a quattro mani da Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.
Bel giallo, avvincente, ricco di colpi di scena e mai noioso (sono riuscito a capire chi fosse l'assassino solo alla fine). Anche l'ambientazione e il contesto storico-politico in cui si svolgono le vicende narrate (l'Italia e la Bologna del 1970, con il primo serpeggiare della strategia della tensione e delle rivolte studentesche) arricchiscono il tutto. Non poteva mancare, ovviamente, la narrazione minuziosa di molti aspetti della vita di montagna - l'amore del cantautore per il "suo" appennino, in particolare quello che abbraccia il bolognese e il modenese è universalmente noto.
Sembra quasi di vederla la Ca' Rossa e l'impervia stradina che s'inerpica per arrivarci, i boschi che la circondano e infine lui, il mitico (ex) maresciallo Santovito, seduto sui gradini davanti alla porta a fumare il suo sigaro mentre contempla il tramonto sull'Appennino.
Bravo Guccini. Come cantautore lo apprezzavo già fin da quando ero giovanissimo, come scrittore lo scopro adesso, ed è una gran bella scoperta.
Segnali incoraggianti
mercoledì 5 novembre 2014
En passant
Mah!
Con quella faccia un po' così
"Berlusconi sa che se vinciamo noi, lui è il primo rottamato." (Matteo Renzi, 16 settembre 2012)
"E' giusto fare le riforme con Berlusconi, non le faccio da solo. Rispetto Berlusconi, Verdini e Letta." (Matteo Renzi, 05 novembre 2014)
Una volta si diceva "avere la faccia come il culo". Ma anche oggi, credo.
Prese di coscienza
Oggi tocca a Carrara. Ogni volta che piove un po' più del solito, appare sempre più chiaro come non siano più rinviabili opere importantissime come il TAV.
martedì 4 novembre 2014
Cavolo, se ne sono accorti
Una manina, quatta quatta, aveva diminuito nella bozza della legge di stabilità i fondi che ogni anno vengono destinati all'assistenza dei disabili e delle persone non autosufficienti, congelando contemporaneamente pure i fondi per le politiche sociali.
Le associazioni dei disabili, stamattina, hanno protestato davanti alla sede del ministero dell'Economia e, come per magia, i fondi sono stati ripristinati (per ora si tratta di una promessa ma facciamo finta di niente).
Se vi siete accorti, è una prassi triste che si ripete spesso, indipendentemente da chi ci sia al governo: si taglia, i destinatari dei tagli fanno casino - più che legittimo, in questo caso - e le somme vengono ripristinate. Ci ho pensato un po' su e ho dedotto che il ragionamento di lorsignori potrebbe essere questo: noi tagliamo in maniera lineare, se se ne accorgono pazienza, altrimenti è andata bene. Francamente non vedo altra spiegazione.
La dignità della larva
"Quella di Brittany è stata una morte senza dignità", strilla monsignor De Paula, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Evidentemente, secondo questi qui, per morire con dignità la poveretta avrebbe dovuto cercare di tirare avanti i pochi mesi rimasti, cercando di fare buon viso alle sofferenze devastanti che un cancro al cervello incurabile le avrebbe inflitto. Una volta giunta allo stato larvale, il coefficiente di dignità sarebbe arrivato a livello soddisfacente e, da lì in poi, la morte naturale sarebbe stata più che dignitosa.
Patetici.
(...)
Gas serra, l'ultimo appello degli scienziati a darci una svegliata prima del no return point è dell'altro ieri. Certo che l'umanità è proprio una razza bastarda, eh. Siamo gli ultimi arrivati, su questa terra, e siamo quelli che hanno fatto più danni. Se racchiudiamo i 4,5 miliardi di anni che ha il nostro pianeta in un anno solo, vediamo che la vita è comparsa gli ultimi giorni, e l'Homo sapiens gli ultimi minuti prima della mezzanotte.
È un po' come se, per fare un paragone, tu ti tieni la tua bella casetta in ordine, pulita, profumata, poi arrivano all'improvviso degli ospiti, magari inattesi, e nell'arco di un paio d'ore ti mettono tutto a soqquadro. Credo che di tutte le disgrazie che potevano capitare al nostro pianeta, la razza umana sia stata la peggiore, e fortunatamente l'ultima.
lunedì 3 novembre 2014
Brittany
Non so se Brittany Maynard abbia fatto la scelta giusta, e d'altra parte non serve che io lo sappia, perché sono fermamente convinto che ognuno abbia il sacrosanto diritto di decidere come vivere e come morire. Alla stessa maniera, sono altresì convinto che ognuno abbia il diritto di decidere in autonomia se la propria vita sia ancora degna di essere considerata tale oppure no. In tantissimi paesi, molto più civili del nostro, questo diritto è riconosciuto, nel nostro ancora no. Forse ci arriveremo, forse no. Per quel che mi riguarda, mi limito a rispettare e condividere la sua scelta.
Nel weekend
Dalla cronaca del weekend appena concluso: a Napoli un italiano, ubriaco e senza patente, falcia un uomo di nazionalità romena fermo al rosso di un semaforo con la sua moto. Ad Anzio un africano in bicicletta viene investito e ucciso da un italiano, fatto, ubriaco e pure pregiudicato. Di nuovo a Napoli, un senegalese interviene tentando di difendere una coppia di turisti francesi da una rapina. La gente s'incazza, circonda il senegalese e cerca di smazzolarlo ben bene.
Tranquilli, queste cose qua non le leggerete sulla bacheca di Salvini.
domenica 2 novembre 2014
Il mio 2 novembre
Tutti andavano ai cimiteri quel giorno lì: parcheggi pieni, vigili sulla via Emilia per regolare il traffico, ressa all'entrata e all'uscita, c'era più gente a spasso tra le tombe del cimitero che tra le banchette del mercato del venerdì in piazza Ganganelli.
Si faceva il giro dei loculi dove riposavano i parenti, poi di quelli dei conoscenti, e ogni volta mi dovevo sorbire le spiegazioni su chi fossero i poveracci dietro quelle foto grigie coi bordi ingialliti dal tempo. "Questo era lo zio del nonno, ma tu sei troppo piccolo, non l'hai conosciuto; questa era la nonna di tuo cugino di Gambettola, ma è morta prima che tu nascessi, non puoi conoscerla" e via di questo passo. Ricordo che tra me e me pensavo: ma se non li conosco, che cavolo mi hanno portato a fare qui?
Il campionario umano all'interno del cimitero era il più variegato mai visto al mondo: dalla nonnina tutta vestita di nero che sgranava la sua corona come se non ci fosse un domani - e infatti, guardandola, non sembrava averne davanti ancora molti - agli uomini con la sigaretta che parlavano tra loro di calcio o macchine. Terminato l'annuale, macabro giro turistico, ci si avviava verso l'uscita. Finalmente era finita. Segno di croce e via, verso la macchina, tutti contenti per non aver mancato l'annuale appuntamento con l'ossequio ai morti, i quali, chissà, magari erano pure contenti, ma sono più propenso a credere che non gliene sia mai fregato niente del nostro giro turistico.
La Rimini andata
Scorrere la cronaca di Rimini è diventato sconfortante. Ogni giorno vi si legge di uno o più episodi di criminalità, più o meno gravi, ma comunque sintomi di una Rimini che non c'è più, quella di quando ero ragazzino e ci scorrazzavo col mio Ciao. L'altro giorno hanno gambizzato un uomo: persone armate gli hanno sparato alle gambe da una macchina in corsa mentre camminava sul marciapiede. Mai a Rimini, che sappia io, si sono in passato verificati episodi simili. La decisione dei negozianti di Marina centro di chiudere le saracinesche all'una, dopo pranzo, è la ciliegina su una torta amara, quella di una Rimini che si è arresa alla criminalità dilagante e preferisce chiudersi in casa. Intendiamoci, non biasimo i cittadini che decidono di non avventurarsi in strada di sera o i negozianti che chiudono i loro negozi molto prima che faccia buio, se abitassi a Rimini probabilmente pure io lo farei.
Però dispiace. Da ragazzino ci scorazzavo col mio motorino, e da adulto, per lavoro, l'ho girata in lungo e in largo per quasi vent'anni. Conosco ogni angolo, ogni piazza e ogni via, e mi spiace che nell'arco di pochi anni sia diventata così invivibile. Ma, forse, quello di arrendersi è un destino che accomuna molte grandi città.
sabato 1 novembre 2014
Tfr in busta? No, grazie
Se le cose dovessero effettivamente andare come prevede lo studio, "il gettito Irpef generato dalla maggiore tassazione sarebbe di 1 miliardo, circa 1,5 miliardi in meno di quanto previsto dalla relazione tecnica alla Legge di Stabilità." Riassumendo: il governo aveva messo in preventivo di incassare con l'operazione Tfr in busta paga 2,5 miliardi. Siccome i lavoratori non sono fessi, o almeno non tutti, e hanno capito il giochetto truffaldino della tassazione normale applicata al Tfr in busta invece di quella agevolata lasciando il Tfr in azienda, la scelta non poteva essere che questa.
La prossima volta, Renzi, cerca di mettere in conto tutte le variabili, eh?
mercoledì 29 ottobre 2014
La prospettiva di Minzolini
A parte il fatto che l'assoluzione in primo grado risale a quasi due anni fa (febbraio 2013), non vedo cosa ci sia da stupirsi nel fatto che l'appello rovesci il primo grado. Nei processi - in tutti, non solo in quelli a personaggi noti - accade molto di frequente. Berlusconi, per esempio, per la faccenda Ruby fu condannato in primo grado a sette anni e assolto in appello, e ciò avvenne perché nel frattempo, con la legge Severino, fu modificato il reato di concussione (tanto per cambiare quando c'è in ballo B.). Non ricordo analoga irritazione di Feltri, in quella circostanza. Anzi, se non ricordo male, da quelle parti si disse che "giustizia è fatta."
È sempre una questione di... prospettiva.
La truffa degli incaricati Enel a casa
martedì 28 ottobre 2014
(...)
Lascio Francesca a scuola di danza e faccio per ripartire, quando mi sento bussare al vetro. È un uomo con una borsa di plastica, tipo quelle della spesa. Abbasso il finestrino.
"Scusa, vai in su?"
"Sì."
"Non è che mi daresti uno strappo fino a Vergiano?"
Lo squadro un po', mi sembra un tipo a posto, lo faccio salire. Si siede e mi ringrazia.
"Come va il lavoro?" mi chiede.
"Non mi lamento" rispondo. "Tu che lavoro fai?" chiedo io.
"Ho sempre fatto il muratore, ma adesso non c'è più lavoro. L'ultima volta ho lavorato quattro mesi: maggio, giugno, luglio e agosto. Mi hanno pagato solo i primi due, poi basta."
Mi mostra la borsa di plastica. "Fortunatamente qui alla Caritas mi danno qualcosa da mangiare, altrimenti sarebbe nera."
Lo guardo: è sulla cinquantina, molte rughe, mani grosse, tipo contadino. Vorrei dirgli qualcosa, ma che cazzo gli dico? Il viaggio è breve, da Spadarolo a Vergiano sono 5 minuti di macchina. Prima di arrivare al posto dove mi ha chiesto di lasciarlo fa in tempo a dirmi che domattina ha un colloquio di lavoro e che spera vada bene, anche se non ha molta fiducia. Scende, mi ringrazia del passaggio e mi saluta. Contraccambio il saluto e gli lascio un in bocca al lupo per il colloquio di domattina. Se ne va con la sua borsa, con dentro un paio di pacchi di pasta.
C'è un sacco di gente che è nella merda, sapete? E non come modo di dire. È nella merda per davvero. E quando ti ci imbatti, non ci resti bene. Non ci resti bene per niente.
Spero che quel colloquio gli vada bene, domattina.
lunedì 27 ottobre 2014
Maghi all'opera
Bergoglio dice che leggendo il Genesi si rischia di immaginare "che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose. Ma non è così."
Beh, se si interpreta letteralmente, non è che si rischia di immaginare Dio come un mago: Dio è un mago. Che poi il tutto vada interpretato e non preso letteralmente, ormai è noto: ce lo ripetono ogni volta che che le assurdità raggiungono vette discretamente elevate.
domenica 26 ottobre 2014
Tra Bibbia e Corano
Magdi Allam, sulla sua pagina fb, elenca una serie di versetti del Corano estremamente violenti, estrapolati ad arte, dove Maometto predica la morte degli infedeli e di chiunque si frapponga o ostacoli la diffusione di quella religione. Siccome gran parte di quelli che lo leggono non sa niente di religioni (sono pronto a scommettere che nessuno dei suoi commentatori ha mai aperto un libro sull'argomento), ecco il profluvio di commenti, come da prevedibile copione tutti sintetizzabili in questo assunto: il Corano è un concentrato di atrocità, la Bibbia no (mi scuso per la banale semplificazione, ma rappresenta il pensiero di quelli là).
In un mio commento, mi permetto di fare notare che anche la Bibbia, se si prendono una serie di citazioni estrapolate ad arte, non è esattamente un inno alla vita né si distingue per elevati esempi di umano virtuosismo, e qualcuno mi risponde come potete leggere qua sopra.
Intendiamoci, io non prendo le difese né del Corano né della Bibbia, sono ateo e per quel che mi riguarda entrambi i libri li considero niente più che due rami spuntati dal grande albero della letteratura fantastica. Quello che voglio far notare è che, sia da una parte che da quell'altra, chi si schiera in difesa della sua religione lo fa, spessissimo, pur non sapendo neppure di cosa sta parlando. E la commentatrice che giustifica le atrocità contenute nella Bibbia dicendo che la suddetta Bibbia col cristianesimo non c'entra niente e che per lei conta solo il nuovo testamento (come se lì non ce ne fossero), sta lì a dimostrarlo.
Che pena.
sabato 25 ottobre 2014
Cambio dell'ora
Stanotte, quindi, ci sarà il famoso/famigerato cambio d'orario, quello che, ogni volta, almeno da tre settimane prima viene annunciato da giornali, siti e sapientoni vari come se fosse una specie di apocalisse, mentre invece tutto si risolve prendendo una sedia, salendo sul tavolo e spostando le lancette dell'orologio appeso al muro della cucina. "Eh, ma c'è tutta la questione dell'orologio biologico che si sfasa", ti senti ripetere dai sapientoni. Ma non diciamo cazzate, su, l'unico orologio che si sfasa, almeno qui a casa mia, è sempre quello di prima, della cucina, che ogni due o tre anni scarica la sua pila e si ferma. Poi, oh, può benissimo essere che a molti, effettivamente, questo passaggio dia fastidio, ma non è certo il mio caso. Per come la vedo io, stanotte si dorme un'ora in più e finita lì.
Pensandoci bene, però, c'è stato un periodo in cui questo passaggio creava qualche problema anche a me: quello dei vent'anni in cui ho fatto il turno di notte nell'azienda che distribuisce i giornali alle edicole, quella in cui lavoro tutt'ora, anche se da qualche anno sono passato a miglior vita (nel senso che adesso faccio il turno di giorno, ovviamente). Ma perché il suddetto passaggio ora legale/solare e viceversa, in quel frangente causava problemi? La faccenda richiede una premessa. Come molti di voi sicuramente sanno, i quotidiani in edicola escono tutti i giorni, domenica compresa. All'epoca in cui io lavoravo quando il resto del mondo dormiva, iniziavo il turno alle 4, per cui, quando cadeva la fatidica notte in cui c'era il cambio dell'ora, già da un paio di giorni prima cominciava a serpeggiare tra di noi la domanda da cento milioni di dollari: "a che ora veniamo sabato notte?" La risposta del direttore era invariabilmente sempre quella: "alle quattro, come sempre, che domande..."
"Sì, lo sappiamo, ma alle quattro dell'orario nuovo o di quello vecchio?"
"Di quello nuovo, no? Regolate la sveglia come se l'orario cambiasse alle 8 di sera e siete a posto."
Noi stavamo un po' a pensarci, poi ribattevamo: "è vero, ma i giornali vanno comunque in stampa a mezzanotte dell'orario vecchio, e l'orario cambia mentre sono in viaggio in autostrada, perciò anche se siamo già nell'orario nuovo loro arrivano qui al deposito conseguentemente all'ora in cui sono partiti, quindi perché dovremmo venire a lavorare con l'orario nuovo?"
A questo punto, anche per cercare di arrivare a una conclusione, la risposta era invariabilmente quella: "sentite, fate quel cazzo che vi pare. Va bene così?" Andava benissimo, ovviamente, tanto è vero che nei famosi vent'anni in cui ho fatto il turno di notte, al cambio dell'ora ognuno è sempre arrivato quando cavolo gli è parso: chi alle 3, chi alle 4, chi alle 5. Quello che è importante, comunque, è che i giornali, la domenica mattina, in edicola ci sono sempre arrivati.
Ah, a proposito: visto che mi è venuto in mente, l'orologio della cucina vado a metterlo a posto adesso, va'.
Le biblioteche ti fregano
Entri con l'intenzione di prendere qualcosa di un certo autore ed esci con tutt'altro. Pensavo a qualcosa di Gesualdo Bufalino, stamattina, quando sono entrato nella biblioteca qui di Santarcangelo, e invece sono uscito con un libro di Guccini e uno di Roth. D'altra parte è il fascino delle biblioteche.
:)
Autobus per i rom
Leggo della proposta di Pd e Sel, a Torino, di attivare una linea di autobus solo per i rom, nata come conseguenza di questo ragionamento: gli zingari rubano, quindi istituiamo un autobus solo per loro.
Sono d'accordo. Non sto scherzando, dico davvero. Allo stesso modo, però, si istituisca una linea apposita per chi ruba in maniera più "soft": le banche, tanto per fare il primo esempio che mi viene in mente. Fanno un autobus per gli zingari che rubano? Benissimo, ne facciano uno anche per i banchieri che ci derubano tramite c/c. Giusto per avere un minimo di giustizia sociale, eh.
giovedì 23 ottobre 2014
L'Unità e le donne nude
La linea editoriale della futura Unità segna senz'altro un ritorno allo spirito di Gramsci.
(fonte: http://tinyurl.com/o9qw6st)
La letterina
Al di là del politichese, se non ho capito male l'UE ci accusa di non rispettare né il principio del pareggio di bilancio né il percorso di riduzione del debito pubblico previsti dal fiscal compact.
Una bella sfanculata, mi pare, anche alle famose circostanze eccezionali a cui Renzi si è pateticamente appellato per giustificare l'impossibilità di mantenere i conti pubblici italiani entro i parametri UE.
Riassumendo ancora più brutalmente, la legge di stabilità è una ciofeca con cui si è tentato di far fessi quelli là a Bruxelles, che ovviamente fessi non sono.
martedì 21 ottobre 2014
Pantani e il (non) complotto
Quando si parla di Pantani, è cosa nota, la tendenza è quella di salire sulle barricate, specie qua in Romagna. E la cosa, diciamolo, ha anche una sua giustificazione. Quello che risulta difficile, in questi casi, è riuscire a restare imparziali, basandosi esclusivamente sui fatti e su ciò che si conosce.
Marco Travaglio, sul Fatto di stamattina, smonta la teoria del complotto, tornata in auge da qualche tempo dopo le rivelazioni di Vallanzasca e altri, e ricostruisce nei dettagli tutta la sua odissea giudiziaria. L'articolo è molto lungo e articolato, e credo meriti una letta. Poi, per quel che vale, neppure io ho mai creduto alla teoria del complotto, e non da oggi.
domenica 19 ottobre 2014
Forse lo scemo sono io
Ovviamente non me la prendo per l'epiteto rivoltomi, non ne vale la pena, mi preme solo fare notare che il tenore dei commenti ai post di Allam (ma vale anche per Salvini e altri casi umani) è più o meno questo. Ed è da qui che si capisce chiaramente perché siamo, e ci saremo ancora a lungo, nel Medioevo.
"Cretini due volte"
(via Malvino)
sabato 18 ottobre 2014
Tra Ebola e Influenza
Ogni anno, in Europa, 40.000 persone muoiono per le complicanze della comune influenza. Lo segnalo a tutti i maniaci della psicosi causata da Ebola. Questo, ovviamente, non significa che si può tranquillamente fare spallucce e fregarsene, significa solo che tra la legittima preoccupazione e il panico e l'allarmismo idiota sarebbe meglio tenere la giusta distanza.
venerdì 17 ottobre 2014
Il divorzio facile rimane difficile
"Per chi volesse separarsi non cambia niente, o cambia poco: da domani, invece di presentarsi davanti al giudice, affiderà la mediazione all’avvocato. Che, al contrario del giudice, vuole essere pagato. Lo chiamano divorzio facile, nella pratica sappiamo solo chi paga e chi ci guadagna. Sempre tre anni di tempo serviranno" (tinyurl.com/pmqzsw3).
Muore così, miseramente, un'altra delle strombazzate promesse di Renzi: il famoso divorzio breve. Gli avvocati (gli unici a guadagnarci) ringraziano.
mercoledì 15 ottobre 2014
5693
Il 15 ottobre 2006 scrivevo il primo post di questo blog. Quello che state leggendo, se blogger.com non sbaglia, è il n. 5693, come si legge nel titolo.
Otto anni sono un bel pezzo di vita, e molta ne ho messa in questi post. Qualcuno dirà: ma non ti sei ancora stancato? No, non mi sono stancato, almeno per ora. I primi anni i miei post avevano più la fisionomia tipica dell'articolo (pur con tutti i limiti dell'articolista, ovviamente), approfondivo di più ciò di cui parlavo ed ero meno superficiale, poi, col passare del tempo, complice anche l'utilizzo di altri social tipo facebook, si sono via via ridotti a semplici e veloci pensieri, la maggior parte dei quali elaborati sul momento come conseguenza di notizie che mi hanno colpito.
Nonostante gli anni trascorsi, vedo dal report degli accessi che qualche decina di fedeli lettori resiste e continua, inspiegabilmente, a leggere ciò che vergo.
A me basta.
:)
martedì 14 ottobre 2014
Di nuovo on line
Magdi Allam è tornaro a scrivere dopo 24 ore di blackout. Facebook gli aveva infatti bloccato l'account, con la minaccia di chiuderglielo, per aver violato una qualche norma contenuta nella policy del social network. Mi fa piacere che sia tornato a scrivere: dopo Salvini è il cazzaro da bar che leggo più volentieri. :)