Non è ancora trascorso un anno dall'insediamento di Renzi a palazzo Chigi, ma molti hanno già cominciato a fare un bilancio di quante delle promesse strombazzate in campagna elettorale sono state realizzate. Il bilancio è magro, magrissimo. Se si escludono infatti i famosi 80 euro, lo spot elettorale partorito a ridosso delle europee (piccola nota a margine: le coperture per il 2015 sono ancora un mistero), niente di quanto promesso è stato realizzato. Si obietterà, giustamente, che fare riforme è difficile, richiede tempo, è una specie di corsa a ostacoli. Vero, verissimo, ma chi ha fatto un mare di promesse corredandole pure di scadenzario, forse avrebbe dovuto usare una maggiore cautela.
All'inizio era una riforma al mese nei primi 100 giorni, poi i giorni sono diventati 1000, adesso si naviga a vista, giorno per giorno, e, nel frattempo, lo stato non ha ancora pagato i suoi debiti verso le imprese creditrici della pubblica amministrazione, una delle promesse alle quali Renzi aveva subordinato la sua permanenza in politica, l'Italicum, che avrebbe dovuto essere legge prima dell'estate, è impantanato da qualche parte, non si sa bene dove. E anche tutto il resto (taglio dell'Irap alle imprese, "rivoluzione copernicana" della pubblica amministrazione, piano di ristrutturazione delle scuole, ecc.) è rimandato a non precisata data.
Tanto, chi volete che si ricordi?
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