In rete si discute da tempo della famosa Biowashball (immagine qui a fianco), una pallina magica contenente scaglie di ceramica, distribuita da una ditta svizzera con sede a Losanna, che promette lavaggi senza detersivo (sito ufficiale qui).
Tutto è partito da un articolo, pubblicato qualche tempo fa da Beppe Grillo sul suo blog, in cui vengono decantate le particolari prerogative di questo prodotto, che consentirebbe - se utilizzato da tutti - di ridurre sensibilmente l'inquinamento da detersivi. La suddetta pallina ecologica costa circa 35 € e viene fabbricata in Corea.
Ma questa benedetta palla fa veramente quello che dice? Consente cioè di poter lavare i panni in lavatrice senza usare il detersivo? E, soprattutto, si ottengono alla fine gli stessi risultati dei lavaggi tradizionali?
Io non l'ho utilizzata e quindi non posso dare un parere. Conosco però personalmente un paio di persone che mi hanno detto che qualche risultato si vede se il bucato non è particolarmente sporco, altrimenti il confronto non regge. Insomma, in sostanza è un po' come se si facesse un ciclo di lavatrice senza usare il detersivo.
La vicenda di questa palla magica - dopo essere stata esaminata dalla rivista dei consumatori Il Salvagente e da quelli di Mi manda Ratitre, entrambi giunti all'unanime conclusione che si tratta di un bluff - ha comunque preso piede in rete, dando origine a infuocati dibattiti tra i sostenitori e i detrattori. In particolare se n'è occupato il blogger antibufala Paolo Attivissimo, che in una serie di articoli pubblicati sul suo blog (tutti reperibili in questa pagina), è sostanzialmente giunto alle medesime conclusioni de Il Salvagente e di Mi manda Raitre.
La vicenda della Biowashball è uno dei classici esempi di come sia semplice, tramite la rete, mettere in circolazione notizie o presentare come miracolosi prodotti che di miracoloso hanno solamente la quantità di persone su cui riescono a far presa.
Gli altri video pubblicati sulla vicenda da Paolo Attivissimo sono reperibili nel suo canale su YouTube, mentre la trasmissione realizzata dalla TV svizzera la trovate qui.
Ah, dimenticavo: se per caso qualcuno di voi l'ha provata e vuol dare un parere, è ovviamente il benvenuto.
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sabato 31 gennaio 2009
venerdì 30 gennaio 2009
No pants 2K9
A volte mi stanco di parlare sempre di argomenti che (mi) fanno girare le balle, mi viene voglia di qualcosa di più leggero, giusto per sdrammatizzare un po', e quindi ne approfitto per segnalare la conclusione dell'edizione 2009 della Giornata mondiale senza pantaloni. Sito ufficiale e info qui.
(via Pandemia)
(via Pandemia)
Il caso Battisti è servito a qualcosa
La vicenda di Cesare Battisti, il brigatista rosso condannato in contumacia all'ergastolo in quanto autore di 4 omicidi e balzato da giorni agli onori delle cronache per il tira e molla col Brasile, che si rifiuta di concedere l'estradizione (per quel che mi riguarda se lo possono anche tenere), si è arricchita di un nuovo capitolo.
Dopo aver scomodato ministri degli esteri, capi si stato, ambasciatori, provocato mezze crisi diplomatiche, messo in forse la prossima amichevole col Brasile e aver tirato in ballo perfino la dolce consorte di Sarkozy, l'ultimo inatteso imprevisto: la Fattoria. Proprio così, la vicenda Battisti pare infatti che stia creando parecchi imbarazzi agli autori del noto reality show targato Mediaset, che partirà a marzo e che sarà ambientato, guarda un po', proprio in Brasile.
Insomma, alla fine qualcosa di buono l'ha fatto pure Battisti.
Dopo aver scomodato ministri degli esteri, capi si stato, ambasciatori, provocato mezze crisi diplomatiche, messo in forse la prossima amichevole col Brasile e aver tirato in ballo perfino la dolce consorte di Sarkozy, l'ultimo inatteso imprevisto: la Fattoria. Proprio così, la vicenda Battisti pare infatti che stia creando parecchi imbarazzi agli autori del noto reality show targato Mediaset, che partirà a marzo e che sarà ambientato, guarda un po', proprio in Brasile.
Insomma, alla fine qualcosa di buono l'ha fatto pure Battisti.
giovedì 29 gennaio 2009
Insider trading e aggiotaggio non si intercetteranno più
Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
La porcata... Il ddl sulle intercettazioni, che in queste ore è al centro di numerosi aggiustamenti in vista dell'imminente passaggio del testo in Parlamento per il normale iter legislativo, si è arricchito di un nuovo emendamento, presentato dal governo proprio in queste ore: non saranno più intercettabili i reati di insider trading e aggiotaggio.
Per chi, come il sottoscritto, avesse poca dimestichezza con la terminologia economico-finanziaria, l'insider trading è questo e l'aggiotaggio è questo.
Prosegue quindi la marcia trionfale del governo nella strenua difesa dei delinquenti a scapito dei cittadini. Una norma come questa, qualora dovesse diventare legge, renderà infatti molto più difficile e rischiosa la vita ai piccoli risparmiatori, in quanto chi racconta balle sul reale valore dei titoli e delle azioni presenti sul mercato avrà molte più probabilità di farla franca e di non essere scoperto.
Insomma, i futuri Tanzi potranno stare tranquilli.
Aggiornamento 30/01/2009.
Dietrofront: pare si sia trattato di un "errore di battitura". Mah, prendiamola come ce l'hanno venduta...
Per chi, come il sottoscritto, avesse poca dimestichezza con la terminologia economico-finanziaria, l'insider trading è questo e l'aggiotaggio è questo.
Prosegue quindi la marcia trionfale del governo nella strenua difesa dei delinquenti a scapito dei cittadini. Una norma come questa, qualora dovesse diventare legge, renderà infatti molto più difficile e rischiosa la vita ai piccoli risparmiatori, in quanto chi racconta balle sul reale valore dei titoli e delle azioni presenti sul mercato avrà molte più probabilità di farla franca e di non essere scoperto.
Insomma, i futuri Tanzi potranno stare tranquilli.
Aggiornamento 30/01/2009.
Dietrofront: pare si sia trattato di un "errore di battitura". Mah, prendiamola come ce l'hanno venduta...
Dove sarebbe l'"attacco"?
Come al solito, come è già successo per piazza Navona, la manifestazione di ieri di piazza Farnese verrà ricordata per i presunti insulti e per i presunti attacchi a personalità varie del mondo istituzionale. E con questo pretesto si eviterà accuratamente di scendere nei particolari circa i veri motivi per cui è stata indetta tale manifestazione.
I titoli pubblicati ieri pomeriggio dalle maggiori testate online erano più o meno tutti equivalenti, ed incentrati sul terribile "attacco" lanciato da Di Pietro a Napolitano. Eccone alcuni: "Di Pietro attacca Napolitano" (Stampa, Unità e Corriere), "Scontro tra Di Pietro e il Quirinale" (Repubblica), "Di Pietro contro Napolitano" (Sole24Ore), "Giustizia, Di Pietro attacca Napolitano" (il Giornale) e via di questo passo.
Mamma mia, chissà cos'avrà mai detto quello squinternato per suscitare cotanto vespaio. Bene: andiamo a leggere.
Ecco qua. Quello che in un paese magari un pelino più democratico del nostro sarebbe passato come il sacrosanto diritto di criticare l'operato di un capo di stato (cosa che non mi risulta sia proibita dalla legge), da noi viene trasformato ad arte dai media in un offensivo, irrispettoso e terribile attacco al Presidente della Repubblica. Un attacco destabilizzante che suscita le ire e le reazioni della politica tutta, destra e sinistra in maniera congiunta (forse perché entrambe comodamente adagiate e conniventi con quello per cui si protesta?).
Eppure non mi sembra così difficile. Se uno di voi, amici lettori, scrive ad esempio in un commento del mio blog che non condivide una cosa che ho scritto o una mia presa di posizione, posso intendere questo come un attacco o una offesa nei miei confronti? Mi pare di no. Semplicemente si tratta di un'opinione diversa dalla mia. Punto. Di Pietro ha fatto esattamente la stessa cosa con Napolitano.
Ma il tutto sarebbe stato troppo semplice. Volete mettere, invece, sollevare di proposito un bel polverone sul quale calamitare l'attenzione dell'opinione pubblica in modo ad esempio da evitare di menzionare il fatto che la manifestazione è stata indetta dall'Associazione Vittime della Mafia? Decisamente troppo "scomodo" e sconveniente. Una manifestazione pro Apicella e a sostegno di quel ramo della magistratura che ancora fa il suo dovere libera dai condizionamenti della politica e del malaffare è troppo anche per l'Unità e per Veltroni.
E così tutti allineati e coperti; nessuno parla dei temi che sono stati trattati durante i vari interventi in piazza e tutti focalizzano l'attenzione su una frase che di offensivo non ha assolutamente niente, col risultato che Di Pietro viene messo in croce come se il lodo Alfano - attualmente, va ricordato, al vaglio della Consulta - l'avesse firmato lui, mentre il capo dello stato, firmatario della legge voluta dal presidente del consiglio che di fatto manda a farsi friggere l'art. 3 della nostra carta Costituzionale, riceve la solidarietà bipartisan di destra e sinistra.
Volenti o nolenti è così che funziona, c'è poco da fare.
I titoli pubblicati ieri pomeriggio dalle maggiori testate online erano più o meno tutti equivalenti, ed incentrati sul terribile "attacco" lanciato da Di Pietro a Napolitano. Eccone alcuni: "Di Pietro attacca Napolitano" (Stampa, Unità e Corriere), "Scontro tra Di Pietro e il Quirinale" (Repubblica), "Di Pietro contro Napolitano" (Sole24Ore), "Giustizia, Di Pietro attacca Napolitano" (il Giornale) e via di questo passo.
Mamma mia, chissà cos'avrà mai detto quello squinternato per suscitare cotanto vespaio. Bene: andiamo a leggere.
"Lei dovrebbe essere l'arbitro, a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi. Noi la rispettiamo - ha aggiunto il leader Idv - ma lo possiamo dire o no, rispettosamente, che non siamo d'accordo che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d'accordo nel vedere i terroristi che fanno i sapientoni mentre le vittime vengono dimenticate?". "Il silenzio è mafioso, e per questo non voglio rimanere in silenzio", ha detto ancora Di Pietro, che poi si è di nuovo rivolto a Napolitano: "Dica che i mercanti devono andare fuori dal tempio, dal Parlamento e noi lo approveremo". (fonte)
Ecco qua. Quello che in un paese magari un pelino più democratico del nostro sarebbe passato come il sacrosanto diritto di criticare l'operato di un capo di stato (cosa che non mi risulta sia proibita dalla legge), da noi viene trasformato ad arte dai media in un offensivo, irrispettoso e terribile attacco al Presidente della Repubblica. Un attacco destabilizzante che suscita le ire e le reazioni della politica tutta, destra e sinistra in maniera congiunta (forse perché entrambe comodamente adagiate e conniventi con quello per cui si protesta?).
Eppure non mi sembra così difficile. Se uno di voi, amici lettori, scrive ad esempio in un commento del mio blog che non condivide una cosa che ho scritto o una mia presa di posizione, posso intendere questo come un attacco o una offesa nei miei confronti? Mi pare di no. Semplicemente si tratta di un'opinione diversa dalla mia. Punto. Di Pietro ha fatto esattamente la stessa cosa con Napolitano.
Ma il tutto sarebbe stato troppo semplice. Volete mettere, invece, sollevare di proposito un bel polverone sul quale calamitare l'attenzione dell'opinione pubblica in modo ad esempio da evitare di menzionare il fatto che la manifestazione è stata indetta dall'Associazione Vittime della Mafia? Decisamente troppo "scomodo" e sconveniente. Una manifestazione pro Apicella e a sostegno di quel ramo della magistratura che ancora fa il suo dovere libera dai condizionamenti della politica e del malaffare è troppo anche per l'Unità e per Veltroni.
E così tutti allineati e coperti; nessuno parla dei temi che sono stati trattati durante i vari interventi in piazza e tutti focalizzano l'attenzione su una frase che di offensivo non ha assolutamente niente, col risultato che Di Pietro viene messo in croce come se il lodo Alfano - attualmente, va ricordato, al vaglio della Consulta - l'avesse firmato lui, mentre il capo dello stato, firmatario della legge voluta dal presidente del consiglio che di fatto manda a farsi friggere l'art. 3 della nostra carta Costituzionale, riceve la solidarietà bipartisan di destra e sinistra.
Volenti o nolenti è così che funziona, c'è poco da fare.
mercoledì 28 gennaio 2009
A proposito di stupri (e di informazione)
Lo so, il tema è scomodo, fastidioso, qualcosa che la coscienza ci impone quasi di rimuovere, come se questa rimozione comportasse automaticamente la scomparsa della piaga. E invece se ne parla; e forse mai come in questo periodo, specialmente dopo i fatti di cronaca di questi ultimi giorni.
Il problema è che spesso se ne parla a sproposito, o, quando va bene, in maniera tendenziosa e strumentale. Esattamente come ha fatto ieri la stragrande maggioranza dei giornali e dei telegiornali, i quali hanno riproposto senza interruzione le immagini dell'assalto della folla inferocita alle gazzelle dei Carabinieri che trasferivano in carcere i quattro romeni responsabili dello stupro di gruppo avvenuto a Guidonia, vicino a Roma.
Ora, vorrei evitare di essere frainteso. Sono perfettamente conscio che reati odiosi di questo tipo generano nelle persone reazioni spesso scomposte, dettate più che altro dall'emotività. Specialmente poi - col clima che si è instaurato da un po' di tempo nel nostro paese - se i responsabili sono stranieri. Ma vorrei far notare, visto che i media tranne poche eccezioni hanno evitato di farlo, che la violenza sulle donne nel nostro paese si consuma nel silenzio generale principalmente tra le mura domestiche. E i responsabili sono da ricercare per la maggior parte tra le persone conosciute (marito, compagno, amico, collega di lavoro, ecc...).
Per quanto riguarda il reato più odioso, ad esempio, e cioè lo stupro, il responsabile è straniero solamente nel 3,5% dei casi. Qui trovate un lungo elenco di dati relativi ad un'indagine dell'Istat pubblicata nel 2005; qui, invece il relativo pdf completo. La strumentalizzazione di episodi come quello di Guidonia per fini politici o propagandistici (un tiggì ha addirittura utilizzato le immagini dell'arresto come "prova" che la criminalità è sotto controllo), è una cosa ributtante. Come se si volesse in tutti i modi nascondere il fatto conclamato che la maggior parte del marcio ce l'abbiamo in casa, anzi nelle nostre case.
Ripeto, non voglio con questo dare l'idea di voler sminuire la gravità dell'abominio compiuto da quella banda di farabutti, mi piacerebbe solo che l'informazione, almeno quando tratta certi argomenti, dimenticasse di essere asservita alla corrente politica di turno e fornisse le notizie nella loro completezza. Come al solito sono un sognatore.
Il problema è che spesso se ne parla a sproposito, o, quando va bene, in maniera tendenziosa e strumentale. Esattamente come ha fatto ieri la stragrande maggioranza dei giornali e dei telegiornali, i quali hanno riproposto senza interruzione le immagini dell'assalto della folla inferocita alle gazzelle dei Carabinieri che trasferivano in carcere i quattro romeni responsabili dello stupro di gruppo avvenuto a Guidonia, vicino a Roma.
Ora, vorrei evitare di essere frainteso. Sono perfettamente conscio che reati odiosi di questo tipo generano nelle persone reazioni spesso scomposte, dettate più che altro dall'emotività. Specialmente poi - col clima che si è instaurato da un po' di tempo nel nostro paese - se i responsabili sono stranieri. Ma vorrei far notare, visto che i media tranne poche eccezioni hanno evitato di farlo, che la violenza sulle donne nel nostro paese si consuma nel silenzio generale principalmente tra le mura domestiche. E i responsabili sono da ricercare per la maggior parte tra le persone conosciute (marito, compagno, amico, collega di lavoro, ecc...).
Per quanto riguarda il reato più odioso, ad esempio, e cioè lo stupro, il responsabile è straniero solamente nel 3,5% dei casi. Qui trovate un lungo elenco di dati relativi ad un'indagine dell'Istat pubblicata nel 2005; qui, invece il relativo pdf completo. La strumentalizzazione di episodi come quello di Guidonia per fini politici o propagandistici (un tiggì ha addirittura utilizzato le immagini dell'arresto come "prova" che la criminalità è sotto controllo), è una cosa ributtante. Come se si volesse in tutti i modi nascondere il fatto conclamato che la maggior parte del marcio ce l'abbiamo in casa, anzi nelle nostre case.
Ripeto, non voglio con questo dare l'idea di voler sminuire la gravità dell'abominio compiuto da quella banda di farabutti, mi piacerebbe solo che l'informazione, almeno quando tratta certi argomenti, dimenticasse di essere asservita alla corrente politica di turno e fornisse le notizie nella loro completezza. Come al solito sono un sognatore.
martedì 27 gennaio 2009
Io so
Io non so se tra i "compiti" - se così si possono chiamare - di chi gestisce un blog ci sia quello di tentare di controbilanciare l'informazione che passa attraverso giornali e tv. Se così fosse, mi piacerebbe che il mio blog avesse non solo poco più di 200 visitatori al giorno, ma 1.000.000, 2.000.000, 10.000.000.
E non per potermi vantare di essere un grande blogger seguito da un mare di lettori, cosa della quale in fondo non può fregarmi di meno, ma per potermi vantare - quello sì, volentieri - di avere fatto tutto il possibile per tentare di cointrobilanciare il mare di bugie che ci stanno raccontando in quest'ultimo periodo. Nel caso specifico sul presunto scandalo "Genchi" (che di scandaloso non ha invece proprio un bel niente), ma in generale su tutto quanto sta accadendo nel nostro paese.
E di averlo fatto utilizzando l'unico mezzo di comunicazione rimasto libero, nel senso più ampio e più vero del termine: internet.
lunedì 26 gennaio 2009
Senza più scusanti
A questo punto non ci sono più scuse, né appigli legali né pretesti di qualsiasi altro tipo, compresi quelli morali o religiosi.
A questo punto si tratta solo di vedere se effettivamente, in questo paese, la legge e la Carta Costituzionale hanno ancora un valore oppure no.
(via Repubblica)
Il cavallo di battaglia della sicurezza
Come sapete, io non butto via mai niente, e in occasione della campagna elettorale per le ultime elezioni politiche ho provveduto a salvare in una cartella del mio pc i programmi di governo - sia del centrodestra che del centrosinistra - da tirare fuori poi al momento opportuno. Ovviamente 10 mesi di governo non sono un termine che consente di dare un giudizio definitivo su quanto combinato dall'esecutivo che è stato chiamato dagli elettori a guidare il paese, ma sono però un termine sufficiente per farsi qualche idea, per vedere insomma se chi di dovere si sta allineando a quanto promesso in campagna elettorale oppure no.
Se ricordate bene, uno dei cavalli di battaglia dell'intera campagna elettorale del centrodestra - potremmo dire il perno di tutto il programma - è stato quello della sicurezza. L'Italia è stata dipinta in quel periodo da giornali e telegiornali come un covo di delinquenti, di stupratori incalliti, di clandestini, di rapinatori, di spacciatori. Certo, una realtà che è difficile negare, ma che in quel particolare frangente (periodo elettorale) è stata dipinta a tinte particolarmente forti, con al centro di tutto sempre lui: lo straniero. Che fosse rumeno, magrebino, polacco, cinese e via dicendo non era importante, quello che contava era che fosse straniero (le porcate commesse invece da bravissimi italiani - pari se non superiori alle altre - venivano riportate solo se rimaneva spazio nel tiggì).
Ecco quindi che hanno fatto capolino, proprio in ossequio a questo improcrastinabile - e opportunamente pompato - bisogno di sicurezza da parte dei cittadini, le strabilianti ricette elettorali del premier, riassumibili sostanzialmente in tre punti: aumento delle risorse per le forze dell'ordine, aumento della loro presenza sulle strade (poliziotto di quartiere, ecc...) e contrasto serrato all'immigrazione clandestina, come vedete dall'immagini qui sotto che ho catturato dal pdf del programma di governo (se vi interessa è qui).
Il primo punto mi pare che sia stato quello maggiormente preso sul serio, tanto è vero che a luglio scorso Polizia, Carabinieri, Finanza e compagnia bella si sono riversati in massa davanti a Palazzo Chigi, Camera e Senato per protestare per i circa tre miliardi di euro di tagli alle forze dell'ordine, contenuti nel pacchetto sicurezza, per i successivi 3 anni. Tagli non solo economici, ma pure di organico (40.000 uomini stimati allora da Felice Romano, segretario del Siulp).
In compenso sono arrivati i militari, i famosi 3.000 militari che a detta di Maroni avrebbero dovuto presidiare le città in funzione anticrimine. Operazione che sta cominciando a dare i primi frutti in questo periodo, tanto è vero che solo a Roma ci sono stati ben tre stupri da capodanno fino a oggi. Visto il successo, Maroni ha quindi deciso di passare alla fase 2 della suddetta operazione. Intanto il buon Berlusconi, sull'onda dell'indignazione generale dovuta a questi fatti (che secondo lui, comunque, non c'entrano con la sicurezza in quanto - buono a sapersi - in campagna può accadere di tutto), annuncia che i militari nelle strade saranno presto 30.000, anche se ancora non è ben chiaro dove reperirà le risorse.
Intanto rimane aperto il tema caldo dell'immigrazione clandestina, la cui lotta senza quartiere - come leggete sempre nei punti del programma qui sopra - è stata una delle maggiori e più sentite priorità elettorali. Anche qui, per vedere un po' cosa è successo dalla data dell'insediamento del nuovo esecutivo, i numeri ci aiutano a fare chiarezza. Secondo il ministero dell'Interno, i clandestini giunti nel 2008 sulle nostre coste sono stati ben 36.900, cioè il 75% in più rispetto al 2007. Tutto questo in barba alle promesse elettorali, a presunti accordi bilaterali con vari paesi, e nonostante Berlusconi giusto quest'estate sia andato a fare un giretto dal suo amico Gheddafi promettendogli 5 miliardi di dollari per danni di guerra e ottenendo in cambio dal colonnello un maggior controllo da parte della Libia sull'immigrazione clandestina.
Ora, che il premier continui allegramente a farsi prendere in giro da questo signore a me può stare anche bene; visto però che le conseguenze poi le subiamo noi, permettete che la cosa mi scocci un po'?
E tra queste conseguenze c'è anche quanto è successo giusto l'altro ieri a Lampedusa: la fuga in massa dei clandestini racchiusi nel centro di accoglienza dell'isola, dopo che è stata superata la quota di 1.800 persone rinchiuse a fronte di una capienza del centro stesso di 800. La situazione sull'isola, per la verità, era già piuttosto calda da giorni e gli stessi isolani avevano spesso manifestato disagi per una situazione ormai giunta al collasso. Tra l'altro sarebbe interessante vedere come intende Maroni far pagare a queste ondate di disperati, senza documenti e senza identità, i 10.000 euro di multa previsti dal suo decreto legge entrato in vigore giusto qualche giorno fa. Stanchi di questa enorme mole di pagliacciate partorite da un governo ormai alla deriva, forse più dei clandestini stessi, moltissimi abitanti di Lampedusa si sono aggiunti spontaneamente alla protesta degli immigrati. Scriveva ieri RaiNews24: (il neretto è mio)
Come dicevo all'inizio 10 mesi sono ancora pochi per valutare bene come si sta muovendo il governo, che - ricordiamolo - sulla lotta all'immigrazione clandestina ha praticamente vinto le elezioni, ma da quello che sta succedendo e dai risultati ottenuti finora sembra che le questioni sicurezza e immigrazione siano state trattate più che altro come spot elettorali. A Roma, come nel paese intero, la questione sicurezza pare ben lungi non solo dall'essere risolta, ma anche dal solo dare qualche debole segnale di miglioramento; alla faccia della campagna martellante pre-elettorale tramite la quale ci è stato detto che tutto si sarebbe risolto.
Per adesso il pdf lo rimetto nella cartella del mio pc. Ma non vi preoccupate, lo tirerò di nuovo fuori molto presto.
Se ricordate bene, uno dei cavalli di battaglia dell'intera campagna elettorale del centrodestra - potremmo dire il perno di tutto il programma - è stato quello della sicurezza. L'Italia è stata dipinta in quel periodo da giornali e telegiornali come un covo di delinquenti, di stupratori incalliti, di clandestini, di rapinatori, di spacciatori. Certo, una realtà che è difficile negare, ma che in quel particolare frangente (periodo elettorale) è stata dipinta a tinte particolarmente forti, con al centro di tutto sempre lui: lo straniero. Che fosse rumeno, magrebino, polacco, cinese e via dicendo non era importante, quello che contava era che fosse straniero (le porcate commesse invece da bravissimi italiani - pari se non superiori alle altre - venivano riportate solo se rimaneva spazio nel tiggì).
Ecco quindi che hanno fatto capolino, proprio in ossequio a questo improcrastinabile - e opportunamente pompato - bisogno di sicurezza da parte dei cittadini, le strabilianti ricette elettorali del premier, riassumibili sostanzialmente in tre punti: aumento delle risorse per le forze dell'ordine, aumento della loro presenza sulle strade (poliziotto di quartiere, ecc...) e contrasto serrato all'immigrazione clandestina, come vedete dall'immagini qui sotto che ho catturato dal pdf del programma di governo (se vi interessa è qui).
Il primo punto mi pare che sia stato quello maggiormente preso sul serio, tanto è vero che a luglio scorso Polizia, Carabinieri, Finanza e compagnia bella si sono riversati in massa davanti a Palazzo Chigi, Camera e Senato per protestare per i circa tre miliardi di euro di tagli alle forze dell'ordine, contenuti nel pacchetto sicurezza, per i successivi 3 anni. Tagli non solo economici, ma pure di organico (40.000 uomini stimati allora da Felice Romano, segretario del Siulp).
In compenso sono arrivati i militari, i famosi 3.000 militari che a detta di Maroni avrebbero dovuto presidiare le città in funzione anticrimine. Operazione che sta cominciando a dare i primi frutti in questo periodo, tanto è vero che solo a Roma ci sono stati ben tre stupri da capodanno fino a oggi. Visto il successo, Maroni ha quindi deciso di passare alla fase 2 della suddetta operazione. Intanto il buon Berlusconi, sull'onda dell'indignazione generale dovuta a questi fatti (che secondo lui, comunque, non c'entrano con la sicurezza in quanto - buono a sapersi - in campagna può accadere di tutto), annuncia che i militari nelle strade saranno presto 30.000, anche se ancora non è ben chiaro dove reperirà le risorse.
Intanto rimane aperto il tema caldo dell'immigrazione clandestina, la cui lotta senza quartiere - come leggete sempre nei punti del programma qui sopra - è stata una delle maggiori e più sentite priorità elettorali. Anche qui, per vedere un po' cosa è successo dalla data dell'insediamento del nuovo esecutivo, i numeri ci aiutano a fare chiarezza. Secondo il ministero dell'Interno, i clandestini giunti nel 2008 sulle nostre coste sono stati ben 36.900, cioè il 75% in più rispetto al 2007. Tutto questo in barba alle promesse elettorali, a presunti accordi bilaterali con vari paesi, e nonostante Berlusconi giusto quest'estate sia andato a fare un giretto dal suo amico Gheddafi promettendogli 5 miliardi di dollari per danni di guerra e ottenendo in cambio dal colonnello un maggior controllo da parte della Libia sull'immigrazione clandestina.
Ora, che il premier continui allegramente a farsi prendere in giro da questo signore a me può stare anche bene; visto però che le conseguenze poi le subiamo noi, permettete che la cosa mi scocci un po'?
E tra queste conseguenze c'è anche quanto è successo giusto l'altro ieri a Lampedusa: la fuga in massa dei clandestini racchiusi nel centro di accoglienza dell'isola, dopo che è stata superata la quota di 1.800 persone rinchiuse a fronte di una capienza del centro stesso di 800. La situazione sull'isola, per la verità, era già piuttosto calda da giorni e gli stessi isolani avevano spesso manifestato disagi per una situazione ormai giunta al collasso. Tra l'altro sarebbe interessante vedere come intende Maroni far pagare a queste ondate di disperati, senza documenti e senza identità, i 10.000 euro di multa previsti dal suo decreto legge entrato in vigore giusto qualche giorno fa. Stanchi di questa enorme mole di pagliacciate partorite da un governo ormai alla deriva, forse più dei clandestini stessi, moltissimi abitanti di Lampedusa si sono aggiunti spontaneamente alla protesta degli immigrati. Scriveva ieri RaiNews24: (il neretto è mio)
Una fiumana di gente che si è scoperta vicina. Gli stranieri lamentano l'eccessiva lunghezza della loro permanenza nella struttura e le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere. Si tratta soprattutto di tunisini che hanno appreso di un imminente accordo con la Tunisia che darà il via ai rimpatri. I residenti contestano questa scelta che, impendendo i trasferimenti in altri centri del Paese, dilata i tempi e i numeri del fenomeno, con l'apertura di un nuovo centro di identificazione ed espulsione. I lampedusani hanno restituito le schede elettorali e accolto tra gli applausi gli stranieri giunti davanti al municipio.
Come dicevo all'inizio 10 mesi sono ancora pochi per valutare bene come si sta muovendo il governo, che - ricordiamolo - sulla lotta all'immigrazione clandestina ha praticamente vinto le elezioni, ma da quello che sta succedendo e dai risultati ottenuti finora sembra che le questioni sicurezza e immigrazione siano state trattate più che altro come spot elettorali. A Roma, come nel paese intero, la questione sicurezza pare ben lungi non solo dall'essere risolta, ma anche dal solo dare qualche debole segnale di miglioramento; alla faccia della campagna martellante pre-elettorale tramite la quale ci è stato detto che tutto si sarebbe risolto.
Per adesso il pdf lo rimetto nella cartella del mio pc. Ma non vi preoccupate, lo tirerò di nuovo fuori molto presto.
domenica 25 gennaio 2009
Torna a casa, Richard
Papa Ratzinger ha revocato la scomunica, inflitta a suo tempo da Giovanni Paolo II, ai 4 vescovi ordinati illegittimamente da Marcel Lefebvre nel giugno del 1988. La cosa non ha mancato di suscitare polemiche - anche all'estero - in quanto tra i fantastici 4 riammessi a far parte di Santa Romana Chiesa c'è il discusso Richard Williamson, tra le cui peculiarità figura il negazionismo, sia dell'olocausto che delle camere a gas.
Padre Federico Lombardi, portavoce della santa sede, in seguito alle polemiche sorte si è affrettato a precisare che il Vaticano non condivide le idee del controverso presule:
La precisazione del portavoce vaticano mi pare che appaia quanto mai opportuna, anche se sembra più un malriuscito tentativo di metterci una pezza, di ridimensionare il tutto. Anche perché va precisato che i media hanno messo in risalto esclusivamente questo aspetto del discusso vescovo, il quale, invece, si è distinto nel tempo per essere sostenitore di ben altre strampalate teorie.
Chiama tuttora, ad esempio, gli ebrei "nemici di Cristo", pensa che le donne non debbano per nessun motivo portare i pantaloni, che gli uomini debbano essere più virili, che le torri gemelle se le siano distrutte da soli gli americani (un po' di sano complottismo non guasta mai), che gli ebrei sterminati nelle camere a gas da Hitler siano stati appena 2/300.000 invece dei 6 milioni accertati. Chicca finale, questo Williamson pare sia un estimatore del noto ufologo di ispirazione nazista Ernst Zündel. (fonte)
Ecco, uno così, che in un paese normale potrebbe al massimo trovare posto in un reparto psichiatrico, è stato accolto a mo' di figliol prodigo dal Vaticano. Segno che tra i due ambiti non è poi che ci sia tutta questa differenza.
Padre Federico Lombardi, portavoce della santa sede, in seguito alle polemiche sorte si è affrettato a precisare che il Vaticano non condivide le idee del controverso presule:
Il Vaticano, spiega padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, non condivide in nessun modo le dichiarazioni revisioniste del presule britannico, ma la «revoca della scomunica non c'entra assolutamente nulla» e non significa «sposare le sue idee e le sue dichiarazioni, che vanno giudicate in sé».
La precisazione del portavoce vaticano mi pare che appaia quanto mai opportuna, anche se sembra più un malriuscito tentativo di metterci una pezza, di ridimensionare il tutto. Anche perché va precisato che i media hanno messo in risalto esclusivamente questo aspetto del discusso vescovo, il quale, invece, si è distinto nel tempo per essere sostenitore di ben altre strampalate teorie.
Chiama tuttora, ad esempio, gli ebrei "nemici di Cristo", pensa che le donne non debbano per nessun motivo portare i pantaloni, che gli uomini debbano essere più virili, che le torri gemelle se le siano distrutte da soli gli americani (un po' di sano complottismo non guasta mai), che gli ebrei sterminati nelle camere a gas da Hitler siano stati appena 2/300.000 invece dei 6 milioni accertati. Chicca finale, questo Williamson pare sia un estimatore del noto ufologo di ispirazione nazista Ernst Zündel. (fonte)
Ecco, uno così, che in un paese normale potrebbe al massimo trovare posto in un reparto psichiatrico, è stato accolto a mo' di figliol prodigo dal Vaticano. Segno che tra i due ambiti non è poi che ci sia tutta questa differenza.
Hotel California
Ieri sera, mentre passavo in rassegna le varie versioni di Hotel California su YouTube, mi sono imbattuto in questa recentissima versione live con una originale introduzione con la tromba.
Questo brano degli Eagles, classificato dalla prestigiosa rivista Rolling Stone come la 49a canzone più bella di tutti i tempi, è diventato alla fine degli anni '70 una hit mondiale oltre che il definitivo marchio di fabbrica della celebre band country-rock statunitense.
Buona domenica.
Questo brano degli Eagles, classificato dalla prestigiosa rivista Rolling Stone come la 49a canzone più bella di tutti i tempi, è diventato alla fine degli anni '70 una hit mondiale oltre che il definitivo marchio di fabbrica della celebre band country-rock statunitense.
Buona domenica.
sabato 24 gennaio 2009
Mondi lontanissimi
E' incredibile. Loro sono sempre in tv (ormai sono più lì che in Parlamento), sui giornali, su internet; sempre a ribadire che i provvedimenti sono per il bene comune, a favore dei lavoratori, per l'interesse dei cittadini.
Poi, quando qualcuno di questi cittadini si permette di rivolgere loro la parola in strada per chiedere chiarimenti su un provvedimento, ecco che si trovano spaesati, confusi, smarriti, spaventati, terrorizzati all'idea di dover rendere conto di qualcosa. Spiazzati per il semplice fatto di trovarsi a tu per tu con qualcuno (informato) che fa domande scomode che non sono state preventivamente concordate, come invece accade in tv.
Politici e cittadini: proprio mondi lontanissimi.
Poi, quando qualcuno di questi cittadini si permette di rivolgere loro la parola in strada per chiedere chiarimenti su un provvedimento, ecco che si trovano spaesati, confusi, smarriti, spaventati, terrorizzati all'idea di dover rendere conto di qualcosa. Spiazzati per il semplice fatto di trovarsi a tu per tu con qualcuno (informato) che fa domande scomode che non sono state preventivamente concordate, come invece accade in tv.
Politici e cittadini: proprio mondi lontanissimi.
venerdì 23 gennaio 2009
YouTube ti sorprende sempre
Da oggi è attivo ufficialmente il canale vaticano su YouTube (ne avevo parlato qualche giorno fa). Sempre oggi il ministro Gelmini ha annunciato a sorpresa, tramite il suo canale su YouTube, l'elenco delle materie che comporranno la seconda prova scritta degli esami di maturità.
Il video qui sotto, invece, riprende un gruppo (come definirli?)di persone che non hanno di meglio da fare di fan che gioisce e piange sotto la finestra di Kaka' dopo l'annuncio del cavaliere che non se ne andrà dal Milan.
E' proprio vero: Youtube ti sorprende sempre!
Il video qui sotto, invece, riprende un gruppo (come definirli?)
E' proprio vero: Youtube ti sorprende sempre!
La legge di Dio e la legge dello stato
Nella triste e drammatica vicenda di Eluana Englaro, si è inserita ieri un'intervista rilasciata a Repubblica dal cardinal Poletto, in queste ore in aperta polemica col presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso, che nei giorni scorsi aveva dato la disponibilità ad accogliere Eluana.
L'intervista rilasciata da Poletto, che segue alcune sue precedenti dichiarazioni tramite le quali invitava senza mezzi termini i medici cattolici a fare obiezione di coscienza, mi ha dato molto da pensare e mi ha fatto sorgere alcuni interrogativi. Ecco alcuni passi.
Questa affermazione mi sembra un misto di supponenza e arroganza, se non altro nei confronti di chi non crede. Sarebbe poi interessante valutare attraverso quali parametri di riferimento il cardinale si sente di affermare, senza un minimo di esitazione, che la legge dell'uomo è una cattiva legge per sé stesso. Messe così le cose, penso di poter affermare allo stesso modo - visto che in teoria quello che penso io ha lo stesso valore di quello che pensa lui - che secondo me la legge dell'uomo è invece un'ottima legge. Sbaglio?
Al cardinale risulta, per caso, che in Italia ci potrebbe essere qualche paziente non cattolico a cui dei princìpi morali della chiesa non frega assolutamente niente? Che ha dei diritti che (in teoria) gli vengono garantiti dalla legge e che vanno rispettati ed esauditi anche se contrastano con le convinzioni morali o religiose del medico?
Come al solito il cardinale viaggia a senso unico. La frase "nessuna legge può andare contro le coscienze costringendoci a commettere atti che sono in grave contrasto coi nostri convincimenti più profondi" può benissimo essere vista dalla parte di Eluana e della sua famiglia. Può, in questa luce, la legge della chiesa andare contro la decisione della famiglia di Eluana che in sua coscienza e in piena libertà ha legittimamente deciso che strada intraprendere?
Questi interrogativi che mi sono posto, rientrano - avrete capito - nella più ampia e annosa questione dell'obiezione di coscienza, la quale, ricordo, è "il rifiuto di assolvere a un obbligo di legge gli effetti del cui espletamento si ritengano contrari alle proprie convinzioni ideologiche, morali o religiose. Colui che pratica tale opzione si chiama obiettore di coscienza. Caratteristica saliente dell’obiezione di coscienza è l’assunzione in prima persona delle conseguenze civili e penali che dall’obiezione derivano." (fonte)
Ovviamente, come sempre accade in questi casi, la complessità e le molteplici implicazioni di una questione tanto delicata non possono essere sviscerate in sedi come questa, ma mi frullavano in testa questi interrogativi e li ho voluti esternare.
Per quel che mi riguarda io non ho niente contro l'obiezione di coscienza, anzi lo ritengo un diritto sacrosanto. Ma non posso fare a meno di pensare che il medico lavora volente o nolente in un ambito pubblico, in strutture in cui spesso le modalità operative sono dettate dalla legge. E, se è vero che il medico di una struttura pubblica viene stipendiato coi soldi delle nostre tasse, quel medico ha l'obbligo di esaudire le nostre richieste, specialmente - come è appunto il caso di Eluana - quando tali richieste sono sancite da una sentenza che ha valore di legge. E se un medico non se la sente di fare questo, mi dispiace, cambi mestiere.
Se io mi reco in farmacia per acquistare la pillola del giorno dopo - mio sacrosanto diritto sancito dalla legge - il farmacista me la deve dare, punto e basta. I miei diritti vengono prima delle sue convinzioni morali o religiose. Altrimenti come sopra: cambi mestiere. Insomma, viviamo o no in uno stato laico fondato sul diritto?
L'intervista rilasciata da Poletto, che segue alcune sue precedenti dichiarazioni tramite le quali invitava senza mezzi termini i medici cattolici a fare obiezione di coscienza, mi ha dato molto da pensare e mi ha fatto sorgere alcuni interrogativi. Ecco alcuni passi.
C'è la legge dell'uomo e c'è la legge di Dio. Se entrano in contrasto è perché la legge dell'uomo è una cattiva legge per l'uomo. Dunque, è diritto dei cittadini obiettare.
Questa affermazione mi sembra un misto di supponenza e arroganza, se non altro nei confronti di chi non crede. Sarebbe poi interessante valutare attraverso quali parametri di riferimento il cardinale si sente di affermare, senza un minimo di esitazione, che la legge dell'uomo è una cattiva legge per sé stesso. Messe così le cose, penso di poter affermare allo stesso modo - visto che in teoria quello che penso io ha lo stesso valore di quello che pensa lui - che secondo me la legge dell'uomo è invece un'ottima legge. Sbaglio?
Cardinale Poletto, per quale motivo un medico cattolico non dovrebbe rispettare la scelta di una persona, in questo caso di Eluana Englaro?
"Perché quella scelta va contro i principi morali della chiesa".
Al cardinale risulta, per caso, che in Italia ci potrebbe essere qualche paziente non cattolico a cui dei princìpi morali della chiesa non frega assolutamente niente? Che ha dei diritti che (in teoria) gli vengono garantiti dalla legge e che vanno rispettati ed esauditi anche se contrastano con le convinzioni morali o religiose del medico?
Oggi però sono i cattolici a invocare più spesso il diritto di obiezione. C'è un limite a questa tendenza?
"Il limite è la coscienza. Non può che essere così. Ma nessuna legge umana può andare contro le coscienze costringendoci a commettere atti che sono in grave contrasto con i nostri convincimenti più profondi. Questo vale per il medico chiamato a praticare un aborto ma anche per chi fosse costretto a staccare il sondino di Eluana o per il farmacista che si rifiuta di vendere una certa pillola".
Come al solito il cardinale viaggia a senso unico. La frase "nessuna legge può andare contro le coscienze costringendoci a commettere atti che sono in grave contrasto coi nostri convincimenti più profondi" può benissimo essere vista dalla parte di Eluana e della sua famiglia. Può, in questa luce, la legge della chiesa andare contro la decisione della famiglia di Eluana che in sua coscienza e in piena libertà ha legittimamente deciso che strada intraprendere?
Questi interrogativi che mi sono posto, rientrano - avrete capito - nella più ampia e annosa questione dell'obiezione di coscienza, la quale, ricordo, è "il rifiuto di assolvere a un obbligo di legge gli effetti del cui espletamento si ritengano contrari alle proprie convinzioni ideologiche, morali o religiose. Colui che pratica tale opzione si chiama obiettore di coscienza. Caratteristica saliente dell’obiezione di coscienza è l’assunzione in prima persona delle conseguenze civili e penali che dall’obiezione derivano." (fonte)
Ovviamente, come sempre accade in questi casi, la complessità e le molteplici implicazioni di una questione tanto delicata non possono essere sviscerate in sedi come questa, ma mi frullavano in testa questi interrogativi e li ho voluti esternare.
Per quel che mi riguarda io non ho niente contro l'obiezione di coscienza, anzi lo ritengo un diritto sacrosanto. Ma non posso fare a meno di pensare che il medico lavora volente o nolente in un ambito pubblico, in strutture in cui spesso le modalità operative sono dettate dalla legge. E, se è vero che il medico di una struttura pubblica viene stipendiato coi soldi delle nostre tasse, quel medico ha l'obbligo di esaudire le nostre richieste, specialmente - come è appunto il caso di Eluana - quando tali richieste sono sancite da una sentenza che ha valore di legge. E se un medico non se la sente di fare questo, mi dispiace, cambi mestiere.
Se io mi reco in farmacia per acquistare la pillola del giorno dopo - mio sacrosanto diritto sancito dalla legge - il farmacista me la deve dare, punto e basta. I miei diritti vengono prima delle sue convinzioni morali o religiose. Altrimenti come sopra: cambi mestiere. Insomma, viviamo o no in uno stato laico fondato sul diritto?
giovedì 22 gennaio 2009
Ebbene sì, anche io sono ufficialmente un "occultatore" :-)
Poi c'è qualcuno che ancora pensa che l'attività di blogger sia noiosa, che non accada mai niente di divertente e cose di questo genere.
Beh, io non mi annoio di sicuro. E sono diversi gli episodi che potrei raccontare che lo testimoniano in maniera piuttosto eloquente. Così, giusto per citarne un paio, ricordo che una volta un simpatico commentatore (affetto da una lieve forma di fanatismo religioso) mi ha detto senza mezzi termini di vergognarmi per un mio articolo piuttosto critico sulle posizioni della chiesa verso i "Pacs". Un altro episodio piuttosto interessante è stato poi l'inserimento, un po' di tempo fa, in una fantomatica lista di blogger che "pensano male" (sempre meglio che non pensare).
Adesso l'ultima chicca (immagine sopra), che ho scoperto proprio oggi e che vede il mio nominativo inserito in un lungo elenco di personaggi accusati di essere degli "occultatori". Elenco che ho trovato casualmente in questo post del buon Paolo e che mi vede in compagnia (oltre a Paolo stesso) nientepopodimeno che di personaggi del calibro del colonnello Giuliacci, Piero Angela, Milena Gabanelli, e solo per citarne alcuni.
Ma occultatori di che? si chiederà sicuramente qualcuno. Semplice: del grande complotto globale delle scie chimiche, quella strampalata e assurda teoria secondo la quale le normali scie di condensazione rilasciate dagli aerei conterrebbero sostanze chimiche, anche di tipo biologico, che vengono rilasciate su specifiche aree popolate per esperimenti governativi, militari, attacchi terroristici, ecc...
Ignoro il motivo per cui sono stato inserito in questa lista di occultatori/disinformatori, dal momento che, a parte questo articolo di qualche tempo fa, non mi sono mai occupato seriamente della cosa. Comunque, visto che ci sono, ne approfitto per fare chiarezza una volta per tutte. Sono fermamente convinto che le scie chimiche, così come le bizzarre ipotesi di complotto attorno all'11/9 o ai presunti finti sbarchi lunari, siano pure e semplici cretinate. E se il pensare questo equivale a essere bollato come "occultatore" e/o "disinformatore", beh, orgoglioso di essere stato inserito in questa lista.
Beh, io non mi annoio di sicuro. E sono diversi gli episodi che potrei raccontare che lo testimoniano in maniera piuttosto eloquente. Così, giusto per citarne un paio, ricordo che una volta un simpatico commentatore (affetto da una lieve forma di fanatismo religioso) mi ha detto senza mezzi termini di vergognarmi per un mio articolo piuttosto critico sulle posizioni della chiesa verso i "Pacs". Un altro episodio piuttosto interessante è stato poi l'inserimento, un po' di tempo fa, in una fantomatica lista di blogger che "pensano male" (sempre meglio che non pensare).
Adesso l'ultima chicca (immagine sopra), che ho scoperto proprio oggi e che vede il mio nominativo inserito in un lungo elenco di personaggi accusati di essere degli "occultatori". Elenco che ho trovato casualmente in questo post del buon Paolo e che mi vede in compagnia (oltre a Paolo stesso) nientepopodimeno che di personaggi del calibro del colonnello Giuliacci, Piero Angela, Milena Gabanelli, e solo per citarne alcuni.
Ma occultatori di che? si chiederà sicuramente qualcuno. Semplice: del grande complotto globale delle scie chimiche, quella strampalata e assurda teoria secondo la quale le normali scie di condensazione rilasciate dagli aerei conterrebbero sostanze chimiche, anche di tipo biologico, che vengono rilasciate su specifiche aree popolate per esperimenti governativi, militari, attacchi terroristici, ecc...
Ignoro il motivo per cui sono stato inserito in questa lista di occultatori/disinformatori, dal momento che, a parte questo articolo di qualche tempo fa, non mi sono mai occupato seriamente della cosa. Comunque, visto che ci sono, ne approfitto per fare chiarezza una volta per tutte. Sono fermamente convinto che le scie chimiche, così come le bizzarre ipotesi di complotto attorno all'11/9 o ai presunti finti sbarchi lunari, siano pure e semplici cretinate. E se il pensare questo equivale a essere bollato come "occultatore" e/o "disinformatore", beh, orgoglioso di essere stato inserito in questa lista.
Se Fiorello va a Sky (fa solo bene)
Terminato il tormentone Kaka'-Manchester, da un paio di giorni tiene banco la questione Fiorello-Sky. In pratica, stando a quello che si vocifera, pare che siano a buon punto gli accordi che vedrebbero il passaggio del noto showman (foto) alla piattaforma satellitare di Sky.
Per la verità già da tempo Fiorello aveva sostanzialmente rotto con la televisione tradizionale, limitandosi a qualche breve comparsata ogni tanto e rifugiandosi nella programmazione radiofonica. Una insofferenza verso la tv già manifestata apertamente in più di un'occasione.
Ho sempre ritenuto Fiorello un bravo comico e un ottimo e poliedrico intrattenitore. Lontano anni luce dal trend attuale, basato sostanzialmente sui format che si rifanno ai reality show in stile rutto libero, e in generale a una televisione - tranne poche eccezioni - sciatta, vuota, finta, volgare, priva di qualsiasi barlume di intelligenza e di voglia di innovare e rischiare.
Fiorello va a Sky? Fa benissimo. Un motivo in più anche per noi per non avere niente a che fare con questa televisione.
Per la verità già da tempo Fiorello aveva sostanzialmente rotto con la televisione tradizionale, limitandosi a qualche breve comparsata ogni tanto e rifugiandosi nella programmazione radiofonica. Una insofferenza verso la tv già manifestata apertamente in più di un'occasione.
Ho sempre ritenuto Fiorello un bravo comico e un ottimo e poliedrico intrattenitore. Lontano anni luce dal trend attuale, basato sostanzialmente sui format che si rifanno ai reality show in stile rutto libero, e in generale a una televisione - tranne poche eccezioni - sciatta, vuota, finta, volgare, priva di qualsiasi barlume di intelligenza e di voglia di innovare e rischiare.
Fiorello va a Sky? Fa benissimo. Un motivo in più anche per noi per non avere niente a che fare con questa televisione.
mercoledì 21 gennaio 2009
Giornalismo e democrazia (in America)
"In circa 20 minuti ha spazzato via otto anni di false scelte e di politiche fallimentari di George Bush."
Affermazioni di questo tipo, che da noi si trovano - quando va bene - in articoli pubblicati su quotidiani di nicchia a bassissima tiratura, può capitare che in America vengano pubblicati in prima pagina su uno dei più prestigiosi quotidiani nazionali (New York Times qui).
Se è vero, come è vero, che il livello di democrazia di una nazione si misura dal suo giornalismo, beh, mi pare che noi non ne usciamo bene.
(via inviatospeciale.com)
Passerà alla storia (la social card)
Non so per che cosa passerà alla storia questo esecutivo: se per la questione Alitalia, il lodo Alfano, la definitiva soluzione dell'annoso problema dell'immigrazione clandestina o della mondezza a Napoli, o magari per tutte queste cose insieme. Quella comunque che tra tutte queste cose non mancherà, sarà sicuramente l'introduzione della social card, la geniale pensata con la quale è stata ufficializzata quella molti hanno da subito battezzato "elemosina di stato". In pratica una sorta di tesserina magica, destinata ai meno abbienti (nella stragrande maggioranza pensionati), ricaricata dallo stato in misura di 40 € mensili che nelle intenzioni degli ideatori doveva rappresentare la soluzione ai problemi economici delle fasce più deboli della popolazione.
Tutta l'operazione ha però tardato ben poco a mostrarsi per quel che realmente è: sostanzialmente una beffa. Ci si è accorti ben presto, infatti (anzi, se ne sono accorti i diretti interessati a loro spese), che circa un terzo di quelle già assegnate e distribuite è irrimediabilmente vuoto, privo cioè dei 120 euro che nelle intenzioni del governo dovevano coprire i tre mesi residui del 2008. La cosa, ovviamente, ha dato il via a una sorta di protesta collettiva di quelli che - come dare loro torto? - si sono sentiti sostanzialmente presi in giro. Proteste che hanno portato dopo poco lo stesso Tremonti (foto), ideatore della pensata, a scusarsi pubblicamente per i disagi adducendo il pretesto che si tratta di uno strumento nuovo ancora in fase di rodaggio (che se magari l'avesse detto prima...).
A parte la questione della mancata ricarica, la social card ha fin da subito mostrato i suoi limiti nelle modalità e difficoltà per l'acquisizione: domande da fare, moduli da richiedere, certificazioni varie da presentare, insomma un autentico tour de force che ha convinto molti, alla fine, che il gioco non valesse la candela. Tanto che a metà dicembre su 1.300.000 carte previste quelle consegnate sono state appena 330.000 (attualmente giunte a oltre 500.000).
Come se non bastasse tutto questo, è di ieri la notizia che anche la Lega Nord si è aggiunta al lungo elenco di detrattori dell'iniziativa. Motivo? Molto semplice: la stragrande maggioranza delle carte sono state attivate al sud. Scriveva ieri Repubblica:
I commenti di qualche esponente leghista non si sono certo fatti attendere:
Un po' c'è da capirli: prima lo smacco di Malpensa, poi l'emendamento al ddl anticrisi che consentiva a Roma di poter sforare i parametri di spesa a dispetto dei più virtuosi comuni del nord, poi il raddoppio degli sbarchi dei clandestini nel 2008 rispetto al 2007, adesso la social card. Insomma, l'elenco dei bocconi amari ingoiati dai leghisti e i sacrifici fatti in nome di un federalismo ancora tutto sulla carta si allunga ogni giorno di più.
E la legislatura è ancora lunga.
Tutta l'operazione ha però tardato ben poco a mostrarsi per quel che realmente è: sostanzialmente una beffa. Ci si è accorti ben presto, infatti (anzi, se ne sono accorti i diretti interessati a loro spese), che circa un terzo di quelle già assegnate e distribuite è irrimediabilmente vuoto, privo cioè dei 120 euro che nelle intenzioni del governo dovevano coprire i tre mesi residui del 2008. La cosa, ovviamente, ha dato il via a una sorta di protesta collettiva di quelli che - come dare loro torto? - si sono sentiti sostanzialmente presi in giro. Proteste che hanno portato dopo poco lo stesso Tremonti (foto), ideatore della pensata, a scusarsi pubblicamente per i disagi adducendo il pretesto che si tratta di uno strumento nuovo ancora in fase di rodaggio (che se magari l'avesse detto prima...).
A parte la questione della mancata ricarica, la social card ha fin da subito mostrato i suoi limiti nelle modalità e difficoltà per l'acquisizione: domande da fare, moduli da richiedere, certificazioni varie da presentare, insomma un autentico tour de force che ha convinto molti, alla fine, che il gioco non valesse la candela. Tanto che a metà dicembre su 1.300.000 carte previste quelle consegnate sono state appena 330.000 (attualmente giunte a oltre 500.000).
Come se non bastasse tutto questo, è di ieri la notizia che anche la Lega Nord si è aggiunta al lungo elenco di detrattori dell'iniziativa. Motivo? Molto semplice: la stragrande maggioranza delle carte sono state attivate al sud. Scriveva ieri Repubblica:
La "Padania", Emilia Romagna compresa, ospita il 45,5% della popolazione italiana, ma riceve solo il 16,8% delle carte ricaricate. Nel centro-Sud, dove vive il 54,5% della popolazione, è andato il restante 83,2%. Ora: è vero che la povertà è più concentrata da Roma in giù, ma anche guardando alle famiglie che secondo i dati Istat arrivano a fine mese con grande difficoltà, il quadro è comunque squilibrato. Nel Nord vivono il 37,3% delle famiglie in questa condizione disagiata, mentre la percentuale di carte è di molto inferiore (il 16,8%, appunto).
I commenti di qualche esponente leghista non si sono certo fatti attendere:
Qualche malumore, in realtà, inizia a circolare anche in casa Lega, e cioè tra coloro che aspettano il federalismo come una manna dal cielo. "Con queste tesserine c'è qualcuno che ha fatto dei pasticci - ragiona un autorevole esponente del Carroccio - va bene che il Nord deve aiutare il Sud, ma così è un po' troppo. Non è stato un bel inizio".
Un po' c'è da capirli: prima lo smacco di Malpensa, poi l'emendamento al ddl anticrisi che consentiva a Roma di poter sforare i parametri di spesa a dispetto dei più virtuosi comuni del nord, poi il raddoppio degli sbarchi dei clandestini nel 2008 rispetto al 2007, adesso la social card. Insomma, l'elenco dei bocconi amari ingoiati dai leghisti e i sacrifici fatti in nome di un federalismo ancora tutto sulla carta si allunga ogni giorno di più.
E la legislatura è ancora lunga.
martedì 20 gennaio 2009
Quel "fresco profumo di libertà"
"In attesa dei progetti di riforma della giustizia (che mi pare trovano d’accordo quasi tutte le forze politiche) che sanciranno, sul piano formale, l’ulteriore mortificazione dei principi di autonomia ed indipendenza della magistratura, non si può non rilevare che i predetti principi – che rappresentano la ragione di questo mestiere che, senza indipendenza ed autonomia, è solo esercizio di funzioni serventi al potere costituito – sono stati e vengono mortificati proprio da chi dovrebbe svolgere le funzioni di garanzia e tutela di tali principi."
Un giorno sì e l'altro pure il nostro premier non perde occasione per rimarcare l'assoluta inderogabilità di una riforma della giustizia. Un'inderogabilità che viene ribadita fino alla nausea da ogni house organ della combriccola al governo e che ultimamente pare purtroppo aver trovato buona sponda anche in una certa parte dell'opposizione.
Lo so, alla maggior parte delle persone della faccenda importa poco o nulla, perché si tratta di temi in genere ritenuti poco importanti, difficili o prerogativa esclusiva degli "addetti ai lavori". Cosa del resto abbastanza normale quando si sente parlare di "separazione delle carriere", "divisione del CSM", "discrezionalità dell'azione penale", e via dicendo. Tutti temi che sono alla base di questa mirabolante riforma della giustizia che sta per essere discussa, che produrrà - qualora dovesse essere approvata - una sostanziale sottomissione della magistratura al potere politico di turno (le conseguenze sono facilmente immaginabili).
Il breve estratto che ho pubblicato sopra fa parte di un lungo sfogo scritto da Luigi De Magistris (foto), il magistrato noto alle cronache per essere arrivato con le sue inchieste molto in alto, troppo in alto. E per questo aver pagato un prezzo piuttosto alto. Ecco, ogni volta che sentite qualcuno (anzi, di solito uno solo) che da tv e giornali ribadisce la necessità di riformare la giustizia (una riforma a sua immagine e somiglianza, ovviamente), spegnete la televisione e mandatelo a quel paese.
Poi accendete il pc e fatevi un giretto qui.
Un giorno sì e l'altro pure il nostro premier non perde occasione per rimarcare l'assoluta inderogabilità di una riforma della giustizia. Un'inderogabilità che viene ribadita fino alla nausea da ogni house organ della combriccola al governo e che ultimamente pare purtroppo aver trovato buona sponda anche in una certa parte dell'opposizione.
Lo so, alla maggior parte delle persone della faccenda importa poco o nulla, perché si tratta di temi in genere ritenuti poco importanti, difficili o prerogativa esclusiva degli "addetti ai lavori". Cosa del resto abbastanza normale quando si sente parlare di "separazione delle carriere", "divisione del CSM", "discrezionalità dell'azione penale", e via dicendo. Tutti temi che sono alla base di questa mirabolante riforma della giustizia che sta per essere discussa, che produrrà - qualora dovesse essere approvata - una sostanziale sottomissione della magistratura al potere politico di turno (le conseguenze sono facilmente immaginabili).
Il breve estratto che ho pubblicato sopra fa parte di un lungo sfogo scritto da Luigi De Magistris (foto), il magistrato noto alle cronache per essere arrivato con le sue inchieste molto in alto, troppo in alto. E per questo aver pagato un prezzo piuttosto alto. Ecco, ogni volta che sentite qualcuno (anzi, di solito uno solo) che da tv e giornali ribadisce la necessità di riformare la giustizia (una riforma a sua immagine e somiglianza, ovviamente), spegnete la televisione e mandatelo a quel paese.
Poi accendete il pc e fatevi un giretto qui.
Uno cala e l'altro non convince
Quello che cala è Berlusconi e quello che non convince è il Pd, almeno stando a quanto riportano Repubblica e Corriere. Non dovrebbe trattarsi dei classici segnali di (finta) disaffezione a cui ogni tanto si fa riferimento quando si nota un calo di consensi bupartisan (disaffezione sempre sulla carta, visto che poi a votare ci vanno comunque tutti); semplicemente sia il centrodestra che il centrosinistra pagano a mio avviso le conseguenze dei fatti che li hanno visti coinvolti nel recente periodo.
Repubblica ipotizza una luna di miele già terminata, tra il Pdl e gli elettori, che francamente mi sembra una mezza cretinata visto che la temporanea perdita di consensi è in termini percentuali quasi risibile (due o tre a seconda delle fonti). Il lieve calo dei consensi è sicuramente determinato per una certa parte dalla recente vicenda Malpensa e da altre, oltre che dai continui battibecchi all'interno della coalizione (vedi il recente duello Fini-Berlusconi). E d'altra parte è altamente improbabile che possa verificarsi all'interno del centrodestra un significativo calo di consensi, almeno finché tv e giornali zerbino continueranno a pompare a spron battuto le mirabolanti imprese del premier assieme a tutti i problemi finora da lui risolti.
Il Pd, poveretto, ha del resto ben poco da stare allegro. I sondaggi del buon Mannheimer lo danno in caduta libera, con una percentuale di consensi che - stando a quanto riporta il Corriere - si attesta attorno al 23%, cioè 10 punti percentuali in meno rispetto alle politiche del 2008. I motivi potete facilmente immaginarli: questione morale, amministrazioni governate dal centrosinistra nel mirino della magistratura un po' in tutto il paese e un'opposizione al governo che di questa funzione ha ad oggi solo il nome.
Ho come l'impressione che il Partito Democratica soffra di una grave forma di autolesionismo. Insomma, quello che voglio dire è che non si capisce fino a quale percentuale dovranno ancora scendere i sondaggi per far capire a Veltroni e c. che non non si può andare avanti con i "ni" al cavaliere su tutto. O si fa opposizione seria e credibile oppure no. Per quanto riguarda la questione morale, invece, Veltroni deve probabilmente ancora capire (e visto l'andazzo dubito che gli riesca) che va chiusa una volta per tutte con segnali chiari e inequivocabili, se vuole recuperare un po' di quella credibilità che finora non ha mai avuto.
Credibilità che non recupererà sicuramente nel breve periodo, almeno fino a che continuerà, come ha fatto giusto ieri, a citare don Sturzo e nello stesso tempo a dire a Bassolino che può restare tranquillamente al suo posto fino alla fine del suo mandato, come se niente a Napoli fosse accaduto.
Repubblica ipotizza una luna di miele già terminata, tra il Pdl e gli elettori, che francamente mi sembra una mezza cretinata visto che la temporanea perdita di consensi è in termini percentuali quasi risibile (due o tre a seconda delle fonti). Il lieve calo dei consensi è sicuramente determinato per una certa parte dalla recente vicenda Malpensa e da altre, oltre che dai continui battibecchi all'interno della coalizione (vedi il recente duello Fini-Berlusconi). E d'altra parte è altamente improbabile che possa verificarsi all'interno del centrodestra un significativo calo di consensi, almeno finché tv e giornali zerbino continueranno a pompare a spron battuto le mirabolanti imprese del premier assieme a tutti i problemi finora da lui risolti.
Il Pd, poveretto, ha del resto ben poco da stare allegro. I sondaggi del buon Mannheimer lo danno in caduta libera, con una percentuale di consensi che - stando a quanto riporta il Corriere - si attesta attorno al 23%, cioè 10 punti percentuali in meno rispetto alle politiche del 2008. I motivi potete facilmente immaginarli: questione morale, amministrazioni governate dal centrosinistra nel mirino della magistratura un po' in tutto il paese e un'opposizione al governo che di questa funzione ha ad oggi solo il nome.
Ho come l'impressione che il Partito Democratica soffra di una grave forma di autolesionismo. Insomma, quello che voglio dire è che non si capisce fino a quale percentuale dovranno ancora scendere i sondaggi per far capire a Veltroni e c. che non non si può andare avanti con i "ni" al cavaliere su tutto. O si fa opposizione seria e credibile oppure no. Per quanto riguarda la questione morale, invece, Veltroni deve probabilmente ancora capire (e visto l'andazzo dubito che gli riesca) che va chiusa una volta per tutte con segnali chiari e inequivocabili, se vuole recuperare un po' di quella credibilità che finora non ha mai avuto.
Credibilità che non recupererà sicuramente nel breve periodo, almeno fino a che continuerà, come ha fatto giusto ieri, a citare don Sturzo e nello stesso tempo a dire a Bassolino che può restare tranquillamente al suo posto fino alla fine del suo mandato, come se niente a Napoli fosse accaduto.
lunedì 19 gennaio 2009
Obama rifiuta la carica di presidente? E' un malware
Come è sempre avvenuto in occasione di grandi avvenimenti che calamitano l'attenzione di foltissime schiere di utenti, e soprattutto di navigatori internet, anche l'imminente cerimonia di insediamento di Barack Obama non poteva lasciare indifferenti i criminali del web.
The Register, infatti, riporta in queste ore la notizia che sarebbe già in circolazione un'e-mail truffaldina che sfrutta la falsa notizia che Obama avrebbe deciso di rifiutare la carica di presidente. Il messaggio che arriva nelle caselle di posta, recante per oggetto la dicitura "Amazing News", contiene al suo interno un link che reindirizza verso siti internet in cui appare la notizia che Obama avrebbe appunto deciso all'ultimo momento di rifiutare la prestigiosa carica.
Visitando uno di questi siti, e tentando di leggere la notizia, compare un messaggio in una finestra di dialogo che invita a scaricare un file (barakspeech.exe o simili) per poter leggere la stessa. Una volta dato l'assenso la frittata è fatta, e utilizzando pc Windows non opportunamente blindati si viene infettati - scrive ZeusNews - da un malware denominato W32/Waledac.gen.b. e da altri files che zombificano il pc e lo preparano a essere controllato da remoto dai simpatici signori che hanno organizzato il tutto.
L'insediamento, invece, nonostante i cyber-criminali, ci sarà eccome. E a tal proposito vi segnalo questa bellissima galleria di immagini in alta risoluzione, pubblicata da The Big Picture, sui preparativi in atto in queste ore. Qui potete cliccare tranquillamente, non si prende nessun virus. :-)
The Register, infatti, riporta in queste ore la notizia che sarebbe già in circolazione un'e-mail truffaldina che sfrutta la falsa notizia che Obama avrebbe deciso di rifiutare la carica di presidente. Il messaggio che arriva nelle caselle di posta, recante per oggetto la dicitura "Amazing News", contiene al suo interno un link che reindirizza verso siti internet in cui appare la notizia che Obama avrebbe appunto deciso all'ultimo momento di rifiutare la prestigiosa carica.
Visitando uno di questi siti, e tentando di leggere la notizia, compare un messaggio in una finestra di dialogo che invita a scaricare un file (barakspeech.exe o simili) per poter leggere la stessa. Una volta dato l'assenso la frittata è fatta, e utilizzando pc Windows non opportunamente blindati si viene infettati - scrive ZeusNews - da un malware denominato W32/Waledac.gen.b. e da altri files che zombificano il pc e lo preparano a essere controllato da remoto dai simpatici signori che hanno organizzato il tutto.
L'insediamento, invece, nonostante i cyber-criminali, ci sarà eccome. E a tal proposito vi segnalo questa bellissima galleria di immagini in alta risoluzione, pubblicata da The Big Picture, sui preparativi in atto in queste ore. Qui potete cliccare tranquillamente, non si prende nessun virus. :-)
Eluana a Rimini? No, grazie
Da alcuni giorni era nell'aria la notizia che l'asl di Rimini fosse disponibile ad accogliere Eluana dopo che anche la struttura di Udine, in seguito al diktat di Sacconi, l'aveva respinta. Probabilmente, invece, anche qui a Rimini non se ne farà niente in seguito al levarsi delle proteste dell'associazione cattolica Papa Giovanni XXIII.
Non c'è niente da fare: in Italia non si troverà mai una struttura che esaudirà i legittimi desideri di Eluana e della sua famiglia, perché in questo cavolo di paese una sentenza definitiva e inappellabile del massimo organo decisionale dello stato - la Cassazione - dovrà sempre e comunque fare i conti col potere politico e/o religioso.
Alla faccia dello stato di diritto in cui (in teoria) viviamo.
Non c'è niente da fare: in Italia non si troverà mai una struttura che esaudirà i legittimi desideri di Eluana e della sua famiglia, perché in questo cavolo di paese una sentenza definitiva e inappellabile del massimo organo decisionale dello stato - la Cassazione - dovrà sempre e comunque fare i conti col potere politico e/o religioso.
Alla faccia dello stato di diritto in cui (in teoria) viviamo.
Ratzinger sbarca su Youtube
Alla fine è arrivato anche lui: Benedetto XVI (foto) avrà un suo canale su Youtube grazie agli accordi intercorsi tra il Centro Televisivo Vaticano e Google. La nuova iniziativa - scrive il Sole24ore - vedrà "l'allestimento di un vero e proprio canale con brevi filmati e news curati dal Centro Televisivo Vaticano e la possibilità di reperire direttamente su Google tutti i testi dei discorsi e dei documenti in modo ordinato".
Non preoccupatevi, non ho niente in contrario, per carità. Un canale su Youtube, oggi, in piena era Web 2.0, non si nega a nessuno (ce l'ha pure la Gelmini), tanto meno al Papa. D'altra parte, è noto, Youtube è un ottimo mezzo per per riuscire ad arrivare alle fasce più giovani e tecnologicamente più evolute della popolazione.
Certo, Ratzinger non è che sia così a corto di visibilità in rete. Se provate infatti a googlare il termine "papa" vi accorgerete che il motore di ricerca restituisce circa 102.000.000 di risultati; magari non tutti lusinghieri o accondiscendenti, com'è naturale che sia essendo internet di natura sostanzialmente democratica, ma comunque sinonimi di una visibilità che certo non gli manca.
Insomma, mentre l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe spopola su Facebook, cosa che aveva inizialmente provocato qualche malumore ai vertici del Vaticano, arriva adesso - abbandonata ogni remora - il canale papale su Youtube, che dopo radio, televisioni e giornali dedicati, va a coprire l'ultimo buco libero che ancora mancava e che andrà a fare buona compagnia ai vari Corriere, Repubblica, Stampa, Sole24Ore, Giornale, Unità e compagnia bella, quotidiani che un giorno sì e l'altro pure non mancano di mettere in prima pagina cos'ha fatto Ratzinger il giorno prima.
Benvenuto.
Non preoccupatevi, non ho niente in contrario, per carità. Un canale su Youtube, oggi, in piena era Web 2.0, non si nega a nessuno (ce l'ha pure la Gelmini), tanto meno al Papa. D'altra parte, è noto, Youtube è un ottimo mezzo per per riuscire ad arrivare alle fasce più giovani e tecnologicamente più evolute della popolazione.
Certo, Ratzinger non è che sia così a corto di visibilità in rete. Se provate infatti a googlare il termine "papa" vi accorgerete che il motore di ricerca restituisce circa 102.000.000 di risultati; magari non tutti lusinghieri o accondiscendenti, com'è naturale che sia essendo internet di natura sostanzialmente democratica, ma comunque sinonimi di una visibilità che certo non gli manca.
Insomma, mentre l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe spopola su Facebook, cosa che aveva inizialmente provocato qualche malumore ai vertici del Vaticano, arriva adesso - abbandonata ogni remora - il canale papale su Youtube, che dopo radio, televisioni e giornali dedicati, va a coprire l'ultimo buco libero che ancora mancava e che andrà a fare buona compagnia ai vari Corriere, Repubblica, Stampa, Sole24Ore, Giornale, Unità e compagnia bella, quotidiani che un giorno sì e l'altro pure non mancano di mettere in prima pagina cos'ha fatto Ratzinger il giorno prima.
Benvenuto.
domenica 18 gennaio 2009
Music (was my first love)
Appassionata dichiarazione d'amore per la musica, scritta nel 1976 da John Miles. Una delle più belle canzoni di sempre.
Buona domenica.
Buona domenica.
sabato 17 gennaio 2009
Piccolo omaggio a "Sully"
Ogni tanto la cronaca ci regala storie di eroi. Eroi veri, non finti, non costruiti in televisione. Come Chesley B. "Sully" Sullenberger III (foto), il pilota che l'altro ieri è riuscito a portare in salvo tutti i 155 passeggeri dell'airbus di cui era ai comandi, facendolo appoggiare dolcemente sulle acque del fiume Hudson, dopo che entrambi i motori erano andati in tilt per aver risucchiato un branco di oche.
Qui trovate il video dell'ammaraggio pubblicato dalla BBC, mentre qui una bellissima sequenza grafica interattiva pubblicata dal NYT.
Ecco il pilota che è riuscito a fare quello che pochissimi possono vantarsi di aver fatto: ammarare con un aereo di linea e portare a casa tutti i passeggeri. Si chiama Chesley B. "Sully" Sullenberger III, ha 57 anni, è pilota della US Airways dal 1980 e ha sei anni d'esperienza come pilota di caccia per l'USAF oltre che come istruttore militare.
E' stato l'ultimo a uscire dall'aereo, dopo essersi assicurato, percorrendo due volte il corridoio centrale della cabina passeggeri, che non ci fosse più nessuno a bordo.
Maggiori dettagli, incluso il suo CV e il suo indirizzo di e-mail per mandargli i vostri complimenti, presso The Smoking Gun. (fonte)
Qui trovate il video dell'ammaraggio pubblicato dalla BBC, mentre qui una bellissima sequenza grafica interattiva pubblicata dal NYT.
Notizie in pillole (16)
Bloccati gli "ateobus". Ricordate l'iniziativa dell'UAAR di reclamizzare a Genova l'ateismo mandando in giro un paio di autobus con lo slogan "La cattiva notizia è che Dio non esiste, quella buona è che non ne hai bisogno"? Beh, non se ne farà niente perché la società che gestisce la pubblicità per conto dell'azienda trasporti pubblici genovese ha negato l'autorizzazione appellandosi all'art. 10 del proprio statuto (testo qui), che recita: La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini. Essa deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni. Quindi, ricapitolando, una scritta che dice che Dio non esiste potrebbe offendere le convinzioni morali e religiose dei cittadini, ragazze più o meno vestite e natiche al vento, come se ne vedono in ogni angolo delle nostre città oltre che appiccicate agli autobus, no. Curiosa questa cosa.
Eluana trova l'ennesima porta chiusa. Anche la clinica di Udine, in seguito al diktat del ministro Sacconi e nel timore di ritorsioni, ha deciso di non accogliere Eluana, in stato vegetativo da ben 17 anni, per accompagnarla nel suo ultimo viaggio. Non ci sono parole. Siamo probabilmente l'unico paese al mondo dove non si riesce a dare seguito non solo alle legittime richieste di una famiglia già sufficientemente provata dalla vicenda, ma a una sentenza definitiva pronunciata dalla massima autorità giudiziaria del nostro paese.
Social card o "sòla" card? Ricordate i faccioni sorridenti di Tremonti e Sacconi durante la presentazione della social card, la magica carta ricaricabile (40 € mensili) che avrebbe dovuto alleviare i disagi di pensionati e poco abbienti? Beh, pare che almeno un terzo di quelle rilasciate finora siano prive di copertura. In pratica un pensionato su tre di quelli che si presentano alla cassa di un supermercato, si accorge solo al momento di pagare che sulla carta non c'è un bel niente. Già era una palese presa per i fondelli fin dall'inizio: adesso abbiamo la conferma definitiva.
Grande fratello. E' iniziato anche quest'anno il grande fratello. Tra i partecipanti un rom, un calciatore, una tettona, un windsurfer, una lesbica, una hostess precaria, una macellaia, un cieco, e questo solo per citarne alcuni. Pare che la prima puntata abbia fatto il boom degli ascolti. Questo spiega molte cose su come siamo messi.
Protagonismi. Berlusconi non andrà alla cerimonia di insediamento di Barack Obama perché lui è un protagonista, non una comparsa. Lo sappiamo bene, purtroppo.
Eluana trova l'ennesima porta chiusa. Anche la clinica di Udine, in seguito al diktat del ministro Sacconi e nel timore di ritorsioni, ha deciso di non accogliere Eluana, in stato vegetativo da ben 17 anni, per accompagnarla nel suo ultimo viaggio. Non ci sono parole. Siamo probabilmente l'unico paese al mondo dove non si riesce a dare seguito non solo alle legittime richieste di una famiglia già sufficientemente provata dalla vicenda, ma a una sentenza definitiva pronunciata dalla massima autorità giudiziaria del nostro paese.
Social card o "sòla" card? Ricordate i faccioni sorridenti di Tremonti e Sacconi durante la presentazione della social card, la magica carta ricaricabile (40 € mensili) che avrebbe dovuto alleviare i disagi di pensionati e poco abbienti? Beh, pare che almeno un terzo di quelle rilasciate finora siano prive di copertura. In pratica un pensionato su tre di quelli che si presentano alla cassa di un supermercato, si accorge solo al momento di pagare che sulla carta non c'è un bel niente. Già era una palese presa per i fondelli fin dall'inizio: adesso abbiamo la conferma definitiva.
Grande fratello. E' iniziato anche quest'anno il grande fratello. Tra i partecipanti un rom, un calciatore, una tettona, un windsurfer, una lesbica, una hostess precaria, una macellaia, un cieco, e questo solo per citarne alcuni. Pare che la prima puntata abbia fatto il boom degli ascolti. Questo spiega molte cose su come siamo messi.
Protagonismi. Berlusconi non andrà alla cerimonia di insediamento di Barack Obama perché lui è un protagonista, non una comparsa. Lo sappiamo bene, purtroppo.
venerdì 16 gennaio 2009
Ma questi non sono ragazzini idioti
La vicenda del giovane Emmanuel, il ragazzo ghanese picchiato a sangue nel settembre scorso da alcuni vigili urbani di Parma, si è arricchita di un ulteriore capitolo: una foto-trofeo. La vedete qui a fianco (fonte: repubblica.it).
Non c'è molto da aggiungere. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è che spesso ce la prendiamo coi ragazzini idioti che pubblicano le loro bravate su youtube, ma qui non si tratta di ragazzini, non ce la si può prendere con le turbe dell'adolescenza, la smania di protagonismo, la famiglia o cose di questo genere.
Qui si tratta di quattro persone adulte, di quattro uomini dello stato, di quelli deputati - ironia della sorte - a combattere contro l'illegalità e l'ingiustizia. Cosa si fa quando sono invece proprio essi a perpetrare ingiustizie di questo tipo? A cosa ci si appella? All'idiozia, all'ignoranza, a qualche forma di mancanza?
Oppure, molto più banalmente, si tratta di puro e semplice razzismo?
Non c'è molto da aggiungere. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è che spesso ce la prendiamo coi ragazzini idioti che pubblicano le loro bravate su youtube, ma qui non si tratta di ragazzini, non ce la si può prendere con le turbe dell'adolescenza, la smania di protagonismo, la famiglia o cose di questo genere.
Qui si tratta di quattro persone adulte, di quattro uomini dello stato, di quelli deputati - ironia della sorte - a combattere contro l'illegalità e l'ingiustizia. Cosa si fa quando sono invece proprio essi a perpetrare ingiustizie di questo tipo? A cosa ci si appella? All'idiozia, all'ignoranza, a qualche forma di mancanza?
Oppure, molto più banalmente, si tratta di puro e semplice razzismo?
L'opposizione (interna) c'è
Qualcosa si è rotto. Anzi, a dir la verità, pare che qualcuno si sia rotto all'interno dell'attuale squadra di governo, e anche fuori. Quelli tra l'opinione pubblica che si sono sempre lamentati riguardo a un'opposizione finora sostanzialmente inconsistente (per non dire accondiscendente) nei confronti dell'attuale esecutivo, dall'inizio dell'anno si sono improvvisamente accorti che non è così: l'opposizione c'è, eccome! Solo che non si trova nella parte opposta dell'emiciclo parlamentare, ma si nasconde all'interno della squadra stessa di governo.
Da questo punto di vista il 2009 non è che sia iniziato sotto i migliori auspici per il premier (foto), ma, al contrario, con qualche grattacapo di non poco conto. Grattacapo accuratamente nascosto sotto la sua proverbiale capacità di minimizzare sempre tutto. Certo, nonostante il tg4, c'è una crisi economica in atto piuttosto grave, e non è una novità che situazioni critiche di questo tipo tendano a mettere a dura prova anche la tenuta delle migliori e più solide coalizioni di governo.
Alcuni avvenimenti politici di questo ultimo periodo hanno poi, evidentemente, dato una buona mano alla crisi economica nel far affiorare qualche crepa nell'apparentemente indistruttibile coesione politica della maggioranza.
In primo luogo, ricorderete, la questione Alitalia, che ha provocato più di un mal di pancia tra i più fedeli alleati del premier. Penso ad esempio alla compagine leghista, che assieme alla Moratti non ha ovviamente visto di buon occhio la scelta di Air France, con relativa penalizzazione di Malpensa, come partner di Alitalia. Il tutto appena appena mitigato da qualche fumosa promessa circa la liberalizzazione delle rotte per lo scalo lombardo. A questo si aggiunge - è notizia di ieri - l'ulteriore smacco per i leghisti (vendicatisi facendo fare uno scivolone al governo), derivato dal fatto che il famoso decreto anticrisi conteneva un emendamento che consentiva al solo comune di Roma di poter sforare il cosiddetto patto di stabilità. In pratica Roma, a differenza dei più (a loro dire) "virtuosi" grandi comuni del nord, poteva spendere e spandere a suo piacimento senza grossi vincoli. Un rospo, capite anche voi, piuttosto difficile da ingoiare e che si aggiunge ai già molti ingoiati in nome del (sempre sulla carta) federalismo di cui non si vede ancora l'ombra.
Altra tegola piovuta sul capo del premier è rappresentata dal fido Fini - che a tutto è disposto meno che a farsi prendere per i fondelli da Elio Vito -, il quale ha l'altro ieri strigliato il governo (Berlusconi non l'ha presa molto bene) per il sistematico ricorso al voto di fiducia rispetto al tradizionale (e più lungo) iter parlamentare, normale sede di discussione e approvazione delle leggi. Strigliata all'esecutivo a cui poi è seguita la salita al Quirinale per lamentarsi con Napolitano (cosa che ha provocato un travaso di bile nel premier). E' interessante notare che il continuo ricorso alla fiducia, secondo molti indica un timore che vengano alla luce tensioni e dissapori facilmente concretizzabili con la presentazione di un eccessivo numero di emendamenti. Il gelo tra i due, comunque, nonostante il "chapeau!" di Berlusconi pare ben lungi dall'essersi sciolto, ed è riassunto magnificamente nelle parole del mitico La Russa, secondo cui se va avanti di questo passo, il Pdl rischia di fare la fine del Pd.
Per chiudere in bellezza è arrivata anche la CEI, la quale, tanto per cambiare, ha messo il becco nella controversa questione della tassa aggiuntiva sul passaporto agli immigrati, provocando un altro travaso di bile questa volta a Maroni, il quale ha in sostanza mandato al diavolo quelli della CEI mascherandolo dietro un laconico "Non ci tocca". Questo più o meno il quadro della situazione mentre scrivo, ma altre grane di non poco conto si profilano all'orizzonte. L'irrequieto Bossi, ad esempio, ha già messo l'ennesimo paletto alla tanto agognata - da parte del premier - riforma della giustiza, riforma oggetto (secondo lui) di larghe condivisioni, ma che secondo il leader leghista non sono invece così larghe. Insomma anche qui ne vedremo delle belle.
E il bello è che davanti a tutto questo c'è ancora qualcuno che pensa che questo esecutivo non abbia una valida opposizione.
Da questo punto di vista il 2009 non è che sia iniziato sotto i migliori auspici per il premier (foto), ma, al contrario, con qualche grattacapo di non poco conto. Grattacapo accuratamente nascosto sotto la sua proverbiale capacità di minimizzare sempre tutto. Certo, nonostante il tg4, c'è una crisi economica in atto piuttosto grave, e non è una novità che situazioni critiche di questo tipo tendano a mettere a dura prova anche la tenuta delle migliori e più solide coalizioni di governo.
Alcuni avvenimenti politici di questo ultimo periodo hanno poi, evidentemente, dato una buona mano alla crisi economica nel far affiorare qualche crepa nell'apparentemente indistruttibile coesione politica della maggioranza.
In primo luogo, ricorderete, la questione Alitalia, che ha provocato più di un mal di pancia tra i più fedeli alleati del premier. Penso ad esempio alla compagine leghista, che assieme alla Moratti non ha ovviamente visto di buon occhio la scelta di Air France, con relativa penalizzazione di Malpensa, come partner di Alitalia. Il tutto appena appena mitigato da qualche fumosa promessa circa la liberalizzazione delle rotte per lo scalo lombardo. A questo si aggiunge - è notizia di ieri - l'ulteriore smacco per i leghisti (vendicatisi facendo fare uno scivolone al governo), derivato dal fatto che il famoso decreto anticrisi conteneva un emendamento che consentiva al solo comune di Roma di poter sforare il cosiddetto patto di stabilità. In pratica Roma, a differenza dei più (a loro dire) "virtuosi" grandi comuni del nord, poteva spendere e spandere a suo piacimento senza grossi vincoli. Un rospo, capite anche voi, piuttosto difficile da ingoiare e che si aggiunge ai già molti ingoiati in nome del (sempre sulla carta) federalismo di cui non si vede ancora l'ombra.
Altra tegola piovuta sul capo del premier è rappresentata dal fido Fini - che a tutto è disposto meno che a farsi prendere per i fondelli da Elio Vito -, il quale ha l'altro ieri strigliato il governo (Berlusconi non l'ha presa molto bene) per il sistematico ricorso al voto di fiducia rispetto al tradizionale (e più lungo) iter parlamentare, normale sede di discussione e approvazione delle leggi. Strigliata all'esecutivo a cui poi è seguita la salita al Quirinale per lamentarsi con Napolitano (cosa che ha provocato un travaso di bile nel premier). E' interessante notare che il continuo ricorso alla fiducia, secondo molti indica un timore che vengano alla luce tensioni e dissapori facilmente concretizzabili con la presentazione di un eccessivo numero di emendamenti. Il gelo tra i due, comunque, nonostante il "chapeau!" di Berlusconi pare ben lungi dall'essersi sciolto, ed è riassunto magnificamente nelle parole del mitico La Russa, secondo cui se va avanti di questo passo, il Pdl rischia di fare la fine del Pd.
Per chiudere in bellezza è arrivata anche la CEI, la quale, tanto per cambiare, ha messo il becco nella controversa questione della tassa aggiuntiva sul passaporto agli immigrati, provocando un altro travaso di bile questa volta a Maroni, il quale ha in sostanza mandato al diavolo quelli della CEI mascherandolo dietro un laconico "Non ci tocca". Questo più o meno il quadro della situazione mentre scrivo, ma altre grane di non poco conto si profilano all'orizzonte. L'irrequieto Bossi, ad esempio, ha già messo l'ennesimo paletto alla tanto agognata - da parte del premier - riforma della giustiza, riforma oggetto (secondo lui) di larghe condivisioni, ma che secondo il leader leghista non sono invece così larghe. Insomma anche qui ne vedremo delle belle.
E il bello è che davanti a tutto questo c'è ancora qualcuno che pensa che questo esecutivo non abbia una valida opposizione.
giovedì 15 gennaio 2009
90 anni e non sentirli
Tra ieri e oggi giornali e telegiornali hanno fatto a gara a chi faceva la marchetta migliore ad Andreotti in occasione del suo 90° compleanno. Ci fosse stato uno - tranne Ricca, qualche tempo fa - che avesse fatto notare o messo in rilievo qualche lato un po' più scomodo del divo Giulio.
Ma chi l'ha detto che politica e trasparenza non possono andare d'accordo?
Da un certo periodo di tempo, il Giornale, principale house organ del Pdl, sta conducendo una sorta di "battaglia" contro l'unico partito che probabilmente ha tutte le carte in regola per essere definito opposizione, e cioè l'IdV, assieme ovviamente al suo fondatore, Antonio Di Pietro. In sostanza, tutti i giorni, in prima pagina (nell'immagine qui a fianco vedete un esempio), compare un articolo fortemente provocatorio in cui si chiede a Di Pietro di dare spiegazioni in merito a presunti giri di soldi, finanziamenti del partito, rimborsi, operazioni immobiliari più o meno disinvolte dell'ex magistrato e via di questo passo.
Siccome la questione va avanti da un bel po' di tempo, il buon Vittorio Feltri, direttore del secondo house organ del Pdl, e cioè Libero, ha preso carta e penna e ha riassunto in una serie di domande precise tutti gli appunti e le critiche che quelli de il Giornale hanno rivolto a Di Pietro. Domande precise, secche e dirette tramite le quali - precisa Feltri - si chiede conto, senza vena polemica alcuna, di ciò che gli viene contestato dal principale quotidiano berlusconiano. Tutto questo in nome di quella trasparenza di cui l'ex magistrato si è fatto da sempre portabandiera.
Come vedete dall'immagine qui sopra, le risposte di Di Pietro non si sono fatte attendere. Esattamente il giorno successivo a ogni richiesta di Feltri, infatti, sono state pubblicate le risposte, precise e puntuali, che l'ex magistrato ha provveduto a inviare al direttore di Libero con tanto di documentazione allegata. Chiarimenti più che esaurienti che sono stati integralmente e correttamente pubblicati dal quotidiano con soddisfazione di entrambi: Feltri e Di Pietro.
Non riporto qui, per ovvi motivi di spazio e tempo, le domande e le relative risposte (se vi interessano i dettagli le potete consultare qui e qui). Ho voluto solo menzionare la vicenda per il fatto che rappresenta a mio parere una perla (rara) di quello che dovrebbe essere il giornalismo: domande precise e precise risposte, senza tanti giri di parole e accuse inutili e spesso infondate. Il giornalista chiede conto a un politico del suo comportamente e il politico risponde senza tante reticenze e giri di parole in maniera chiara e documentata.
Non so, vista la situazione attuale, quanti politici potrebbero permettersi il lusso di fare lo stesso.
Siccome la questione va avanti da un bel po' di tempo, il buon Vittorio Feltri, direttore del secondo house organ del Pdl, e cioè Libero, ha preso carta e penna e ha riassunto in una serie di domande precise tutti gli appunti e le critiche che quelli de il Giornale hanno rivolto a Di Pietro. Domande precise, secche e dirette tramite le quali - precisa Feltri - si chiede conto, senza vena polemica alcuna, di ciò che gli viene contestato dal principale quotidiano berlusconiano. Tutto questo in nome di quella trasparenza di cui l'ex magistrato si è fatto da sempre portabandiera.
Come vedete dall'immagine qui sopra, le risposte di Di Pietro non si sono fatte attendere. Esattamente il giorno successivo a ogni richiesta di Feltri, infatti, sono state pubblicate le risposte, precise e puntuali, che l'ex magistrato ha provveduto a inviare al direttore di Libero con tanto di documentazione allegata. Chiarimenti più che esaurienti che sono stati integralmente e correttamente pubblicati dal quotidiano con soddisfazione di entrambi: Feltri e Di Pietro.
Non riporto qui, per ovvi motivi di spazio e tempo, le domande e le relative risposte (se vi interessano i dettagli le potete consultare qui e qui). Ho voluto solo menzionare la vicenda per il fatto che rappresenta a mio parere una perla (rara) di quello che dovrebbe essere il giornalismo: domande precise e precise risposte, senza tanti giri di parole e accuse inutili e spesso infondate. Il giornalista chiede conto a un politico del suo comportamente e il politico risponde senza tante reticenze e giri di parole in maniera chiara e documentata.
Non so, vista la situazione attuale, quanti politici potrebbero permettersi il lusso di fare lo stesso.
mercoledì 14 gennaio 2009
Nella campagna UAAR manca un "probably"
Come forse molti di voi avranno letto su qualche giornale o qualche sito internet, l'UAAR ha promosso una campagna pro-ateismo in quel di Genova appiccicando sulle fiancate di alcuni autobus cittadini, che dovrebbero cominciare a circolare a breve, lo slogan che vedete qui sotto.
Sulla pagina web dedicata all'iniziativa, si legge che l'idea si rifà a campagne simili promosse in altri paesi, tipo ad esempio l'Inghilterra, dove la British Humanist Association ha fatto qualcosa del genere qualche tempo fa. Sono quindi andato a fare un giretto sul sito di codesta associazione e ho trovato la pagina relativa. Ed ecco qui sotto un'immagine dei bus inglesi col relativo slogan.
Come vedete, la versione inglese dello spot pro-ateismo recita: "Probabilmente Dio non c'è, smetti di preoccuparti e goditi la vita". In sostanza i due slogan recano lo stesso messaggio, ma a mio parere la versione inglese è più seria e onesta, mentre la versione italiana, forse, un tantino più spocchiosa e supponente.
Insomma, quel "probabilmente" che manca qui da noi, mi pare faccia una gigantesca differenza. E' come se quelli della UAAR avessero la certezza assoluta che Dio non esiste e cercassero di convincere gli altri. Una sorta di fideismo dogmatico ben più irritante di quello della chiesa e che si trova sullo stesso piano del proselitismo alla Testimoni di Geova, per capirci.
Intendiamoci, pure io sono profondamente convinto che tutta la questione dio sia una balla e le religioni nient'altro che un insieme di infantili superstizioni, ma si tratta semplicemente di una convinzione mia personale, non della verità conclamata. E soprattutto non devo convincere nessuno: sono convinto io e questo basta.
Insomma, io il "probably" ce l'avrei messo.
Sulla pagina web dedicata all'iniziativa, si legge che l'idea si rifà a campagne simili promosse in altri paesi, tipo ad esempio l'Inghilterra, dove la British Humanist Association ha fatto qualcosa del genere qualche tempo fa. Sono quindi andato a fare un giretto sul sito di codesta associazione e ho trovato la pagina relativa. Ed ecco qui sotto un'immagine dei bus inglesi col relativo slogan.
Come vedete, la versione inglese dello spot pro-ateismo recita: "Probabilmente Dio non c'è, smetti di preoccuparti e goditi la vita". In sostanza i due slogan recano lo stesso messaggio, ma a mio parere la versione inglese è più seria e onesta, mentre la versione italiana, forse, un tantino più spocchiosa e supponente.
Insomma, quel "probabilmente" che manca qui da noi, mi pare faccia una gigantesca differenza. E' come se quelli della UAAR avessero la certezza assoluta che Dio non esiste e cercassero di convincere gli altri. Una sorta di fideismo dogmatico ben più irritante di quello della chiesa e che si trova sullo stesso piano del proselitismo alla Testimoni di Geova, per capirci.
Intendiamoci, pure io sono profondamente convinto che tutta la questione dio sia una balla e le religioni nient'altro che un insieme di infantili superstizioni, ma si tratta semplicemente di una convinzione mia personale, non della verità conclamata. E soprattutto non devo convincere nessuno: sono convinto io e questo basta.
Insomma, io il "probably" ce l'avrei messo.
martedì 13 gennaio 2009
Quella domandina semplice semplice
Lo so, è già la terza o quarta volta che torno a parlare della vicenda Alitalia e magari qualcuno comincerà a stancarsi. Non fa niente; a mio parere si tratta di una presa in giro di tale portata, specialmente ora che l'accordo con AirFrance è chiuso, che non si può liquidare in quattro e quattr'otto.
La domanda che vedete qui sopra è in estrema sintesi quella che ogni cittadino che ha capito un po' cosa c'è sotto avrebbe voluto rivolgere al premier. Una domanda che riassume in sé tutte le contraddizioni della controversa operazione che ho già evidenziato qui, qui e qui.
La cosa degna di nota, però, questa volta, è che tale domanda non è stata posta al premier da qualche arrabbiato esponente dell'opposizione, che al limite avrebbe potuto avere anche un interesse di parte a porla, ma da Letizia Moratti, attuale sindaco di Milano, esponente del Pdl e ministro della Pubblica Istruzione nel precedente governo Berlusconi. Segno che le balle ("non esiste alcuna questione Alitalia c'è solo la soluzione di un problema da parte nostra"), quando raggiungono e superano un certo limite provocano reazioni che vanno ben al di là della posizione politica di riferimento.
lunedì 12 gennaio 2009
Nonostante tutto non ce l'ho coi leghisti
No, non ce l'ho con loro. Anche se l'accordo con AirFrance - che Bossi definiva fino a tre giorni fa una stupidata - è diventato realtà. Anche se hanno proposto il famoso emendamento col quale si volevano far pagare 50 € a ogni extracomunitario per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno, dimenticando che tale documento viene rilasciato esclusivamente a quelli che sono in regola e hanno un già lavoro. In sostanza una tassa sulla legalità.
No, non ce l'ho con loro, anche se non so come si potrebbe spiegare a un leghista che sta appoggiando un governo che proprio oggi ha varato un emendamento che toglie qualsiasi limite di spesa a Roma. (vi ricordate le famose menate "Roma ladrona!" e bla bla bla?)
Nonostante tutto questo non ce l'ho con loro, perché evidentemente non ne hanno colpa.
No, non ce l'ho con loro, anche se non so come si potrebbe spiegare a un leghista che sta appoggiando un governo che proprio oggi ha varato un emendamento che toglie qualsiasi limite di spesa a Roma. (vi ricordate le famose menate "Roma ladrona!" e bla bla bla?)
Nonostante tutto questo non ce l'ho con loro, perché evidentemente non ne hanno colpa.
Microsoft rilascia la versione beta di Windows 7
Alla fine è arrivato. Il nuovo sistema operativo del big di Redmond, Windows 7, naturalmente ancora in versione beta testing non definitiva, è dall'8 gennaio scorso online e liberamente scaricabile come immagine ISO dall'apposita pagina predisposta da Microsoft.
Giova ricordare che il nuovo sistema operativo, che in sostanza non è altro che una sorta di upgrade di Vista, una volta installato sarà utilizzabile in versione gratuita di prova solo fino al 1 agosto di quest'anno, mentre la versione stabile e definitiva (e ovviamente a pagamento) sarà disponibile, probabilmente, da settembre o al più tardi ottobre.
Steve Ballmer l'ha già definito "il miglior Windows di sempre", ma mi pare che quelli di Microsoft dicano così ogni volta che c'è il lancio di un prodotto nuovo. Poi, ovviamente, sono i fatti che contano.
Non chiedetemi com'è: non l'ho provato e non potrei neanche volendo, in quanto i requisiti del mio pc sono ben lontani da quelli minimi richiesti per poter fare girare decentemente il tutto, e cioè: (copiaincollato dal sito Microsoft)
Sostanzialmente i requisiti richiesti sono analoghi a quelli necessari a far girare Vista, almeno nella sua versione Ultimate; sembra però, almeno da quanto si legge in giro, che Windows 7 sia decisamente più veloce e reattivo (qui trovate qualche screen). Di prezzi ancora non si parla; si ipotizza per ora un upgrade gratuito per gli utenti che già utilizzano Vista, ma di ufficiale non c'è niente.
Per quel che mi riguarda salterò probabilmente a piè pari Windows 7, così come ho fatto con Vista, in primo luogo per i motivi che ho già menzionato sopra (requisiti hardware del mio pc inadatti a far girare software elefantiaci), in secondo luogo perché preferisco usare sistemi operativi totalmente gratuiti e terzo perché il pc mi serve esclusivamente per lavorare, e l'idea di tornare indietro e ricominciare a tribolare con antivirus, antispyware, deframmentazioni e compagnia bella non mi attira per niente.
Se per caso qualcono di voi ha provato il nuovo Windows (o ha intenzione di farlo in futuro) e vuole scrivere qualcosa nei commenti, è ovviamente il benvenuto.
Giova ricordare che il nuovo sistema operativo, che in sostanza non è altro che una sorta di upgrade di Vista, una volta installato sarà utilizzabile in versione gratuita di prova solo fino al 1 agosto di quest'anno, mentre la versione stabile e definitiva (e ovviamente a pagamento) sarà disponibile, probabilmente, da settembre o al più tardi ottobre.
Steve Ballmer l'ha già definito "il miglior Windows di sempre", ma mi pare che quelli di Microsoft dicano così ogni volta che c'è il lancio di un prodotto nuovo. Poi, ovviamente, sono i fatti che contano.
Non chiedetemi com'è: non l'ho provato e non potrei neanche volendo, in quanto i requisiti del mio pc sono ben lontani da quelli minimi richiesti per poter fare girare decentemente il tutto, e cioè: (copiaincollato dal sito Microsoft)
- Processor: 1 GHz 32-bit or 64-bit processor
- Memory: 1 GB of system memory
- Hard drive: 16 GB of available disk space
- Video card: Support for DirectX 9 graphics with 128MB memory (in order to enable Aero theme)
- Drive: DVD-R/W drive
- Internet connection (to download the Beta and get updates)
Sostanzialmente i requisiti richiesti sono analoghi a quelli necessari a far girare Vista, almeno nella sua versione Ultimate; sembra però, almeno da quanto si legge in giro, che Windows 7 sia decisamente più veloce e reattivo (qui trovate qualche screen). Di prezzi ancora non si parla; si ipotizza per ora un upgrade gratuito per gli utenti che già utilizzano Vista, ma di ufficiale non c'è niente.
Per quel che mi riguarda salterò probabilmente a piè pari Windows 7, così come ho fatto con Vista, in primo luogo per i motivi che ho già menzionato sopra (requisiti hardware del mio pc inadatti a far girare software elefantiaci), in secondo luogo perché preferisco usare sistemi operativi totalmente gratuiti e terzo perché il pc mi serve esclusivamente per lavorare, e l'idea di tornare indietro e ricominciare a tribolare con antivirus, antispyware, deframmentazioni e compagnia bella non mi attira per niente.
Se per caso qualcono di voi ha provato il nuovo Windows (o ha intenzione di farlo in futuro) e vuole scrivere qualcosa nei commenti, è ovviamente il benvenuto.