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sabato 31 dicembre 2022

Ratzinger

Il commento più letto relativamente alla dipartita di Ratzinger è che è stato un grande teologo, e viene da chiedersi in base a quali parametri si può essere definiti grandi teologi o mediocri teologi. Forse sarebbe più corretto dire grandi o meno grandi pensatori. Di Dio, infatti, nessuno sa niente se non quello che gli uomini si sono inventati per definirlo e descriverlo. Nemmeno i teologi ne sanno niente e quello che dicono riflette esclusivamente il loro pensiero in materia, che è diverso da teologo a teologo e limitato all'idea che ognuno di essi, singolarmente, si è fatto. Ma, è noto, l'uomo per sua natura ha sempre avuto il bisogno di assumere atteggiamenti apologetici verso personaggi noti che ci lasciano.

venerdì 30 dicembre 2022

Il mio 2022 in libri

Come faccio abitualmente quando dicembre volge al termine, pubblico l'elenco dei libri che mi hanno tenuto compagnia durante l'anno, in caso qualcuno dei miei 32 lettori ne abbia letto a sua volta qualcuno. Sono più o meno equamente divisi tra narrativa e saggistica, con una leggera preponderanza della prima categoria. Di alcuni, quelli che mi sono piaciuti di più, ho scritto delle brevi impressioni (qui, qui, qui e qui).

Nella categoria della narrativa il primo posto va senz'altro a Fairy Tail, di Stephen King, seguito da tutti quelli di Joël Dicker menzionati nell'elenco e da Non ti muovere, di Margaret Mazzantini, Don Chisciotte delle Mancia, di Miguel de Cervantes e Passeggeri notturni, di Carofiglio. Segnalo inoltre due letture che per me non sono usuali perché appartenenti a un genere, la fantascienza, che non mi ha mai attirato eccessivamente: La nube purpurea, di M. P. Shiel, e 2001: Odissea nello spazio, di Arthur C. Clarke. Di quest'ultimo ho poi guardato il relativo film di Kubrick ma mi ha abbastanza deluso. Molto ma molto più bello il libro, come del resto succede nella stragrande maggioranza dei casi.

Per quanto riguarda la saggistica, in cima al podio metto senz'altro Collasso, uno di quei libri che può cambiare la vita. Ma anche Un mondo senza lavoro l'ho trovato illuminante. Comunque sia, ecco qui di seguito l'elenco completo. 

Approfitto di questo post per augurare a chi passerà di qui un buon 2023.

 

1) Perché Mussolini rovinò l'Italia - B. Vespa

2) Scritti corsari - P. P. Pasolini

3) Armi, acciaio e malattie - J. Diamond

4) Vero, falso, segreto e finto - U. Eco

5) La profezia perduta del faraone nero - F. Delizzos

6) La necessità del caso - Jean-Francois Vézina

7) Billy Summers - S. King

8) La lettera scarlatta - N. Hawthorne

9) La casa senza ricordi - D. Carrisi

10) Shining - S. King

11) Tutta la luce che non vediamo - A. Doerr

12) Tutta un'altra storia. L'omosessualità dall'antichità al secondo dopoguerra - G. Dall'Orto

13) Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza - P. Mastrocola, L. Ridolfi
 
14) Le ossa parlano - A. Manzini

15) Il club Montecristo - F. Massimi

16) Ragazzi di vita - P. P. Pasolini

17) Reazionari e moderati - U. Eco

18) Segreti d'Italia - C. Augias

19) Wojtyla segreto - G. Galeazzi, F. Pinotti

20) Della gentilezza e del coraggio - G. Carofiglio

21) La stanza segreta di Auschwitz - S. Matthews

22) 26.04.1986: Chernobyl - B. Gianmarco

23) Storia di Gordon Pym - E. A. Poe

24) La canzone del tempo - I. MacLeod

25) La storia di Lisey - S. King

26) Il Big Bang e l'origine dell'universo - A. M. Lallena

27) Marcovaldo - I. Calvino

28) La Russia di Putin - A. Politkovskaja 

29) Noi schiavisti. Come siamo diventati complici dello sfruttamento di massa - V. Furlanetto

30) Le ragioni del dubbio - V. Gheno

31) I tre cavalieri di Roma - A. Frediano

32) L'origine della vita - J. A. A. Mochòn

33) Orgoglio e pregiudizio - J. Austen

34) Anche i partigiani però... - C. Colombini

35) E ti vengo a cercare - A. Scanzi

36) Il silenzio dell'onda - G. Carofiglio

37) Mercati - A. Angela

38) Solo è il coraggio - R. Saviano 

39) L'ingegno e le tenebre - R. Mercadini

40) Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange - S. Maurizi

41) Città in fiamme - D. Winslow

42) L'antifascismo non serve più a niente - C. Greppi

43) L'impero invincibile - G. Doherty

44) Central park - G. Musso

45) Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere - J. Diamond

46) Io credo - M. Hack, P. Di  Piazza

47) La nube purpurea - M. P. Shiel

48) Una persona per volta - G. Strada

49) Il traditore di Roma - S. Scarrow

50) Passeggeri notturni - G. Carofiglio

51) Il paese del maleficio - E. Queen

52) L'uomo che amava i libri - G. Pelecanos

53) Don Chisciotte della Mancia - M. de Cervantes

54) Note. L'invenzione della musica - A. Angela

55) Testimone inconsapevole - G. Carofiglio

56) Amado mio / Atti impuri - P. P. Pasolini

57) La pallina assassina - Olséni & Hansen

58) Il caso Alaska Sanders - J. Dicker

59) La condanna dei viventi - M. De Franchi

60) Camilla che odiava la politica - L. Garlando

61) Fairy tale - S. King

62) La scomparsa di Stephanie Mailer - J. Dicker

63) C'era una volta Andreotti - M. Franco

64) Non ti muovere - M. Mazzantini

65) Mille splendidi soli - K. Hosseini 

66) L'estate dell'incanto - F. Carofiglio

67) I segreti di Londra - C. Augias

68) Teddy - J. Rekulak

69) Niente di nuovo sul fronte occidentale - E. M. Remarque

70) L'era della disinformazione - A. V.

71) Io sono l'abisso - D. Carrisi

72) Gli ultimi giorni dei nostri padri - J. Dicker

73) Le cose dell'amore - U. Galimberti

74) La lezione di anatomia - P. Roth

75) Un mondo senza lavoro - D. Susskind

76) L'ora del caffè - G. Carofiglio

77) Mussolini, il capobanda - A. Cazzullo

78) La luce delle stelle morte - M. Recalcati

79) I vizi capitali e i nuovi vizi - U. Galimberti

80) The chain - A. McKinty

81) 2001: odissea nello spazio - Arthur C. Clarke

82) Sono come il fiume che scorre - P. Coelho
 
83) Il sale della terra - Jeanine Cummings

84) Il gioco del male - A. Marsons

85) La tentazione di essere felici - L. Marone

martedì 27 dicembre 2022

Non capisco dove sia lo scandalo

Francamente non riesco a capire dove sia lo scandalo se La Russa e Isabella Rauti celebrano l'anniversario della nascita del MSI. Più divertenti ancora i commenti di chi dice che in Germania per una cosa del genere sarebbe successo un terremoto polico, quando in realtà non ci sarebbe stato nessun terremoto per il semplice fatto che nel Bundestag e nelle massime cariche dello stato eventuali equivalenti di La Russa non potrebbero sedere.

Questo perché la Germania, a differenza nostra, col nazismo ci ha fatto i conti. E li ha fatti seriamente, tanto è vero che là nel settore pubblico ci si può scordare di essere assunti anche solo se si è sospettati di simpatie neonaziste. 

In Italia non solo non abbiamo mai fatto seriamente i conti col passato, ma per decenni abbiamo tollerato qualsiasi forma di rigurgito fascista, a cominciare dalle manifestazioni di piazza dei neofascisti, che ancora oggi sfilano tranquillamente nelle piazze sotto l'occhio compiaciuto delle forze dell'ordine, alla incredibile (e illegale) tolleranza di partiti che si richiamano espressamente all'ideologia fascista con tanto di relativo armamentario propagandistico.

E adesso che i fascisti sono al governo, tutti a scandalizzarsi perché celebrano le loro ricorrenze. Bisognava intervenire prima, non indignarsi adesso.

sabato 24 dicembre 2022

Il sale della terra


Della stragrande maggioranza dei libri che leggo non scrivo niente, più che altro per pigrizia. Faccio un'eccezione per questo, un romanzo che mi ha stregato.

Narra il viaggio dal Messico agli USA di Lydia e di suo figlio Luca. Lei è una libraia di Acapulco e suo marito, Sebastiàn, un giornalista. Fare il giornalista, nel Messico dei cartelli della droga, è uno dei mestieri più pericolosi che ci siano, e Sebastiàn paga con la vita l'aver scritto un articolo di troppo sul boss di uno dei cartelli più potenti. 

Gli scagnozzi del boss, tale Javier Fuentes, non uccidono solo il marito di Lydia e padre di Luca, ma quasi tutti gli altri membri della famiglia; solo per una  circostanza fortuita madre e figlio riescono a sfuggire alla strage.

Comincia una fuga rocambolesca dei due per scappare dal Messico e andare negli USA, sempre col terrore di avere il fiato sul collo degli sgherri agli ordini di Javier. Fuggono a piedi, rubando auto, salendo su pullman, prendendo al volo, assieme ad altri migranti, i treni merci della linea del Pacifico che attraversano il confine tra Messico e Stati Uniti.

Lydia e Luca conosceranno altre persone, migranti come loro, intrecceranno storie, instaureranno amicizie di sangue, cadranno nelle grinfie dei trafficanti di esseri umani (il romanzo è anche uno straordinario documento sul dramma odierno dei flussi migratori tra l'America latina e gli USA). 

Un libro che toglie il fiato.

venerdì 23 dicembre 2022

Relativismi matrimoniali e familiari

È sempre piuttosto difficile, per noi, accettare il fatto che certe abitudini e certe convenzioni, oggi magari rigidamente codificate e normate, sono relativamente recenti. Prendete il matrimonio religioso, ad esempio. Viene naturale pensare che le modalità e l'importanza con cui oggi si celebra siano le medesime da sempre. Non è così. Per oltre metà della sua storia, cioè fino al XII secolo, alla chiesa cristiana del matrimonio non è importato assolutamente nulla, era anzi visto come una cosa che riguardava i laici e da cui prendere le distanze, tanto è vero che veniva addirittura prescritto ai preti di starne alla larga.

Poi, lentamente, le cose sono cambiate. A partire infatti dal 1200 circa la chiesa ha cominciato a rivalutare matrimonio e famiglia, a elaborare le prime regole per codificarlo fino, alla fine, elevarlo alla dignità di sacramento, mentre per oltre metà della sua storia è stato appunto considerato qualcosa meno di un fastidio. Tutto questo per ribadire, ancora una volta, quanto tutto sia relativo e nulla eterno. Non esiste niente, delle nostre convenzioni, a cui magari siamo tanto affezionati, che sia così da sempre, ma tutto si muove e si modifica in base a singole contingenze dei vari periodi storici.

Questo, naturalmente, non può non suscitare qualche riflessione un po' "eretica", se così si può dire. Un non credente come lo scrivente, ad esempio, si chiede come sia possibile, visto che oggi il matrimonio è un sacramento e l'unione dei due è benedetta da Dio, che per 1300 anni il suddetto Dio abbia snobbato il matrimonio e poi, da una certa data, abbia cominciato a dargli peso. A meno che anche per Dio sia sempre stato importante ma la chiesa si sia accorta solo tardivamente di questo suo interesse. Vabbe', fine della riflessione eretica.

Sulla storia (ovviamente riassunta) dei rapporti tra chiesa e matrimonio ci sono questi venti minuti del grande Alessandro Barbero.


giovedì 22 dicembre 2022

Talebani di là e di qua

In Afghanistan, dal 2021 tornato in mano ai talebani dopo vent'anni di controllo americano, è stato vietato alle donne l'accesso alle università, sia pubbliche che private. Anche qua in Italia, dove i talebani non ci sono, almeno formalmente, c'è chi vorrebbe vietare l'università alle donne, come ad esempio il ridicolo reazionario cattolico travestito da intellettuale Camillo Langone, una delle penne di punta del Foglio (e dove mai potrebbe scrivere uno così?), il quale, senza tanti giri di parole, vergò qualche tempo fa una accorata esortazione ai padri: non mandate le vostre figlie all'università, le donne devono stare in casa a fare figli, altrimenti il declino demografico e blablabla. 

Questo per dire che i talebani non sono solo quelli col mitra a tracolla che spadroneggiano in lontane dittature teocratiche, sono anche qui, nascosti sotto le mentite spoglie di fini intellettuali in giacca e cravatta.

lunedì 19 dicembre 2022

Pos e giorni buttati

Mah, non so; pensavo ai tanti giorni buttati nella surreale discussione sulla possibilità di poter consentire ai negozianti di evadere qualche centinaio di euro. Discussioni all'interno del parlamento, discussioni sui social, discussioni per strada; l'Italia intera sembrava imprigionata in questa surreale pantomima. Poi, all'improvviso, puf, tutto finito: la norma fortemente voluta e rivendicata dalla destra meloniana, una delle tante dall'impronta fortemente identitaria, è stata interamente stralciata dalla manovra finanziaria. Non modificata, magari edulcorata nel tentativo di renderla digeribile a Bruxelles, no, cancellata in toto. Motivo? Senza tanti giri di parole, perché l'ha chiesto l'Europa, quell'Europa che, strillava sempre l'aggressiva (in campagna elettorale) signora, avrebbe dovuto tremare perché "la pacchia è finita".

sabato 17 dicembre 2022

Jack su quella zattera non poteva starci

La notizia, a mio parere, non è che James Cameron abbia scomodato la scienza per tentare di dimostrare che Jack e Rose, insieme, su quella zattera non ci sarebbero mai potuti stare e porre fine così a 25 anni di discussioni e polemiche. La notizia che mi ha sorpreso è semmai che da un quarto di secolo ci sono discussioni e polemiche su questo. Che poi vabbe', ci può anche stare, dal momento che noi umani, per innata predisposizione, non riusciamo a concepire che gli avvenimenti della vita possano anche andare storti. Se poi c'è di mezzo la morte...

In gioventù

Da Sono come il fiume che scorre - P. Coelho.

venerdì 16 dicembre 2022

Uccidere in nome di Dio

Fa un certo effetto pensare che ci sono posti nel mondo in cui ancora si uccide in nome di Dio. Non mi riferisco tanto alle 450 persone che si stima siano state uccise in questi tre mesi di scontri dalla polizia iraniana, quanto alle due esecuzioni capitali per impiccagione espressamente ordinate da un tribunale. È la motivazione che impressiona. I condannati non si sono infatti macchiati dei "normali" crimini che nei paesi come ad esempio gli USA prevedono la pena di morte, e cioè omicidio, strage ecc., ma hanno commesso il reato di moharebeh, che significa "fare la guerra a Dio".

Ecco, ci sono posti nel mondo in cui ancora si uccide per Dio, ossia per quella creatura immaginaria che l'uomo si è inventato a mo' di conforto e consolazione per lenire l'idea inaccettabile della propria finitezza. E non è di particolare conforto tentare di contestualizzare il tutto pensando beh, sì, là c'è una teocrazia e nelle teocrazie funziona così. Non lo è per niente, almeno ragionando coi nostri canoni. Che poi non è che noi possiamo più di tanto ergerci a moralisti visto che la chiesa per secoli ha fatto le stesse cose, se non peggio, di quelle che oggi fanno là gli ayatollah iraniani.

Ciò che fa un po' sperare è che, nonostante la feroce repressione attuata dal regime, le proteste non accennano a placarsi e anzi sono sempre più partecipate e imponenti. E quando un regime arriva a mettere in piazza esecuzioni pubbliche lo fa perché si sente ormai alle corde.

giovedì 15 dicembre 2022

Passioni umane (per il denaro)

Il cosiddetto Qatargate mi ha fatto venire in mente una bellissima lezione di qualche tempo fa di Umberto Galimberti sul denaro, o meglio sulla passione che gli umani nutrono per esso, lezione che chi vuole può ascoltare qui. Il livello di diffusione della corruzione nel mondo, di cui i fatti di questi giorni sono solo l'ultima propaggine venuta alla luce, nasce da questa passione tutta umana per il denaro. Abbiamo costruito una società globale che ha ormai i soldi come valore predominante e quindi è logico che piacciano e si faccia di tutto per averli e averne sempre di più.

Non voglio fare il moralista ipocrita. Anche a me piacciono, anche se non ne ho e la mia vita si trascina da sempre all'insegna del tanti presi, tanti spesi. Ma la mia credo sia tutto sommato una passione dettata da necessità più che da ingordigia, nel senso che mi piace averne per poter vivere, non per accumularne, tanto che i pochi che ho li spendo spesso in maniera abbastanza scriteriata. Quella per il denaro è quindi una passione umana ed è anche ecumenica, se così si può dire, perché abbraccia sia i poveri, che lo desiderano per poter vivere, sia i ricchi, che lo desiderano per accumularne sempre di più. A tal proposito, come scriveva recentemente Massimo Recalcati, il desiderio di accumulare denaro per il mero gusto di accumularlo, atteggiamento riconducibile al vizio capitale dell'avarizia, è una delle passioni più stupide che ci sia, perché se da una parte l'accumulo dei soldi dà il potere di poter comprare ciò che si vuole, nel momento in cui si spendono per esercitare questo potere, tale potere viene meno assieme ai soldi stessi, quindi l'avaro gode di un potere che però non può esercitare perché nel momento in cui lo esercita lo perde, conseguenza, questa, della perversione cognitiva che considera i soldi un fine invece che un mezzo (su questa perversione Marx aveva scritto parecchio, tra l'altro).

Tutto questo fa in fondo un po' sorridere anche in virtù del fatto, a cui generalmente non si pensa, che i soldi sono un'invenzione della nostra immaginazione, come scriveva Yual Noah Harari nel bellissimo Sapiens, da animali a dèi. Le mazzette di banconote in valigie e armadi di cui vediamo le immagini sui giornali hanno valore perché siamo noi umani ad averglielo dato. Una banconota di quelle che usiamo tutti i giorni per acquistare cose ha valore perché c'è una legge che ne stabilisce l'entità (non a caso denaro in greco si traduce con nomisma, che appunto significa legge). Se domani una legge dicesse che il valore di quella banconota è zero, avremmo in mano solo cartaccia senza alcun valore. In pratica, la passione tutta umana per il denaro è una passione per un frutto della nostra immaginazione.

Ma queste sono tutto sommato speculazioni antropologiche che lasciano il tempo che trovano. La realta, molto più prosaica, è che il denaro piace perché averne rende più facile e comodo vivere, e anche per quella sensazione di onnipotenza che genera in chi ne possiede, tutto qua. Tutto qua per modo di dire, non è che sia poco.

lunedì 12 dicembre 2022

Neoliberismo

I tipi di Valigia Blu, assieme a Il Post uno dei pochi siti che spiegano le cose come vanno spiegate, hanno pubblicato questo interessantissimo articolo in cui, partendo dalla storia delle politiche economiche della Tatcher e di Reagan negli anni Ottanta, si spiega come si è originato il liberismo economico e come può essere inquadrato nella società contemporanea, evidenziandone i (pochi) meriti e i (tanti) demeriti. Veramente interessante.

Non capiscono

Il bonus di 5500 euro che i parlamentari si sono appena autoelargiti per comprarsi tablet e ammennicoli elettronici vari è, credo, l'ennesima pietra messa sulla montagna di disaffezione, quando non proprio repulsa, della gente verso la politica. Il dramma è che la classe politica non riesce a capire quanto questi comportamenti siano controproducenti. Non voglio entrare nella melensa e stantia retorica sui privilegi dei nostri rappresentanti, ma è indubbio che se un parlamentare, che mediamente guadagna in un mese quindici volte lo stipendio di un operaio, finanzia i suoi capricci con soldi pubblici, cioè soldi presi anche dalle tasse di quell'operaio, l'operaio si incazza. E ha tutte le ragioni per farlo perché non capisce questo comportamento, si sente defraudato se non vittima di una beffa.

Se a questo si aggiunge che il regalino se lo sono fatti negli stessi giorni in cui è stato annunciato lo smantellamento del Reddito di cittadinanza, cioè della principale forma di sostegno verso chi non ce la fa, la frittata è fatta. La classe politica tutta non capisce che comportamenti come questo allargano sempre di più quella voragine che esiste tra loro e la società reale. Ma Cristo santo, guadagni 15000 euro al mese? Comprati il tuo cavolo di tablet con quelli. È il minimo sindacale della decenza. Invece nemmeno quello.

domenica 11 dicembre 2022

Mi spiace per Montesano e soci

Qualche giorno fa la Corte costituzionale ha messo la parola fine ai deliri dei vari Red Ronnie, Enrico Montesano, Nunzia Schilirò e tutta la folta schiera di virologi laureati su Google che per due anni hanno ammorbato il dibattito pubblico con le loro stupidaggini da bar. 

I supremi giudici, tra le altre cose, hanno cercato di spiegare, anche se non mi faccio alcuna illusione sul fatto che tale semplice concetto venga capito dai personaggi di cui sopra, che la dicitura "salvo disposizioni di legge" dell'art. 32 della Costituzione significa che quando è in gioco un bene più grande del diritto del singolo di rifiutare trattamenti sanitari, e la salute pubblica e il cercare di evitare il collasso delle strutture sanitarie lo sono, quel bene più grande è prioritario.

Quindi l'obbligo vaccinale per gli over 50 imposto dal governo Draghi non ha rappresentato alcuna violazione della Carta, non è stato un "ricatto di stato", non è stato "irragionevole", ha semplicemente avuto lo scopo di evitare che gli ospedali collassassero impedendo l'assistenza a milioni di persone affette anche da altre patologie. Un concetto che in un paese con una minima cultura scientifica non avrebbe avuto bisogno di essere certificato scomodando la Corte costituzionale, ma il nostro non è quel paese, purtroppo.

Marocco

Non mi è mai interessato particolarmente il calcio e quindi non seguo il mondiale, ma il Marocco che manda a casa Ronaldo e alcune delle più blasonate squadre europee mi fa piacere. Anche perché, oltre a quello tecnico-calcistico, ci sono altri fattori (storici e psicologici) che entrano in gioco.

sabato 10 dicembre 2022

Non decido io

Ogni volta che Marco Cappato accompagna una persona in Svizzera mi viene in mente quanto scriveva Telmo Pievani in Creazione senza Dio: "Come può un paese tollerare che i suoi cittadini non siano liberi di decidere della propria vita e della propria morte?" Eppure è così, anche se sembra incredibile. 

La Costituzione che regola questo paese ci garantisce molte libertà: possiamo andare dove ci pare a ogni ora del giorno e della notte, possiamo manifestare liberamente il nostro pensiero, possiamo associarci, possiamo rifiutare trattamenti sanitari, però non possiamo decidere di smettere di soffrire, e mi chiedo che senso abbiano tutte le altre libertà se quella fondamentale ci viene negata.

Il sotteso di questa proibizione è noto: la vita che vivi non è tua e quindi non puoi disporne liberamente. Ma se non posso disporre liberamente della mia vita, dov'è la democrazia? Quali sono i canoni che la definiscono? E qui credo che siamo tutti vittime di un errore, che è quello di ridurre la democrazia al voto. Siccome nel nostro paese ci sono libere elezioni, ecco che siamo in democrazia. Non è così. Giovanni Sartori diceva che andare a votare non è niente di più di un modo tra i tanti per scegliere i capi, né più né meno, la democrazia è ben altro.

La democrazia è innanzitutto emancipazione, ed emancipazione significa una società che dà ai suoi componenti la possibilità di farlo. Democrazia è aveve asili nido che permettano alle donne di poter andare al lavoro, è non avere liste di attesa nella sanità basate sul censo, è garantire a tutti il diritto allo studio e, più in generale, democrazia è offrire a tutti le stesse possibilità. Altroché andare a votare. Soprattutto, democrazia è autodeterminazione, possibilità di poter decidere per sé riguardo a ogni aspetto della vita e della morte. Il resto sono chiacchiere, non democrazia.

venerdì 9 dicembre 2022

Cultura cristiana e abbondanza

(da I vizi capitali e i nuovi vizi, Umberto Galimberti)

giovedì 8 dicembre 2022

Le cose semplici

È vero che la società di oggi è complessa, ma questa complessità è a volte composta di tanti concetti di per sé semplici e lineari. E il buon Mantellini ne ha evidenziato uno in poche righe.

mercoledì 7 dicembre 2022

Sissi non c'è più

Alla fine Sissi non ce l'ha fatta, polmoni e cuore troppo compromessi, e così ho dato il consenso al veterinario di accompagnarla alla fine per evitarle inutili e irreparabili sofferenze. Il dispiacere è grande, ovviamente, perché quindici anni di compagnia e affetto non sono pochi, ma d'altra parte la vita fa il suo corso.

Sono però contento perché sua sorella, Birba (foto qui sotto), che ha avuto problemi ai reni, è tornata a casa, anche se ha molti acciacchi dovuti all'età e non è escluso che presto o tardi abbia di nuovo bisogno delle cure del veterinario. Intanto, però, è a casa.

Ci mancherai, Sissi.

martedì 6 dicembre 2022

Gatte e tristi coincidenze

Per una curiosissima e triste coincidenza, entrambe le mie gatte, Birba e Sissi, nell'arco di tre giorni hanno dovuto essere ricoverate dal veterinario. La prima a causa di una probabile intossicazione (non è la prima volta che succede) da metimazolo, il farmaco che assume da qualche anno contro l'ipertiroidismo; la seconda a causa di un probabile versamento pleurico o cardiaco che le impedisce di respirare. La tristezza è data dal fatto che, vista l'età di entrambe, non è escluso che nessuna delle due faccia ritorno a casa :-(

sabato 3 dicembre 2022

Rompiballe

Ebbene sì, sono un rompiballe. Mi piace, ovunque sia possibile, effettuare ogni transazione col bancomat. Lo trovo di una comodità unica: appoggio la carta al lettore, bip, fatto. Comodità derivante dal fatto di non dover impazzire a cercare gli spiccioli giusti per arrivare all'importo e, nel contempo, non fare impazzire il cassiere a cercare gli spiccioli giusti per il resto. Poi, per carità, questione di gusti e abitudini; chi preferisce usare monete e banconote, liberissimo, ma non capisco perché gli amanti del bip debbano essere additati come rompiballe.

La questione di fondo, in realtà, è se Salvini dica la sua fesseria quotidiana per tentare di inseguire le idee dei suoi elettori ormai definitivamente in fuga oppure tale fesseria quotidiana sia il prodotto della sua sostanza più profonda, e cioè una radicata e incontrovertibile idiozia. Temo sia un dilemma che resterà. Così come resterà la quasi certezza che, fra duecento anni, gli storici che si occuperanno della nostra epoca si chiederanno come sia stato possibile che un cialtrone di tal fatta abbia goduto, pur per un periodo tutto sommato limitato di tempo, di credito e visibilità.



venerdì 2 dicembre 2022

Fascismo

 









Le immagini che vedete qui sopra (cliccandoci sopra si ingrandiscono) le ho catturate da questo libro, che mi è stato regalato alcuni giorni fa.

 

Avrei voluto catturare e ripubblicare ogni pagina del libro, cosa che ovviamente non è possibile. Rimango sempre sgomento, ogni volta che leggo libri sulla storia del fascismo (e ne ho letti parecchi), nel realizzare come regolarmente scopra qualche orrore nuovo relativo a cosa è stato o relativo al criminale che l'ha ideato e instaurato in Italia.

E, come ogni volta, penso che libri come questo siano perfettamente inutili, per il semplice fatto che chi li acquista e li legge è probabilmente già antifascista e quindi sa già cosa è stato il fascismo, mentre invece è sicuro che chi ha simpatie fasciste un libro del genere non lo leggerà mai. A meno che qualcuno non pensi veramente che i cretini analfabeti che sfilano nelle nostre città con cranio rasato (generalmente vuoto), braccio alzato e croce celtica o aquila romana stampata sulla maglia possano leggere un libro del genere.

 

lunedì 28 novembre 2022

Menti teleologiche

Ho parlato già, in passato, di questo argomento, che per me è affascinantissimo, ma ogni tanto mi imbatto in qualche nuovo contributo che aggiunge un pezzetto a quanto già avevo appreso. L'argomento è ovviamente la teleologia, ossia la concezione filosofica secondo la quale ogni evento che accade è inserito in un disegno, in un destino, non è mai dovuto al caso. Telmo Pievani racconta a questo proposito un aneddoto.

Un uomo esce di casa la mattina presto per portare il cane a fare pipì. Mentre cammina sul marciapiede una tegola cade dal tetto di un palazzo, lo colpisce in testa e il pover'uomo muore. L'evento, senza ulteriori aggiunte, viene naturale attribuirlo al caso, una tragica casualità. Ma proviamo ad aggiungere un pezzettino. L'uomo esce di casa col suo cane ma si ferma per un minuto dall'edicolante a comprare il giornale. Quando riprende a camminare cade la tegola di cui sopra e l'uomo muore. Se non si fosse fermato dall'edicolante, la tegola sarebbe caduta subito dopo il passaggio dell'uomo e lui sarebbe ancora vivo. In questa seconda situazione viene meno naturale pensare al caso e più istintivo dire: Era destino, era cioè scritto in un disegno che quello dovesse essere l'ultimo giorno del pover'uomo.

Quante volte ci è capitato di pensare che una serie di eventi (fortunati o sfortunati non ha importanza) che ci capitano non siano frutto del caso ma siano inseriti in un "destino", in un "disegno"?

Questo ragionamento non deve stupire, perché la nostra mente è naturalmente strutturata e programmata per ragionare in termini di finalità. È appunto teleologica. Il caso è fortemente controintuitivo. E, tra l'altro, la degenerazione di questo modo di pensare è ciò che genera i deliranti complottismi che tutti conosciamo. Se avete una cinquantina di minuti, vi suggerisco di seguire questa interessantissima lezione di Telmo Pievani il quale, con la sua ben nota maestria e capacità affabulatoria, spiega perché la nostra mente ragiona in questo modo (c'entra l'evoluzione) e perché cose come "ce l'abbiamo nel DNA" o "è scritto nei nostri geni" non hanno alcun senso.


L'ora del caffè


Ho letto questo libro in due giorni. Un dialogo/confronto intergenerazionale tra un padre e una figlia (Gianrico e Giorgia Carofiglio) su alcuni dei grandi temi della società contemporanea: femminismo, crisi climatica, scelte alimentari, politica, linguaggio, comunicazione e media, morale sessuale e altri. Un altro piccolo/grande mattoncino per tentare di capire e decifrare la complessa società in cui viviamo. Un libro bellissimo.

domenica 27 novembre 2022

sabato 26 novembre 2022

Un mondo senza lavoro

In un futuro forse non troppo lontano le persone che lavoreranno saranno poche, a causa soprattutto dell'inarrestabile processo di automazione, dello sviluppo dell'intelligenza artificiale, della robotica, e compiti come diagnosticare una malattia, redigere un contratto, scrivere notizie saranno sempre di più svolti da computer. La "minaccia", se così vogliamo chiamarla, di un mondo in cui non ci sarà lavoro per tutti è quindi più reale di quanto possa sembrare.

L'autore di questo interessantissimo saggio, l'economista Daniel Susskind, prefigura lo scenario di un mondo senza lavoro e suggerisce alcune soluzioni per gestirlo. Non è facile immaginare un mondo senza lavoro che si regga su altre cose, perché il concetto di lavoro è connaturato profondamente al nostro modo di intendere la vita. C'è vita se c'è lavoro. Scrive a questo proposito l'autore: "Quasi tutti possono contare su una certa quantità di talenti e competenze, il loro capitale umano, e si presentano nel mondo del lavoro in cerca di un impiego. Questi impieghi, a loro volta, procurano ai lavoratori una fetta della torta economica sotto forma di salario. Ecco perché consideriamo il lavoro così vitale oggi, e perché è così allettante l'idea di conseguire un'istruzione che basti a conservare un'occupazione. Ma è anche il motivo per cui la prospettiva di un mondo con meno lavoro è tanto sconcertante: metterà fuori uso il tradizionale meccanismo di spartizione della torta economica."

Come fare sì, quindi, che si possano creare altri meccanismi di spartizione della torta economica che prescinda dal lavoro? E quali possono essere questi meccanismi? Susskind fa alcune ipotesi, una delle quali è la creazione di un Big State, una sorta di ampliamento riveduto e modificato del già noto Welfare, che consenta di redistribuire la ricchezza prodotta dal lavoro tecnologico che ha soppiantato quello generato dal precedente capitale umano. Ovviamente, le modalità con cui avverrebbe questa spartizione sono tutte da vedere e da elaborare, impresa non certo semplice. Ma d'altronde, da qualche parte bisognerebbe cominciare.

Un mondo senza lavoro, naturalmente, non avrebbe solo implicazioni di tipo economico. Il lavoro, nella nostra civiltà, ha anche una forte valenza psicologica. Per tantissimi il lavoro è ciò che dà senso e uno scopo all'esistenza. Scrive l'autore: "Per la maggior parte di noi il lavoro è il nuovo oppio. Come una droga, offre a molti individui una piacevole sferzata di motivazione. Ma, allo stesso tempo, intossica e disorienta, distraendoci dalla ricerca di significato in altri ambiti. Questo rende difficile immaginare come potremmo vivere diversamente le nostre vite. Il lavoro è così radicato nella nostra psiche, ne siamo diventati così dipendenti che c'è spesso un'istintiva resistenza a prendere in considerazione un mondo in cui ve ne sia di meno, e un'incapacità di esprimere qualcosa di sostanziale quando lo facciamo."

Nei prossimi cento anni, è la tesi di Susskind, il progresso tecnologico ci renderà benestanti come mai prima, ma questo progresso ci condurrà inevitabilmente in un mondo con meno lavoro per gli esseri umani. E nasceranno nuovi problemi, come ad esempio quello del sistema migliore per condividere questo nuovo benessere con tutti i membri della società, o quello del senso, cioè tentare di immaginare come usare questo benessere non solo per vivere con meno lavoro, ma per vivere bene.

Credo che questo sia uno dei saggi più interessanti letti quest'anno.

Perché i tumori

È vero che i casi di tumore, in Europa (quindi anche in Italia), stanno aumentando? Sì, è vero. Ma non stanno aumentando perché qualcuno ci sta avvelenando, o a causa dei composti chimici nei cibi o delle sostanze inquinanti presenti nell'aria mefitica delle nostre città. Certo, un peso in tutto questo ce l'hanno anche questi ben noti fattori, ma stanno aumentando soprattutto a causa del fatto che la popolazione vive molto più a lungo rispetto al passato, e invecchiando le probabilità di ammalarsi di cancro aumentano esponenzialmente. 

Chi racconta di avvelenamenti di qualsiasi tipo, con il tipico stampo del complottista, lo fa principalmente perché deve vendere detossificanti, disintossicanti e fuffa varia assortita. I cosiddetti disintossicanti/detossificanti, a meno che non ci si intossichi realmente non servono infatti a niente, se non a fare guadagnare le farmacie e i produttori di questa paccottiglia. Il corpo umano, in condizioni normali, è infatti perfettamente in grado di eliminare da sé le tossine che produce. Se avete una decina di minuti date un'occhiata a questo interessantissimo video di Giacomo Mauretto, studente di biologia evolutiva all'università di Padova e creatore del canale YouTube Entropy for Life. A mio avviso, merita.

Schizofrenia e depressione

Confesso senza problemi che dei primi dieci minuti di questa conferenza di Umberto Galimberti, che ho ascoltato oggi pomeriggio mentre passeggiavo, non ho capito niente, a causa della mia mancanza di un adeguato background culturale. L'argomento trattato è complesso e riguarda i modi con cui il nostro corpo si relaziona alla propria soggettività e al mondo in cui vive. L'unico concetto che mi pare (ribadisco: mi pare) di avere capito è che esiste un accoppiamento corpo-io che a volte si realizza e altre volte no. Quando siamo stanchi, ad esempio, non diciamo "ho un corpo stanco" ma "sono stanco", segno di una perfetta corrispondenza tra corpo e soggettività. Oltre a questo, il buio. 

A partire dal min. 13, invece, Galimberti affronta l'interessantissimo tema della nascita della psichiatria, menzionando i contributi e le intuizioni di grandi pionieri come Eugenio Borgna e Franco Basaglia. Il discorso si sposta poi su due delle maggiori patologie che oggi affliggono la nostra società: la schizofrenia e la depressione. Riguardo alla schizofrenia mi ha colpito molto il fatto che si tratta di una patologia episodica, cosa che io non sapevo. Non è come avere ad esempio un'ulcera o un'anemia, patologie di cui si soffre in maniera "continuativa". Lo schizofrenico ha le sue crisi, anche violente, per un breve periodo di tempo e poi, per un altro periodo di tempo, torna a essere una persona normale, con cui si può tranquillamente parlare e con cui relazionarsi. Uno schizofrenico non è schizofrenico sempre. Ha le sue crisi, i suoi parossismi, poi tutto torna a posto fino alla crisi successiva. 

Riguardo alla depressione, invece, mi ha colpito molto il fatto che oggi, rispetto al passato, ha cambiato forma. Fino ad alcuni decenni fa, quando ancora si viveva nella società delle regole in cui c'era permesso/proibito, giusto/sbagliato ecc., la depressione era organizzata sul senso di colpa. Oggi, che le regole non esistono più, la depressione è organizzata sul senso di inadeguatezza. Ce la faccio o non ce la faccio a tenere i ritmi imposti dalla società, dal mondo del lavoro, dall'apparato di appartenenza? Una volta, dice il filosofo, chi lavorava con me era un mio compagno, oggi è un mio competitore, perché chi va meglio manda a casa l'altro. Ce la faccio o non ce la faccio a sopportare questo livello ansiogeno generato dalla sfrenata competitività della società in cui vivo? Se non ce la faccio, ecco la depressione. Ed ecco il motivo per cui nel nostro paese il 55% delle persone fa uso di psicofarmaci. Perché non ce la facciamo a tenere i ritmi che ci impongono la società e l'apparato a cui apparteniamo. E, a questo punto, qualche domanda sul modo in cui abbiamo organizzato la società in cui viviamo sarà il caso che cominciamo a farcela.

giovedì 24 novembre 2022

Spiccioli, as usual

Leggendo i dettagli della prima manovra economica targata Meloni, scopro di essere nella fascia di reddito, quella compresa tra 20000 e 35000 euro, che non riceverà alcun beneficio dal taglio di due punti percentuali del cuneo fiscale. Ma anche i lavoratori compresi nelle altre fasce riceveranno aumenti molto contenuti, nell'ordine di 20-30 euro al mese, irrilevanti rapportati agli aumenti generalizzati causati da un livello di inflazione che non si vedeva da qualche decennio.

Non che ci si aspettasse chissaché, intendiamoci, anche perché, lo sappiamo - ce l'hanno ripetuto ormai fino allo sfinimento - la coperta è corta e arrivare dappertutto è impossibile. E comunque anche manovre finanziarie di altri governi non è che siano mai state molto diverse da questa.

Quello che mi riesce difficile da digerire rimane l'estensione della flat tax al 15% per autonomi e partite IVA con ricavi fino a 85000 euro (prima erano 65000). Nella mia modesta capacità di capire certi meccanismi economici, continuo a chiedermi perché io, lavoratore dipendente con un imponibile annuo che non arriva neppure alla metà del tetto che consente a un autonomo di godere di tale beneficio, ho un livello di tassazione del 46,5% contro il 15% di una partita IVA.

domenica 20 novembre 2022

Ventimila euro per il matrimonio in chiesa

La proposta presentata dalla Lega che prevede un bonus di ventimila euro alle coppie che scelgono di sposarsi in chiesa piuttosto che in comune, descrive forse meglio di ogni altra la pasta di cui è fatta la lega: apparenza, disprezzo dei valori, populismo e demagogia elevati all'ennesima potenza. 

L'idea è stata partorita (non so chi sia il proponente e non m'interessa) in seguito alla constatazione dell'aumento dei matrimoni civili rispetto a quelli religiosi. Per cercare di invertire questa tendenza ecco un bel premio in denaro per convincere i cattivi miscredenti a tornare a sposarsi tra le sacre mura di una chiesa.

La prima cosa che mi sono chiesto una volta letta la notizia è stata: ma a quelli della Lega cosa importa dove sceglie di sposarsi la gente? E perché vogliono che si torni a sposarsi in chiesa? Sarei tentato di ipotizzare che la cosa vada letta in chiave anti-musulmana, nel senso che un maggiore ricorso alle nozze in chiesa possa essere sbandierato come segno di maggiore forza della religione cristiana rispetto a quella musulmana, che nel nostro paese vede col passare del tempo una lenta ma costante affermazione. Il ragionamento, ipotetico, è puerile, me ne rendo conto, ma d'altra parte stiamo parlando di un partito che ha sempre affrontato tematiche complesse facendo ricordo alla banalizzazione, alla puerilità e alla stupidità, quindi non stupirebbe se le cose stessero effettivamente così.

Detto questo, ci sarebbe da considerare che, generalmente, chi sceglie di sposarsi in chiesa lo fa (al netto di immancabili motivazioni relative a quieto vivere e reiterate consuetudini) per adesione a determinati valori morali e religiosi. Tentare di convincere le persone a sposarsi in chiesa dietro offerta di un compenso in denaro mi pare che abbia poco a che fare con la spiritualità e molto col mercimonio. Ora, è vero che la chiesa ha storicamente sempre fatto mercimonio dei sacramenti, ma lo svilimento insito in questa operazione mi pare sia oltremodo spudorato.

D'altra parte è anche vero che alla Lega non è mai fregato nulla dei valori cristiani, se non in chiave strumentale, populista e finto-identitaria, come dimostrano le reiterate esibizioni di crocefissi, rosari, vangeli, corone e quant'altro di Salvini e soci nel corso degli anni, lo stesso Salvini che poi, cristianamente, respingeva i disperati sui barconi che naufragavano nel Mediterraneo.

Ecco perché, alla fine, non stupisce che la Lega abbia avanzato questa proposta. Semplicemente perché il leghismo è questa roba qua.

Qatar

La prima cosa che ho fatto, dopo aver letto della cerimonia d'inaugurazione dei mondiali di calcio in Qatar, è stata andare su Wikipedia per vedere di preciso dov'è il Qatar. Sapevo vagamente che è uno stato mediorientale musulmano ma la sua ubicazione precisa la ignoravo. Non seguendo più da tempo il calcio (in realtà non l'ho mai seguito con particolare interesse) mi sono anche chiesto perché questa tornata di mondiali si tenga in inverno, quando solitamente, almeno che io ricordi, si svolgono in estate. Poi ho dato un'occhiata al meteo del Qatar e ho scoperto che là le temperature di questo periodo sono estive, almeno per i nostri canoni. Forse è per quello, chissà. In ogni caso il nostro paese, l'Italia, non partecipa perché non è riuscita a qualificarsi, quindi il tutto scorrerà nell'indifferenza.

COP27

Di fronte all'ennesimo nulla di fatto del COP27 appena conclusosi a Sharm el-Sheick, dove in sostanza si è faticosamente e genericamente deciso, non si sa bene con quali modalità, che i paesi più ricchi risarciranno i paesi più poveri dei danni prodotti dai cambiamenti climatici, viene da chiedersi perché si continuino ad allestire questi inutili carrozzoni mediatici dove, regolarmente, il punto nodale di tutta la questione, ossia l'impegno vincolante a ridurre le emissioni, viene accuratamente evitato. Rimane un mistero. Per il resto - ai più questa cosa è ormai nota - il punto nodale di cui sopra viene evitato semplicemente perché manca la volontà politica di attuarlo, e perché limitare le emissioni e l'impatto sul pianeta delle attività umane implica una decrescita, concetto che tutti rifuggono per le sue infauste implicazioni (decrescere significa, per i paesi ricchi, diminuire il tenore di vita, con tutte le conseguenze economiche e sociali che ciò comporta).

Quindi, alla fine, la cosa più coerente sarebbe smetterla di fare queste inutili sceneggiate dove puntualmente si decide di non decidere; o al limite, se proprio si vogliono fare, visto che siamo nell'era della comunicazione digitale globale si facciano almeno in videoconferenza ognuno da casa propria.

domenica 13 novembre 2022

Desiderio

Leggo nel libro Le cose dell'amore, di Umberto Galimberti, che la parola desiderio deriva da de-sidera, dove "sidera" è riferito alle stelle.

Ai tempi dei romani i "desiderantes" (da cui "desiderio"), termine citato per la prima volta da Giulio Cesare nel De bello Gallico, erano le sentinelle che di notte si mettevano ai margini dell'accampamento ad aspettare i soldati che ancora non erano rientrati dalla battaglia. Trascorrevano quindi la notte sotto le stelle ("sidera") ad aspettare chi mancava. Da qui il connubio desiderio-mancanza. Perché io desidero ciò che non ho, ciò che mi manca. Una volta che ce l'ho non lo desidero più e mi limito a godere del suo possesso.

sabato 12 novembre 2022

Franco (Battiato)



Ho scoperto solo adesso che in Spagna esiste un movimento giovanile i cui membri aggiungono ad ogni scritta inneggiante al dittatore fascista Francisco Franco il cognome del grande cantautore.

Bello :-)

lunedì 7 novembre 2022

Joachim Ebeling

Non so come si concluderanno le molteplici battaglie legali tra la nave Ong Humanity 1 e il governo, ma indipendentemente da ciò, nutro per questo capitano la stessa stima e la stessa ammirazione che provai per Carola Rackete quando, tre anni fa, forzò il blocco imposto da Salvini ed entrò con la nave Sea Watch 3 nel porto di Lampedusa consentendo ai naufraghi salvati in mare di poter sbarcare.

domenica 6 novembre 2022

Cassetti

Stamattina ho messo in ordine alcuni cassetti in cui non mettevo le mani da anni. Tra le tante cianfrusaglie trovate mi è capitata in mano una foto/cartolina molto vecchia che ritrae la Pensione Sacchini.

Quando io ero piccolo, i miei genitori gestivano una piccola pensione a conduzione familiare a Viserbella, a pochi passi dal mare. In quella pensione ci ho trascorso alcune estati della mia infanzia e ne ho dei bellissimi ricordi. Rivedere quella foto mi ha fatto tornare alla memoria quegli anni: i clienti affezionati che tornavano ogni estate, mia madre che faceva le camere e serviva in sala; mio padre che si occupava dell'amministrazione e teneva i contatti con i fornitori; la cuoca Diana che preparava sempre cibi succulenti. 

Quella piccola pensione, con le sue 15 camere disposte su tre piani, era il mio regno, e io il suo re.

sabato 5 novembre 2022

Tra sceneggiate, teatro e propaganda

Le mille persone che da una decina di giorni sono tenute prigioniere (non vedo altra definizione possibile) su tre navi umanitarie nel Mediterraneo sono, loro malgrado, gli attori di un film che si ripete con triste puntualità. Prima il regista era Salvini, ora Piantedosi, ma il film non cambia. Perché non è nient'altro che squallido teatro? Perché, esattamente come succedeva con Salvini, i naufraghi salvati dalle navi Ong e tenuti teatralmente bloccati sulle navi sono una piccola percentuale del totale di quelli che arrivano.

Per la precisione (La Stampa, 5.11.2022), le navi Ong portano a riva appena il 16% dei naufraghi salvati. Dall'insediamento del nuovo governo sono arrivate sulle nostre coste oltre 9000 persone e di queste solo 985 a bordo di navi umanitarie, tutte le altre sono state soccorse da navi della guardia costiera Italiana o della guardia di finanza, oppure sono arrivate in autonomia con piccole imbarcazioni che sfuggono ai controlli. Ma questo governo, esattamente come quello in cui Salvini faceva lo sbruffone sulla pelle dei disperati, deve dare l'idea della forza, del pugno di ferro, perché i voti li ha presi anche (forse soprattutto) con la promessa di chiudere porti, fermare (inesistenti) invasioni e via di seguito.

A proposito di invasioni, o di stupide narrazioni tipo "non possiamo prenderli tutti noi", tutte balle che a forza di essere ripetute hanno acquistato dignità di verità, sono i numeri che parlano. Nel 2021 la Germania ha accolto 191000 richieste di asilo, un terzo del totale; la Francia 121000, la Spagna 65000, l'Italia 53000, mentre gli stranieri oggi presenti sul territorio italiano non arrivano al 10 percento del totale. Se il significato delle parole ha ancora un senso, dove sarebbe quest'invasione?

Una invasione vera, e potenzialmente travolgente, l'avremo se non la smetteremo di affrontare il problema delle migrazioni con la cialtroneria, il dilettantismo e lo sciacallaggio politico con cui le abbiamo affrontate negli ultimi anni. Perché le migrazioni, nonostante ciò che ci vogliono raccontare, non sono più un fenomeno emergenziale, se mai lo sono state, sono un fenomeno storico sociale di portata globale con cui avremo a che fare almeno per i prossimi cinquant'anni, con centinaia di milioni di persone che si sposteranno da una parte all'altra del pianeta a causa di guerre, povertà, inaridimento delle terre causato dai cambiamenti climatici. Ma davvero vogliamo pensare di affrontare questo gigantesco problema bloccando qualche migliaio di disperati su delle navi?

Auguri a noi.

venerdì 4 novembre 2022

L'era della disinformazione

 

 

Se andate in edicola, allegato al numero di novembre del mensile Le scienze trovate questo libro, curato da Walter Quattrociocchi. È una interessante raccolta di scritti con cui informatici, psicologi, sociologi, esperti di comunicazione tentano di spiegare i motivi per cui oggi, nei media digitali, ma anche tradizionali, in generale nella società, impera la disinformazione, e anche i motivi che spingono tantissime persone a credere a bufale e complotti più o meno improbabili.

Gran parte della responsabilità è da addebitare a vulnerabilità cognitive proprie della nostra specie, che gli algoritmi che stanno alla base del funzionamento dei social media hanno imparato a sfruttare tendendo a mostrare a ogni utente contenuti in linea con la sua visione del mondo.

A questo c'è da aggiungere un cambio completo di paradigma, indotto dai social, nel processo di accesso alle informazioni, in particolar modo riguardo al fatto che oggi viviamo immersi in fiumi di notizie e abbiamo pochissimo tempo per elaborarle (i social sono strutturati per agevolare la velocità e i dettati ipnotici a scapito della riflessione), e questi fattori fanno sì che si tenda a soffermarsi su quelle che aderiscono alla nostra visione del mondo piuttosto che a quella avversa.

Anche per quanto riguarda la credenza nei complotti hanno una certa responsabilità le tare cognitive di cui sopra, aggravate da alcuni fattori peculiari della nostra epoca. Ad esempio l'ansia. L'autore cita numerosi studi da cui si evince che gli eventi che si stanno verificando nel mondo (pandemia, guerra, aumento di povertà e disuguaglianze, catastrofi climatiche, migrazioni ecc.) favoriscono la crescita di emozioni di fondo che rendono le persone più propense a credere all'esistenza di cospirazioni. In situazioni di forte ansia, rivelano sempre questi studi, le persone sono quindi maggiormente spinte a pensare in modi che si avvicinano di più al complottismo. Questo succede perché credere a un complotto è generalmente poco faticoso (richiede molto più tempo analizzare e approfondire le vere cause di un fenomeno), e in più credere a una cospirazine dà la (falsa) sensazione di fare sembrare il mondo più semplice e di poter meglio controllare ciò che succede.

Un libro veramente avvincente, che spiega in maniera chiara molte delle dinamiche sociali che regolano la società in cui viviamo.

giovedì 3 novembre 2022

Raccogliere i migranti

Il modo in cui si utilizza il linguaggio è estremamente indicativo, al netto di eventuali errori di interpretazione sempre possibili, delle idee di chi si esprime. 

Quando ad esempio il neoministro dell'Interno parla di migranti come di qualcosa che si raccoglie in mare, mi viene istintivamente da pensare che la considerazione che lui nutre nei loro confronti non sia eccessivamente elevata. Raccogliere qualcosa in mare a me fa venire alla mente, che ne so?, le azioni meritevoli dei volenterosi di qualche associazione che vanno a raccogliere plastica e rifiuti vari, ad esempio.

Provate a fare la seguente sostituzione. Il ministro ha detto: "Non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare". Se invece avesse detto: "Non possiamo farci carico delle persone che vengono salvate in mare", sarebbe stato diverso? A mio avviso sì, sarebbe stato molto diverso.

In primo luogo perché avrebbe elevato i migranti alla dignità di persone (il sostantivo migrante ha oggi assunto, dopo anni di delegittimazioni politico-mediatiche, una connotazione fortemente negativa); in secondo luogo perché, a livello di impatto psicologico-cognitivo, c'è differenza tra "migrante" e "persona salvata in mare", e in virtù di questo appare meno grave impedire per giorni e giorni lo sbarco a dei migranti piuttosto che a naufraghi salvati in mare.

Boh, non so, magari è solo una mia impressione, quindi prendetela per quello che vale. Ma il fatto che il neoministro dell'Interno fosse capo di gabinetto al Viminale ai tempi in cui era sciaguratamente ministro Salvini, e che sia stato tra l'altro co-estensore dei famigerati decreti sicurezza, mi fa pensare che forse non ho sbagliato di molto.

Gli attivisti sul raccordo anulare

Leggevo ieri del blocco del raccordo anulare a Roma attuato da alcuni attivisti come opera di sensibilizzazione sul problema del riscaldamento globale. Mi chiedevo: posto che il problema è reale, serio, drammatico, è questa una maniera corretta di sensibilizzazione? È giusto creare disagi al prossimo in nome di un ideale, per quanto nobile esso sia? A me sembra di no.

In quel fiume di macchine bloccate ci poteva essere chi andava a un appuntamento medico prenotato magari da mesi, chi a un appuntamento con un notaio, chi rientrava a casa distrutto dopo un turno di lavoro massacrante - aggiungete a piacere ogni esempio che vi viene in mente.

Il problema del riscaldamento globale, tra le sue tante sfaccettature comprende anche quella del piano comunicativo con cui si vuole affrontare. Atti come questo contribuiscono a sensibilizzare o, al contrario, non fanno altro che aumentare le polarizzazioni attorno a un tema che già di per sé è estremamente polarizzante? Temo che la risposta giusta sia la seconda.

martedì 1 novembre 2022

[...]

"Un ordine ha trasformato queste figure in nemici nostri; un altro ordine potrebbe trasformarli in amici." 

 (da Niente di nuovo sul fronte occidentale - E. M. Remarque)

 


 

I rave party

Scopriamo oggi che nel nostro paese esiste una emergenza di un certo rilievo di cui non ci eravamo mai accorti: i rave party. Una minaccia talmente grave da spingere i solerti legislatori non ad inasprire le misure per contrastarli, ma addirittura a istituire all'uopo una nuova tipologia di reato che sarà inserita per decreto nel nostro codice penale. C'è senz'altro da tirare un sospiro di sollievo di fronte a cotanta solerzia, dal momento che la gravissima minaccia rappresentata da orde di giovani squinternati e un po' fatti, che amano riunirsi in capannoni dismessi per ballare, era a gran parte delle italiche genti sconosciuta.

Naturalmente, la misura presa dà anche una chiara indicazione circa l'andazzo ideologico su cui sarà improntato l'agire del nuovo governo per quanto riguarda ordine pubblico e libertà personali, ma di questo avremo modo di avere conferma - o magari smentita, perché no? - nel prossimo futuro. Da queste parti, molto sommessamente, ci si limita a chiedere perché istituire con cotanto impeto una nuova tipologia di reato dal momento che il famoso rave svoltosi a Modena lo scorso weekend, quello che ha rappresentato un po' il casus belli di tutto, è stato sgomberato tranquillamente e pacificamente con le vecchie regole.

Impressioni di settembre

Ieri quelli de Il Post hanno pubblicato un bellissimo articolo, che è una citazione tratta da un libro appena uscito di Mauro Pagani, in cui si spiega come nacque Impressioni di settembre, forse la più iconica e più universalmente nota canzone della PFM. Così invogliato, mi sono messo al pianoforte e ne ho accennato, in maniera molto sgangherata, un piccolo brano.

domenica 30 ottobre 2022

Teddy


Mi capita abbastanza raramente di leggere un romanzo di 400 pagine in un giorno solo. È capitato con questo, iniziato ieri sera e terminato adesso. Avvincente, spettacolare, originale, interessante e mai noioso, con una impressionante serie di colpi di scena per lo più concentrati nelle ultime cento pagine. Probabilmente il thriller più bello letto quest'anno.

venerdì 28 ottobre 2022

Cento anni fa

Cento anni fa, come oggi, ci fu la famigerata marcia su Roma. Le cose, per tutta una serie di motivi, andarono in un certo modo quando sarebbe bastato poco per farle andare diversamente (sì, mi riferisco anche a Vittorio Emanuele III). Amen, ormai è storia. 

Per chi non sapesse cosa è stata la marcia su Roma segnalo questo articolo ben scritto di Piero Sansonetti, in cui si riassume lo svolgersi degli avvenimenti e dove si spiega perché quel tipo di fascismo lì, oggi, non può tornare (su questo concordo e ne avevo già scritto su queste pagine). Ovviamente, anche se quel fascismo lì, il fascismo storico, non tornerà, ci sono altri tipi di "fascismi" a cui fare attenzione.

Diecimila euro

Io non sono un economista, ma immagino non ci voglia una laurea per capire che se si agevola la circolazione del contante l'evasione cresce, come dimostra, numeri alla mano, questo studio di Bankitalia realizzato nel 2016, quando Renzi alzò la soglia massima di utilizzo del denaro cash da 2000 a 3000 euro. 

Un paio di giorni fa, forse avrete letto, è uscito fuori Salvini (e chi, se no?) con una rivoluzionaria proposta (in realtà la proposta non è sua ma di un altro leghista, e lui l'ha rilanciata e avallata con grande impeto): portare il tetto massimo all'uso del contante a 10.000 euro. Altro grande sponsor della proposta è naturalmente la signora Meloni, la quale ha dichiarato (non sto scherzando) che un tetto troppo basso al contante "penalizza i più poveri".

È allo stesso tempo tragico e comico che nel paese che ha un tasso di evasione fiscale tra i più alti del pianeta (circa 100 miliardi di euro all'anno) si vogliano adottare misure per renderlo ancora più elevato. Ma la destra è anche questa cosa qua, per chi non l'avesse ancora capito. E poi, signora mia, lo sappiamo tutti che il male assoluto è il Reddito di cittadinanza, no?

giovedì 27 ottobre 2022

Bucanieri

Leggo nel saggio di Corrado Augias I segreti di Londra, cui accennavo in un post precedente, che il termine bucaniere, con cui generalmente si indicano i pirati del mare, in realtà ha una genesi che col mare non c'entra niente. Con questo sostantivo si indicavano infatti, in origine, quei fuggitivi riuniti in bande e coperti di stracci che cacciavano il bestiame selvatico nelle isole delle Antille, e che usavano cuocere le loro prede sulla brace. 

Il verbo "buocaner" in francese significa appunto affumicare le carni, e "boucanée" è la carne affumicata sulle braci. Col tempo il termine si specializzò e prese a indicare direttamente i pirati delle Antille, che nelle loro vivaci e semianarchiche comunità impiegavano quella tecnica per conservare i cibi.

Bello.

Francesco e la pornografia

Papa Francesco ogni tanto ha delle uscite che mi fanno sorridere. Ma lo dico non in senso ironico, in senso simpatico. Ieri, ad esempio, si è rivolto a preti, suore e seminaristi intimando loro di non guardare film porno su internet, perché - dice - il diavolo entra anche da lì e la pornografia corrompe l'anima. 

Ora, sorvolando sulla simpatica e un po' infantile ingenuità insita nell'idea che esista un diavolo che si insinua nell'anima delle persone per corromperle, mi chiedo cosa sia la vera pornografia. Sono forse i video su Pornhub e simili? Sì, tecnicamente è pornografia. Ma a mio avviso la vera pornografia sono le trasmissioni tipo quelle della De Filippi, dove si mette a nudo non il corpo, ma l'anima delle persone.

La vera pornografia credo sia mettere in piazza in tv, di fronte a milioni di persone, i propri sentimenti, il proprio "io" interiore, la propria intimità; è spogliarsi completamente, a favore di telecamera, di ogni lato interiore. Questa è pornografia, non un video su internet dove si vedono scene di sesso. Sarebbe bello che papa Francesco dicesse qualcosa anche su questo.

martedì 25 ottobre 2022

Matrimoni (economici)


Leggendo queste pagine, tratte dal saggio di Corrado Augias I segreti di Londra, che sto leggendo in questi giorni, mi è tornata alla mente una conferenza di Umberto Galimberti, ascoltata qualche tempo fa, che trattava dell'evoluzione storica del concetto di famiglia. Vi si diceva che, storicamente, il matrimonio come lo conosciamo oggi, ossia la libera unione di due persone che si scelgono per amore, è una conquista recentissima che nel nostro paese risale alla prima metà del Novecento. 

Per tutto il lunghissimo arco di tempo precedente, il matrimonio è stato sempre inteso come un contratto di tipo economico. Le unioni venivano infatti stabilite dalle famiglie per suggellare accordi dinastici, territoriali, lavorativi, familiari, di prestigio sociale. Come scrive lo stesso Augias, innamoramento, attrazione e amore erano visti come fastidiosi e pericolosi inciampi per il semplice motivo che l'inevitabile loro scemare poteva portare alla fine del matrimonio.

Tra l'altro, il matrimonio basato sulla libera scelta di due persone che si amano è prerogativa tipicamente occidentale. Ci sono tantissime zone del mondo dove ancora vige il matrimonio imposto dalle famiglie per motivi economici. In Turchia, ad esempio, ancora oggi in molte celebrazioni matrimoniali lo sposo conosce la sposa (entrambi scelti dalle famiglie) il giorno stesso delle nozze. 

In pratica, ciò che a noi oggi sembra un'assurdità è stata la regola per secoli, da quando l'istituto del matrimonio è stato inventato, e in buona parte del mondo è ancora così. Tutto questo anche per fare notare l'assurdità di espressioni, oggi molto in voga, come "famiglia naturale" basata sul matrimonio. Non c'è niente di naturale nell'istituto familiare come lo intendiamo oggi qui in occidente (papà e mamma che si sposano, possibilmente in chiesa, e generano prole). Si tratta semplicemente di un prodotto culturale, e basta mettere un attimo il naso fuori dal nostro piccolo ombelico per rendersi conto che forse niente come il matrimonio è appunto un prodotto culturale che con la natura non ha niente a che vedere.

domenica 23 ottobre 2022

Da Torriana a Montebello (e ritorno)

Complice la giornata estiva (qua oggi c'erano 26°), ho approfittato per fare una camminata in solitaria tra boschi e castelli sulle colline di Poggio Torriana. Da casa, sono arrivato con la macchina fino al parcheggio della chiesa di Torriana e da lì, a piedi, mi sono incamminato verso Montebello tagliando per il bosco. Una camminata di due ore e mezza circa. Qualche foto.
Nella foto qui di seguito, l'entrata del castello di Torriana, detto anche castello dalle due torri.

Da qui ho proseguito poi verso Montebello.

Ed ecco, finalmente, Montebello, nelle foto qui di seguito.

Alcune immagini del castello di Montebello, all'interno del quale vive - si dice - il fantasma di Azzurrina.

Il castello l'avevo già visitato, in passato, quindi non sono entrato. Diciamo che ha rappresentato solo la mèta della mia camminata.

Alcune vedute della valle del Marecchia da Montebello.

Era da parecchio tempo che non andavo più a camminare in questi posti, veramente tanto, devo dire che mi ha fatto piacere tornarci. E sto già pensando a un altro itinerario da fare domenica prossima.