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domenica 28 agosto 2022

Dove sono gli euroscettici?

Da una rapida scorsa ai punti principali dei programmi dei vari partiti ho notato una cosa: sono spariti gli euroscettici, se si esclude quella barzelletta vivente di Gianluigi Paragone e il suo Italexit. Euroscettici che, se ricordate, abbondavano in occasione delle politiche del 2018, quando nacque il governo targato Cinquestelle/Lega. Entrambi questi partiti, i Cinquestelle in particolare ma anche la Lega, imperniarono infatti buona parte della loro campagna elettorale su uno sganciamento, più ideale che praticabile, dai vincoli economici e politici che ci legano all'Europa.

Oggi non c'è più niente di tutto questo, per il semplice motivo che, rispetto a cinque anni fa, abbiamo a che fare con un conflitto alle porte dell'Europa, una pandemia che nonostante non se ne parli più è tutt'altro che finita, la certezza di un inverno che sul fronte energetico lascerà morti e feriti e un tasso di povertà, in continuo rialzo, che ha raggiunto livelli mai visti.

Tutte situazione, queste, che spingono anche gli autarchici più sfegatati ad accantonare le loro velleità euroscettiche, consci del fatto che potremo tentare di fare fronte a tutto ciò che incombe solo facendo gruppo e restando saldamente uniti. Anche la signora Meloni, che da sempre accarezza un certo tipo di elettorato, in vista di un suo possibile ingresso a palazzo Chigi ha da tempo imboccato la via moderata dell'atlantismo e dell'europeismo (in chiave soprattutto di tranquillizzazione dei mercati, perché oggi sono loro che hanno in mano i destini di ogni singolo paese).

In definitiva è sempre la solita storia: si strepita e si sbraita di cose che gli stessi proponenti sanno essere non praticabili, salvo poi accantonare tutto velocemente di fronte alla realtà.

7 commenti:

  1. Ero e sono euroscettico: troppo comodo mandare esseri umani ad ammazzarsi in una guerra e poi sedersi attorno a un tavolino, mettere qualche firma su un pezzo di carta e amici come prima. Ognuno per sé, politicamente parlando, grazie.

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    1. Politicamente potrebbe anche essere plausibile, dal momento che oggi il potere decisionale si è spostato dalla politica (che non decide più niente) all'economia (che decide tutto). In ogni caso io sono europeista convinto, pur riconoscendone gli infiniti problemi e magagne.

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  2. Gravo, l'Italexit è una barzelletta. Non lo dico io, lo dicono le dinamiche economiche globali in cui siamo inseriti. Prova a documentarti un po'.

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  3. Credo che il problema Europa in questo momento sia ultimo nei pensieri degli italiani, sempre più disoccupati, licenziati e poveri. Senza soldi per mangiare bisogna ridare la dignità alle persone tramite l'annullamento della legge Fornero, che darebbe una entrata sicura dopo tanti anni di lavoro e sacrifici. Il reddito di cittadinanza è una ingiustizia sociale che non ha niente a che vedere con i disoccupati cinquantenni che non riescono a ritrovare e ricollocarsi in nessun tipo di lavoro idoneo. Troppo referenziati per essere sottopagati, ma in verità magari fosse. Inoltre gli artigiani e le piccole imprese hanno bisogno di aiuto per pagare le bollette e sarebbe anche giusto che lo Stato si facesse carico di questo visto che è socio al 50% di tutte le imprese con la tassazione altissima.
    La sinistra e 5 stelle e Lega non sono riusciti a fare nulla. Quindi che dobbiamo fare? Provare una nuova alternativa tappandosi in naso, e vedere come va?

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  4. Temo che fra breve lo sapremo.

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  5. Ieri al mercato ho sentito un tizio blaterare una frase che non sentivo da un po': ci vorrebbe un bel colpo di stato! Mi sono girata per vedere che faccia avesse questo idiota, in effetti trattavasi di un mio compagno delle elementari, che, poveretto, non era 100. Però vota anche lui.

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    1. Quelli che blaterano di colpo di stato non hanno la minima idea di cosa sia, altrimenti starebbero zitti.

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