Pagine

mercoledì 2 marzo 2022

Dostoevskij, Paolo Nori e la Bicocca

Da qualsiasi parte la si guardi, la decisione della Bicocca, ora ritrattata, di non affidare a Paolo Nori una serie di lezioni su Dostoevskij "per evitare polemiche in questo momento di grande tensione", non sta in piedi da qualsiasi parte la si guardi. Tra l'altro, questa cosa puzza di "cancel culture" lontano un chilometro. Però tutta questa polemica un merito l'ha avuto: mi ha fatto venire voglia di rileggere Delitto e castigo, che lessi per la prima volta qualche anno fa (ne avevo accennato qui).

Per quanto riguarda questa assurda e a mio parere stupida moda della cosiddetta "cancel culture", su cui ho già scritto e non ci torno su, vale sempre ciò che in proposito disse qualche tempo fa il grande Alessandro Barbero (qui).

11 commenti:

  1. Nella guerre la prima a morire è la verità. Ma anche il cervello corre seri rischi, temo. Per fortuna si sono accorti di avere fatto una cazzata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La sempre bravissima Galatea ha fatto un elenco di tutti gli autori di cui non si dovrebbe parlare se si seguisse questo principio (qui).
      Non si sa se ridere o piangere.

      Elimina
  2. Io non ho parole... anzi, ne avrei pure troppe. Senza contare che Dostoevskij pagò la sua opposizione al regime con una (quasi) fucilazione e i lavori forzati in Siberia, tanto per precisare. Hai ragione, questa cosa puzza di cancel culture o comunque nel classico elenco "buoni" e "cattivi" con cui lavarci la coscienza. Grazie anche per aver inserito il video di Barbero che mi sono guardata per la prima volta con molto interesse. Mi sto occupando da almeno un anno di questa pericolosa idiozia della cancel culture.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te, Cristina. Ci si dovrebbe attivare in qualsiasi modo, magari facendo opera di sensibilizzazione, per cercare di arginare questa ridicola deriva. Ma temo servirebbe a poco, purtroppo.

      Elimina
  3. Ieri mia figlia era a un concerto, è rimasta senza parole quando hanno cancellato dal programma un brano di Tchaikovsky. L'idiozia regna dovunque

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero. Tra l'altro ho letto che i vertici dell'ateneo hanno giustificato la decisione col desiderio di ampliare le lezioni inserendo contributi di scrittori ucraini. Questa cosa mi ha fatto venire in mente Pillon quando auspicava che, a Sanremo, venisse affiancato a Drusilla Foer un padre di famiglia, possibilmente conservatore, per pareggiare.
      Ecco, la Bicocca si è abbassata ai livelli di un Pillon qualsiasi.

      Elimina
  4. Alla fine Paolo Nori ha preso la sola, secondo me, decisione possibile:

    https://www.lastampa.it/cronaca/2022/03/02/news/paolo_nori_non_fara_lezione_alla_bicocca_non_conosco_scrittori_ucraini_andro_altrove_-2866569/?ref=LSHEXTRA-BH-I0-PM9-S1-T1

    RispondiElimina
  5. Vietare Dostoevskij è alla stessa stregua di non comprare insalata russa. A confondere l'utile col ridicolo non ci batte nessuno.

    RispondiElimina