Nel libro
Le ossa parlano, di Antonio Manzini, a un certo punto viene citata e riassunta
Il soldatino di stagno, una delle fiabe più tristi dell'universo, e a me, improvvisamente, è tornato in mente il ricordo dolce e bellissimo di quando mia madre la leggeva a me e a mio fratello.
I libri fanno anche questo.
Ma sai che è un ricordo pure mio.
RispondiEliminaDa ragazzino avevo un bel libro illustrato di quella fiaba.
Con dei disegni stupendi .
Ricordo ancora il cuore di stagno e la scarpetta unici sopravvissuti alle fiamme del camino.
Ciao Andrea
Si, avevo anch'io un libretto con quella fiaba illustrata. E riesco a ricordare nitidamente le fattezze di questo soldatino a cui mancava una gamba.
EliminaCiao Max.
Assolutamnete si ... ed è molto bello quando succede
RispondiEliminaVero, molto bello.
EliminaMi hai fatto pensare a mia nonna che quando ci leggeva le fiabe ci avvolgeva nei suoi lunghissimi capelli. Essendo alta un metro ottanta, magrissima, con due denti soli sembrava proprio la strega delle fiabe. A me faceva tanta paura la fiaba di Barbablu.
RispondiEliminaLa fiaba di Barbablù, pur avendone sempre sentito parlare, non l'ho mai letta. Per il resto... mi hai fatto sorridere :-)
Elimina