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sabato 29 gennaio 2022

Perché Mussolini rovinò l'Italia

Ho terminato il saggio storico di Bruno Vespa, ricevuto in regalo (ben difficilmente avrei speso di mia iniziativa soldi in un suo libro), di cui avevo accennato qui. Devo dare atto a Vespa, contro ogni aspettativa, di avere buone capacità divulgative e di aver scritto un saggio dai tratti avvincenti, anche se i fatti narrati hanno un taglio più da cronista che da storico.

Il libro in questione prende in esame le vicende politiche e militari che sfociarono nella decisione di Mussolini di trascinare l'Italia nella disastrosa (per noi) seconda guerra mondiale, prendendo avvio dagli incessanti corteggiamenti di Hitler ("Uomini come Mussolini nascono una volta ogni mille anni"), che modellò la sua politica dittatoriale e il suo partito ispirandosi al partito fascista del Duce, e descrivendo l'infinita serie di errori che portarono il nostro paese alla rovina economica, militare e politica. 

Rispetto agli altri libri sulla storia del fascismo che ho letto, questo ha il pregio di essere molto particolareggiato nella ricostruzione dei fatti, ottenuta anche facendo ricorso a documentazione tratta dai diari personali che i vari personaggi che contornavano i due dittatori scrivevano per tenere traccia del succedersi delle vicende. 

L'unica pecca del libro sta, forse, nella non-risposta alla domanda che gli dà il titolo. O comunque nell'impressione di incompletezza della stessa. In realtà, i motivi che spinsero Mussolini a fare ciò che fece sono molteplici e diversi a seconda dei casi. Prendiamo ad esempio la promulgazione delle leggi razziali, forse la sua macchia più ignobile. Come si conciliano col fatto che fino al 1936 Mussolini era stato un attivo difensore della minoranza ebraica dalle persecuzioni naziste e che Hitler non fece mai nessuna pressione né mostrò mai desiderio che le realizzasse? Si spiega con una sorta di vassallaggio ideologico totalmente irrazionale.

Cosa lo spinse a imbarcarsi nella disastrose campagne di Grecia, d'Africa o, peggio ancora, francese o russa? Tutti i suoi consiglieri gli dissero a più riprese che inviare contingenti male armati, male vestiti e male organizzati nelle sterminate terre russe sarebbe stata una follia. Lui ce li inviò lo stesso, mandando a morte tra gli ottantamila e centomila italiani nella ritirata del Don. Stessa cosa per l'entrata in guerra del giugno 1940. Mussolini sapeva benissimo che l'Italia non era assolutamente pronta a entrare in guerra, ma lo fece lo stesso vedendo che la Germania aveva conquistato già mezza Europa. Una serie di guerre inutili che ebbero come unici risultati l'elevatissimo numero di perdite umane e l'allarmante aumento della povertà e peggioramento delle condizioni economiche del paese.

Nel 1945 l'Italia era un paese devastato e distrutto. Perché? si chiede Vespa. Forse megalomania, forse incompetenza, forse irresponsabilità, forse incapacità di immaginare le conseguenze delle decisioni, forse anche un po' di pazzia, o forse tutte queste cose insieme. In ogni caso, è uno dei tanti libri che dovrebbero leggere i teorici della storiella che in fondo ha anche fatto cose buone.

12 commenti:

  1. Le "cose buone" sono soltanto attribuite a Mussolini, non le ha fatte lui, o se vi ha contribuito è stato soltanto in minima parte.

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    1. Certo, in vent'anni di governo (governo, vabbe'...) qualcosa di buono e di utile deve averlo fatto per forza, altrimenti non avrebbero aspettato vent'anni prima di farlo fuori. Ma se si guardano quei vent'anni nel loro complesso in maniera obiettiva, non si può non parlare di disastro.

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    2. Oltre a quanto puoi trovare su Youtube con semplice ricerca c'è su Facebook un'intervista spassosissima a un "simpatizzante" che ti giro: clicca.
      Dopo la cui visione, quel qualcosa di buon e utile credo si riduca ulteriormente.

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    3. Ah sì, me lo ricordo quel video del grande Saverio Tommasi, lo vidi sulla pagina Fanpage di YouTube, a cui sono iscritto. Tra l'altro, quello linkato da te è solo una parte tagliata, la versione integrale è più lunga e composta di interviste anche ad altri pittoreschi personaggi. Se non ricordo male, Tommasi lo girò a Predappio in occasione di una delle tante commemorazioni del duce che vi si fanno, e rischiò pure di beccarsi qualche schiaffone (vabbe' che lui ci è abituato) :-)
      Comunque, la faccenda sulle cose buone è ironica, ho letto un sufficiente numero di libri sulla storia del fascismo per non sapere come stanno le cose.
      Un paio d'anni fa, sempre a proposito di cose buone, lessi questo: istruttivo e illuminante.

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  2. Non l'ho letto ma concordo con la tua chiusa.

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    1. A me non è dispiaciuto, è molto istruttivo.

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  3. A me basta e avanza sapere che ha fatto le leggi razziali... alla larga.

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  4. Una persona ignorante ed egocentrica con un grande carisma. Un pessimo stratega, economista e statista. Il fascino delle parole vuote che sembrano promesse. I narcisisti sono pericolosissimi e dovrebbero essere marchiati come la lettera scarlatta, Renzi per primo oggi.
    Elisa

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    1. Su Renzi mi trovi perfettamente d'accordo. Lo detesto dai tempi in cui era ancora sindaco di Firenze.

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  5. Certo che quel sottotitolo tra parentesi... :D
    Comunque mai avrei pensato che un libro di Vespa potesse incuriosirmi, ma da quello che hai scritto sembra invece interessante.

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    1. La parte in cui descrive il periodo mussoliniano è fatta molto bene. L'ultima parte, in cui racconta le vicende politiche che hanno portato Draghi nella stanza dei bottoni, l'ho saltata a pie' pari :-)

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