Una coppia di genitori toglie la loro figlia da una scuola primaria di Massa Carrara. Motivo? La presenza, a loro dire, del terribile gender, una bufala ormai conclamata ma ancora capace di terrorizzare schiere di genitori (non tutti, ovviamente, solo quelli maggiormente refrattari all'uso del normale raziocinio e capacità di discernimento propri di ogni persona, come ad esempio molti cattolici). La bimba è stata quindi tolta da quella scuola primaria e affidata a una scuola paritaria cattolica. Ma come si manifestava in quella scuola il terribile gender? Sotto quali sembianze si celava il terribile mostro? Era nascosto niente di meno che tra le pieghe del famoso progetto Liber* Tutt*, patrocinato dal Ministero delle Pari Opportunità con lo scopo di inculcare nei bambini i primi anticorpi contro le discriminazioni. In particolare, sotto accusa sono finite due fiabe, una in cui si racconta di una principessa che salva un principe rinchiuso in una torre e l'altra in cui si racconta di un bambino che gioca con le bambole. È una cosa terribile, non trovate anche voi? Bene, allora vi racconto una storia.
Quando ero bambino, età delle elementari o giù di lì, i miei genitori gestivano durante il periodo estivo una piccola pensione a conduzione familiare a Viserbella, sul mare. Questa pensione confinava con un'altra e il confine era delimitato da una rete. Ebbene, io passavo gran parte delle mie giornate a giocare con la figlia dei titolari della pensione vicina. Spesso i miei non volevano che andassi di là da lei e allora ci mettevamo a giocare attaccati alla rete. Sapete qual era il nostro gioco preferito? Le torte! Immaginavamo di essere due massaie in cucina che preparavano delle torte. E le preparavamo davvero, utilizzando i sottovasi in plastica dei vasi dei fiori come padelle e riempiendoli con la sabbia bagnata. Per decorare queste torte usavamo i rametti strappati a una siepe lì vicino. Poi immaginavamo di metterle in forno a cuocere e, ultimata la cottura, ce le passavamo sollevando la rete quel tanto necessario a consentirne il passaggio. Era un gioco da maschi? Era un gioco da femmine? Sapete la verità? Non ce n'è mai fregato assolutamente niente, né a noi né ai nostri genitori. Noi pensavamo a divertirci e a inventare nuovi giochi e quel problema non ce lo siamo mai posto.
Per quanto riguarda la questione delle bambole, io non ci ho mai giocato da piccolo, ma non per chissà quale motivo, semplicemente perché ho un fratello. Se invece che un fratello avessi avuto una sorella, i miei genitori le avrebbero comprato delle bambole e io sicuramente ci avrei giocato, così come mia sorella avrebbe giocato coi miei camioncini e le mie macchinine, come del resto capita in tutte le famiglie con due o più figli dal sesso differente. È la cosa più normale del mondo, ed è solo nella mente bacata di genitori poveri di intelletto (sì, Adinolfi, dico anche a te!) che può nascere l'idea che tutto ciò possa rappresentare un pericolo per i bambini, tanto da toglierli da una scuola.
Sapete qual è il vero pericolo a cui vanno incontro i bambini, oggi? L'ottusità e l'ignoranza dei grandi spacciate da senso di protezione dei figli da pericoli immaginari; e lì, purtroppo, c'è ben poco da fare.
Pagine
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sabato 31 ottobre 2015
giovedì 29 ottobre 2015
martedì 27 ottobre 2015
Tocca alla carne rossa
Va bene, la carne rossa e gli insaccati sono potenzialmente cancerogeni, specie se consumati in abbondanza. Queste cose le sapevamo già, anche prima che arrivasse l'OMS - qualsiasi medico degno di questo nome ti dirà sempre di andarci piano con le rosse e tranquillo con le bianche. Ma c'è qualcosa che non ci dicono essere potenzialmente cancerogeno, oggi? Già come esci la mattina di casa e cammini in mezzo al traffico sei potenzialmente a rischio di beccarti un cancro ai polmoni. E poi ci sono le merendine, le sigarette, l'alcol, le polveri sottili, le polveri grosse (la polvere in casa? Boh), le vernici, ci sono le neoplasie collegate a certi tipi di professioni, al sovrappeso, alla vita prevalentemente sedentaria (presente!). Basta documentarsi un pochino per scoprire che le cause che possono provocarlo sono praticamente infinite (la sfiga è tra queste) e, in linea generale, tutte collegate allo stile di vita assunto dalla civiltà occidentale della pigrizia, dell'opulenza e del benessere.
Togliamo la carne rossa dalla nostra dieta? Va benissimo: abbiamo eliminato uno dei tantissimi fattori di rischio, ma ne rimangono ancora a centinaia, della maggioranza dei quali non siamo neppure consapevoli. E se volessimo eliminarli tutti dovremmo cambiare la nostra civiltà o rinunciare alla quasi totalità dei nostri vizi. Un giorno l'OMS se ne uscirà con un bel comunicato dove dirà: guardate che dopo un certo numero di anni dalla nascita dovete morire. Ma sarà sempre tardi, perché qualcuno ci era già arrivato trent'anni fa.
"...e capirai che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere [o le carni rosse], ma qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere."
(F. Guccini - La canzone della bambina portoghese)
Togliamo la carne rossa dalla nostra dieta? Va benissimo: abbiamo eliminato uno dei tantissimi fattori di rischio, ma ne rimangono ancora a centinaia, della maggioranza dei quali non siamo neppure consapevoli. E se volessimo eliminarli tutti dovremmo cambiare la nostra civiltà o rinunciare alla quasi totalità dei nostri vizi. Un giorno l'OMS se ne uscirà con un bel comunicato dove dirà: guardate che dopo un certo numero di anni dalla nascita dovete morire. Ma sarà sempre tardi, perché qualcuno ci era già arrivato trent'anni fa.
"...e capirai che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere [o le carni rosse], ma qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere."
(F. Guccini - La canzone della bambina portoghese)
domenica 25 ottobre 2015
Quando a noi blogger ci prendevano a pesci in faccia
Ricordate? C'è stato un periodo, e in parte c'è ancora, in cui noi blogger eravamo additati dai professoroni del giornalismo come ciarlatani: inaffidabili, impreparati, ignoranti, cazzari, bufalari e chi più ne ha più ne metta. Loro invece erano gli dei, i professori, l'icona dell'attendibilità, della serietà e della deontologia professionale. Se le parti non si sono oggi completamente invertite, poco ci manca.
sabato 24 ottobre 2015
Dice Verdini
Dice Verdini, durante un'udienza del processo sulla P3 in cui è imputato a Firenze, che Dell'Utri "Era il fondatore di Forza Italia, un'icona e un punto di riferimento per me, una figura carismatica, provavo per lui amicizia e stima."
Durante una delle pause del processo, uno dei tanti che ha sul groppone, Verdini tornerà poi in aula, al Senato, per votare martedì prossimo la legge di stabilità. Dell'Utri, già sodale di Berlusconi e coimputato di Verdini nello stesso processo, è già da tempo in galera per mafia, per chi si fosse dimenticato. Renzi è tranquillo, fa come se niente fosse, avere come principale collaboratore un plurimputato amico fraterno di mafiosi non lo scalfisce, tanto che lo difende pure. "Verdini non è il mostro di Lochness, inoltre lui e i suoi non fanno parte della maggioranza di governo. Votano le riforme non la fiducia", diceva il tipo di Rignano appena una quindicina di giorni fa. Ovviamente non è vero niente, perché - è notizia di oggi - Renzi ha già promesso l'ingresso a pieno titolo nel governo a Verdini e ai suoi in cambio della loro firma per far passare la legge di stabilità.
Ora, alla luce di tutto questo, una domanda da rivolgere ai piddini, specie ai renziani, viene quasi spontanea: non vi fate un po' schifo?
Durante una delle pause del processo, uno dei tanti che ha sul groppone, Verdini tornerà poi in aula, al Senato, per votare martedì prossimo la legge di stabilità. Dell'Utri, già sodale di Berlusconi e coimputato di Verdini nello stesso processo, è già da tempo in galera per mafia, per chi si fosse dimenticato. Renzi è tranquillo, fa come se niente fosse, avere come principale collaboratore un plurimputato amico fraterno di mafiosi non lo scalfisce, tanto che lo difende pure. "Verdini non è il mostro di Lochness, inoltre lui e i suoi non fanno parte della maggioranza di governo. Votano le riforme non la fiducia", diceva il tipo di Rignano appena una quindicina di giorni fa. Ovviamente non è vero niente, perché - è notizia di oggi - Renzi ha già promesso l'ingresso a pieno titolo nel governo a Verdini e ai suoi in cambio della loro firma per far passare la legge di stabilità.
Ora, alla luce di tutto questo, una domanda da rivolgere ai piddini, specie ai renziani, viene quasi spontanea: non vi fate un po' schifo?
giovedì 22 ottobre 2015
Il nuovo filone della legittima difesa
Allora, ebola è stata spremuta a sufficienza, la scabbia pure, i rom e gli zingari sono ormai rami secchi, i musulmani non ne parliamo, la ruspa è da tempo nel garage (ormai ha perso il suo appeal), agli extracomunitari che fregano il lavoro agli italiani non credono più neppure i suoi seguaci; alla bufala del gender ormai abbocca solo Adinolfi... cosa è rimasto? Ma la legittima difesa, no? Il cavallo di battaglia nuovo di zecca, da utilizzare per continuare a seminare quel suo populismo becero e stupido tanto amato dalle italiche pance, è la legittima difesa.
Di Salvini si può dire tutto, tranne che non sia un arruffapopoli straordinario. E in un paese come il nostro sono quelli lì che fanno fortuna.
Di Salvini si può dire tutto, tranne che non sia un arruffapopoli straordinario. E in un paese come il nostro sono quelli lì che fanno fortuna.
mercoledì 21 ottobre 2015
Genchi e De Magistris assolti
A chi non conosce la vicenda dell'inchiesta Why Not, l'assoluzione in appello di De Magistris e Gioacchino Genchi dirà sicuramente ben poco. A me dice molto, invece, perché in passato ho scritto parecchio, qui sul mio blog, di questa vicenda. Sono contento suprattutto per Genchi, che è stato al centro per molto tempo di una campagna diffamatoria velenosissima, orchestrata da Berlusconi e messa in atto dal suo braccio armato Il Giornale.
Adesso, finalmente, anche se sempre con troppo ritardo, un tribunale ha stabilito la verità.
Adesso, finalmente, anche se sempre con troppo ritardo, un tribunale ha stabilito la verità.
martedì 20 ottobre 2015
La stepchild adoption e noi
Bell'articolo di Scalfarotto su Il Post di ieri. Tema: la famosa/famigerata "stepchild adoption". Su questo tema ognuno avrà le proprie convinzioni, come è giusto che sia, ma sono sicuro che molti si siano formati la loro legittima opinione bypassando il succo della questione, e il succo della questione è semplice: guardare cosa succede altrove.
Se infatti ogni tanto tirassimo fuori la testa dalla sabbia e guardassimo cosa accade fuori dal nostro piccolo orticello, ci accorgeremmo che ciò che da noi è ancora considerato pietra dello scandalo, tema scabrosissimo usato addirittura da qualcuno come leva per far cadere governi, appena un po' più in là del nostro ristretto orizzonte è la normalità. Certo, una normalità a cui si è arrivati in momenti e con metodi diversi, ma ormai accettata come consuetudine sociale.
Il matrimonio tra persone omosessuali, ad esempio, in Danimarca è legge da 25 anni. Cioè, mentre da noi si cominciava appena ad accennare qualche timida discussione in parlamento (e, tra l'altro, dopo cinque lustri non si è ancora approdati a niente), là diventava legge dello stato. E così la questione delle adozioni. E mentre il resto del mondo va avanti, noi siamo ancora qua con le zavorre ideologiche degli Alfano, degli Adinolfi, dei Salvini, dei Bagnasco e compagnia bella.
Poverini, un po' li capisco, e li compatisco pure, d'altra parte se uno è già limitato intellettualmente di suo e ha sul groppone un retaggio ideologico che chiude ancora di più una apertura mentale che fa concorrenza a quella di un'ameba, non se ne esce. Certo, si potrebbe provare a spiegare a un Adinolfi che ciò che lui dipinge come il male assoluto è la normalità appena passi il confine; si potrebbe pure spiegargli che ogni studio fatto finora dimostra che la crescita equilibrata di un bambino dipende dalla qualità dei rapporti affettivi e non dalla genitorialità biologica o dal sesso di chi instaura i suddetti rapporti, ma non servirebbe a niente, perché di fronte all'ottusità ideologica neppure il più evidente empirismo può alcunché.
E quindi siamo ancora qui, dopo 25 anni, a litigare su temi che in paesi più civili e aperti del nostro (cioè quasi tutti) sono stati già abbondantemente affrontati, discussi e digeriti.
Come del resto è sempre stato.
Se infatti ogni tanto tirassimo fuori la testa dalla sabbia e guardassimo cosa accade fuori dal nostro piccolo orticello, ci accorgeremmo che ciò che da noi è ancora considerato pietra dello scandalo, tema scabrosissimo usato addirittura da qualcuno come leva per far cadere governi, appena un po' più in là del nostro ristretto orizzonte è la normalità. Certo, una normalità a cui si è arrivati in momenti e con metodi diversi, ma ormai accettata come consuetudine sociale.
Il matrimonio tra persone omosessuali, ad esempio, in Danimarca è legge da 25 anni. Cioè, mentre da noi si cominciava appena ad accennare qualche timida discussione in parlamento (e, tra l'altro, dopo cinque lustri non si è ancora approdati a niente), là diventava legge dello stato. E così la questione delle adozioni. E mentre il resto del mondo va avanti, noi siamo ancora qua con le zavorre ideologiche degli Alfano, degli Adinolfi, dei Salvini, dei Bagnasco e compagnia bella.
Poverini, un po' li capisco, e li compatisco pure, d'altra parte se uno è già limitato intellettualmente di suo e ha sul groppone un retaggio ideologico che chiude ancora di più una apertura mentale che fa concorrenza a quella di un'ameba, non se ne esce. Certo, si potrebbe provare a spiegare a un Adinolfi che ciò che lui dipinge come il male assoluto è la normalità appena passi il confine; si potrebbe pure spiegargli che ogni studio fatto finora dimostra che la crescita equilibrata di un bambino dipende dalla qualità dei rapporti affettivi e non dalla genitorialità biologica o dal sesso di chi instaura i suddetti rapporti, ma non servirebbe a niente, perché di fronte all'ottusità ideologica neppure il più evidente empirismo può alcunché.
E quindi siamo ancora qui, dopo 25 anni, a litigare su temi che in paesi più civili e aperti del nostro (cioè quasi tutti) sono stati già abbondantemente affrontati, discussi e digeriti.
Come del resto è sempre stato.
lunedì 19 ottobre 2015
Erri De Luca assolto
Chi aveva letto il libro La parola contraria lo sapeva già: poteva finire solo così.
Doveva finire così.
Doveva finire così.
domenica 18 ottobre 2015
Le unioni civili si faranno, prima o poi, con o senza Ruini
"L'omosessualità c'è sempre stata ma nessuno ha mai pensato di farne un matrimonio" è una delle molte perle contenute nell'intervista rilasciata qualche giorno fa da Ruini al Corriere. Ruini, ricorderete, oltre a essere uno dei più oscurantisti e fanatici sostenitori dell'ortodossia cattolica, è stato uno dei più accaniti sostenitori, assieme a Berlusconi, della legge 40, soprannominata appunto Ruini-Berlusconi, quella che nel corso degli anni è stata via via fatta a pezzi dalla Consulta fino a lasciarne in piedi pochi brandelli insignificanti e incoerenti tra loro. La moltitudine di cazzate che Ruini riesce a concentrare nei pochi paragrafi dell'intervista, dal punto di vista della razionalità e dell'umanità si potrebbe smontare con estrema facilità, a cominciare da quella virgolettata sopra. Ma il punto non è questo. Il punto è che se in Italia, dopo 5 lustri che se ne discute, non abbiamo ancora una legge sulle unioni civili, gran parte della responsabilità è di quelli come Ruini e del politicume di matrice cattolica (o finto-cattolica) al seguito.
Intendiamoci: Ruini, il cardinale Parolin, il finto rivoluzionario Bergoglio e tutta la pletora di ottusangoli al seguito, fanno benissimo a sostenere certe anacronistiche e ridicole posizioni, perché perfettamente coerenti con la dottrina religiosa di cui sono rappresentanti. Quello che invece non si capisce, è il motivo per cui le posizioni fasciste (perché quando una minoranza nega diritti a una maggioranza si parla di fascismo) di una minoranza religiosa debbano essere subite dalla maggioranza dei cittadini di uno stato, che per definizione è oltretutto laico. Qui sono i numeri a parlare: i cattolici praticanti nel nostro paese costituiscono una percentuale che supera di poco il 30%: una minoranza netta, quindi. Qualsiasi sondaggio si consulti, e su questo tema ultimamente se ne trovano a bizzeffe, certifica invece in maniera molto chiara che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani è favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Le unioni civili si faranno, caro Ruini, con o senza di lei, se ne faccia una ragione; dispiace solo che a causa (anche) sua e di tutto quello che lei rappresenta, ciò che in tutti gli altri paesi è già legge da decenni debba aspettare ancora. Riguardo all'omosessualità che "c'è sempre stata ma nessuno ha mai pensato di farne un matrimonio", le ricordo che anche la Terra ha sempre girato attorno al sole, nonostante i suoi predecessori l'abbiano negato fino a poco più di due secoli fa.
Intendiamoci: Ruini, il cardinale Parolin, il finto rivoluzionario Bergoglio e tutta la pletora di ottusangoli al seguito, fanno benissimo a sostenere certe anacronistiche e ridicole posizioni, perché perfettamente coerenti con la dottrina religiosa di cui sono rappresentanti. Quello che invece non si capisce, è il motivo per cui le posizioni fasciste (perché quando una minoranza nega diritti a una maggioranza si parla di fascismo) di una minoranza religiosa debbano essere subite dalla maggioranza dei cittadini di uno stato, che per definizione è oltretutto laico. Qui sono i numeri a parlare: i cattolici praticanti nel nostro paese costituiscono una percentuale che supera di poco il 30%: una minoranza netta, quindi. Qualsiasi sondaggio si consulti, e su questo tema ultimamente se ne trovano a bizzeffe, certifica invece in maniera molto chiara che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani è favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Le unioni civili si faranno, caro Ruini, con o senza di lei, se ne faccia una ragione; dispiace solo che a causa (anche) sua e di tutto quello che lei rappresenta, ciò che in tutti gli altri paesi è già legge da decenni debba aspettare ancora. Riguardo all'omosessualità che "c'è sempre stata ma nessuno ha mai pensato di farne un matrimonio", le ricordo che anche la Terra ha sempre girato attorno al sole, nonostante i suoi predecessori l'abbiano negato fino a poco più di due secoli fa.
sabato 17 ottobre 2015
E agli obiettori, niente?
La questione delle ipotizzate sanzioni ai medici che sconsigliano i vaccini è da approfondire, perché troppo generica. Personalmente, sarei molto più favorevole a comminare sanzioni, anche pesanti, ai medici obiettori, quelli che negano alle persone diritti espressamente previsti dalle leggi dello stato. Lì sarei per la mano pesante.
San Marino vintage
Qua a San Marino la Democrazia Cristiana è ancora al governo, e ogni tanto ne arrestano qualcuno, come accadeva da noi ai tempi di tangentopoli. Cresceranno anche loro, prima o poi, no? :)
mercoledì 14 ottobre 2015
Le unioni civili aspettano, i soldi no
Mentre in parlamento si discute di unioni civili da 30 vergognosi anni (la prima proposta di legge in materia risale al 1986) senza essere ancora approdati a un tubo, oggi pomeriggio, al Senato, in meno di due ore sono stati approvati tutti e 3 gli articoli del ddl Boccadutri, il testo che sblocca il finanziamento dei partiti per il 2013 e il 2014.
Quando si dice le priorità, no?
Quando si dice le priorità, no?
Attacchi politici
"E' stato un attacco politico alla Regione meglio governata d'Italia. [...] La Regione Lombardia l'anno scorso ha curato un milione e mezzo di persone, e centinaia di migliaia di italiani di altre regioni, per un miliardo di euro."
La faccenda dell'attacco politico è storia vecchia. Berlusconi ci ha rotto il cazzo per vent'anni con questo ritornello, e una valanga di allocchi ci ha pure creduto. Adesso arriva Salvini, che per difendere Mantovani tira fuori lo stessa menata, forse contando di turlupinare gli ultimi deboli di memoria o le nuove leve di creduloni. Il fatto poi che il cazzaro leghista si appelli al numero dei curati nelle strutture sanitarie lombarde non si capisce cosa c'entri con l'inchiesta in corso. Se tra il personale di una struttura sanitaria si annidano presunti corrotti, cosa ha a che vedere col numero di utenti presi in cura? Salvini pensa per caso che sia un'attenuante?
Questa gente (s)ragiona così. Lo faceva Berlusconi allora e lo fa Salvini adesso, e invece di essere investito da una marea di sacrosante pernacchie, è facile che trovi pure chi gli dà corda. In fondo - è storia - noi italiani siamo sempre così: subiamo il fascino irresistibile dei cazzari da bar.
La faccenda dell'attacco politico è storia vecchia. Berlusconi ci ha rotto il cazzo per vent'anni con questo ritornello, e una valanga di allocchi ci ha pure creduto. Adesso arriva Salvini, che per difendere Mantovani tira fuori lo stessa menata, forse contando di turlupinare gli ultimi deboli di memoria o le nuove leve di creduloni. Il fatto poi che il cazzaro leghista si appelli al numero dei curati nelle strutture sanitarie lombarde non si capisce cosa c'entri con l'inchiesta in corso. Se tra il personale di una struttura sanitaria si annidano presunti corrotti, cosa ha a che vedere col numero di utenti presi in cura? Salvini pensa per caso che sia un'attenuante?
Questa gente (s)ragiona così. Lo faceva Berlusconi allora e lo fa Salvini adesso, e invece di essere investito da una marea di sacrosante pernacchie, è facile che trovi pure chi gli dà corda. In fondo - è storia - noi italiani siamo sempre così: subiamo il fascino irresistibile dei cazzari da bar.
Petizione pro vaccinazioni
Non credo servirà a granché, come del resto gran parte delle petizioni online, ma segnalo volentieri questa ai miei 32 lettori. Se non altro, nel mio piccolo avrò contribuito a mettere un argine alla stupidità e all'ignoranza dilaganti, e alle loro conseguenze.
lunedì 12 ottobre 2015
Però le classi pollaio sì
Quindi, ricapitolando, le classi pollaio da 30 studenti vanno bene, perché bisogna risparmiare e blablabla. Se però per l'ora di religione ci sono tre studenti in una classe e quattro in un'altra, no, non si possono accorpare, la curia non vuole.
La legittima difesa e Feltri
"Se non vogliono avere grane e finire in cella, gli italiani devono mettersi in testa un concetto elementare: qualche delinquente cerca di derubarli in casa o di rapinarli in qualsiasi luogo? Non possono reagire in alcun modo."
Ogni tanto Feltri raggiunge vette di populismo e pancia che neppure Salvini al suo meglio riesce a eguagliare. Certo, è vero, ci sono stati casi di condanne per eccesso colposo di legittima difesa, ma non mi sembra che se le carceri italiane traboccano sia per questo motivo. Sarebbe stato bello che Feltri, invece di scrivere genericamente che se ci si difende si va dentro, avesse fatto una breve ricerca indicando di preciso quante persone nel nostro paese sono attualmente al gabbio per questo motivo; un giornalista serio l'avrebbe fatto. Quindi, tutto quadra.
Ogni tanto Feltri raggiunge vette di populismo e pancia che neppure Salvini al suo meglio riesce a eguagliare. Certo, è vero, ci sono stati casi di condanne per eccesso colposo di legittima difesa, ma non mi sembra che se le carceri italiane traboccano sia per questo motivo. Sarebbe stato bello che Feltri, invece di scrivere genericamente che se ci si difende si va dentro, avesse fatto una breve ricerca indicando di preciso quante persone nel nostro paese sono attualmente al gabbio per questo motivo; un giornalista serio l'avrebbe fatto. Quindi, tutto quadra.
domenica 11 ottobre 2015
Prego, faccia pure come se fosse a casa sua
Siamo talmente abituati a questa deleteria commistione che ormai non ci facciamo neppure più caso. Così, il portavoce diocesano del papa può scrivere tranquillamente una lettera aperta alle istituzioni italiane in cui si dice che a Roma serve una nuova classe dirigente, e nessuno fa una piega. Lo dice il vaticano, capito? L'istituzione religiosa che da sempre è covo di ogni schifo: morale, economico ed etico, e che tra l'altro appartiene amministrativamente a un altro stato, viene qua a dirci che ci sono da fare delle sostituzioni nel personale dirigente della capitale.
Provate a pensare a cosa succederebbe se accadesse il contrario, se ad esempio un ministro del governo italiano andasse là da loro a dire: "guardate che fate un po' schifo, dovreste cambiare qualcuno ai vertici." Apriti cielo! Ovviamente non succederà mai, figuriamoci, d'altra parte abbiamo una delle classi politiche al mondo più asservite a un potere religioso, forse neppure in Iran sono messi come noi, e cosa volete pretendere?
Ma sono da capire, poveretti, l'immenso carrozzone che porta su di sé il meglio del mercato di matrice simoniaca, il carnevale delle indulgenze per eccellenza, il Giubileo, sta per cominciare, e tutto dev'essere pronto per tempo. Compresa la classe politica romana.
Provate a pensare a cosa succederebbe se accadesse il contrario, se ad esempio un ministro del governo italiano andasse là da loro a dire: "guardate che fate un po' schifo, dovreste cambiare qualcuno ai vertici." Apriti cielo! Ovviamente non succederà mai, figuriamoci, d'altra parte abbiamo una delle classi politiche al mondo più asservite a un potere religioso, forse neppure in Iran sono messi come noi, e cosa volete pretendere?
Ma sono da capire, poveretti, l'immenso carrozzone che porta su di sé il meglio del mercato di matrice simoniaca, il carnevale delle indulgenze per eccellenza, il Giubileo, sta per cominciare, e tutto dev'essere pronto per tempo. Compresa la classe politica romana.
Marino, Renzi e il probabile autogol
"Credo che al punto in cui eravamo non ci fossero più alternative. E dunque che Ignazio Marino abbia fatto bene a dimettersi."
Probabilmente no, non c'erano alternative, se si vuole che le istanze etiche a cui ci si appella ogni volta che vengono alla luce storie di gestione allegra di soldi pubblici siano uguali per tutti (da questo punto di vista le cene di Marino e le mutande verdi di Cota sono sullo stesso piano).
Però.
Però, Renzi, potevi almeno mascherare un po' la contentezza per la dipartita di Marino, perché, come ben sai, il cardiochirurgo fu candidato alla guida di Roma dal tuo partito, il Pd, dopo che ne ebbe vinto le primarie. Ripeto: anche io sono convinto che le dimissioni ci stanno, ma tu e il Pd, invece di avallarle con salti di gioia, avreste potuto ad esempio spingere perché Marino arrivasse alla scadenza naturale del suo mandato e lasciare che fossero poi i romani a decidere, almeno per mostrare un barlume di facciata di spirito di squadra e di coerenza. Ma questa è politica, e a te non interessa, a te interessa solo che nessuno metta i bastoni tra le ruote ai tuoi progetti.
Sarebbe stato bello che Marino, formalmente ancora neppure inquisito, fosse stato difeso da te e dalla signora Boschi con un decimo della veemenza con cui ogni giorno difendete indifendibili come Verdini (5 processi sul groppone), ma si tratterebbe di buon senso e coerenza, e allora non saresti più tu. E poi adesso Verdini è un padre costituente, scherziamo?
Ah, Renzi, adesso che Marino siete riusciti a farlo fuori, cercate di proporre un vostro candidato credibile - mission impossible, lo so - perché se al prossimo giro al Campidoglio ci andrà la Meloni, mi sa che dovrete parecchie spiegazioni a tutti i piddini che ancora vi votano.
Probabilmente no, non c'erano alternative, se si vuole che le istanze etiche a cui ci si appella ogni volta che vengono alla luce storie di gestione allegra di soldi pubblici siano uguali per tutti (da questo punto di vista le cene di Marino e le mutande verdi di Cota sono sullo stesso piano).
Però.
Però, Renzi, potevi almeno mascherare un po' la contentezza per la dipartita di Marino, perché, come ben sai, il cardiochirurgo fu candidato alla guida di Roma dal tuo partito, il Pd, dopo che ne ebbe vinto le primarie. Ripeto: anche io sono convinto che le dimissioni ci stanno, ma tu e il Pd, invece di avallarle con salti di gioia, avreste potuto ad esempio spingere perché Marino arrivasse alla scadenza naturale del suo mandato e lasciare che fossero poi i romani a decidere, almeno per mostrare un barlume di facciata di spirito di squadra e di coerenza. Ma questa è politica, e a te non interessa, a te interessa solo che nessuno metta i bastoni tra le ruote ai tuoi progetti.
Sarebbe stato bello che Marino, formalmente ancora neppure inquisito, fosse stato difeso da te e dalla signora Boschi con un decimo della veemenza con cui ogni giorno difendete indifendibili come Verdini (5 processi sul groppone), ma si tratterebbe di buon senso e coerenza, e allora non saresti più tu. E poi adesso Verdini è un padre costituente, scherziamo?
Ah, Renzi, adesso che Marino siete riusciti a farlo fuori, cercate di proporre un vostro candidato credibile - mission impossible, lo so - perché se al prossimo giro al Campidoglio ci andrà la Meloni, mi sa che dovrete parecchie spiegazioni a tutti i piddini che ancora vi votano.
mercoledì 7 ottobre 2015
La forzatura di 'sta ceppa
Ma i Lupi, gli Adinolfi e tutti i poveri di intelletto che blaterano di forzatura, lo sanno che Renzi aveva promesso la legge sulle unioni civili nei primi 100 giorni del suo governo (e questo governo ce lo sbattiamo già da due anni)?
E sempre i suddetti signori, lo sanno che questo cavolo di disegno di legge, nelle sue varie versioni e definizioni, ce lo trasciniamo dietro dal primo governo Prodi o giù di lì? Mi spiegate, Lupi e Adinolfi, dove sarebbe 'sta cazzo di forzatura?
martedì 6 ottobre 2015
Vaccini e meccanismi psicologici
La questione del ritorno di malattie "sopite" (non sparite, che è diverso) a causa del rifiuto sempre maggiore da parte dei genitori di vaccinare i bambini, andrebbe studiata a livello psicologico, oppure psichiatrico. Perché la stupidità ha sempre un suo lato affascinante, specie quando è pericolosa e dannosa.
Come si spiega questa faccenda, ad esempio? Io ho una mia teoria, che ovviamente va presa per quello che è, cioè qualcosa meno di una improbabile ipotesi.
Penso ad esempio all'esistenza di un particolare meccanismo psicologico che scatta quando si raggiunge un certo grado di progresso e di civiltà e che dà avvio ad una sorta di regressione mentale. Potrebbe esplicitarsi in questi termini: siccome con l'uso dei vaccini si sono salvate milioni di vite e sono sparite malattie che fino a pochi decenni fa erano mortali, vediamo cosa succede smettendo di usarli. Così, giusto per vedere l'effetto che fa. No, perché effettivamente, se ci pensate bene, non sta in piedi la storiella che la gente smette di usare i vaccini perché pensa che facciano male. Voglio dire, oggi la gente ha la possibilità di informarsi, di capire; c'è internet, ci sono i libri, ci sono i medici, i centri di informazione; è facilissimo, ovviamente per chi vuole farlo, documentarsi seriamente e approfonditamente sui vaccini. E quindi non smette di usarli per ignoranza, ma proprio per vedere gli effetti. E naturalmente gli effetti non tardano ad arrivare.
Penso ad esempio all'esistenza di un particolare meccanismo psicologico che scatta quando si raggiunge un certo grado di progresso e di civiltà e che dà avvio ad una sorta di regressione mentale. Potrebbe esplicitarsi in questi termini: siccome con l'uso dei vaccini si sono salvate milioni di vite e sono sparite malattie che fino a pochi decenni fa erano mortali, vediamo cosa succede smettendo di usarli. Così, giusto per vedere l'effetto che fa. No, perché effettivamente, se ci pensate bene, non sta in piedi la storiella che la gente smette di usare i vaccini perché pensa che facciano male. Voglio dire, oggi la gente ha la possibilità di informarsi, di capire; c'è internet, ci sono i libri, ci sono i medici, i centri di informazione; è facilissimo, ovviamente per chi vuole farlo, documentarsi seriamente e approfonditamente sui vaccini. E quindi non smette di usarli per ignoranza, ma proprio per vedere gli effetti. E naturalmente gli effetti non tardano ad arrivare.
Charamsa e don Giorgio
Sulla questione del teologo Charamsa è stato detto di tutto e di più, forse persino troppo. Ma alla fine credo che le cose più sensate le abbia dette un prete cattolico: don Giorgio. E la chiudo qui.
Ivan
Se le cose fossero andate diversamente, l'autore di questo e tanti altri capolavori sarebbe ancora vivo, e oggi festeggerebbe 70 anni. E magari sarebbe pure invecchiato bene, come un Guccini o un De Gregori. Ma, si sa, la vita fa quasi sempre quello che vuole, e spesso si porta via troppo presto chi avrebbe meritato di campare in eterno, mentre magari lascia qua chi avrebbe potuto tranquillamente togliere il disturbo senza grossi rimpianti.
Vabbe', ciao, grande Ivan.
Vabbe', ciao, grande Ivan.
domenica 4 ottobre 2015
Il dio tributarista
Giovanni Lajolo, presidente Emerito del Governatorato Vaticano. "Queste persone omosessuali - afferma il porporato - agiscono contro il comandamento di Dio, sarà Dio a giudicarle, come dice giustamente il Papa, ma il loro atto è peccaminoso e non giustificabile [...] la dottrina non si cambia."
(Il Giornale, 04/10/15)
C'è una domanda che mi assilla praticamente da sempre: perché gli omosessuali cattolici (preti e non) si ostinano a rimanere dentro la chiesa? Io me ne andrei. Che senso ha restare aggrappati a una istituzione che non ti vuole, ti discrimina e vede nel tuo orientamento sessuale una devianza e/o una malattia da curare? Il teologo vaticano monsignor Charamsa ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale e il Vaticano l'ha cacciato, tra l'altro con una solerzia sconosciuta quando si trattava di cacciare prelati pedofili, anche se questo è un altro discorso. "Mi cercherò un lavoro", ha dichiarato il teologo. Ha fatto benissimo. Ha aperto una strada.
Mi fa molta pena la dichiarazione del prelato qui sopra secondo cui gli omosessuali agiscono contro il volere di Dio, e la trovo di una arroganza spaventosa, perché dà per scontato che la chiesa cattolica sia depositaria assoluta e interprete infallibile della volontà di Dio. Una pretesa assurda e ridicola, ai limiti del grottesco. Il cattolicesimo non può né giudicare né fregiarsi di alcuna velleità trascendentale, e non può farlo da quando si è trasformato da movimento religioso e spirituale in agenzia etica, che sta lì a mettere becco su aborto, contraccezione, fecondazione eterologa, scuola, e a pontificare e a giudicare i comportamenti umani, arrogandosi il diritto di decidere cosa è volere di Dio e cosa no. Un dio che da essere infinito e trascendente, descritto come al di sopra del bene e del male, è stato trasformato dal cattolicesimo in una specie di giudice contabile che sta lì a vedere cosa facciamo e come ci comportiamo. Ma chi crede e ha fede, pensa davvero che una volta al cospetto del padre celeste verrà giudicato in base alle preferenze sessuali avute in vita? O è più probabile che verrà giudicato nella misura in cui ha amato gli altri come se stesso, come insegnano i vangeli?
Il cardinal Ruini ha detto che prova molta pena per il teologo omosessuale che ha fatto outing, evidentemente perché non si rende conto della pena che provoca lui in chi è ancora in grado di ragionare liberamente.
(Il Giornale, 04/10/15)
C'è una domanda che mi assilla praticamente da sempre: perché gli omosessuali cattolici (preti e non) si ostinano a rimanere dentro la chiesa? Io me ne andrei. Che senso ha restare aggrappati a una istituzione che non ti vuole, ti discrimina e vede nel tuo orientamento sessuale una devianza e/o una malattia da curare? Il teologo vaticano monsignor Charamsa ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale e il Vaticano l'ha cacciato, tra l'altro con una solerzia sconosciuta quando si trattava di cacciare prelati pedofili, anche se questo è un altro discorso. "Mi cercherò un lavoro", ha dichiarato il teologo. Ha fatto benissimo. Ha aperto una strada.
Mi fa molta pena la dichiarazione del prelato qui sopra secondo cui gli omosessuali agiscono contro il volere di Dio, e la trovo di una arroganza spaventosa, perché dà per scontato che la chiesa cattolica sia depositaria assoluta e interprete infallibile della volontà di Dio. Una pretesa assurda e ridicola, ai limiti del grottesco. Il cattolicesimo non può né giudicare né fregiarsi di alcuna velleità trascendentale, e non può farlo da quando si è trasformato da movimento religioso e spirituale in agenzia etica, che sta lì a mettere becco su aborto, contraccezione, fecondazione eterologa, scuola, e a pontificare e a giudicare i comportamenti umani, arrogandosi il diritto di decidere cosa è volere di Dio e cosa no. Un dio che da essere infinito e trascendente, descritto come al di sopra del bene e del male, è stato trasformato dal cattolicesimo in una specie di giudice contabile che sta lì a vedere cosa facciamo e come ci comportiamo. Ma chi crede e ha fede, pensa davvero che una volta al cospetto del padre celeste verrà giudicato in base alle preferenze sessuali avute in vita? O è più probabile che verrà giudicato nella misura in cui ha amato gli altri come se stesso, come insegnano i vangeli?
Il cardinal Ruini ha detto che prova molta pena per il teologo omosessuale che ha fatto outing, evidentemente perché non si rende conto della pena che provoca lui in chi è ancora in grado di ragionare liberamente.
sabato 3 ottobre 2015
Il Corriere, Adinolfi e il teologo gay
La reazione più divertente all'intervista rilasciata al Corriere dal teologo vaticano Krzysztof Charamsa, intervista con la quale annuncia pubblicamente la propria omosessualità e definisce "disumano" l'obbligo di rinunciare all'amore imposto dalla chiesa agli omosessuali, poteva essere solo di Adinolfi, uno degli ultimi, patetici omofobi di rilievo ancora in circolazione, il quale, sulla sua pagina fb, bolla il Corriere come portavoce della "battaglia dei media laicisti" per "aprire crepe nella dottrina cattolica".
Ora, una volta stemperate le inevitabili risate, la prima questione che viene alla mente è molto semplice: che c'entra il Corriere? Il teologo ha rilasciato l'intervista in esclusiva al Corriere chiedendo espressamente che venisse pubblicata, e il Corriere l'ha pubblicata. Se l'avesse rilasciata a Repubblica, Repubblica l'avrebbe pubblicata allo stesso modo, così come avrebbe fatto qualunque altro media. Non avrebbero dovuto farlo? Perché no? Ma Adinolfi non è anche giornalista? O lo è a targhe alterne? Il vecchio stilema di scaricare la colpa (colpa di cosa, poi?) su chi veicola una notizia invece che sull'autore del fatto da cui ne è scaturita, ha origini piuttosto antiche e fu ampiamente utilizzato anche da B. ai tempi in cui i media rendevano conto delle sue porcate all'opinione pubblica. In questo modo B. cercava di colpevolizzare i media trasferendo la responsabilità delle porcate da chi le commetteva (lui) a chi le annunciava (i media). Adinolfi fa la stessa cosa, pur in altro ambito.
In realtà, e il barbuto scribacchino lo sa benissimo, se c'è qualcuno che vuole aprire crepe nella anacronistica dottrina cattolica non è il Corriere, ma lo stesso teologo, e tutti quelli, laici e cattolici, che ormai da decenni chiedono alla chiesa di rivedere la sua granitica dottrina su certe questioni, ed è sufficiente leggere ciò che il teologo dice per capirlo. Capisco che per Adinolfi sia un rospo grosso da mandare giù e che sia più comodo per lui fare finta che la dottrina cattolica sia sotto attacco dall'esterno, invece che da ampi settori al suo interno, ma non siamo tutti fessi come crede lui, si rassegni, e continui pure la sua ridicola battaglia contro la civiltà, i diritti e l'umanità: noi guardiamo da fuori.
Sorridendo.
Ora, una volta stemperate le inevitabili risate, la prima questione che viene alla mente è molto semplice: che c'entra il Corriere? Il teologo ha rilasciato l'intervista in esclusiva al Corriere chiedendo espressamente che venisse pubblicata, e il Corriere l'ha pubblicata. Se l'avesse rilasciata a Repubblica, Repubblica l'avrebbe pubblicata allo stesso modo, così come avrebbe fatto qualunque altro media. Non avrebbero dovuto farlo? Perché no? Ma Adinolfi non è anche giornalista? O lo è a targhe alterne? Il vecchio stilema di scaricare la colpa (colpa di cosa, poi?) su chi veicola una notizia invece che sull'autore del fatto da cui ne è scaturita, ha origini piuttosto antiche e fu ampiamente utilizzato anche da B. ai tempi in cui i media rendevano conto delle sue porcate all'opinione pubblica. In questo modo B. cercava di colpevolizzare i media trasferendo la responsabilità delle porcate da chi le commetteva (lui) a chi le annunciava (i media). Adinolfi fa la stessa cosa, pur in altro ambito.
In realtà, e il barbuto scribacchino lo sa benissimo, se c'è qualcuno che vuole aprire crepe nella anacronistica dottrina cattolica non è il Corriere, ma lo stesso teologo, e tutti quelli, laici e cattolici, che ormai da decenni chiedono alla chiesa di rivedere la sua granitica dottrina su certe questioni, ed è sufficiente leggere ciò che il teologo dice per capirlo. Capisco che per Adinolfi sia un rospo grosso da mandare giù e che sia più comodo per lui fare finta che la dottrina cattolica sia sotto attacco dall'esterno, invece che da ampi settori al suo interno, ma non siamo tutti fessi come crede lui, si rassegni, e continui pure la sua ridicola battaglia contro la civiltà, i diritti e l'umanità: noi guardiamo da fuori.
Sorridendo.
Tagli all'italiana
Vi ricordate, tra le tante promesse di Renzi, i famosi 10 miliardi di tagli alla spesa pubblica che sarebbero dovuti arrivare, diceva, da tagli mirati a ministeri, poltrone inutili, partecipate sanguisughe, sprechi annidati qua e là nei meandri della pubblica amministrazione? "Se salteranno poltrone inutili nelle partecipate sarà solo un beneficio per i cittadini", diceva spavaldo in aprile, in una delle sue leggendarie e un po' megalomani conferenze stampa.
Com'è andata a finire? Come tante altre sue promesse: in niente. Le partecipate sono ancora lì, le poltrone pure, i 10 miliardi di tagli agli sprechi si sono ridotti a 5, forse 6, gli interventi chirurgici mirati agli sprechi erano solo una bella favoletta utile a incantare i poveri di spirito, e tutto alla fine si è ridotto a tagli lineari del 3% ai ministeri, esattamente uguali a quelli di Letta, Monti, Berlusconi e predecessori vari. Con tanti saluti dal tipo che nei primi 100 giorni di governo doveva rivoltare il paese come un calzino.
Com'è andata a finire? Come tante altre sue promesse: in niente. Le partecipate sono ancora lì, le poltrone pure, i 10 miliardi di tagli agli sprechi si sono ridotti a 5, forse 6, gli interventi chirurgici mirati agli sprechi erano solo una bella favoletta utile a incantare i poveri di spirito, e tutto alla fine si è ridotto a tagli lineari del 3% ai ministeri, esattamente uguali a quelli di Letta, Monti, Berlusconi e predecessori vari. Con tanti saluti dal tipo che nei primi 100 giorni di governo doveva rivoltare il paese come un calzino.
venerdì 2 ottobre 2015
Dall'Oregon con furore
Ora, non è che qui si voglia essere superficiali, ma se io avessi un figlio introverso e taciturno che stravede per i terroristi dell'Ira, è appassionato di armi e tutti i giorni esce di casa in stivaletti militari, mimetica e maglietta bianca, qualche campanellino mi suonerebbe, credo.